Michela, “Dopo la laurea sono partita per l’Australia”

Amante dei viaggi, Michela, originaria della Sicilia, dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze Biomediche ha scoperto che, sebbene si aspettasse che quel traguardo le aprisse molte porte, l’unica che le si era aperta era quella di uno stage a 500 Euro il mese per un’azienda di Milano.

“Mi sono demoralizzata parecchio, come credo molti alla mia età, e mi sono chiesta se volessi già intraprendere questa strada, fatta di tanti sacrifici all’inizio e poi, si spera, di successi e soddisfazioni. Non mi sentivo pronta, mi sembrava che sarei finita in un loop da cui non sarei più potuta uscire: casa-lavoro e poco di più. Quindi, per tutta questa serie di motivi, ho pensato che prendermi un anno ‘sabbatico’ mi avrebbe fatto bene” racconta la donna che, approfittando del Working Holiday Visa, è partita alla volta dell’Australia.

Lì, Michela ha lavorato in diversi ambiti, tutti differenti da quello della sua laurea, e si è fermata a Sydney. A chi sogna l’Australia, la donna suggerisce d’imparare almeno un po’ l’inglese perchè arrivano sempre più persone e la concorrenza è tanta. Le possibilità di guadagno e di fare una bella vita variano in base agli stipendi e al lavoro, nonché al numero di ore in cui lavori, perchè molti contratti sono casual.

I piani futuri di Michela prevedono il rientro in Italia, per abbracciare la famiglia, che non vede da molto tempo, e poi… si vedrà!

Michela Saporita

Ciao Michela, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao! Sono Michela e ho 27 anni. Vengo da Milazzo, in Sicilia.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

L’idea di venire in Australia non è arrivata da un giorno all’altro e la scelta non l’ho presa a cuor leggero ma è stata il frutto di uno stato d’animo che mi soffocava e che ha caratterizzato tutto il mio post-laurea. Infatti, a ottobre 2022 ho conseguito la laurea magistrale in Scienze Biomediche, un traguardo che aspettavo da tanto perché pensavo che mi avrebbe aperto tante porte. In realtà, la porta che si è aperta è stata solo una: si trattava di uno stage a 500 Euro al mese a Milano in un’azienda per cui, tra l’altro, mi ero candidata. Mi sono demoralizzata parecchio, come credo molti alla mia età, e mi sono chiesta se volessi già intraprendere questa strada, fatta di tanti sacrifici all’inizio e poi, si spera, di successi e soddisfazioni. Non mi sentivo pronta, mi sembrava che sarei finita in un loop da cui non sarei più potuta uscire: casa-lavoro e poco di più. Quindi, per tutta questa serie di motivi, ho pensato che prendermi un anno “sabbatico” mi avrebbe fatto bene. Avrei potuto viaggiare, cosa che amo, conoscere persone nuove e scoprire culture diverse dalle mie. Guardando i Paesi più ospitali, ovvero quelli in cui sarebbe stato facile trovare lavoro e anche mettere soldi da parte, l’idea è ricaduta sull’Australia. Ecco, è andata più o meno così.

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Ora vivi in Australia. Dove, precisamente? E come mai hai scelto di trasferirti proprio lì?

Vivo a Sydney ma senza una motivazione particolare. In questo anno e mezzo in Australia ho vissuto prima a Brisbane, poi Perth e a Manjimup (Western Australia). Proprio qui ho finito i famosi 88 giorni di lavoro nelle farms richiesti per rinnovare il visto. Una volta completati quei giorni, ho deciso di viaggiare per circa un mese e mezzo tra Vietnam e Laos. Al ritorno dovevo scegliere dove andare ma casualmente è venuta fuori la possibilità di andare a vivere a casa di alcuni amici a Sydney e quindi mi sono detta “perché non provare?”. Anche perché il tema affitti in Australia è un po’ complicato, quindi, arrivare in una nuova città con già una casa pronta ad ospitarti, è un’ottima cosa. Ecco come sono arrivata a Sydney.

Sei nel Paese da un anno e mezzo. Ti senti cambiata in quest’arco di tempo?

