Francesca: ho colto la palla al balzo e sono venuta in Australia!

A cura di Maricla Pannocchia

Quello di trasferirsi in Australia è sempre stato il grande sogno di Francesca, 25enne originaria di Mantova, tanto che la ragazza avrebbe voluto andarci già da dopo il diploma, “ma poi ho scelto di studiare all’università.” Una volta ottenuta la laurea, dopo un trasferimento a Roma, Francesca è rimasta delusa dalle proposte lavorative ricevute e, così, ha rispolverato il suo sogno e, insieme con il suo ragazzo, è partita alla volta di Sydney.

“Qui, dopo essere arrivata con il Working Holiday Visa, lavoro da un anno e mezzo come recruiter in un’agenzia per creativi”, racconta la giovane donna, “Finora non ho avuto particolari difficoltà ma direi che lo scoglio più grande è quello che sto affrontando adesso, dato che l’azienda per cui lavoro è decisa a sponsorizzarmi. Il processo per ottenere il visto, tuttavia, è lungo e laborioso. Questo porta con sé delle ansie perché da ciò dipende la mia permanenza o meno in Australia.”

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Se è vero che Sydney è notoriamente cara, Francesca consiglia degli accorgimenti che, a lungo andare, fanno la differenza sulle spese settimanali, “ad esempio, anche se gli australiani amano mangiar fuori o bere il caffè nei locali, io mi porto sempre il pranzo da casa. Questo permette di risparmiare, considerando che un caffè, qui, può costare anche 6 dollari.”

Tra i piani per il futuro, oltre a ottenere l’agognato visto, Francesca ha già ben 6 viaggi in programma per il 2024 e, nel frattempo, si gode la sua Sydney, città viva che offre un compromesso fra metropoli e natura.

Francesca Mantovani

Ciao Francesca, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Sono Francesca, ho 25 anni e vengo da Mantova. Sono laureata in Mediazione Linguistica e, da 1 anno e mezzo, lavoro a Sydney come recruiter in un’agenzia per graphic designers, social media managers e marketing managers.

Quando e perché hai lasciato l’Italia?

Ho lasciato l’Italia a febbraio 2022, non appena l’Australia ha ri-aperto i confini dopo il Covid-19. A settembre 2021 mi sono laureata in Mediazione Linguistica e mi sono poi trasferita a Roma per cercare lavoro mentre aspettavo, appunto, che l’Australia riaprisse i confini. A Roma, le offerte di lavoro per neolaureati erano tutte sottopagate o era veramente difficile trovare un impiego nel mio campo.

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Cosa ti ha spinta ad andare proprio in Australia?

Ho sempre voluto fare il Working Holiday in Australia e il fatto che in Italia la situazione lavorativa fosse alquanto scoraggiante mi ha messa davanti alla realtà e, quindi, ho deciso di prendere la palla al balzo e partire. Sono partita già convinta del fatto che non si sarebbe trattato di un semplice anno in WHV ma che avrei provato a rimanerci a lungo termine.

Adesso vivi a Sydney. Come mai hai scelto questa città?

Sono arrivata a Sydney e mi sono subito innamorata di questa città. I primi quattro mesi in Australia li ho trascorsi fuori Sydney, perché ho fatto un mese di viaggio/work away in cui stavo con una famiglia australiana e poi ho fatto i famosi 88 giorni di lavoro in zona regionale. A giugno 2022 mi sono trasferita a Sydney e, nel giro di due settimane, ho trovato una casa e un lavoro a lungo termine, quindi ho deciso di rimanerci.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Mi sono organizzata mettendo tutta la mia vita in 25 kg di valigia. Ero abbastanza tranquilla perché i primi 4 mesi erano già organizzati, sapevo che sarei andata a fare gli 88 giorni. Sono partita dall’Italia insieme al mio ragazzo e questo ha contribuito a rasserenarmi anche se, quando ti rendi conto che stai andando a vivere dall’altra parte del mondo, è sempre uno shock.

