Daniela e la sua storia di cambiamento

A cura di Nicole Cascione

Daniela Colagrande è una delle tante pugliesi all’estero che ha portato un po’ di Puglia ovunque si trovasse.

Barese, trapiantata in Olanda dal 2019, ha vissuto in varie nazioni del mondo, cercando di soddisfare la sua curiosità nei confronti dei luoghi e delle persone che la circondavano, pur mantenendo la propria identità e le proprie origini ben radicate.

In un momento particolare della sua vita, ha deciso di riaprire un cassetto chiuso tanti anni prima e di fare della propria passione un lavoro: vendere panzerotti e prodotti locali in bici tra le vie di Amsterdam.

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E’ nata così Polpetta Lokale Gastronomie.

Daniela, quando hai capito che la tua passione per il cibo sarebbe potuta diventare un lavoro?

Nel 2017, mentre vivevo in California, nasce l’idea di trasformare la passione per il cibo in un lavoro. Una volta tornata in Italia ho trovato lavoro per un catering ecosostenibile della provincia di Bari e successivamente, una volta trasferita ad Amsterdam ho iniziato a lavorare in un brunch restaurant. L’idea di aprire un food business in Olanda c’è sempre stata, anche prima di iniziare la carriera in cucina, ma poi la mia vita ha preso direzioni diverse e quell’idea è rimasta in un angolo remoto, fino a maggio 2021. Il progetto nello specifico ha preso forma in un periodo abbastanza buio della mia vita, durante l’ennesimo lockdown. Avevo da poco perso mia nonna, che non ho potuto neanche salutare, e il ristorante per cui lavoravo mi aveva ridotto le ore di lavoro. Vivevo un presente molto triste e ho deciso di passare il tempo a casa, concentrandomi sul futuro in modo costruttivo. Ho riaperto quel cassetto mentale chiuso quattro anni prima e con esso anche i file che avevo sul PC. Ho iniziato a programmare tutti gli aspetti burocratici, logistici e manageriali del progetto e in quattro mesi sono riuscita a rendere reale ciò che prima era solo una stramba idea: portare cibo di qualità e far conoscere le tradizioni pugliesi a chi non è stato fortunato come me. Ho usato i miei risparmi e sono partita con l’attività.

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Polpetta Lokale Gastronomie è il nome del tuo progetto. Come è nato questo nome?

L’idea di usare le parole LOKALE GASTRONOMIE è nata molto tempo fa, quando ho capito che entrambe sono importanti per spiegare il mio progetto e soprattutto perché sono intuibili in moltissime lingue diverse (italiano, olandese, inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese). POLPETTA invece è stato aggiunto poco prima dell’iscrizione alla Camera di Commercio. Polpetta è il mio soprannome sin dai tempi del liceo, sono sempre stata chiamata così dagli amici ed è un nome divertente che molti non-italiani ricordano facilmente.

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Dalla Puglia ad Amsterdam. Perché proprio l’Olanda?

Perché è un paese che mi è entrato nel cuore sin da subito durante la mia prima visita da turista nel 2009. L’idea di vivere in un luogo dove lo spostarsi in bici è naturale è davvero importante per me, ora essenziale. Amsterdam è una capitale europea con una spinta in più, una città vitale, piena di opportunità e gente proveniente da tutto il mondo, ma fortunatamente anche a misura d’uomo, non eccessivamente grande e in cui è facile muoversi.

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Cosa proponi a i tuoi clienti?

L’idea principale è quella di proporre cibo di alta qualità unito alla possibilità di avere un’esperienza gastronomica pugliese unica anche fuori dalla Puglia.

Come è nata l’idea di farlo in bici?

La bicicletta è sempre stato il mio mezzo di trasporto preferito. Mi ricorda la libertà che avevo da bambina, quando passavo le mie estati in campeggio e potevo muovermi ovunque volessi all’interno delle mura di quel posto fatato. Poi è diventato il mezzo con cui gratuitamente e autonomamente potevo raggiungere il liceo ogni mattina o gli amici quando uscivo in città. Ho sempre usato la bicicletta ovunque abbia vissuto, anche e soprattutto all’estero, acquistandone una sul posto o portando la mia dove potevo.

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Ora più che mai in Olanda l’idea di poter usare la bicicletta per un lavoro come quello che faccio mi rende molto orgogliosa, perché emetto zero emissioni e perché posso muovermi ovunque in città, soprattutto laddove le auto non possono.

Sei affiancata da qualcuno nel tuo lavoro o gestisci tutto da sola?

No, il business è ideato e gestito tutto da sola.

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Per quel che riguarda l’aspetto burocratico, è stato facile ottenere i vari permessi?

Personalmente ho cercato e seguito tutte le informazioni trovate pubblicamente sulle pagine ufficiali della Camera di Commercio olandese e del comune di Amsterdam e, successivamente, ho chiesto i permessi idonei alla mia idea di business. Nulla di complicato se si sa cosa chiedere. (Ero già in possesso di un certificato europeo di sicurezza alimentare.)

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La cucina pugliese è gradita dagli olandesi? Cosa piace maggiormente?

Gli olandesi sono molto aperti ad assaggiare ingredienti e ricette nuove. Molti miei clienti hanno di fatto assaggiato sapori nuovi, come per esempio la ricotta forte, che uso nel calzone di cipolla barese o la meravigliosa cicerchia e il cece nero delle Murge. Ma apprezzano di tutto: il rustico leccese, le mandorle di Toritto, le olive Termiti, il caciocavallo e molti altri prodotti eccezionali della nostra meravigliosa terra. Ho comunque la fortuna di avere clienti di tantissime nazionalità diverse e di questo ne sono estremamente contenta. Il cibo unisce tutti e ad Amsterdam c’è gente di tutto il mondo, residenti e non.

Come si svolge una tua giornata lavorativa?

Dipende dal giorno della settimana e ovviamente anche dalla richiesta. Ci sono momenti o intere giornate in cui mi dedico alla parte burocratica e comunicativa del business, a rispondere a possibili clienti e preparare preventivi. Altri giorni, invece, in cui mi divido principalmente tra spesa, preparazione, consegna e pulizia della cucina e della bicicletta.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho molte idee per il futuro, ma non so quali verranno realizzate, come e quando. Durante la mia vita ho imparato a lasciare sempre aperte porte diverse. Ciò di cui però sono certa è che sono vogliosa di collaborare con gente entusiasta, che crede fortemente come me nel valore del cibo, in un modo sostenibile di vivere e di mangiare. Perché il cibo è potente e tendiamo sempre a dimenticarlo, dandolo per scontato.

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