Emanuele: fare impresa in Portogallo

A cura di Maricla Pannocchia

Emanuele, 47enne originario di Bari, ha lasciato l’Italia nel 2013, quando è partito da solo per andare a lavorare negli Stati Uniti. “A quel tempo lavoravo a Reggio Emilia e la mia azienda mi aveva selezionato per lavorare nell’ufficio di Charlotte, North Carolina, come supporto per i colleghi americani” racconta l’uomo che, nel 2014, è stato raggiunto dalla sua fidanzata thailandese, che ha sposato l’anno successivo.

A un certo punto, la coppia ha sentito che era arrivato il momento di lasciare gli Stati Uniti ed Emanuele ha fatto domanda per lavorare per Vestas (leader mondiale nel settore delle turbine eoliche), che aveva aperto da poco un grande ufficio in Portogallo, precisamente a Porto, così da poter essere più vicini alla sua famiglia italiana.

“Porto è una città bellissima e tutta da vivere” continua Emanuele, “Le persone del posto sono accoglienti e ospitali, quasi tutti parlano inglese e, quindi, integrarsi è facile. Uno dei principali aspetti negativi sta nella difficoltà nel trovare case in affitto, per via della scarsa offerta, e nei prezzi degli affitti stessi. L’unico modo per risparmiare un po’ è vivere nei quartieri al di fuori dal centro ma, a essere sincero, sia io sia mia moglie non ci aspettavamo un costo della vita così alto.”

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Emanuele Mangialardi

Ciao Emanuele, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Emanuele, sono un ingegnere meccanico di Bari, ho 47 anni e sono sposato con una tailandese da 9 anni.

Lavoro nel settore delle energie rinnovabili, nello specifico nell’eolico, mentre mia moglie gestisce un ristorante asiatico nel centro di Porto.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho lasciato l’Italia nel 2013 per andare a vivere e lavorare negli Stati Uniti. A quel tempo lavoravo a Reggio Emilia e la mia azienda mi aveva selezionato per lavorare nell’ufficio di Charlotte, North Carolina, come supporto per i colleghi americani.

Ora vivi in Portogallo, precisamente a Porto. Cosa ti ha portato proprio lì?

Dopo l’esperienza statunitense, durata 5 anni, mia moglie ed io abbiamo deciso di avvicinarci alla mia famiglia italiana e, quindi, ho fatto domanda per lavorare per Vestas (leader mondiale nel settore delle turbine eoliche), che aveva aperto da poco un grande ufficio in Portogallo, precisamente a Porto. L’idea di tornare in Europa ci piaceva e abbiamo ritenuto che fosse giunto il momento di concludere l’esperienza americana. Inoltre, avevamo già visitato il Portogallo (Porto e Lisbona) qualche anno prima e Porto ci aveva affascinati.

Puoi raccontarci qualcosa in più dell’esperienza americana?

Sono andato negli Stati Uniti a inizio 2013, da solo. All’epoca ero fidanzato con la mia attuale moglie. Lei studiava per un master in Germania. Come ho accennato, l’azienda italiana per la quale lavoravo mi aveva selezionato per mandarmi a lavorare nell’ufficio di Charlotte, North Carolina, come supporto tecnico per i miei colleghi americani. Nel 2014 sono stato raggiunto dalla mia fidanzata, che è diventata mia moglie l’anno successivo. Il 2015 è stato anche l’anno in cui abbiamo comprato casa a Charlotte, perché pensavamo di rimanerci a lungo. Poi le cose sono cambiate e, nel 2018, abbiamo deciso di andare via di lì.

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Raccontaci qualcosa in più del tuo lavoro…

Mi occupo principalmente di un componente meccanico all’interno della turbina eolica, il gearbox, o moltiplicatore di velocità. È una parte fondamentale della trasmissione di potenza e trasmette le forze e il moto delle pale al generatore così da creare corrente elettrica.

Puoi parlarci del ristorante asiatico che gestisce tua moglie?

Il ristorante asiatico di mia moglie si chiama ”TAB – Take A Break” e si trova nel quartiere artistico di Porto, ovvero l’area Miguel Bombarda. Mia moglie è sempre stata appassionata di cibo (a Bangkok lavorava per un’azienda italiana di certificazione biologica) e, dopo essere sbarcati a Porto, ha deciso di avviare questa attività dove le cucine del sudest asiatico (Thailandia, Giappone, Nepal e Indonesia) si mescolano e si fondono. La scelta di combinare alcune delle cucine del sud-est asiatico nasce dall’inventiva sua e del suo staff. Gli chef, infatti, sono thailandesi, nepalesi e giapponesi.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

In generale gli italiani trovano facilmente lavoro nelle grandi aziende di supporto clienti e nelle imprese di spedizioni, dove conoscere la lingua italiana è un vantaggio.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Customer service e spedizioni per gli italiani. In generale IT e programmazione informatica vanno molto forte.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Questo dipende da che tipo di stile di vita vuoi condurre. In generale, il costo della vita nelle grandi città (Porto, Braga, Lisbona…) è equivalente a quello di una città italiana. Gli affitti, però, qui sono molto cari, in modo particolare a Porto e a Lisbona. Tuttavia, se hai la fortuna (come tanti portoghesi) di ereditare o comunque di avere a disposizione un appartamento gratis, le cose si facilitano molto.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