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Ci sono stati momenti in cui ti sei sentita nervosa o triste, magari all’idea di non vedere i tuoi cari, sapendo che saresti andata molto lontano dall’Italia?

Quando vivi all’estero i momenti di tristezza arrivano però sei circondato da così tanta bellezza e diversità che scendi a compromessi e capisci che, se fossi rimasto in Italia, non avresti mai vissuto tutte le esperienze che l’estero è in grado di regalarti. Appena arrivato, poi, paragoni tutto con l’Italia, converti tutto in Euro e pensi a tutte le cose che avevi a casa. Dopo un po’ di mesi, smetti di fare paragoni e inizi a pensare diversamente.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Tutti sapevano che sarei voluta andare in Australia. Sarei voluta partire già dopo il diploma ma poi ho deciso d’iniziare l’università e, quindi, il mio piano è diventato di partire dopo la laurea.

Ricordi cos’hai provato appena atterrata in Australia?

Appena atterrata in Australia ho provato subito ansia, perché pensavo che i controlli sarebbero stati come quelli del programma televisivo “Airport Security”. Fortunatamente non sono così, anzi, sono stati velocissimi e siamo usciti dall’aeroporto in 20 minuti. Il viaggio è stato molto lungo, sopratutto perché l’abbiamo fatto interamente con la mascherina sul viso. Il primo viaggio di 24 ore non si scorda facilmente. Appena usciti dall’aeroproto siamo andati a vedere l’Opera House di notte ed è stata pura magia.

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Francesca Mantovani

Quando hai capito che ti sarebbe piaciuto vivere a Sydney in pianta stabile?

Ho capito che mi sarebbe piaciuto vivere a Sydney in pianta stabile quando ho visto tutto quello che la città ha da offrirmi. Non amo particolarmente vivere in città ma Sydney offre il giusto compromesso tra la big city e la natura. Ci sono spiaggie bellissime in ogni angolo della città e i servizi sono ben forniti ovunque. I primi 10 mesi a Sydney li abbiamo passati a Paddington, un quartiere residenziale a metà tra la città e le spiagge degli eastern suburbs. Ora viviamo a Rushcutters Bay e, in 15 minuti, posso raggiungere a piedi il lavoro e la città in generale.

Di cosa ti occupi?

Da un anno e mezzo sto lavorando come recruiter per un’agenzia di recruitment che si occupa di tutto il settore creativo e di marketing. Mi piace questo lavoro perché ho la possibilità di parlare ogni giorno con persone diverse e di vedere la creatività delle persone.

Quali sono, secondo te, le principali differenze tra l’ambiente lavorativo australiano e quello italiano?

L’ambiente lavorativo australiano è molto più rilassato rispetto a quello italiano. Qui ti lasciano molta più libertà e non c’e il “nonnismo” che in Italia è ormai presente in tantissimi posti di lavoro. La paga in Australia è molto più alta di quella generica in Italia e si viene pagati a settimana. La meritocrazia qua è ancora presente e lo stesso vale per la crescita professionale.

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Quali sono i settori in cui, per un italiano, è più facile essere assunti?

Il problema principale che bisogna affrontare quando si arriva in Australia è il visto. Con il WHV si può lavorare solo per 6 mesi con lo stesso datore di lavoro ed è per questo motivo che tantissime aziende non assumono personale con il Working Holiday Visa. I settori che, al momento, assumono più facilmente sono Hospitality o Construction. Molte volte i contratti di lavoro sono casual. Quando sono arrivata in Australia l’anno scorso, avevano rimosso tutte le regole per incentivare e aiutare l’economia australiana, per cui sono potuta rimanere per 1 anno e mezzo con il mio datore di lavoro.

Secondo te, è importante sapere bene l’inglese sin da subito?

