Una nuova vita a Miami: Michael Coppola si racconta

Giovane, bello e occupatissimo. Lavorativamente parlando. Michael Coppola, 29 anni di Milano, tre anni fa si trasferisce a Miami dopo una visita a sua madre che qui ha aperto con successo un’attività di ristorazione. Miami è per lui amore a prima vista. Entra nel team di “Made in Italy” creando l’impasto della sua pizza che, oltre a far crescere il food truck portando anche a nuove aperture, gli permettere di ottenere riconoscimenti e la certificazione di “vera pizza napoletana” dall’Associazione Verace Pizza Napoletana. L’aspetto migliore di vivere a Miami? Michael non ha dubbi: «Vivere a Miami! In America hai mille porte che si possono aprire a differenza dell’Italia e dell’Europa. È il Paese delle opportunità. So che sembra una frase fatta, ma è realmente così. Negli USA se uno dà, riceve. Si vive meglio e si guadagnano molti più soldi». Ecco la sua storia!

Michael Coppola

Di Enza Petruzziello

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La cucina? Per Michael Coppola è un affare di famiglia. Ventinove anni, nato e cresciuto a Milano, Michael frequenta con successo la Scuola Alberghiera. Dopo il diploma, fa un po’ di tutto: dal magazziniere al manovale, dal muratore fino all’addetto ai traslochi. Lavora anche in diversi locali milanesi, iniziando così la sua gavetta nel mondo della ristorazione.

Con suo padre e sua sorella apre nel capoluogo lombardo un food truck di “panzerotti pugliesi”, e sempre con suo padre gestisce per due anni una pizzeria a Valencia in Spagna, fino a quando decide di raggiungere sua madre, Lucia Marinelli, in Florida.

Innamorato di Miami fin da subito, entra nel progetto Made in Italy, food truck di cucina italiana a Miami. È grazie a lui, alle sue idee e al suo innovativo impasto della pizza, che il brand cresce e si espande con una nuova location a Fort Lauderdale. Introduce nel menù numerose specialità, prima tra tutte i panzerotti pugliesi.

Passione, amore e tanto studio: sono questi gli ingredienti della pizza a 5 stelle di Michael che permette a Made in Italy di iniziare l’iter per ottenere la certificazione di “vera pizza napoletana” dall’Associazione Verace Pizza Napoletana. Lavorare con sua madre? «Non è per niente facile!». Ecco cos’altro ci ha raccontato.

Michael quando nasce la passione per la cucina?

«La passione per la cucina mi è stata trasmessa sicuramente dalla mia famiglia. Tutti cucinano, ma la persona che mi ha ispirato di più è stata mia nonna Iolanda, una cuoca eccezionale che ha influito moltissimo nella mia carriera professionale. Mi incantavo a guardarla mentre era ai fornelli, dedita a preparare il pranzo della domenica. Anche se, lo sappiamo, per le nonne italiane ogni giorno è domenica quando si tratta di cibo e di nipoti. La passione per la pizza, invece, è nata dopo».

Insieme a tuo padre e a tua sorella, nel 2008 hai aperto un food truck di panzerotti pugliesi. Che tipo di esperienza è stata?

«Quando abbiamo aperto il food truck avevo 15 anni. È stata una bellissima esperienza e anche molto divertente. Facevamo feste, eventi, feste di paese oppure quelle dei quartieri di Milano. Sono stati anni molto formativi per me».

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Per due anni gestisci a Valencia una pizzeria. Come è stato vivere e lavorare in Spagna?

«È stato bello per alcuni versi, un po’ difficile e pesante per altri. Uscire dalla propria comfort zone, dal proprio Paese a prescindere è un’esperienza che ti arricchisce. Hai la possibilità di entrare in contatto con una nuova cultura e conoscere nuove persone. Mi sono divertito a lavorare con mio padre, ma c’è stato un periodo molto duro che mi ha spinto a trasferirmi in America».

E così 3 anni fa decidi di cambiare completamente, di attraversare l’Oceano e raggiungere tua madre a Miami. Perché la scelta di trasferirti in Florida? Che cosa non ti piaceva più della tua vecchia vita?

«Della mia vecchia vita non c’era nulla che non mi piacesse. Volevo semplicemente crearmi un futuro migliore, cosa che in Europa ad oggi è piuttosto difficile. Non ti si aprono le porte, questa è la verità. In America, al contrario, hai mille porte che si possono aprire. È il Paese delle opportunità. So che sembra una frase fatta, ma è realmente così. Negli USA se uno dà, riceve a differenza dell’Italia e della Spagna. In America, poi, si vive meglio che in Italia e si guadagna molto di più. Lavorativamente parlando è più pesante qui, perché tutto gira attorno ai soldi e non ci si può fermare un secondo. Però direi che è stata la scelta più giusta che ho fatto».

Che cosa hai trovato a Miami che ti ha conquistato a tal punto da rimanerci?

