Il sogno di aprire un ristorante all’estero
Non esiste luogo al mondo in cui la cucina italiana non sia apprezzata. I sapori, i colori, la tradizione del nostro cibo e le accurate preparazioni fatte dalle sapienti mani dei nostri chef fanno invidia a chiunque. E non è un caso che la cucina mediterranea sia stata eletta come la migliore in assoluto. Tutti, ovunque essi si trovino, sono disposti a pagare (anche molto) per assaggiare i piatti italiani. Ecco perché il settore gastronomico rappresenta una risorsa importante per la nostra economia, non solo da sfruttare sul territorio, ma anche al di fuori. Un bene insomma da esportare. Se state dunque pensando di mollare tutto e trasferirvi, magari per tentare un business di successo, la ristorazione è uno dei capisaldi su cui puntare. Certo, al mondo esistono migliaia di ristoranti con le insegne italiane e il tricolore in bella vista. Ma non tutti offrono la stessa qualità. Cucinare il nostro cibo è un arte. E l’autenticità dell’essere italiani è fondamentale se si vuole avere fortuna all’estero.
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Prima regola dunque: puntare sui prodotti locali e non credere che lo straniero non capisca se lo stiamo prendendo in giro. I ristoranti italiani all’estero sono in gran parte dei casi realtà ben integrate nel contesto sociale e territoriale dove operano. Lo testimonia il fatto che per l’84% di loro la principale tipologia di cliente sono i residenti, mentre i turisti (italiani e non) sono il target primario solo per il 40% dei rispondenti, e gli “italiani di origine” per il 50%. Si tratta di attività rivolte a un pubblico ampio, spesso di fascia media e alta, cui sanno proporre la qualità e l’immagine della gastronomia italiana nel luogo dove si trovano. I clienti inoltre sono grandi estimatori dell’Italia, almeno sul piano turistico. Ci sono stati almeno una volta e quindi conoscono abbastanza bene la nostra gastronomia.
Per coloro che vogliono operare sui mercati globali scegliendo la via della specializzazione nella qualità, sfruttare la forza del “Made in Italy” può essere insomma la chiave del successo. Sono molti i ristoratori italiani che hanno rischiato riuscendo ad affermarsi professionalmente grazie proprio alla cucina italiana. Certo non è semplice farlo: dal capitale economico e umano, alla strategia imprenditoriale fino a una grande passione e motivazione. Bisogna poi conoscere bene le regole del Paese dove si decide di andare. Nei Paesi dell’Unione europea non ci sarà il problema della cittadinanza naturalmente, per gli altri invece bisogna conoscere molto bene le regole di soggiorno. Prima di fare impresa e aprire un’attività è quindi necessario conoscere un posto, le sue leggi, la mentalità della gente, senza dimenticare i gusti di quelli che possono essere i potenziali clienti. È necessario conoscere la città in cui avete intenzione di trasferirvi e diventare imprenditori. Se non ci siete mai stati, il nostro consiglio è viverci qualche mese: solo stando sul posto infatti si può capire cosa serve, inoltre potrebbero sorgere idee ancora migliori.
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Dove conviene investire. Secondo una recente classifica della Banca Mondiale ci sono almeno 10 Paesi dove attualmente l’economia è in crescita e l’apertura di un’attività potrebbe rivelarsi vantaggiosa. Il punteggio è stato calcolato mediante una serie di parametri: tempi per aprire e per allacciare le utenze, tempi della giustizia nel far rispettare i contratti, modalità per avviare e concludere un rapporto lavorativo. Dal rapporto annuale denominato “Doing Business” emerge che la nuova frontiera per gli imprenditori non si trova in Europa: i primi tre posti della top ten, infatti, sono occupati da Singapore, Nuova Zelanda e Hong Kong. Primo Paese europeo è la Danimarca, seguita dalla Norvegia (quinta), dal Regno Unito (ottavo) e dalla Finlandia (nona). Ci sono anche gli Stati Uniti al settimo posto e l’Australia al decimo. Senza dimenticare Dubai, il Canada, le Canarie, la Germania e altri paesi emergenti. Bene anche il Sudafrica dove sono sempre più numerosi gli italiani che stanno cercando fortuna.
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Idea vincente. Una volta individuato il Paese dove investire, bisogna trovare un’idea nuova che sappia catturare l’interesse del cliente. Come abbiamo detto, sono tantissimi i ristoranti italiani all’estero. La concorrenza è tanta, dunque presentarsi sul mercato con nuove offerte – sempre mantenendo elevati standard qualitativi – diventa la mossa vincente. Magari potete coniugare la tradizione culinaria con nuove tecniche, oppure puntare sulla cucina di una regione in particolare. Qualunque sia, fondamentale è essere originali.
Finanziamenti. Ma quanto costa aprire un ristorante? L’investimento iniziale sarà decisamente esoso. Avere una solida base finanziaria nella fase di apertura è indispensabile per poter fronteggiare i costi dello sviluppo. Se non avete tutti i soldi, niente paura. Fortunatamente per coloro che hanno intenzione di aprire un ristorante, e in generale un’attività, l’Unione Europea mette a disposizione un contributo finanziario a fondo perduto che va dal 20% al 50%. Si tratta di concessioni di capitale delle quali il soggetto erogante non richiederà la restituzione. Oltre ai fondi europei, ci sono anche quelli statali e quelli ad esempio delle Camere di Commercio provinciali.
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Per conoscere nel dettaglio questo tipo di finanziamenti, ci si può rivolgere al sito ufficiale del Ministero degli Esteri oppure al sito di Cooperazione allo Sviluppo, sempre relativo al Ministero degli Esteri. Quasi sempre sono rivolti a neoimprenditori. Le imprese in fase di start up, infatti, necessitano di supporti finanziari spesso molto elevati, scarsamente integrati dai ricavi iniziali dell’attività di riferimento. Per questo motivo, una buona parte dei bandi per l’erogazione dei contributi a fondo perduto si rivolge proprio loro, fornendo gli strumenti utili per realizzare le prime tappe del proprio percorso di crescita. Senza dimenticare i finanziamenti pubblici per l’internazionalizzazione delle imprese sia a livello nazionale che internazionale.
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Se si vuole risparmiare, un’altra opzione è rilevare un ristorante già avviato. Sono moltissimi i ristoranti italiani in vendita o disponibili per essere presi in gestione ovunque.
Il prezzo varia da Paese a Paese e in base a una serie di parametri, ma si tratta di un’alternativa da non scartare soprattutto se si vogliono ottimizzare i tempi di ricerca del locale e i costi di avvio. Un ultimo consiglio per avere successo? Armarvi di tanta tenacia e coraggio, oltre che di una sana dose di avventura.
Per chi sta seriamente pensando di aprire un ristorante consigliamo il libro di Renato Collodoro ►►► Il sogno di aprire un ristorante.
https://www.youtube.com/watch?v=v-LbgRO1Ec0
Di Enza Petruzziello