Marco, “Ho aperto il mio ristorante a Tenerife e sono felice!”

A cura di Maricla Pannocchia

Lo scopo nella vita, secondo Marco, 33enne originario della Brianza, è quello di stare bene. In quest’ottica, l’uomo si è trasferito a Santa Cruz de Tenerife, nella parte nord dell’isola, dove, dopo un primo periodo in cui ha lavorato come bar tender per inserirsi e imparare lo spagnolo, ha aperto un ristorante, Greenlight.

“Ci sono stati vari passaggi ma, finalmente, siamo aperti” racconta Marco, “Lo scopo del nostro ristorante, che offre tapas tutto il giorno e piatti di pasta fresca per pranzo e cena, oltre alle birrette, a una carta dei vini e a una cocktail, è quello di garantire delle bellissime esperienze per i nostri clienti. Il passaparola è quello che conta di più, tuttavia, prestiamo attenzione anche ai social, soprattutto a Instagram, e vorremmo partecipare anche a eventi esterni, per ampliare il bacino di persone che conosce la nostra realtà.”

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A chi sogna di trasferirsi a Tenerife, Marco suggerisce di studiare prima lo spagnolo, perché è vero che questa lingua somiglia all’italiano, ma non saperla parlare o farlo in maniera basica può voler dire qualche difficoltà in più nel cercare lavoro. “Mi mancano gli affetti e i pranzi della domenica a casa” dice Marco, “Ma, a parte questo, sono proprio felice in quest’incantevole isola!”.

Marco Galbiati Tenerife

Ciao Marco, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Marco, ho 33 anni e sono un ragazzo della Brianza, precisamente di Biassono. Sono laureato in Comunicazione e Società (Scienze Politiche) ma ho sempre lavorato nel mondo della ristorazione, per cui nutro un grande amore e una grande passione. Sono sempre stato nomade, ho vissuto per anni fuori dal Bel Paese e ora vivo “stabilmente” a Santa Cruz de Tenerife

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

La prima volta in cui ho lasciato l’Italia avevo 19 anni. L’ho fatto per curiosità e voglia di mettermi alla prova. L’ultima volta in cui sono partito dal mio Paese natale è stato a 32 anni, per realizzare un obiettivo che mi ero preposto.

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Come mai hai scelto di vivere proprio a Santa Cruz de Tenerife?

Vivo a Santa Cruz de Tenerife, la capitale dell’isola, situata a nord. Si tratta di una vera e propria cittadina, con servizi e caratteristiche tipiche di una città di medie dimensioni. Ho scelto di vivere qui perché amo il contesto cittadino e la confusione. Arrivando da un dualismo Milano – Londra, mi piaceva l’idea di tenere un contesto simile (in scala Europa – Tenerife).

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

I miei genitori – poverini – sono abituati a vedermi partire. Ogni volta è complesso ma il loro sostegno è sempre stato forte e presente e, per me, sono e restano il più grande punto di riferimento. I miei amici sono abituati alle mie partenze ma ci sentiamo su base quotidiana e, appena possono, prendono un aereo per venire qui. Direi che sono un ragazzo fortunato!

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Siamo partiti in due e abbiamo deciso di fare un viaggio di circa 20 giorni in auto per raggiungere Huelva e prendere un traghetto per Tenerife. L’obiettivo era portare fisicamente l’auto sull’isola e godersi una ventina di giorni in Europa, andando a trovare amici sparsi per diverse zone (Costa Azzurra, Barcellona e Malaga).

Hai aperto un ristorante lì. Ti va di parlarci del tuo locale?

Certo, il ristorante si chiama Greenlight, si trova sul lungomare di Candelaria (costa est) ed è un piccolo bar con cucina. Abbiamo una menù di tapas (principalmente vegetariane), disponibile tutto il giorno, mentre a pranzo e cena allarghiamo la carta con quattro piatti di pasta fresca. Abbiamo una carta dei vini, le immancabili birrette spagnole e un’ottima carta cocktail. Cerchiamo di creare un ambiente fronte mare con delle good vibes, dove poter godere di buona musica, un buon piatto e un buon drink.

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Marco Galbiati Tenerife

Com’è stato il procedimento per passare dal sogno alla realizzazione del ristorante?

Ho dedicato i primi mesi a lavorare come bar tender in un locale a Santa Cruz, per migliorare la lingua, conoscere le abitudini dei locali ed “entrare nel giro”. In seguito, c’è stato uno studio di mercato su location e proposta, cercando di non lasciare nulla al caso. Infine, una volta trovata la location ideale, c’è stato un periodo di lavori e ora siamo finalmente aperti!

Come ti sei mosso per farlo conoscere?

Il “boca a boca”, ovvero il passaparola, è il marketing più importante, quindi, inizialmente, l’obiettivo è e sarà parlarne a tutte le persone che conosco, portarle al locale e regalargli un’ottima esperienza. Lavorare sulla qualità dell’esperienza dell’ospite credo sia fondamentale per creare una continuità e una ripetizione. Non manca la parte social, con Instagram in primis. La prossima estate ci piacerebbe, inoltre, partecipare a eventi esterni per ampliare il bacino di persone che potrà conoscere Greenlight.

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Cosa bisogna fare per avviare un’impresa lì come stranieri?

Essendo residente europeo la trafila non è complessa, passo dopo passo, la burocrazia si espleta. Lato umano, vi farò sapere 

Se un tuo amico che vive ancora in Italia ti dicesse di voler venire a Tenerife per avviare una sua attività, in quali settori gli consiglieresti di muoversi?

