Phuket, Thailandia: la storia di Giovanni, pensionato all’estero

Giovanni, trasferitosi a Phuket, Thailandia, sette anni fa, oggi vive una tranquilla vita da pensionato, dopo che, all’età di 54 anni, l’istituto bancario per il quale lavorava l’ha mandato via, ritenendolo “troppo vecchio” per poter continuare a lavorare. Solo e demoralizzato, Giovanni non si è perso d’animo e, pronto ad iniziare una nuova vita, carico di entusiasmo, ha abbracciato il cambiamento.

“La prima volta che venni a Phuket fu nel 1996, quando ci rimasi per 12 giorni. L’impressione che ebbi fu positiva, ma ancora vaga. Ci ritornai nel 1998 e dopo 3 settimane di soggiorno, nel momento della partenza, mi dissi che quello era senza dubbio il Paese più bello che avessi visto. Ma si trattava di tutt’altra bellezza, non era Parigi o Roma, era un ritorno al passato. Un Paese per certi versi incantato, dove la gente sorrideva ed era serena e trasmetteva agli altri questa serenità. Dal 1998 ci tornai tutti gli anni e, negli anni successivi, anche due volte l’anno”.

Fino a quando, a 54 anni, sei stato dichiarato “troppo vecchio” dall’istituto bancario in cui lavoravi. Cosa è successo dopo?

Nel 2006, a 54 anni, quando la banca mi disse che sarei potuto andare via, come risposta chiesi solo: “Quando?”. Ero già pronto da tempo ad andarmene dall’Italia. Ero già abbondantemente stufo di un Paese in balia di pochi uomini senza scrupoli ed in particolare di un “nano” dedito soprattutto alla prostituzione e a curare i propri interessi. C’è da premettere che non sono nato in Italia ma in Libia e sono arrivato in Italia nel1969, dopo che Gheddafi ci cacciò. Mi sposai nel 1982, dopo 9 anni di fidanzamento, e nel 2002 a 50 anni, mi ritrovai solo e divorziato. Figli non ne ho avuti.

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Con che spirito hai affrontato questo cambiamento nella tua vita?

Con quale spirito? Solo e demoralizzato, mi sono ritrovato pronto ad iniziare una nuova vita, perché indietro non si torna e mai come in quel momento ero d’accordo con quel detto.

Così, 7 anni fa, hai deciso di trasferirti a vivere in Thailandia, a Phuket. Cosa ti è dispiaciuto lasciare in Italia e di cosa invece non ne senti la mancanza?

Ho lasciato in Italia un padre, una madre, un fratello e una sorella… la mia famiglia! Ma a 54 anni non me la sentivo di fare il pensionato. L’alternativa era quella di rimanere in Italia dove gli inverni sono lunghi, dove alle 4 del pomeriggio è buio e fino a mezzanotte sono 8 ore e da mezzanotte alle 8 del mattino ne sono altre 8…. da solo con il buio. Nella mia vita non ho mai frequentato un bar, non ho mai giocato a carte nei locali e non ho quasi mai letto un quotidiano (tanto a cosa serve, le notizie sono quasi sempre le stesse). Quindi scelsi con entusiasmo il cambiamento.

Come sei riuscito a superare l’ostacolo della lingua?

La lingua non è stato un ostacolo, perché parlavo un po’ di inglese e, nonostante la Thailandia non sia un Paese molto sviluppato, ci sono gli anziani che parlano la lingua inglese, non sono in grado di fare una conferenza, ma si fanno capire, figuriamoci i giovani. Ci sono bambini che a 5/6 anni parlano inglese, le frasi principali naturalmente.

Per quanto riguarda l’assegno della pensione, quest’ultimo lo percepisci direttamente in Thailandia?

Non ho scelto di trasferire mensilmente la pensione sul conto che ho aperto in Thailandia, bensì la faccio versare sul conto che ho in Italia e all’occorrenza do disposizione alla mia banca in Italia di effettuare un bonifico a mio favore, così posso anche scegliere il momento migliore per il cambio euro/bath.

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E per quanto riguarda la tassazione, cosa puoi dirci?