Sì, decisamente, però non so dire se in realtà sono sempre stata così e adesso ho avuto modo di esprimermi davvero. In ogni caso sì, sono cambiate tante cose: sono cambiate le mie priorità, è cambiato (in meglio) il mio spirito di adattamento, è cambiato il mio modo di vedere alcune cose… Ho imparato a non avere pregiudizi e a essere aperta a tutto. Da non trascurare, poi, il fatto che vivere così lontano dalla tua famiglia ti mette davvero a dura prova e, inevitabilmente, ti fa crescere. Quindi sì, ci sono tanti lati di me che sono cambiati ma ce ne sono altrettanti nuovi, che non conoscevo.

Sei arrivata lì con il Working Holiday Visa. Spiega ai nostri lettori di cosa si tratta, come si richiede…

Il Working Holiday Visa a mio parere è un regalo bellissimo che l’Australia ha fatto a noi italiani (e non solo). È un visto che ti permette di stare un anno in Australia lavorando e viaggiando o anche solo lavorando o solo viaggiando. Puoi richiederlo sul sito del governo australiano fino ai 35 anni compiuti e viene rilasciato in pochissimi minuti (se soddisfi tutti i requisiti). Questo visto è davvero un’occasione unica per chi, come me, vuole fare un’esperienza all’estero senza trasferirsi in modo permanente. Tra l’altro, è possibile rimanere un secondo anno svolgendo 3 mesi di lavoro in zone remote dell’Australia e un terzo anno svolgendo 6 mesi di lavoro. Nel mio blog c’è un articolo in cui spiego passo passo come fare domanda per il visto!

Michela Saporita

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Di cosa ti occupi?

Nella vita o, meglio, sulla carta, sono una biologa ma in Australia ho lavorato in altri ambiti come nell’hospitality, in fabbriche, ho anche raccolto limoni e poi sono finita in un ufficio.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Sì, è facile ma consiglio vivamente di arrivare con una base di inglese perché ormai c’è davvero tanta gente, quindi, c’è anche molta più competizione.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Hospitality e construction, ovvero il settore della ristorazione e quello delle costruzioni. Per questi lavori non sono richieste grandi skills e neanche un alto livello di inglese, quindi, sono perfetti per chi è appena arrivato e non sa bene cosa fare. Comunque, sono ben pagati!

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Sì e no. Dipende sempre da che lavoro fai e da quante ore fai alla settimana (gli stipendi in Australia sono solitamente settimanali). In Australia molti ti assumono con contratto casual, ovvero “a chiamata”. Non hai grandi garanzie a livello lavorativo ma lo stipendio è più alto rispetto a un full time o part time. Come dicevo, dipende sempre da quante ore settimanali fai e con il contratto casual a volte ne puoi fare 20 o 50. Non riesco a generalizzare. In ogni caso sono abbastanza sicura del fatto che Sydney è molto più cara di Brisbane o addirittura di Perth e quindi, se lavori poco, in città più care sarà difficile mettere qualcosa da parte ma probabilmente riuscirai a vivere dignitosamente.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

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Per quanto riguarda la benzina ho avuto l’auto solo in Western Australia e lì costava circa 2 dollari al litro, quindi circa 1,20€. Parlando del cibo, invece, vi faccio alcuni esempi: 1.5 kg di petto di pollo sono circa 15 dollari (quindi circa 9€) oppure 1 L di latte normale 1.55$ (circa 90 centesimi). È chiaro che se poi cerchi prodotti italiani o comunque non del posto i prezzi salgono. Altri esempi che mi sento di riportare sono la palestra e l’estetista. Nel primo caso, come per molte cose in Australia, si paga settimanalmente e i costi si aggirano tra i 15 e i 30 dollari (quindi tra circa 9 e 20 Euro la settimana). Nel caso dell’estetista, invece, i prezzi li ho trovati leggermente più alti rispetto a quelli italiani ma nel caso di manicure o pedicure non pagavo più di 30-35 dollari (circa 20 Euro). Potrei continuare all’infinito ma se c’è una cosa che più mi ha colpito è il costo delle sigarette, che si aggira intorno ai 40 dollari, che sono circa 25 Euro!