Viviamo nell’epoca del digitale, quindi, consiglierei un business di quella natura improntato a clienti europei, in modo tale da avere un guadagno maggiore e vivere in un posto favoloso, dove la vita costa ancora un pochino meno che in altre zone d’Europa. In alternativa, un business improntato al turismo, di cui l’isola in buona parte vive.

Che consigli hai per chi, invece, vorrebbe trovare lavoro lì come dipendente?

Dipende sempre molto da che settore e da che impiego si cerca. In tanti ambiti ci si può muovere in anticipo su piattaforme come LinkedIn, in modo tale da trovare un impiego prima ancora di recarsi in loco o, quantomeno, per crearsi l’occasione giusta per un paio di colloqui. Nell’ambito della ristorazione, che è quello che conosco meglio, il consiglio è di bussare a tutte le porte senza vergogna, con un bel sorriso che spesso attira più di un buon cv (parlando in spagnolo, chiaramente).

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Pensi che sia importante conoscere lo spagnolo sin da subito?

Sì, per quanto italiano e spagnolo possano sembrare simili, non parlare la lingua è un ostacolo. Prima ancora di pensare al lavoro è necessario pensare che, in un ambiente nuovo, quando si è soli, è fondamentale creare rapporti e relazioni e questo è fattibile se si parla la lingua locale, altrimenti, il rischio è quello di chiudersi in una stretta cerchia d’italiani e privarsi della possibilità di conoscere altre realtà.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Non proprio, il salario medio a Tenerife non è altissimo e post pandemia gli affitti medi sono saliti molto. Con uno stipendio europeo si può vivere molto bene, altrimenti, è necessario guardarsi intorno per trovare un impiego con una buona retribuzione.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Pizza margherita e birra media meno di dieci Euro, la benzina costa meno rispetto all’Italia, l’affitto di un bilocale a Santa Cruz si aggira tra i 650 e i 900 Euro mensili…

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

Per ora mi sono sempre trovato molto bene, soprattutto a livello burocratico (tutto molto chiaro, rapido ed efficace). Avendo un’auto, non utilizzo molto i mezzi pubblici però le opinioni dei miei amici in merito sono ottime.

Marco Galbiati Tenerife

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Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Mi hanno aiutato tanto i siti come “Milanuncios”, “Idealista” e la bacheca di Facebook. In seguito, ho dovuto armarmi di pazienza e costanza per iniziare a vedere quante più soluzioni possibile e trovare, poi, l’opzione migliore. Il mio suggerimento è quello di coprirsi comunque le spalle per almeno un mesetto (bnb).

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Bene, sono tutti molto gentili. Santa Cruz ha una popolazione molto varia fra canari ed europei, quindi, ambientarsi è stato semplice. I canari sono persone con grandi valori, che svolgono una vita basata molto sulla famiglia e sul territorio, vivendo il tutto in maniera rilassata e tranquilla (diciamo che la frenesia del nord Italia non gli appartiene).

Com’è, invece, la tua vita quotidiana?

Non diversa da quello che è sempre stata e, ultimamente, molto incentrata sul lavoro. In generale si sta bene, c’è tanta natura e il mare aiuta molto il corpo e la mente.

Noti delle differenze fra il Marco che abitava in Italia e quello che vive a Tenerife?

Direi di no, sono sempre la stessa persona che, semplicemente, vive situazioni diverse e fasi della vita diverse. Il carattere, forse, si è indurito un pochino ma credo sia normale quando conti solo su te stesso.

Ogni quanto torni nel Bel Paese e cosa ti manca di più della tua vita lì?

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Famiglia e amici, quello sempre. Vivendo fuori ti accorgi che il pranzo della domenica a casa è davvero un lusso che non bisognerebbe mai dare per scontato. Poi il risotto, la pasta, il nebbiolo… vado avanti?

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Dipende molto dal carattere e dagli obiettivi di una persona, però, consiglieri di partire se si ha una forte motivazione per farlo, perché Tenerife è un’isola incantevole che però può dare la sensazione di essere isolati dal mondo. Nel pratico, consiglierei di studiare lo spagnolo e avere una base economica per supportare i primi mesi di cambiamento.

Marco Galbiati Tenerife

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Noleggiate un auto, andate sul Teide, fate surf, andate ad Anaga a passeggiare nel verde, fermatevi a pranzo in un guachinche, godetevi un’alba in riva al mare al nord e un tramonto al sud, sorseggiando una dorada fresca (la birra locale).

C’è una comunità d’italiani a Tenerife? Ne fai parte?

So che nel sud dell’isola la comunità italiana è molto forte. Qui, nella parte nord, conosco molti italiani ed è sempre bello scambiare due chiacchiere nella propria lingua. Ti fa sentire a casa.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Quando ti trasferisci ed esci dalla zona di comfort devi fare i conti con te stesso, cosa che spesso non facciamo nella vita quotidiana. Quello credo sia il vero viaggio e la vera difficoltà, stare soli e imparare a conoscersi.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Credo che l’obiettivo e il senso di tutto sia stare bene, fisicamente e, soprattutto, mentalmente. Alzarsi al mattino, prendere un caffè e sentirsi felici. Credo questa sia la soddisfazione più grande.

Progetti futuri?

Lavorare, rendere Greenlight una realtà forte e consolidata, dove le persone possano stare bene e in cui possano riconoscersi. Creare un ambiente di lavoro ideale per me e i miei colleghi. Da un punto di vista di “work-life balance”, sarà un percorso tosto, ma ce la faremo 

Per seguire e contattare Marco:

Sito web: https://greenlight-tf.es/

Instagram: Marchino_23