La Partita IVA Forfettaria
Per chi si accinge ad aprire la Partita IVA in Italia, è molto importante scegliere non solo il regime fiscale più adatto alla propria attività ma anche quello più conveniente. E non c’è dubbio che ad oggi il regime forfettario sia di gran lunga il più vantaggioso.
Destinato alle persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, il regime forfettario per la Partita IVA è consigliato a tutti i lavoratori autonomi che hanno un fatturato annuo inferiore a 65 mila euro.
Ma come funziona e quanto costa la Partita IVA a regime forfettario? In questo approfondimento vi diamo tutte le informazioni su come aprire una Partita IVA forfettaria, come funziona e i costi relativi sia di apertura che di gestione.
Aprire la Partita IVA con il regime forfettario: requisiti di accesso
Non tutti possono aprire la Partita IVA con il regime forfettario. Ci sono dei requisiti di accesso per l’apertura della Partita IVA in regime forfettario da dover rispettare. Come ben descritto dall’Agenzia delle Entrate, accedono al regime forfettario i contribuenti che nell’anno precedente hanno, contemporaneamente:
- Conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65.000 euro (se si esercitano più attività, contraddistinte da codici ATECO differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate);
- Sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari.
- Anche chi inizia un’attività può accedere al regime forfettario, comunicando nella relativa dichiarazione ai fini IVA di presumere la sussistenza dei requisiti.
Altri soggetti che possono accedere al regime forfettario
Se sono dipendente posso aprire Partita IVA forfettaria? Assolutamente sì.
I dipendenti possono decidere di aprire una Partita IVA con regime forfettario, a patto che i redditi annui non superino il limite fissato a 30.000 euro.
Come funziona la Partita IVA a regime forfettario
Le Partite IVA in regime forfettario hanno il vantaggio di avere una netta riduzione delle tasse, grazie ad un’unica imposta sostitutiva che prende il posto di Irpef e addizionali, con aliquota al 15% applicata sul reddito imponibile.
A differenza dei regimi semplificato e ordinario, nel regime forfettario il reddito imponibile si ottiene con un calcolo matematico, e non con la deduzione analitica – ossia voce per voce – delle spese.
Come funziona la Partita IVA forfettaria? In base al Codice ATECO associato ad ogni Partita IVA forfettaria, è possibile conoscere sia il coefficiente di redditività, che indica la parte di fatturato che fa effettivamente reddito, sia la percentuale dedotta, appunto, in maniera forfettaria, per le spese sostenute durante l’anno volte a mandare avanti l’attività.
Il calcolo tasse per la Partita IVA forfettaria avviene in maniera forfettaria sulla base di percentuali fisse stabilite per ciascun Codice ATECO.
Inoltre, aprendo una Partita IVA forfettaria ed essendo in possesso anche dei requisiti per l’aliquota start-up, si ha diritto, per i primi cinque anni, ad una riduzione delle tasse dal 15% al 5%.
Come aprire una Partita IVA forfettaria
L’apertura della Partita IVA forfettaria è oggi la scelta perfetta per quanti si accingono ad iniziare un’attività in proprio non solo per gli incentivi fiscali, ma anche perché è possibile aprire una Partita IVA forfettaria comodamente online, grazie al commercialista online.
Per poter aprire una Partita IVA a regime forfettario basterà fare richiesta presso la sede competente dell’Agenzia delle Entrate e comunicare l’inizio della propria attività o della propria impresa commerciale, in un periodo che non deve superare i 30 giorni dal primo giorno di lavoro.
Quello che serve per aprire la Partita IVA forfettaria è il modello AA9/7 sia per i lavoratori autonomi che per le ditte individuali. Compilato il modulo, basterà andare all’Agenzia delle Entrate con un documento d’identità e aprire la pratica.
In linea generale, le tempistiche per i libero professionisti si aggirano intorno alle 24 ore per l’apertura effettiva della Partita IVA, mentre per le ditte individuali le tempistiche vanno dai 2 ai 7 giorni.
I costi della Partita IVA forfettaria
In tanti si chiedono quanto costa aprire una Partita IVA forfettaria. Molto dipende se si è un libero professionista oppure una ditta individuale.
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L’apertura di una Partita IVA per il libero professionista a regime forfettario non prevede costi iniziali e tutto si svolge online in 24 ore. Per avviare un’impresa artigianale o commerciale la procedura è, invece, più complessa e per questo motivo in tanti si rivolgono ad un professionista.
I costi del commercialista per l’apertura della Partita IVA forfettaria può essere piuttosto alto e far crescere di molto la cifra iniziale.
Per evitare un’ulteriore spesa, ti consigliamo di aprire la tua ditta individuale con un “assistente fiscale 2.0”. Tra i migliori c’è Fiscozen: pagherai solo una tariffa fissa – pari a 200 euro + IVA – che include sia la ComUnica, sia l’eventuale invio della SCIA (segnalazione certificata di inizio attività).