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  • benzina sui 1.7-1.8 Euro/litro
  • cibo molto simile all’Italia. La pasta italiana costa un po’ di più che da noi, tipo 2-2.50 Euro per mezzo chilo
  • ci sono tanti café e bar dove un espresso costa fino a 2 Euro
  • Se vai a mangiare in una tasca (ristorante tipico portoghese con poche pretese) puoi spendere intorno ai 7-8 Euro, tutto incluso
  • Se mangi in un ristorante non portoghese, spendi mediamente intorno ai 20 Euro a testa
  • Mangiare la pizza in una pizzeria costa più che in Italia, circa 12 Euro per la margherita

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

È abbastanza facile farlo. Molta burocrazia è tradotta in inglese e questo ti semplifica la vita se non conosci il portoghese. Quando arrivi in Portogallo da straniero, la prima cosa da fare è richiedere un numero fiscale agli uffici della finanza. Con quel numero puoi fare tante cose e sei alla pari di un cittadino portoghese.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Bisogna avere il NIF (o numero fiscale), che viene attribuito a tutti i residenti (temporanei e non) che hanno a che fare con tasse e pagamenti in Portogallo.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Inizialmente mi sono affidato a delle persone italiane che già vivevano qua e che lavoravano nel settore immobiliare. È stato particolarmente difficile trovare un appartamento per via delle numerosissime richieste e dell’offerta, che è relativamente poca.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Gli affitti nel centro di Porto arrivano anche a 1500 Euro il mese per un appartamento con due camere. Fuori dal centro le cose vanno un po’ meglio. Zone come Senhora da Hora, Custoias e Sao Mamede de Infesta sono un po’ più accessibili.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

I portoghesi sono molto affabili e non ho mai notato alcuna ostilità verso gli stranieri. Oltretutto moltissimi, soprattutto tra i più giovani, parlano perfettamente inglese. Questo rende l’integrazione più facile.

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Come descriveresti le loro vite?

Forse i locals sono un tantino nazionalisti e orgogliosi della loro terra ma non lo dico con un’accezione negativa. Il Portogallo è bello e possiede paesaggi che spaziano dalle spiagge alle montagne, dai laghi fino alla natura incontaminata. Le città sono storiche e molto accoglienti, il cibo è decisamente buono.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

I mezzi pubblici in generale funzionano bene. In Portogallo le app per il trasporto privato, come Uber, funzionano benissimo e sono abbastanza economiche. Non ho ancora sperimentato gli ospedali pubblici ma posso dire che la sanità privata è abbastanza efficiente.

Com’è una tua giornata tipo?

Vado in ufficio dalle 7.30 fino alle 17.00. Dopo vado al ristorante di mia moglie per dare una mano con gli ordini o passo a comprare gli ingredienti per la cucina. In estate mi ritaglio la mia ora per una corsa all’aperto e, in alcuni fine-settimana, mia moglie ed io ci prendiamo del tempo per una passeggiata al mare o una visita fuori porta.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

La più grande difficoltà è stata trovare casa. La carenza di abitazioni in affitto ci ha trovati totalmente impreparati, soprattutto all’inizio, quando dovevamo cercare un alloggio mentre eravamo ancora negli Stati Uniti. Inoltre, gli alti costi degli affitti (situazione che peggiora di anno in anno) ci hanno spiazzato: mai avremmo immaginato di pagare così tanto (il costo degli affitti è paragonabile a quello di una metropoli europea).

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

La gioia di vivere in una città bellissima, dove la maggior parte degli abitanti parla inglese e dove tutti sono affabili e gentili anche con gli stranieri.

Inoltre, penso alle opportunità professionali che abbiamo avuto qui, che sono sicuramente fonte di gioia e soddisfazione. Mia moglie ha avuto la possibilità di aprire un’attività di ristorazione ed io di essere impiegato in una grande azienda che progetta energia rinnovabile.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Ecco come fare per andare a vivere in America: i documenti necessari e molto altro!

Sì, c’è una comunità d’italiani. In verità ce ne sono diverse, attive principalmente online, per esempio nei gruppi Facebook e su WhatsApp. All’inizio, quando avevo più tempo libero, ho incontrato alcuni italiani facenti parte di questi gruppi e abbiamo organizzato delle serate in pizzeria. Adesso è un po’ più difficile ma sono sempre in contatto virtuale con altri connazionali.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglio di cercare subito un alloggio, vista la penuria di appartamenti, e poi di vivere la città, andare in giro a esplorare musei, giardini e angoli nascosti di Porto. Gli stipendi non sono molto alti in relazione al costo della vita (soprattutto per via degli affitti cari) ma, in qualche modo, ci si può inventare imprenditori ed è possibile aprire una propria attività (consulenza, ristorazione, lingua, ecc.)

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Suggerirei di essere preparati alla pioggia autunnale e invernale. Qui nel Nord del Portogallo piove molto e bisogna vestirsi di conseguenza, però, in compenso, le estati non sono mai troppo calde o afose, grazie alla vicinanza dell’oceano e alle correnti fredde.

Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Torreira (vicino ad Aveiro), Setubal, la costa vicentina ed Evora. Consiglio anche i posti al confine con la Spagna a nord e Viana do Castelo.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Imparerei il portoghese più velocemente, comprerei casa in una zona centrale e penserei di ristrutturarla per poi rivenderla o trasformarla in un bed and breakfast.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che con un po’ di spirito d’iniziativa, tutto (o quasi) è possibile, anche essere dei piccoli imprenditori e creare posti di lavoro.

Progetti futuri?

Consolidare il ristorante di mia moglie e offrire servizi per i turisti (noleggio auto e affitti a breve termine).

Per seguire e contattare Emanuele:

E-mail: emanuele.mangialardi@gmail.com

Instagram: instamangial

Facebook: Emanuele Mangialardi