Maria Rosa: “Finalmente mi godo la pensione in Spagna”

Di Enza Petruzziello

«La vita in Italia? Non mi piaceva più». Due mesi fa Maria Rosa Rovai realizza il suo sogno di trasferirsi in Spagna. Un sogno legato ai tempi dell’università.

Sessantuno anni, in pensione da settembre scorso grazie ad “Opzione donna”, Maria Rosa era insegnante di letteratura italiana e storia a Pistoia. Ha due figlie ormai adulte e, vivendo da sola da molti anni, ha deciso di fare il grande salto.

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Oggi abita a Caceres, nella Spagna centro occidentale, e città della Estremadura, meta soprattutto di turisti francesi e nord-europei. Nota anche come la città dai “mille stemmi”, Caceres è famosa per i suoi palazzi rinascimentali e per le sue strette vie. Qui la parola d’ordine è “despacito”, lentamente. Ecco cosa ci ha raccontato.

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Abiti a Caceres, una zona sconosciuta ai più. Come mai la scelta di vivere proprio qui? Avevi già avuto modo di visitare il posto oppure sei partita all’avventura?

«Conoscevo la città e la zona da circa 10 anni grazie al mio interesse per gli animali; ho adottato dei mastini spagnoli da un Rifugio di Caceres, gestito da due veterinari italiani, e nel corso degli anni ho trascorso brevi periodi di vacanza per collaborare con loro. Cosi ho avuto modo di fare nuove amicizie e, appena è stato possibile, ho deciso di trasferirmi, dato che la vita che stavo facendo in Italia non mi piaceva più».

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Come sono stati gli inizi in Spagna? Penso all’accoglienza delle persone, alla ricerca di una casa e di un lavoro, e in generale all’adattamento a una nuova vita.

«Ho trovato una città accogliente, persone molto empatiche e disponibili ad aiutarmi nelle pratiche da sbrigare. Ho comprato casa in una zona residenziale, vicino al centro, e sto iniziando ad immedesimarmi nella realtà spagnola».

Caceres è una delle città Patrimonio dell’Umanità in Spagna che vanta il terzo complesso monumentale più grande d’Europa. Come si vive qui?

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«Qui il costo della vita è sicuramente inferiore a quello italiano, i servizi e le opportunità per i pensionati sono efficienti e la qualità della vita è molto buona, sia per la mancanza di inquinamento (il cielo è di un azzurro maiolica intenso), che per la qualità dei prodotti locali, alimentari in primis».

Quali altre agevolazioni possono trovare i pensionati a Caceres e in generale in Spagna?

«I pensionati in Spagna hanno agevolazioni nell’uso dei mezzi pubblici, nell’organizzazione delle vacanze, nei servizi in generale. Qui la vita è più semplice ed è facile conoscere e frequentare gruppi di “senderisti”, (l’attività fisica all’aperto è molto praticata) o di viaggiatori legati a interessi comuni, per l’arte e la natura. Caceres è un paradiso naturale con molte zone incontaminate da visitare».

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Sei impegnata in qualche associazione nel posto in cui vivi?

«Al momento sto svolgendo alcune attività di volontariato negli ambiti di mio interesse, collaboro con realtà locali per quello che posso fare, in modo da incrementare la mia conoscenza della lingua ed ampliare le mie amicizie».

A Caceres, e in generale in Spagna, ci sono opportunità lavorative per chi sta pensando a un trasferimento all’estero?

«Grazie al turismo, credo che le opportunità di lavoro per i giovani possano essere molte, al momento. Il contesto universitario della città accoglie studenti da molte regioni del Paese, perché nella università dell’Estremadura ci sono facoltà di eccellenza a livello nazionale e non solo. “Ciencias del Deporte” è una delle migliori in Europa».

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Qual è l’aspetto più interessante di Caceres?

«Questa zona della Spagna non è molto conosciuta in Italia, ma è molto frequentata da turisti francesi e nord-europei. In questi giorni la città è piena di persone per vedere i riti della settimana di Pasqua, per la fioritura dei ciliegi, per visitare le località vicine, al confine col Portogallo. Sicuramente la tipologia di vita qui è assai diversa dai contesti urbani delle grandi città italiane, le realtà piuttosto piccole come questa sembra riportino indietro negli anni, ad una dimensione di relazione tra persone spesso dimenticata o sconosciuta. La sicurezza e la tranquillità di vita fanno sì che si possa lasciare aperta la macchina o la porta di casa o il cancello senza brutte sorprese: è consuetudine relazionarsi quasi ogni giorno con i vicini e scambiarsi inviti improvvisati per un caffè insieme».

Sei in Spagna da soli due mesi, un bilancio di questi primi 60 giorni? Hai altri sogni o progetti per il futuro?

«È presto per parlare di progetti o prospettive definite però posso assicurare che la dimensione che sto vivendo è una realtà piacevole e a misura di persona. Sicuramente questa città e questa regione meritano di essere visitate nell’ambito di un viaggio nella Spagna occidentale, sia per la posizione strategica per raggiungere Andalusia o Portogallo, sia per la qualità della vita nel caso di viaggi alla scoperta della vera dimensione spagnola: “despacito” è la parola d’ordine!».