Tutto ciò che devi sapere per aprire la partita IVA in Italia

Se stai leggendo questo articolo, siamo quasi certi che hai in programma di “compiere il grande passo” – e no, non ci riferiamo alle nozze! – in un lasso di tempo abbastanza breve. Possibilmente stai cominciando a ragionare su come aprire una Partita IVA e sulle spese che, inevitabilmente, si accompagnano a questa scelta.

Dunque, se è così, niente paura: qui troverai istruzioni chiare e complete per prendere in mano la situazione e raggiungere i tuoi obiettivi!

Libera professione, artigianato o commercio?

Prima ancora di analizzare il procedimento per aprire una Partita IVA, devi porti una domanda fondamentale: che tipo di attività intendo avviare?

Difatti, per chi non lo sapesse, a seconda di quale sia il modello di business che meglio caratterizza l’attività in questione, vi sono delle importanti differenze sia nell’iter burocratico da seguire per aprire la partita IVA, sia in fatto di costi. Dunque, come individuare l’inquadramento corretto?

La scelta, in alcuni casi, appare piuttosto semplice: ci riferiamo alle attività “storiche”, che risultano profondamente radicate nella nostra società.

Per esempio, sappiamo bene che le figure del medico, dell’ingegnere e dell’avvocato ricadono nell’ambito della libera professione, mentre il parrucchiere, il fabbro e il giardiniere sono classificati come artigiani.

Le cose si complicano, però, quando si ha a che fare con attività “giovani”, esercitate da un numero esiguo di persone e, spesso, non regolamentate. Oppure, ancora peggio, situate “a metà” tra due o più categorie.

In quest’ultimo caso, onde evitare di sbagliare completamente procedura e compromettere lo sviluppo del business sin dalle fasi iniziali, è utile – se non fondamentale! – la consulenza di un esperto, erogabile anche da remoto.

Come aprire la Partita IVA: documenti e procedure

Una volta stabilito l’inquadramento adatto, ossia libera professione o ditta individuale (commerciale o artigianale), sapremo con esattezza a quale procedura dovremo ricorrere e quanto costa aprire la partita IVA.

I liberi professionisti, infatti, possono attivare la P. IVA a costo zero, in meno di 24 ore e in modalità telematica, rivolgendosi ad un “assistente fiscale online” come Fiscozen.

Le ditte, invece, necessitano di un’operazione più lunga, complessa e, soprattutto, non gratuita, che oggi si svolge per mezzo della “ComUnica”: una pratica digitale sostitutiva dei vari adempimenti che, in passato, andavano eseguiti singolarmente (iscrizione della ditta al Registro delle Imprese, attivazione Partita IVA, iscrizione ad INPS e INAIL, ecc.).

Scegliendo Fiscozen come “assistente fiscale 2.0”, il costo per la presentazione della ComUnica (e, se richiesto, della SCIA) è di 200 € + IVA.

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Definire correttamente il Codice ATECO

La definizione del Codice ATECO non costituisce un passaggio a se stante, bensì avviene nel contesto dell’apertura della Partita IVA. Tuttavia, vista l’importanza di questa scelta, abbiamo voluto riservarle un intero paragrafo.

Perché prestare così tanta attenzione al Codice ATECO? Perché, oltre a stabilire univocamente l’attività svolta con la Partita IVA, esso indica la percentuale di fatturato sottoposta a tassazione e le spese deducibili dei contribuenti che hanno deciso di assoggettarsi al regime forfettario.

Prendiamo, per ipotesi, il Codice ATECO dell’estetista: “96.02.02 – Servizi degli istituti di bellezza”. Le percentuali ad esso associate sono: 67% e 33%.

Di conseguenza, se un’estetista forfettaria fattura e incassa 20.000 €, il suo reddito lordo equivale a 13.400 €, mentre le spese dedotte sono 6.600 €.

Scegliere il regime fiscale più conveniente

Esattamente come il Codice ATECO, anche il regime fiscale va indicato nel corso della procedura di attivazione della Partita IVA, preferibilmente dopo aver valutato i pro e i contro di ciascuna opzione con un esperto del settore.

È comunque risaputo che, per le nascenti attività che si affacciano sul mercato, il regime forfettario sia una scelta assolutamente vincente.

La tassazione vantaggiosa – con aliquota standard al 15% e, in alcuni casi, con aliquota start-up al 5% per cinque anni – e le numerose semplificazioni a livello di gestione, contabilità, fatture, ecc. lo rendono la migliore opzione, ad oggi, disponibile in Italia, atta a favorire un rapido sviluppo del business.

Tuttavia, anche per questo passaggio, è consigliato il supporto di un esperto che sappia verificare la sussistenza o meno dei requisiti previsti dalla normativa. E, soprattutto, valutare che le caratteristiche del regime siano compatibili con le esigenze specifiche del professionista o imprenditore.

Iscriversi alla Cassa di Previdenza

Per completare il procedimento ed aprire la Partita IVA, bisogna passare tramite il quinto ed ultimo step: l’iscrizione alla Cassa di Previdenza, selezionata a seconda dell’inquadramento e del tipo di attività svolta.

Possiamo, infatti, individuare tre casi generali:

  • Professionisti, come medici, avvocati, psicologi, ecc., che fanno riferimento ad un ente apposito (rispettivamente: ENPAM, Cassa Forense, ENPAP).
  • Professionisti “senza cassa”, ovvero tutte quelle figure che, non avendo una cassa di riferimento, confluiscono nella Gestione Separata INPS.
  • Ditte individuali, tenute ad iscriversi e versare i propri contributi alla Gestione Artigiani e Commercianti, anch’essa facente parte dell’INPS.

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