Alex e Giuliana ricominciano da Antigua

Di Enza Petruzziello

Da Parma ad Antigua, per vivere il loro sogno: Alex Emiliani e sua moglie Giuliana Ferrari, rispettivamente di 40 e 42 anni, hanno trasformato il loro destino intraprendendo un viaggio audace e appassionante che li ha portati dall’Italia all’incantevole arcipelago dei Caraibi.

Entrambi emiliani, di Parma lui, di Carpi (Modena) lei, si sposano a Miami nel 2016 dopo 8 anni di fidanzamento. Prima di scommettere su loro stessi e trasferirsi ad Antigua, Alex lavorava in banca a tempo indeterminato e Giuliana presso un’agenzia di pubbliche relazioni e ufficio stampa tra Carpi e Milano.

Arrivano ad Antigua nel 2011 e da allora non vanno più via. Ricominciando da zero e avviando la loro impresa. L’arcipelago caraibico divent, la loro nuova casa dove mettere radici e avviare un’attività – Antigua Chiama Italia – una Destination Management Company di riferimento per tutti i viaggiatori italiani che decidono di visitare l’isola.

Dopo oltre 12 anni, la loro storia è diventata un’ispirazione, incarnando la determinazione nel cercare nuovi orizzonti e nel costruire una vita significativa lontano da casa. Ecco cosa ci hanno raccontato.

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Alex, Giuliana, perché avete deciso di mollare tutto e trasferirvi all’estero? Che cosa non vi piaceva delle vostre vecchie vite?

«Da quando ci siamo conosciuti, abbiamo sempre viaggiato molto, organizzando in autonomia le nostre vacanze che spesso erano veri e propri viaggi-esperienze. Questa passione è sempre stata condivisa fin dai primi giorni della nostra conoscenza! Infatti, ci siamo conosciuti proprio in Egitto. Ad entrambi piaceva il lavoro che svolgevamo, ma sentivamo sempre la mancanza di qualcosa, avevamo voglia di fare un’esperienza più lunga all’estero».

Perché tra tanti posti la scelta è ricaduta proprio Antigua?

«Tutto è nato davvero per caso! Avevamo prenotato un volo per andare in Messico, a Natale 2010, ma a Londra, dove avevamo lo scalo, gli aeroporti sono stati chiusi per tempesta di neve e ghiaccio. Dopo sette ore di fila per riuscire a parlare con un addetto del desk British Airways, finalmente ci hanno offerto alcune possibilità: rientrare su Bologna il giorno successivo con rimborso totale del volo; attendere il prossimo volo disponibile su Cancún (che però sarebbe stato disponibile solo cinque giorni dopo) oppure scegliere un’altra meta con partenza il giorno successivo operata dalla British Airways. Casualmente una signora in coda a fianco a noi ci chiede: “A me hanno proposto di volare su Antigua, la conoscete questa meta?”. Io e Alex ci siamo guardati e io le ho risposto: “So che un’isola dei Caraibi, mi ricordo solo che c’è stata una mia ex collega in vacanza”. Queste erano tutte le informazioni che avevamo a disposizione su Antigua. Abbiamo chiesto anche noi se ci fosse la disponibilità e alla fine abbiamo prenotato per Antigua con pochissime informazioni su questo paradiso caraibico e con in valigia le guide del Messico!».

Alex, hai fatto molti lavori nella tua vita: da animatore turistico a consumer account ad impiegato di banca. Cosa ti ha spinto a lasciare un lavoro sicuro in banca per intraprendere questa avventura?

«A 19 ho avuto l’occasione di fare uno dei lavori più belli del mondo: l’animatore turistico. Ho visitato “per lavoro” tantissimi Paesi: la Tunisia, il Messico e l’Egitto. Ho avuto modo di interfacciarmi con qualsiasi tipologia di persona, dai bambini agli avvocati o giudici. Questo mi ha dato molta sicurezza nel poter esprimere al massimo tutto ciò che avevo imparato alle scuole superiori fino poi a lavorare per multinazionali come H3G e BAT Italia. Successivamente ho iniziato la carriera lavorativa in banca: in una filiale a Piacenza dove ricoprivo il ruolo di gestore e secondo vicario. Certo, un bel lavoro “sicuro”, ma ogni sera rientravo a casa insoddisfatto. A quel punto mi sono detto: “Perché non proviamo a trasformare questa insoddisfazione in soddisfazione, magari al caldo?”. Così durante ogni vacanza insieme a Giuliana, ci guardavamo intorno per cercare di capire se il “bel posto di mare” poteva diventare un “bel posto di mare PER VIVERCI”».

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Da un ufficio ad una vita vista mare. Come sono stati gli inizi ad Antigua?. E come avete gestito l’adattamento culturale e quali sono stati i momenti più significativi in questo processo?