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Partita IVA forfettaria: i costi fissi
Oltre a quelli d’apertura, bisogna calcolare anche i costi fissi della Partita IVA a regime forfettario: costi di gestione, costi Inps e costi di mantenimento.
I costi gestione della Partita IVA a regime forfettario
Rientrano in questa categoria i costi fissi che non sono connessi al fatturato, ma sono comunque da sostenere.
- Affitto locali;
- Macchinari: acquisto, manutenzione e riparazione;
- Personale: retribuzioni, TFR, oneri sociali;
- Premio INAIL: se assumi dipendenti, se sei un artigiano o se la tua attività è riconosciuta come “rischiosa”;
- Costi variabili di gestione come: materie prime, bollette, spese per servizi;
- Costi del commercialista.
Partita IVA regime forfettario: i costi Inps
I contributi INPS per i titolari di Partita IVA forfettaria variano a seconda che si tratti di una ditta individuale iscritta al Registro delle Imprese oppure un libero professionista.
- Ditta Individuale: occorre effettuare l’iscrizione alla Gestione artigiani e commercianti INPS versando i contributi fissi sul reddito minimale pari a circa 2.700 euro anni.
- Libero professionista senza cassa di previdenza: in questo caso è necessario iscriversi alla Gestione Separata INPS versando i contributi in percentuale del 27% circa.
- Libero professionista con Cassa Previdenziale: rientrano in questa categoria i professionisti iscritti a un ordine (es. avvocati, giornalisti, architetti, commercialisti) con Cassa Previdenziale dedicata. I contributi sono fissi e dipendono dalla Cassa di appartenenza.
Naturalmente è contemplata anche la maternità per quante hanno aperto la partita Iva in regime forfettario. L’indennità è corrisposta per i 2 mesi antecedenti la data del parto e i 3 mesi successivi alla stessa. Viene corrisposta in misura pari all’80% di cinque dodicesimi del reddito percepito e denunciato ai fini fiscali dalla libera professionista nel secondo anno precedente a quello della domanda.
Costo annuo della Partita IVA forfettaria
È difficile quantificare il costo annuo della Partita IVA in regime forfettario perché molto dipende dai ricavi, dalla professione e dal tipo di impresa. La situazione, infatti, può cambiare di anno in anno. Di sicuro le spese della contabilità rientrano nel costo del mantenimento della Partita IVA a regime forfettario.
Mediamente i costi si aggirano intorno ai 600/700 euro annui per i contribuenti forfettari con un basso volume d’affari, fino a 1500/2000 euro per professionisti in contabilità semplificata con un volume d’affari medio-alto.
Le tasse della Partita IVA Forfettaria
Le imposte generalmente pagate dagli imprenditori come IRPEF, IRAP e le Addizionali Regionali e Comunali, nel regime forfettario vengono sostituite da un’unica imposta detta “imposta sostitutiva”.
La tassazione nel regime forfettario è basata, dunque, su un’aliquota unica del 5% per i primi 5 anni ( se il contribuente non ha esercitato, nei tre anni precedenti, attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare) e del 15% dal sesto anno in poi.
Dalla base imponibile non vengono sottratte tutte le spese che hai effettivamente sostenuto per lo svolgimento della tua attività autonoma, ma ti verrà riconosciuto un determinato ammontare di “spese forfettarie” stabilite dal coefficiente di redditività che varia a seconda del Codice ATECO previsto per la tua tipologia di attività.
Quando si pagano le tasse
Il pagamento delle tasse per chi ha la Partita IVA forfettaria avviene in due momenti:
- 30 giugno: in cui è fissata la prima scadenza per il versamento delle imposte. In questa data dovrà essere saldato il debito nei confronti dell’erario dell’anno precedente, ovvero il saldo anno precedente, e dovrà versare il 50% dell’acconto. Questa somma può essere spalmata fino ad un massimo di sei rate entro e non oltre il 16 novembre.
- 30 novembre: è la seconda scadenza per le imposte. In questa data dovrà essere versato il 50% dell’acconto rimante per il 2021. Questa somma non è rateizzabile ma deve essere pagata in un’unica tranche.
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Conclusioni: ultime cose da sapere
Come abbiamo visto la Partita IVA forfettaria è vantaggiosa per moltissimi motivi, innanzitutto per un risparmio sulle tasse ed ecco perché in tanti decidono di adottarla. C’è anche chi scegliere di chiudere la Partita IVA e riaprirla in regime forfettario se si rispettano tutte le caratteristiche di accesso richieste.
In questo caso, però, è importante sapere che non si potrà beneficiare della riduzione dell’imposta sostitutiva al 5% per i primi 5 anni, ma si dovrà applicare quella standard al 15% fin dal primo, a meno che non siano trascorsi 3 anni dalla chiusura della vecchia Partita IVA.