«Mia madre innanzitutto. La prima volta che sono venuto a Miami è stato proprio per riabbracciarla e stare un po’ con lei. Non la vedevo da 5/6 anni. Fortunatamente, durante quel soggiorno, ho avuto l’opportunità di conoscere questa città e siccome la situazione in Spagna era piuttosto difficile ho deciso di stabilirmi definitivamente a Miami. Mia madre mi ha dato una grande mano. Grazie a dio c’era lei e mi ha aiutato moltissimo. Adesso sono 3 anni che sono qui e non ho assolutamente intenzione di tornare in Italia o in Europa».

Una delle difficoltà iniziali è stata la lingua. Come hai superato lo scoglio dell’inglese?

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«Quando sono arrivato parlavo solo lo spagnolo, ma in pochi mesi – soprattutto da quando ho iniziato a lavorare nella pizzeria di Fort Lauderdale (qui parlano soprattutto inglese) – ho avuto modo di imparare l’inglese e oggi la lingua non è più un problema. Faccio corsi di pizza agli americani parlando in inglese, certo con quell’accento tipico italiano che qui però piace sempre molto».

Lucy, la madre, in sottofondo gli fa eco: «E piace anche molto lui alle donne americane!!!!».

Miami è una città fantastica, com’è vivere qui per un giovane? Penso alla qualità della vita, ai divertimenti ma anche alle possibilità lavorative.

«È unica, fantastica, vero! È una città incredibile, che non c’entra nulla con l’America. Miami è Miami. È come vivere con uno stile sudamericano ma con i vantaggi degli Stati Uniti soprattutto dal punto di vista del guadagno. Il divertimento qui non manca e il tempo è sempre bello. Per me che vengo da Milano, abituato a 5 mesi di freddo, è un altro mondo. È di contro una città carissima, gli affitti sono alti ma si guadagna davvero bene. Mi sono innamorato di Miami, non me ne andrei mai e poi mai. Ha i suoi pregi e anche i suoi difetti come tutti i posti, ogni mondo in fondo è paese».

Sei entrato a far parte di Made in Italy, food truck di cucina italiana a Miami, quando appunto era solo un food truck. È stato difficile inserirsi in un team già collaudato, ma soprattutto lavorare a stretto contatto con tua madre?

«Quando sono entrato nel team di Made in Italy è stato tutto molto semplice. Sono una persona che si adatta subito, lavoro bene con persone di ogni tipo indipendentemente dalla provenienza, religione, cultura ecc. Insomma non faccio fatica ad ambientarmi in nuovi posti ed inserirmi in nuove realtà lavorative, vado d’accordo con tutti.

Ecco, lavorare con mia madre è stata la parte più difficile. Se lei è severa con i suoi dipendenti (giustamente), con me lo è ancora di più perché pretende molto di più. Però glielo devo, quindi non mi lamento. Diciamo che per nessuno è facile lavorare con lei. È una persona che pretende il meglio sempre e in tutto. Lei ti sprona perché vuole la qualità, vuole essere il top nel suo settore, non vuole perdere la reputazione che ha guadagnato da sola in questi anni lavorando molto duramente in un Paese che non è il suo. Ha dovuto mandare giù tanti bocconi amari e quindi, giustamente, ora esige solo il meglio dai suoi collaboratori, me in primis».

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Con il tempo Made in Italy si espande e apre nuove location a Fort Lauderdale e Wynwood, grazie anche al tuo innovativo impasto della pizza che presenta tutte le credenziali per avviare il processo per ottenere la certificazione di “vera pizza napoletana” dall’Associazione Verace Pizza Napoletana per iniziare In cosa consiste esattamente l’impasto?

«La passione per la pizza mi ha spinto a studiare ed approfondire la mia conoscenza, soprattutto per ciò che riguarda l’impasto. Mi incuriosiva molto questo aspetto e poi ho sempre voluto creare un impasto tutto mio. Sono andato dai migliori pizzaioli in Italia per carpirne quanto più possibile la tecnica, chiedendo consiglio e prendendo spunto da tutti i loro impasti. Da lì ho inventato la mia ricetta con una lievitazione fatta da me e un’idratazione del 65-68%. È stato un bel lavoro che mi ha ripagato non solo per la certificazione ricevuta, ma perché piace tantissimo anche ai clienti».

A proposito di questo, proprio in questi giorni Made in Italy Pizza Bar ha ricevuto da Restaurant Guru il titolo di miglior locale di Miami sulla base delle recensioni dei clienti che amano la tua pizza. Qual è il segreto del suo successo?

«La passione. Fare le cose con passione, non tanto per farle. Metterci amore, impegno e dedizione. La differenza è tutta qui. Alla fine la ricetta dell’impasto è semplice: farina, acqua, olio, sale e lievito. Qualsiasi persona può fare un impasto. Il segreto, invece, per un ottimo impasto è la passione che ci metti e che trasmetti nel lavoro. Se fai qualcosa con passione non ti stancherà mai, indipendentemente da quello che puoi guadagnare lo fai e sempre con piacere».

Michael Coppola miami

Oltre alla pizza, in che modo hai contribuito a far crescere Made in Italy?