Assolutamente sì. L’inglese fa una grandissima differenza quando si arriva qui perché, come gli italiani, tantissimi ragazzi di altri Paesi hanno accesso al Working Holiday Visa e tanti di questi provengono da Paesi anglofoni. L’inglese serve sia per lavorare sia per fare tutto il resto come trovare casa, relazionarsi con le persone e fare amicizia quindi direi che è fondamentale.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Ho iniziato a fare le visite delle case quando ancora stavo facendo gli 88 giorni e ho avuto la fortuna di trovare praticamente subito una casa. L’anno scorso in Australia c’era molta meno gente di ora e quindi era anche più facile trovare un alloggio. A oggi, la situazione affitti è molto più complicata perché, se si vuole trovare una casa tramite agenzia, bisogna avere già un lavoro e dimostrare di avere delle referenze.

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Quali sono i costi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo poco?

Spendere poco e Sydney non sono termini che possono essere messi assieme. Diciamo che, per una stanza, ci vogliono circa 500/600$ a settimana. Io vivo con il mio ragazzo in un piccolo appartamento in una zona vicino al centro e spendiamo 750$ a settimana. Più ti sposti dal centro più il prezzo degli affitti, ovviamente, diminuisce, anche se poi bisogna farsi mezz’ora/un’ora di mezzi per raggiungere il centro.

Ci sono zone in cui è più facile trovare expats e altre in cui, invece, è possibile vivere più a contatto con i locals?

Bondi è un mix di nazionalità diverse e tantissimi expats vivono vicino alle spiaggie, quindi tutte le zone degli Eastern Suburbus sono popolate da persone da tutto il mondo. Nella zona del centro e delle northern beaches è più facile trovare locals. Dove vivo io è un mix tra locals ed expats. Il mio quartiere è popolato da tantissimi francesi e, infatti, molte volte mi sembra quasi di essere in Francia.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Tutti sono sempre stati molto carini e gentili e sono affascinati dal fatto che vengo dall’Italia. La frase classica di tutte le persone è: “Ma come mai sei andata via dalla bella Italia per venire a Sydney?” Gli australiani c’immaginano sempre in Vespa davanti al Colosseo a bere degli Spritz 

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Quali caratteristiche della cultura australiana, e di Sydney in particolare, ti hanno colpita?

Mi ha colpito molto la multiculturalità che si respira in questa città e il fatto che nessuno venga giudicato. È assolutamente normale vedere le persone vestite in giacca e cravatta e poi il surfista scalzo che gira per la città. Ho conosciuto tantissime persone di culture diverse, che in Italia non avrei nemmeno mai visto, e questa cosa è molto affascinante.

Come valuteresti servizi come sanità, burocrazia e mezzi pubblici?

La sanità in Australia è buona anche se, a parer mio, quella italiana è migliore. Quando si arriva in Australia si ha diritto ad avere 6 mesi di Medicare gratuita, ovvero una specie di loro tessera sanitaria. Dopo i 6 mesi bisogna ricorrere a un’assicurazione privata o bisogna uscire dal Paese anche solo per 1 giorno e rientrare per poi avere nuovamente diretto ai 6 mesi gratuiti. Noi siamo andati in Nuova Zelanda per poi rientrare e avere altri 6 mesi gratuiti con la Medicare. La burocrazia qua è molto più snella di quella italiana, soprattutto quando si tratta di aprire conti in banca, iniziare a lavorare o fare tutte le carte necessarie. La questione visti è molto diversa e la burocrazia che ci sta dietro è meticolosa. I mezzi pubblici funzionano benissimo qua a Sydney, infatti, usando l’Opal Card è possibile prendere tutti i mezzi tra treni, metro, bus, traghetti e light rail.

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Sydney è famosa per essere piuttosto cara. Hai scoperto dei “trucchi” per viverla spendendo il giusto?