Come descriveresti la città in cui vivi a chi non c’è mai stato?

Sydney, secondo me, è come te la immagini. È multi-etnica e multi-culturale, trovi davvero di tutto. Ci sono persone da ogni parte del mondo ma soprattutto asiatici. L’architettura è nuova, raramente trovi degli edifici con uno stile antico, a parte qualche chiesa. La città è enorme, con distanze molto lunghe, ma è ben collegata. È una città viva, con tanti eventi e tante cose da fare, piena di parchi e spiagge. Direi che Sydney è un po’ il sogno australiano di tutti: quando si pensa all’Australia, si pensa subito a Sydney, quindi è chiaro che, almeno una volta nella vita, bisogna andarci. Tuttavia, a mio avviso, ci sono città che sembrano molto più “australiane” di Sydney, che meriterebbero la stessa attenzione.

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Michela Saporita

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

Per quanto riguarda la sanità, fortunatamente direi, non ho avuto modo d’informarmi molto. L’Australia ha un accordo con l’Italia che consente di avere 6 mesi di assicurazione gratuita. In generale, una visita dal medico di base costa circa 80$ (40€ circa), quello che costa davvero sono le analisi di laboratorio. Neanche per la burocrazia ho troppe informazioni. L’unica volta in cui ho dovuto sbrigare delle pratiche è stato quando ho comprato la macchina e bisognava fare il passaggio di proprietà. È stato tutto molto efficiente e veloce ma non so se ho avuto semplicemente fortuna. Infine, per quanto riguarda i mezzi pubblici, questi sono funzionanti, talvolta mal collegati ma sempre puntuali. A Sydney, però, sono troppo cari.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro del vivere lì?

Avendo vissuto in 4 città diverse non voglio dilungarmi troppo dando i pro e i contro di ognuna, quindi, cercherò di generalizzare. Partiamo con i pro: lo stile di vita, sano ed equilibrato, gli orari di lavoro non vanno mai oltre le 22-23 (a meno che non lavori nei night clubs, ovviamente). I locals sono tutti molto rilassati e, se si presenta un problema, non si fanno prendere dal panico. Gli stipendi sono alti ed è facile mettere dei soldi da parte. Il tasso di criminalità è veramente molto basso. Passiamo ai contro: il clima non è così caldo tutto l’anno come ti fanno credere, le distanze sono veramente enormi, anche all’interno della stessa città. Manca di storia, di architettura, di arte come la intendiamo noi in Italia, dove siamo circondati da opere dal valore inestimabile.

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Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

I gruppi Facebook e Flatmates sono sicuramente i modi migliori per trovare casa ma anche il passa parola aiuta.

C’è qualcosa che hai scoperto solo una volta sul posto e che avresti voluto sapere già dall’Italia?

Per quanto uno si possa preparare, poi una volta arrivati sul posto è tutta un’altra storia. A me sarebbe piaciuto sapere che sarei stata sola in tanti momenti e questo nessuno te lo dice. Vuoi per il fuso orario che limita un po’ la comunicazione, vuoi perché fare amicizia delle volte può risultare difficile, il tempo che passi solo con te stesso è tanto ma comunque di qualità. In ogni caso, nel mio blog c’è proprio un articolo al riguardo. Vi consiglio di leggerlo!

Da un po’ di tempo gestisci anche un blog e dei canali social su cui racconti la tua vita lì. Da dove nasce questo bisogno?

Anche se negli ultimi anni tantissimi ragazzi sono partiti per l’Australia, rimane comunque qualcosa di molto coraggioso e unico. Soprattutto da dove vengo io, almeno tra i miei coetanei, veramente in pochissimi si sono spinti tanto oltre. Per questo, ho pensato fosse interessante, per gli altri, vedere cosa c’è fuori dalla propria bolla. Volevo che il blog e i social fossero anche un modo per incoraggiare a partire chi ha paura, mostrandogli il mondo che c’è fuori. In generale, mi piace molto scrivere e l’idea di un blog che possa anche essere di aiuto agli altri mi è sembrata fin da subito un’ottima possibilità. È ancora all’inizio e non ci passo le giornate però è qualcosa che coltiverò nel tempo.

