Andare in pensione Spagna

Vamonos! Andiamo! Sono migliaia i pensionati italiani che bagagli in mano hanno deciso di trasferirsi in Spagna e ricominciare una nuova vita.

La terra iberica offre moltissime opportunità per gli over 65.

Costo della vita basso, qualità dei servizi elevata, clima mite e temperato, facilità dei trasporti, sanità efficiente e ormai nazionalizzata, prezzi e qualità del cibo, sono solo alcune delle ragioni per cui chi sceglie di passare gli anni della pensione all’estero lo fa in Spagna.

Ad incidere su questa decisione anche la vicinanza con l’Italia e la possibilità quindi di tornare spesso. Ma a far leva sul flusso di pensionati che dal nostro Paese si sta spostando alla vicina terra spagnola è la possibilità di poter risparmiare sulle tassazioni del proprio assegno mensile.

Qui, infatti, possono percepire la pensione senza subire la doppia imposizione fiscale. Trasferirsi all’estero, per molti significa proprio ricevere la pensione di anzianità, senza dover pagare le pesanti tasse che vengono applicate in Italia.

Per fortuna il nostro Governo ha stretto numerose convenzioni internazionali in questo senso, per cui la lista delle nazioni europee ed extraeuropee che permettono di espatriare e percepire la pensione a regime agevolato, è piuttosto consistente. Inoltre sono state stipulate apposite convenzioni bilaterali con alcuni Stati in particolare, verso cui l’emigrazione italiana è più massiccia.

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Tra questi c’è naturalmente anche la penisola iberica dove l’Inps verserà al pensionato la pensione lorda che poi sarà assoggettata al fisco del spagnolo, molto più favorevole del nostro. Non è un segreto che le pensioni italiane siano infatti tra le più tassate d’Europa.

I pensionati europei pagano in media il 30% in meno di tasse rispetto ai nostri. Basti pensare che per una pensione di 1500 euro pari a 3 volte il minimo Inps, il prelievo fiscale da noi è del 20,73%, in Spagna solo del 9,5%.

Ma la procedura di detassazione non è automatica e va richiesta all’Istituto appena terminato l’iter per la nuova residenza. Un’operazione assolutamente legale e che consente di evitare di pagare le tasse per quei servizi dei quali a tutti gli effetti non si usufruisce, in quanto residente all’estero.

REQUISITI

Le regole per l’immigrato over65 sono semplici: risiedere almeno 183 giorni (circa 6 mesi) nel nuovo Paese di residenza e non avere quindi né domicilio né dimora in Italia per metà dell’anno.

E il fisco di riferimento diventa quello del luogo dove ci si è appena trasferiti. Attraversare il confine e prendere residenza fiscale per un ex lavoratore italiano significa infatti recuperare anche oltre il 30% dell’assegno previdenziale lordo.

A questo si aggiunge il fatto che il basso costo della vita come quello in Spagna – frutta e verdura oscillano dall’euro ai 59 centesimi al chilo – possa aumentare anche del 50% il proprio poter d’acquisto.

Insomma da una situazione a limite di povertà in casa propria a una vita da signori all’estero. Nonostante la sua ripresa economica, infatti, la terra iberica resta uno dei posti europei con un costo della vita ancora molto conveniente.

Se si sceglie una delle molte aree con un clima caldo e mite, le bollette mensili possono scendere anche al di sotto dei 100 euro. Su gran parte della costa mediterranea della Spagna, per esempio, è possibile acquistare un appartamento, vista mare, per 60mila euro o meno.

Chi preferisce un affitto se la cava con 450 euro al mese in Alicante ed a circa 700 euro a Málaga.