Sydney è molto cara ma sicuramente ci sono dei “trucchetti” per risparmiare. Gli australiani sono abituati a mangiare sempre fuori a colazione, pranzo e cena oppure a ordinare del cibo da asporto. Personalmente, quando lavoro mi porto sempre il pranzo da casa e ho notato che questo fa un netta differenza sulle spese della settimana, così come bere il caffè fuori tutti i giorni. Il caffè a Sydney può costare fino a 6$.

Cosa si fa, a Sydney, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

A Sydney ci sono sempre tantissime attività artistiche e culturali. Ci sono mercatini dell’artigianato ogni weekend in diverse parti della città, si possono organizzare corsi di ogni tipo come, ad esempio, quelli per fare gioielli, per costruire lampade turche, per lavorare la resina e tantissimi altri. Sono anche presenti esibizioni nei musei in giro per la città. Per esempio, al momento è presente la mostra egizia e una mostra su Kandinsky.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Per vivere e lavorare in Australia bisogna avere un visto. Io ho quasi concluso il mio secondo Working Holiday Visa e ora sono nel processo di sponsor. Per avere uno sponsor in Australia bisogna trovare un’azienda che decida di tenerti a lavorare e che firmi e paghi il visto. La professione per la quale si viene sponsorizzati dev’essere presente nella lista del governo delle professioni sponsorizzabili. Con le recenti modifiche alle leggi d’immigrazione, ora è possibile avere la residenza permanente dopo 2 anni di sponsor sotto lo stesso datore di lavoro.

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Quali sono stati gli scogli più grandi da superare e come li hai affrontati?

Il problema più grande da superare lo sto affrontando ora perche sono nel processo di Training Visa/Sponsor. Servono un sacco di documenti e bisogna avere molta pazienza perché i tempi di attesa sono lunghi. Credo questo sia lo scoglio più grande perché il visto determina la permanenza o meno in Australia, quindi entrano sicuramente in gioco ansie e preoccupazioni.

Hai avuto delle sorprese positive che non ti saresti aspettata prima della partenza?

Sì, ho conosciuto tantissime persone con il mio stesso spirito di avventura e questa cosa è molto bella perché mi ha dato modo di entrare in contatto con culture diverse e di scoprire curiosità che, in Italia e nella mia città, non avrei mai potuto conoscere.

Che suggerimenti daresti a chi vorrebbe trasferirsi in Australia?

Suggerirei di non partire alla cieca perché l’Australia offre molte possibilità ma nessuno ti regala niente e bisogna darsi daffare per ottenere quello che si vuole, come in tutti i Paesi. Qua, però, subentra il fatto che sei lontano da casa e nessuno ti può aiutare, quindi bisogna pensare alle mosse da fare.

Pensi che Sydney sia adatta a…

Chi cerca un giusto compromesso tra la vita in città e la natura. Sydney è una grande città ma, allo stesso tempo, molte sue zone possono essere raggiunte a piedi.

Che consigli hai, invece, per chi vorrebbe andarci in vacanza?

Il mio consiglio per chi vorrebbe venire in vacanza a Sydney è quello di stare vicino alla spiaggia per godersi appieno il vero stile di vita australiano. Gli australiani sono molto bravi a fare i brunch e, in ogni angolo della città, ci sono locali e posti dove si sbizzarriscono con ogni sorta di piatto.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Non farei niente diversamente perché tutto quello che ho fatto mi ha portata al risultato che ho oggi, anche se affronterei le cose in modo più tranquillo e senza dover rincorrere per forza dei risultati.

Che cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

La cosa più bella che ho imparato vivendo in Australia è che, quello che per noi italiani è la normalità, può non esserlo per altre persone, e questa cosa mi ha fatto riflettere sulle priorità che ho nella mia vita e sul modo in cui le altre persone affrontano la quotidianità.

Progetti futuri?

Ne ho tanti ma quello a breve termine è sicuramente quello di sistemarmi con il visto e poi viaggiare, viaggiare e, ancora, viaggiare. Ho già 6 viaggi programmati per il 2024 e non vedo l’ora di viverli!

Per seguire e contattare Francesca:

Instagram: ciacina98