«Premettiamo che siamo arrivati da Antigua proprio per caso, quindi non avevamo nessuna conoscenza, nessuna amico o parente italiano che ci potesse aiutare. Quindi ovviamente l’inizio è stato abbastanza difficile abbiamo cambiato diverse case e appartamenti, abbiamo dovuto iniziare un lungo iter burocratico soprattutto per la richiesta del permesso di lavoro».

Ecco, da un punto di vista burocratico quali sono i passaggi necessari per stabilirsi nei Caraibi? A voi come è andata per ciò che concerne visti, permessi di soggiorno ecc. 

«Vivere ad Antigua, per alcuni punti di vista, è un po’ come vivere in un piccolo villaggio, un po’ disperso tra le montagne. Presso alcuni uffici i registri vengono ancora scritti tutti a mano, a volte la documentazione viene persa, e a volte si dimenticano le pratiche. Abbiamo imparato che bisogna essere pazienti e chiamare ogni giorno l’ufficio se si è in attesa di un documento o di un atto. Ad esempio noi, per ottenere il permesso di lavoro, dopo aver compiuto l’iter e portato tutti i documenti richiesti al ministero del lavoro, chiamavamo ogni mattina per sapere se era pronto!».

Isola delle Piccole Antille, appartenente allo Stato di Antigua e Barbuda, Antigua è una delle classiche mete del mollo tutto e vado a vivere in un paradiso caraibico. Ma è davvero così? Com’è vivere da residente qui?

«Sì, certamente Antigua è un posto da “cartolina”, chi arriva in vacanza spesso ci confida: “Ora mollo tutto e vengo a vivere qui!” Ma non è proprio così facile: innanzitutto l’isola è un’ex colonia britannica, quindi molto cara – a livello di costo della vita – rispetto ad esempio ai Caraibi spagnoli: Cuba, Messico, Repubblica Dominicana. È tutto molto costoso ed è facile accorgersene: basta fare un giro al supermercato! Si trova di tutto, anche prodotti di brand italiani, ma il loro prezzo è per lo meno triplicato!

Per quanto riguarda la sanità, è da considerarsi mista: se si pagano regolarmente le tasse si ha diritto all’assistenza in ospedale anche se, per alcune emergenze, è meglio rivolgersi alle cliniche private (infatti noi ogni anno stipuliamo una assicurazione sanitaria privata). Ad Antigua è presente anche l’Università americana di medicina. Chiaramente il clima è una delle cose che più apprezziamo di questa isola: ci sono circa 28-30° tutto l’anno, c’è però la stagione secca e quella umida (che coincide con la stagione estiva italiana: giugno luglio agosto settembre). I mesi da evitare, per chi viene in vacanza, sono quelli di settembre e ottobre, causa la possibilità di incontrare qualche tempesta tropicale».

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Cosa vi ha ispirato nella creazione di “Antigua chiama Italia” e come avete sviluppato la vostra attività nel tempo?

«“Antigua chiama Italia” nasce inizialmente come società di affitto case e guesthouse, per dare un’alternativa economica agli splendidi resort presenti sull’isola che però sono tutti di fascia molto molto alta. In quel periodo ci capitava spesso di incontrare – sia presso la capitale che direttamente in aeroporto – italiani in vacanza (che soggiornavano nei resort e negli hotel), abbastanza preoccupati e un po’ scontenti. Questo perché? Perché presso il resort dove alloggiavano non c’era alcuna persona che offrisse loro assistenza, supporto, escursioni in lingua italiana. Anche all’arrivo in aeroporto riscontravano notevoli disagi. Da qui, l’idea di creare un’assistenza dedicata fin dall’arrivo in aeroporto, con riunione informativa direttamente in hotel e la progettazione di escursioni (sia di mare che di terra) dedicate agli ospiti italiani in vacanza ad Antigua e Barbuda».

Quali sono i servizi principali che offrite ai viaggiatori italiani che visitano l’isola?

«Offriamo un’assistenza in lingua italiana a 360°, che segue le persone in vacanza dall’arrivo in aeroporto al trasferimento fino al rientro nuovamente in aeroporto. Un altro servizio che offriamo, e che si è rivelato davvero utile sia per gli ospiti che per i tour operator, è quello di un’assistenza tramite WhatsApp disponibile ventiquattro ore su ventiquattro: gli ospiti ci possono contattare per domande, prenotazioni di escursioni, problematiche, semplici informazioni o dubbi. Insieme all’assistenza non potevano mancare dei tour specializzati per italiani e fatti solo per italiani. Non solo per gli ospiti degli hotel ma anche per chi arriva con una nave da crociera, dal momento che Antigua è meta di Costa Crociere e MSC».

Quali luoghi o attività consiglieresti a un viaggiatore che visita Antigua per la prima volta?

«Ci sono tantissime cose da fare ad Antigua e alcune di queste non riguardano solo le spiagge! Chi decide di appoggiarsi a noi di “Antigua chiama Italia” per scoprire questo paradiso caraibico, ha il vantaggio di avere una guida italiana a disposizione per tutta la durata del tour, in grado di raccontare curiosità storiche o aneddoti locali. Queste sono le attività/ location assolutamente da non perdere: nuotare con le razze giganti, libere nel loro ambiente naturale, un aperitivo musicale vista tramonto presso il promontorio di Shirley Heights, un tour alla scoperta delle spiagge più belle e nascoste, infine un giro alla scoperta della capitale St. John’s».

