Il regime fiscale agevolato per le Partite IVA individuali: è davvero così conveniente?

Il “protagonista” del nostro articolo è il regime forfettario, l’unico regime fiscale agevolato disponibile per liberi professionisti e ditte individuali.

Tutti ne parlano, in pochi lo conoscono realmente: per questo abbiamo deciso di realizzare una guida completa e dettagliata, soffermandoci sulle caratteristiche, sui vantaggi e sui requisiti per ricorrere al regime forfettario.

Pertanto, se progetti di avviare un’attività tutta tua in un prossimo futuro o se hai già una Partita IVA e cerchi un modo per mantenere basse le spese, allora il regime forfettario, quasi certamente, risponde alle tue esigenze.

Caratteristiche del regime forfettario

Il regime forfettario è l’ultimo di una serie di regimi fiscali agevolati: arriva, infatti, nel 2015, in sostituzione del regime dei minimi (il quale, dall’anno successivo, resta attivo “ad esaurimento” fino alla scadenza naturale).

Come suggerisce il suo stesso nome, nel forfettario sia il reddito imponibile, sia le spese deducibili, sia l’importo da versare per le tasse sono frutto di un calcolo su base fissa, che ruota intorno al “coefficiente di redditività”.

Quest’ultimo elemento, espresso in percentuale, deriva dal Codice ATECO dell’attività in questione. Per esempio, nel caso di un parrucchiere – Cod. “96.02.01 – Servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere” – esso è pari al 67%.

Nel regime forfettario, dunque, il reddito imponibile corrisponde al fatturato lordo incassato, meno le spese deducibili (ossia la “fetta” rimanente: in questo caso, il 33%) ed i contributi previdenziali versati nello stesso periodo.

Tornando al nostro esempio, se un parrucchiere fattura ed incassa 40.000 € e versa 5.000 € di contributi, presenta un reddito imponibile pari a:

40.000 €, meno 13.200 € (33%), meno 5.000 € (contributi) = 21.800 €

Imposta sostitutiva nel regime forfettario

Il regime forfettario ha un’altra caratteristica fondamentale: l’applicazione di un’unica imposta sostitutiva (ovvero di una tassa che prende il posto di Irpef, addizionali, ecc.) con aliquota al 15%, ridotta di 2/3 in casi particolari.

Infatti, chi possiede sia i requisiti di accesso e mantenimento del regime forfettario, sia quelli specifici dell’aliquota detta “start-up”, può godere di uno “sconto” sulle tasse – dal 15% al 5% – per il primo quinquennio.

Ecco elencati i requisiti per l’aliquota start-up:

  • se, nei tre anni precedenti, il contribuente non ha svolto attività artistica, professionale o d’impresa (anche in forma associata o familiare);
  • se quella iniziata non costituisce la mera prosecuzione di un’altra attività, svolta in forma di lavoro dipendente o autonomo (a meno che non si tratti del periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni);
  • se si prosegue l’attività svolta, dapprima, da un soggetto terzo, l’ammontare dei ricavi e compensi realizzati da questi, durante il precedente periodo d’imposta, non deve superare la soglia di 65.000 €.

Entrambe le aliquote, comunque, si applicano sul reddito imponibile.

Dunque, a quanto ammonta l’imposta sostitutiva nel nostro esempio?

  • 3.270 € (con aliquota al 15%);
  • 1.090 € (con aliquota ridotta al 5%).

L’importo andrà versato all’Agenzia delle Entrate, nei tempi stabiliti per l’anno in questione.

I vantaggi del regime forfettario

I forfettari pagano un importo nettamente inferiore, rispetto alle normali imposte dovute nei regimi ordinario e ordinario semplificato. Questo, però, è solo uno dei numerosi vantaggi del regime forfettario, che includono anche:

  • franchigia IVA;
  • esonero da studi di settore / esterometro;
  • esonero dall’uso obbligatorio delle fatture elettroniche;
  • assenza di contabilità (è sufficiente conservare e numerare le fatture).

A rendere appetibile il regime forfettario, perciò, è la maggiore semplicità in senso lato. Invece di “perdere tempo” tra numeri e pratiche, i contribuenti possono dedicarsi ad aspetti più importanti, come la pianificazione delle attività, la ricerca di nuovi clienti o il miglioramento generale dei servizi.

Per di più, anche il costo dell’assistenza fiscale – a prescindere dalla modalità di erogazione: online o tradizionale – risulta mediamente più basso, poiché gli adempimenti da portare a termine nel corso dell’anno sono minimi.

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Limiti e requisiti: chi può scegliere il regime forfettario?

Pagare meno tasse è il desiderio, più o meno nascosto, di chiunque abbia mai aperto una Partita IVA. Per continuare ad usufruire di questo regime, però, occorre prestare attenzione a non superare i seguenti limiti su base annua:

  • ricavi e compensi: 65.000 € (per chi svolge due o più attività con codici ATECO distinti, la totalità dei ricavi e compensi ottenuti con ciascuna di esse non può superare la soglia di 65.000 €);
  • redditi da lavoro dipendente o assimilati: 30.000 €;
  • spese per dipendenti, lavoro accessorio e collaboratori, anche a progetto: 20.000 €.

Parallelamente, sono esclusi i soggetti che incorrono in uno dei seguenti casi:

  • persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali IVA o di regimi forfettari di determinazione del reddito;
  • soggetti non residenti, tranne coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni e che producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato;
  • soggetti che effettuano operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi in via esclusiva o prevalente;
  • soggetti che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari;
  • soggetti che possiedono quote di partecipazione a società a responsabilità limitata, se si verificano contemporaneamente le tre seguenti condizioni: 1) sezionale in comune tra società e P. IVA individuale; 2) se vi è controllo diretto o indiretto sulla srl; 3) se il titolare della P. IVA emette fattura nei confronti della società in questione;
  • soggetti che operano prevalentemente nei confronti di datori di lavoro attuali o di ex datori di lavoro con i quali, nei due anni d’imposta precedenti, erano intercorsi rapporti di lavoro o di soggetti ad essi – direttamente o indirettamente – riconducibili.

Conclusioni…

Come emerge dalla nostra analisi, il regime forfettario presenta caratteristiche che lo rendono l’opzione preferita da un’ampia fetta di contribuenti che esercitano la libera professione o che svolgono attività legate all’artigianato o al commercio (sia fisico che telematico).

Ad ogni modo, è sempre il caso di valutare attentamente la propria situazione, sottoponendola all’occhio di un esperto, prima di decidere a quale regime fiscale assoggettarsi. Inoltre, se intendi aprire una nuova Partita IVA o, semplicemente, sei interessato a contenere i costi e, a tale scopo, pensi di passare al regime forfettario, devi comunque verificare il possesso dei requisiti e l’assenza totale di cause di esclusione. L’aiuto di un consulente, pertanto, è indispensabile per ridurre a zero la possibilità di commettere errori.

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