Economia: anche l’Irlanda mostra importanti segnali di ripresa
La crisi che ha colpito l’economia mondiale nel 2008 sembra ormai solo un ricordo per gli irlandesi, dopo la promozione della troika, che ha notato il sorprendente risanamento del settore finanziario, certificandone gli obiettivi raggiunti.
Per riprendersi dalla grave crisi, la Repubblica irlandese aveva richiesto un piano, per mezzo del quale le sono stati concessi 85 miliardi di euro in tre anni, in cambio del programma di austerità. Un programma che ha dato i suoi frutti, sembrerebbe infatti che l’Irlanda ben presto non necessiterà più degli aiuti internazionali dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, tanto che, il ministro delle finanze Michael Noonan ha affermato che il Paese sarà il primo dell’Eurozona ad uscire dal programma di aiuti.
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Ma entriamo più nello specifico esaminando la situazione. Dall’inizio della crisi economica, l’Irlanda ha varato ben sette manovre finanziarie, in tal modo il deficit è passato dal 30,6% del 2010 al 7,4% del 2013 e si è calcolato che dovrebbe addirittura scendere sotto il 3% nel 2015.
La ripresa dell’economia irlandese è dipesa soprattutto dalla sua forza lavoro qualificata;
dalle misure governative in grado di assicurare una macroeconomia stabile, così da attrarre investimenti stranieri; e dall’appartenenza all’Unione Europea, rappresentata oggi da un mercato di quasi 500 milioni di persone.
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Nonostante il rallentamento dell’economia globale che di conseguenza ha rallentato anche l’export irlandese e nonostante la crisi, le esportazioni irlandesi non si sono mai arrestate: +6,4% la crescita annua nel 2011, +5,4% nel 2012, +1,6% l’anno scorso.
L’economia irlandese ha la capacità di attrarre investimenti nel settore informatico, delle scienze biologiche e dei servizi finanziari, unendo un’economia innovativa ed imprenditoriale, tanto da essere scelta da importanti multinazionali come sede europea. Un maggiore aumento è avvenuto nel settore agro-alimentare con un indice del 25%. Tale performance nel settore delle esportazioni ha fatto lievitare l’ago della bilancia dei pagamenti, che dopo 10 anni è tornata in attivo.
Un altro aspetto positivo riguarda il sistema fiscale, che ha sempre garantito l’afflusso in questi anni di investimenti diretti esteri e la presenza di numerosi colossi dell’hi-tech, come Google, Twitter, Intel, PayPal, che hanno scelto Dublino come sede internazionale, con la possibilità quindi di ottenere la favorevole corporate tax irlandese, dimostrando che i profitti derivano dalle operazioni effettuate in Irlanda.
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Un’altra mossa decisiva messa in atto dalla Repubblica irlandese contro la grave crisi è stata quella di aumentare la competitività, il cui fattore principale resta il fisco. Tra le iniziative messe in atto per fronteggiare l’emergenza rientra anche la creazione della Nama (National Asset Management Agency), avvenuta nel 2009, una “bad bank” pubblica in grado di fornire liquidità alle banche, così da cancellare dai loro bilanci asset e crediti problematici.
La disoccupazione in calo, la risalita dei prezzi degli immobili, la diminuzione del deficit, tutto fa presupporre un’uscita dell’Irlanda dalla recessione, purtroppo però tale crescita sembra concentrarsi soprattutto nelle città, come Dublino, Cork e Galway, al contrario l’Irlanda rurale appare ben lontana dalla ripresa e sempre più abbandonata dai giovani che cercano fortuna altrove.