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«Le ricette, quelle di mia madre e Juan, funzionano benissimo. Ho dato consigli su alcune preparazioni, su come velocizzare il lavoro e ottimizzare il servizio clienti».

La formula di Made in Italy, fatta di cucina italiana al 100% e materie prime di alta qualità rigorosamente provenienti dal Bel Paese, è di sicuro una formula vincente che non si cambia. Ma se tu potessi, apporteresti dei cambiamenti?

«In generale sono convinto che bisogna sempre migliorarsi ed evolversi, nella vita così come nell’attività. I cambiamenti sono sempre i benvenuti, magari modificando qualcosina per dare quel tocco in più che può migliorare la ricetta. Adesso come adesso, però, non c’è da cambiare nulla: i prodotti che proponiamo piacciono molto, merito soprattutto della materia prima di alta qualità. I clienti sono contenti, vengono da noi a mangiare e fanno delle ottime recensioni».

Molti leggendo la tua storia potrebbero pensare: “Eh, ma per lui è stato facile, c’era già la mamma a Miami con un’attività avviata”. Che cosa ti senti di dire al riguardo?

«Sì, in parte hanno anche ragione. Sicuramente, e non lo nascondo, per me è stato molto più facile trasferirmi a Miami e trovare un lavoro in un’attività tra l’altro molto ben avviata. Ma le persone non conoscono me. Nella mia vita non è sempre stato tutto rose e fiori. Secondo loro, con una madre negli Stati Uniti e con un’attività avviata non sarei dovuto venire a darle una mano? È ovvio che sono venuto per lavorare con lei, piuttosto che per altri. Preferisco far crescere l’attività di famiglia con le mie pizze ed espandere Made in Italy».

Il tuo discorso mi sembra assolutamente giusto e sensato. Mettiamola in un altro modo allora. Pensi che se non ci fosse stata tua madre, ti saresti trasferito negli Usa e avresti aperto una tua attività?

«Non saprei rispondere. È difficile. Probabilmente sarei venuto in vacanza e, forse, conoscendo il posto meglio mi sarei anche trasferito. Avrei provato a restare e ad aprire una mia attività, alla fine a Valencia l’ho fatto. D’altronde chiunque vorrebbe aprire un’attività in America. Certo, bisogna avere anche la fortuna e le capacità di farlo. Io penso di avere le capacità, bisogna avere anche la fortuna nella vita».

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Qual è l’aspetto migliore e peggiore del vivere a Miami?

«L’aspetto migliore di vivere a Miami è vivere a Miami! Vivi in un posto dove è eternamente estate, sempre. Vivi nella città dove c’è tutto a livello imprenditoriale e di business, tante anche le opportunità di divertimento per ragazzi – perché la vita è fatta anche di quello. C’è il mare, un sole fantastico, uno stile di vita rilassato. In inverno in tantissimi si trasferiscono a Miami dal Canada e dal nord America e non vanno certo in California, ci sarà un motivo. Se una persona non ci vive non può capire in fondo la bellezza di vivere e lavorare a Miami. Per quanto riguarda gli aspetti negativi non ne trovo, forse un po’ la gente. Non puoi fidarti di tutti, purtroppo. C’è molta competizione, sono sempre pronti ad approfittarsene, se possono guadagnare sulle tue spalle lo fanno e i primi sono gli italiani. Per chi vuole aprire un’attività, trovare una persona seria che lavori per te è difficile. Sono un po’ maleducati, selvaggi. Ma come dicevo prima ogni mondo è paese e quindi alla fine impari a convivere anche con questo».

Come è cambiata la tua vita da quando ti sei trasferito a Miami?

«Tantissimo e in meglio! Lavoro anche più ore, ma sono meno stressato. Qui puoi anche lavorare 12 ore al giorno, ma quando a fine mese vedi il guadagno, la mattina ti svegli con un’altra mentalità. Ti svegli con la voglia di andare a lavorare solo perché pensi che a fine mese prendi i soldi che hai giustamente guadagnato con il tuo lavoro e che puoi fare questo, quello ecc Puoi mettere i soldi da parte per progetti futuri e avere finalmente una prospettiva a lungo termine. Sono appena tornato da una vacanza di 4 giorni a Key West sulle isole Keys. Una bellissima esperienza, costosa sì ma qui in una settimana con il duro lavoro i soldi li riprendi tranquillamente e anche una vacanza la vivi con meno sensi di colpa».

Progetti e sogni per il futuro?

«Aprire più pizzerie Made in Italy ed io a gestirle. Mi piacerebbe aprirne una a New York, una alle Florida Keys e un po’ in tutta America. Poi se riuscissimo ad espanderci anche fuori dagli Usa, in un altro Paese o Continente sarebbe il massimo».

Per contattare Michael Coppola ecco i suoi recapiti:

Instagram: @chef_michaelcoppola e @madeinitaly_fortlauderdale

Numero tel.: +1 (786) 665-0743

Sito Web: https://madeinitalytruck.com/