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Coppia nella vita e negli affari, insieme a voi c’è anche vostro figlio Leo, di 3 anni. Come è crescerlo ad Antigua? Ci sono differenze significative rispetto a un ambiente urbano italiano? Quali sono gli aspetti positivi e le sfide da vivere in un’isola caraibica con un bambino?

«Sicuramente per il nostro Leo, ci sono tanti vantaggi. Il primo è quello di crescere in un ambiente multiculturale. Basti pensare che, anche solo nell’asilo che frequenta, si incrociano davvero tantissime nazionalità. Vogliamo dare a Leo la possibilità di crescere imparando naturalmente quante più lingue possibili. Già adesso a soli tre anni, parla italiano e inglese e ha già sviluppato la capacità di parlare la lingua adatta al suo interlocutore. Un’altra cosa positiva è il fatto di crescere in un ambiente sano, immerso nella natura, a due passi dal mare. Infine il concetto di libertà: ovviamente anche Antigua ha una sua routine ma è molto meno schematizzata rispetto alle città italiane.

L’aspetto invece che rende un po’ più difficile la situazione è la mancanza di un aiuto con Leo, da parte di nonni e parenti in generale, anche perché i nostri ritmi di lavoro sono molto serrati. Come spesso succede nell’ambito turistico, si lavora nei giorni di festa, durante le vacanze di Natale e se ad esempio c’è un volo in ritardo, si rimane in aeroporto di più ad attendere gli ospiti. Chiaramente Leo frequenta una scuola materna ma a volte nei giorni festivi e nei fine settimana le cose si complicano un pochino. Anche se devo dire che siamo molto fortunati perché i nonni riescono a venirci a trovare almeno 2 volte all’anno!».

Quali consigli dareste a coloro che stanno pensando di lasciare la loro vita quotidiana per cercare nuove opportunità all’estero?

«Consiglierei a tutti di visitare, inizialmente in vacanza, il posto dove ci si vuole trasferire, di trascorrerci un periodo lungo per capire com’è il nuovo Paese, la cultura, le abitudini e soprattutto la burocrazia. Tante persone spesso, credono che chi si trasferisce all’estero per lavoro (in particolare chi vive ai Caraibi) trascorre una vita molto rilassata, con ritmi blandi magari suonando la chitarra in spiaggia al tramonto… Ma vi possiamo garantire che prima di arrivare a questo traguardo c’è tanto da fare ed è necessaria molta pazienza, tanto impegno e tenacia».

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Cosa vi ha sorpreso di più nel vivere ad Antigua? Ci sono momenti particolarmente significativi che vorreste condividere?

«Ciò che ci ha sorpresi e che ci continua a sorprendere è la tranquillità ma anche la disponibilità delle persone locali. Sinceramente non ci siamo mai sentiti fuori luogo, malvisti perché stranieri, anzi, abbiamo tanti amici antiguani, condividiamo e coinvolgiamo le imprese locali anche nel nostro lavoro».

Quando siete partiti, nel 2011, eravate molto giovani. Un bilancio dei vostri primi 12 anni da expat? Com’è cambiata la vostra vita?

«Beh, in tutti questi anni abbiamo fatto davvero tantissime cose! Abbiamo vissuto molteplici esperienze e conosciuto davvero tantissime persone provenienti da ogni parte del mondo. Abbiamo creato da zero, a piccoli passi, la nostra impresa e siamo riusciti a sopravvivere ad una pandemia mondiale! Quindi il nostro bilancio è super positivo ma questo non vuol dire che ci fermeremo qui».

C’è qualcosa che vi manca particolarmente dell’Italia?

«La cosa che ci manca di più dell’Italia sono proprio gli affetti delle persone care, degli amici di una vita… Anche ad Antigua abbiamo amicizie e conoscenze anche se è difficile paragonarle ai rapporti familiari e ai legami profondi».

Progetti lavorativi e personali per il futuro?

«Ogni anno implementiamo i servizi che offriamo ai nostri ospiti. Ad esempio la novità del 2024 è un nuovo tour in barca che ci porterà nella fantastica spiaggia della villa di Schevchenko e Berlusconi. Si tratta di una lingua di sabbia e acqua cristallina con decine e decine di stelle marine posizionate sul fondale. È un’esperienza molto particolare in una delle spiagge più belle di Antigua ma raggiungibile SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via mare».

Per contattare Alex e Giuliana ecco i loro recapiti:

Instagram: https://www.instagram.com/antiguachiamaitalia/?hl=it

Facebook: https://www.facebook.com/antiguachiamaitalia

Sito web: www.antiguachiamaitalia.it

E-mail: info@antiguachiamaitalia.it