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Aspiri a lavorare come Influencer?

Influencer no ma travel blogger sì, mi piacerebbe. Non è una mia priorità, ciò che condivido è esclusivamente a scopo ludico e non remunerativo però, se un giorno mi si presentasse una bella opportunità, perché no? Alla fine sarebbe ciò che mi piace di più: viaggiare per scoprire.

Quali sono, secondo te, le differenze e i punti in comune fra gli australiani e gli italiani?

Credo ci siano più differenze rispetto ai punti in comune. Gli australiani hanno una mentalità molto aperta, sono praticamente circondati da persone provenienti da ogni dove e non ti giudicano se non sai parlare bene l’inglese ma ti aiutano a integrarti. Sono molto ospitali e cordiali, come noi italiani, però in loro vedo dell’interesse in più nei riguardi degli altri. D’altro canto, noi italiani siamo molto legati alle tradizioni e alla nostra famiglia, cosa che invece non ho sempre visto negli australiani.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Innanzitutto, consiglio di armarsi di tanta pazienza e forza di volontà. Sui social ti vendono l’Australia come un paradiso terrestre ma non è sempre così, non sempre trovi lavoro o casa in due giorni, non sempre incontri le persone giuste appena arrivato. Consiglio anche di arrivare un po’ preparati con l’inglese. Non serve un livello alto ma alcune parole base per poter comunicare è importante conoscerle altrimenti si finisce per lavorare per italiani, stare con italiani e non imparare mai bene l’inglese. Consiglio anche di non portarsi troppa roba perché succederà spesso di viaggiare e spostarsi e, quando si è carichi di abbigliamento o cose non troppo utili, diventa tutto più faticoso. Un’ultima cosa che consiglio è di buttarsi: in Australia nessuno ti giudica, hanno tutti una mentalità molto aperta, quindi, se ti sei sempre privato di dire o fare qualcosa, questa è l’esperienza giusta!

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E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Per chi invece in Australia ci vuole andare solo in vacanza consiglio sicuramente di visitare la costa est che, per un viaggio, è la parte più completa. Per questo consiglio dalle 2 alle 3 settimane. Tuttavia, per me la vera Australia si trova sulla costa ovest e anche questa merita molto. In ogni caso dipende molto dal tipo di vacanza che si vuole fare, dal budget e dal periodo. Non riesco a generalizzare.

Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Consiglierei assolutamente il Western Australia. La costa est è sicuramente piena di cose da fare e posti da vedere, quindi, è una meta molto ambita dai turisti e va bene così. Chi ha un po’ più di tempo dovrebbe spostarsi anche sulla costa ovest. A Perth dedicherei veramente pochi giorni e successivamente mi sposterei verso Esperance, Exmouth, Broome, Fremantle, Rottnest Island, Turquoise Bay ecc.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

No. Voglio credere che il mio percorso sia andato in una certa maniera per un motivo, quindi, non cambierei niente.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato davvero tanto, dalle cose più pratiche a quelle più personali. Per riassumere ne voglio citare tre che per me sono le più importanti. Innanzitutto, ho imparato a vivere molto di più il momento presente: in Australia i piani cambiano continuamente e spesso non per causa tua, quindi, bisogna rassegnarsi a vivere il momento in cui si è. Ho anche imparato che tipo di persone voglio accanto a me e, di conseguenza, ho imparato a coltivare quelle amicizie che per me contano davvero. Infine – anche se ci sto ancora lavorando – ho capito che alcune cose non possiamo controllarle ma si può controllare il modo in cui le affrontiamo, che può fare la differenza.

Progetti futuri?

L’Australia m’insegna che anche facendo progetti, poi cambia sempre qualcosa, quindi, cerco di vivere poco a poco, senza fare troppi piani. In ogni caso, nel futuro immediato è previsto il rientro a casa in Italia per trascorrere del tempo con la mia famiglia dopo tanto tempo e poi, da lì, si vedrà.

Per seguire e contattare Michela:

E-mail: michelasaporita@gmail.com

Sito web: https://mammatornopresto.it/

Instagram e Tik Tok: mamma_tornopresto (instagram e Tiktok)