DIFFERENZE TRA PENSIONATI INPS E EX INPDAP

Non tutti i pensionati italiani hanno però gli stessi vantaggi. È necessario infatti fare una distinzione tra le pensioni pubbliche – quelle pagate dallo Stato, da una suddivisione politica, amministrativa o da un ente locale, ossia le pensioni ex INPDAP – e le pensioni private vale a dire quelle erogate da enti, istituti oppure organismi previdenziali preposti all’erogazione del trattamento pensionistico, ad esempio l’INPS.

I pensionati ex inpdap residenti all’estero pagano tutte le imposte relative alla pensione in Italia, comprese le addizionali regionali e comunali.

Per quanto riguarda i secondi, la normativa comunitaria non consente il trasferimento all’estero delle prestazioni speciali a carattere non contributivo: assegni sociali, pensioni, assegni e indennità per gli invalidi civili, che restano a esclusivo carico del Paese di residenza.

Ciò significa che perdendo la residenza italiana si perderà il diritto a questo tipo di prestazioni. Insomma è necessario accertare quale quota della vostra pensione è contributiva e quale non. Infatti sono trasferibili in Spagna solo le pensioni di natura contributiva, cioè quelle che vengono percepite sulla base dei contributi versati all’INPS durante la vostra vita lavorativa.

Le pensioni non contributive, di natura assistenziale, non sono esportabili perché per ottenerle è necessario essere residenti in Italia.

DOVE VIVERE IN SPAGNA DA PENSIONATO

Secondo il Retirement Global Index, l’indice dei migliori Paesi in cui trascorrere la pensione, la Spagna è tra le cinque destinazioni prese di mira dai pensionati in fuga.

I punti di maggiore attrattiva sono il clima e il costo della vita basso ma anche lo stile di vita simile al nostro e la facilità della lingua.

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Insomma le destinazioni ideali sono quelle dove le temperature sono miti e la vita scorre tranquilla. Dopo anni passati in un ufficio, è naturale sentire il bisogno di un po’ di serenità e che tutto scorra lento, senza i ritmi frenetici e lo stress delle grandi città.

Per questo motivo in cima alla liste delle mete preferite dai nostri over 65 ci sono le isole Canarie dove si contano ormai oltre 20mila nostri concittadini. Grazie al regime fiscale accordato con Decreto regio alla «Zona especial Canaria», qui un pensionato con un assegno di 1000 euro mensili ne prenderebbe 1.140. Con una pensione poi di 1500/1600 euro (1100 in Italia) una coppia può permettersi una vita più che dignitosa senza contare che sotto i 22 mila euro all’anno alle Canarie non si pagano tasse.

L’imposta sul reddito è calcolata sulla base di scaglioni che vanno dal 12% a un massimo del 22,58%. E poi interviene tutta una serie di agevolazioni che abbattono ulteriormente gli oneri del contribuente.

Ci sono bonus per chi ha figli o il coniuge a carico e importanti sconti per chi apre un’impresa, mentre l’aliquota Iva ordinaria si ferma al 7% e quella per prodotti di lusso arriva al 13,5%. In più, sono previsti sgravi per l’affitto di case che aumentano nel caso di chi abbia superato i 65 anni.

andare in pensione in spagna

In generale possiamo dire che i pensionati preferiscono il sud della Spagna, dove i ritmi sono più lenti e il clima mite anche in inverno.

A Malaga o Alicante ad esempio ci sono comunità italiane abbastanza numerose. In meno scelgono le grandi città. Barcellona e Madrid attirano più i giovani in cerca di lavoro che i pensionati all’ester).

Tra le destinazioni più gettonate dai pensionati in Spagna troviamo anche Torrevieja, una cittadina di oltre 120 mila abitanti, a sud della Comunità Autonoma di Valencia: la temperatura media è relativamente alta anche in inverno, il costo della vita è basso e le tasse sono meno alte che in Italia.

ITER BUROCRATICO E DOCUMENTI

 Abbiamo visto come nei Paesi convenzionati con l’Italia, per evitare la doppia imposizione fiscale, il pensionato che vi trasferisce la residenza, registrandosi all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), percepisce una pensione lorda.

Di conseguenza trasferendo la pensione, quest’ultima sarà assoggettata all’imposizione tributaria spagnola che è inferiore rispetto a quella vigente da noi. Ciò comporterà un aumento reale dell’ammontare della pensione, al netto delle tasse.

La Convenzione, in vigore con la Spagna (L. n. 663. del 29/09/80 ), disciplina il trattamento fiscale applicabile rispettivamente alle pensioni di natura privata e a quelle pubbliche.

Per i titolari di pensioni private o residenti di Paesi che hanno introdotto la Convenzione internazionale contro le doppie imposizione bisogna chiedere espressamente l’applicazione della legge (art. 18 della legge 663/80) per l’anno in corso.

La corretta applicazione include la dichiarazione di residenza fiscale all’estero, rilasciata dalle autorità fiscali estere competenti.

La prima cosa da fare, quindi, è scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate i documenti che riguardano la Dichiarazione dei Redditi dei Residenti all’Estero che spiegano quali sono le caratteristiche che un “non residente” deve soddisfare, al fine di poter usufruire di queste agevolazioni. Successivamente è necessario compilare la “Domanda di Esenzione dall’Imposizione Italiana sulle Pensioni”.

Viene utilizzato il modello EP-I, un modello bilingue unilateralmente preparato e accettato dalla maggior parte dei Paesi europei, e si trova di solito nella sezione moduli delle convenzioni internazionali del sito dell’Inps.

Il modulo va presentato alla propria sede Inps – provinciale o territoriale – che si occupa del pagamento della pensione: questa provvede a trasferire la nostra pensione all’Ufficio Pensioni Estero di competenza.

Una volta accettata la richiesta da parte della struttura territoriale competente, la pensione verrà erogata, da parte dell’Istituto, al lordo delle ritenute fiscali e tale reddito sarà assoggettato ad imposizione nel Paese di residenza estera, secondo la legislazione fiscale ivi vigente.

Per quanto riguarda l’importo della pensione, quest’ultimo viene pagato solo in accredito sul conto corrente nel proprio Paese o mediante accredito sul conto corrente o tramite delega.

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La banca che gestisce i pagamenti per conto delle vostre istituzioni locali/nazionali effettua l’accredito sul conto corrente in euro o valuta locale.

Per ottenere ulteriori informazioni sui pensionati residenti in Spagna, si può contattare il numero verde per la Spagna: 900 993 926.

ASSISTENZA SANITARIA

àEgarantita in tutti i Paesi europei, quindi anche in Spagna.

La penisola inoltre ha nazionalizzato la sanità pubblica, che già è di buon livello. Naturalmente se si vuole utilizzare la sanità privata, le strutture sanitarie spagnole sono eccellenti.

I pensionati quindi che hanno deciso di trasferirsi in Spagna in modo permanente, devono essere in possesso del modello S1, chiamato documento portabile, che sostituisce il vecchio modello E121 e garantisce i servizi sanitari per se stessi e le persone a loro carico.

RIASSUMENDO:

  • La Spagna rientra tra i Paesi convenzionati dove non è prevista la doppia tassazione sulle pensioni.

  • La pensione lorda sarà sottoposta al regime fiscale spagnolo più conveniente del nostro.

  • Per chiedere la residenza è necessario soggiornare almeno 183 giorni nel nuovo Paese, vale a dire più di 6 mesi.

  • Una volta ottenuta la residenza fare richiesta all’Inps di detassazione.

  • Possono ottenere la pensione all’estero senza doppia imposizione fiscale i pensionati Inps ma non ex Inpdap.

  • Le pensioni non contributive, di natura assistenziale, non sono esportabili.

  • Le mete preferite sono le isole Canarie dove il clima è mite e la vita rilassata.

  • Il costo della vita è inferiore a quello italiano e l’assistenza sanitaria garantita.

Di Enza Petruzziello

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