Per i primi anni ho continuato a pagare le tasse in Italia, cioè mi davano l’assegno di accompagnamento alla pensione al netto delle trattenute. Parlando di detassazione il discorso diventa difficile e complicato e non è facile semplificare. Qui in Thailandia sono arrivato con un assegno cosiddetto di accompagnamento, perché io non sono andato in pensione subito, ma in esodo. Nel 2006 avevo 37anni e otto mesi di contributi versati all’INPS, la banca mi propose di andare via con uno stipendio calcolato e nel frattempo avrebbero versato mensilmente i contributi mensili mancanti per arrivare ai 40 anni di contributi. Così tra contributi e prima finestra disponibile, sono andato in pensione il 1 agosto 2010. Fino ad allora non ho potuto chiedere all’INPS l’erogazione della pensione lorda, perché non era una pensione ma un assegno di accompagnamento appunto. A questo punto la procedura diventa ancora più complicata e mi astengo dall’entrare nei particolari, dico solo che prima di poter chiedere all’INPS il pagamento della pensione lorda, bisogna pagare le tasse in Thailandia e portare un documento che certifichi il pagamento delle tasse effettuato ed altri documenti vari. Solo allora si può fare la richiesta di pagamento della pensione lorda all’INPS. Come si nota la procedura è alquanto macchinosa e non è stato facile venirne a capo, anche per le informazioni appositamente non date dagli impiegati dell’INPS, per scoraggiarti e indurti a desistere. Faccio un esempio, il sig. Di Turno mi disse che per richiedere la pensione lorda bastava presentare il certificato di residenza ed altri documenti simili. Il sig. Secondo disse addirittura che la convenzione tra la Thailandia e I’Italia per evitare la doppia imposizione non c’era, quando gli dissi che conoscevo già persone che percepivano la pensione lorda, mi chiese addirittura i cognomi….che gente! I diritti sono riservati naturalmente solo ai soliti della casta, tuttora la gente comune è considerata meno che niente.

Che tu sappia, ci sono delle agenzie in loco che si occupano di svolgere tutte le pratiche inerenti il trasferimento di pensione?

Sì, c’è un’agenzia gestita da un italiano che si occupa anche di queste cose, ma un conoscente che ha dato l’incarico a questa agenzia da quasi un anno, non ha ancora ricevuto l’esito, però ha già pagato 600 euro. Purtroppo le cose non sono affatto facili, riuscire a far valere i propri diritti è dura. Io ho scelto la via diretta, mi sono documentato, ho procurato carte e documenti richiesti e non, e mi sono presentato all’INPS con bel pacco di carte e fotocopie. Me ne hanno restituito la metà ed hanno accettato la domanda. Alla faccia del sig. Di Tumo e Secondo, sono riuscito ad avere il pagamento della pensione lorda. Però gli arretrati chissà se me li daranno mai.

Voi, in quanto pensionati, avete dei privilegi in Thailandia?

Noi pensionati in Thailandia non godiamo di alcun privilegio, pur pagando le tasse non abbiamo un’assistenza medica gratuita, ma un’assicurazione privata che ci permette comunque di accedere ai cinque ospedali internazionali che ci sono su questa stupenda isola.

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Riesci a vivere una vita tranquilla con la pensione?

Sì, riesco a vivere una vita più che tranquilla, malgrado Phuket sia molto cara rispetto alla Thailandia vera.

Come passi le tue giornate?

La mia giornata tipo inizia alle 8, mentre faccio colazione leggo alcune notizie su internet, dopodiché alle 09.30/10.00 esco per incontrarmi con i soliti amici, si parla, si discute, si litiga e dopo pranzo generalmente si va in spiaggia a fare il bagno. Qui c’è solo l’imbarazzo della scelta, ci sono parecchie spiagge e si cerca di cambiare spesso. La natura qui è padrona ed è senza dubbio la cosa più bella. Phuket è un’isola stupenda, dove c’è di tutto e di più, a seconda delle esigenze e dell’umore, vita tranquilla o divertimento sfrenato fino all’alba. Qui ci sono persone di tutte le nazionalità e sembra che tutti convivano senza grossi problemi, questo fa pensare che siano tutti più o meno appagati, secondo i propri gusti ed esigenze. Per non parlare poi dei cinque ospedali internazionali, che offrono assistenza e servizi al pari degli hotel da 5 stelle. Al tuo arrivo c’è sempre qualcuno che ti prende in consegna singolarmente, ti registra, ti fotografa e ti accompagna. Questo anche se devi fare un semplice esame del sangue. Il costo è la metà del ticket che paghiamo in Italia. Tutto ciò è molto confortante, soprattutto sotto un aspetto psicologico, perché ci sono tanti medici europei, australiani e naturalmente asiatici e, quando serve, in ufficio c’è lo svizzero che parla perfettamente l’italiano. Poi ci sono le spiagge, frequentate da giovani oppure quelle più tranquille, dove c’è gente a cui piace leggere, dormire e abbrustolirsi al sole. C’è persino la spiaggia all’interno del parco nazionale, dove non ci sono ombrelloni e sdraio, ma solo sabbia e spiaggia libera. E questi sono i pro, che fanno parte della imponente macchina turistica, di cui i Thailandesi sono maestri primi assoluti in Asia e forse nel mondo. Ovviamente non è tutto rose e fiori e tra i contro c’è la scarsa professionalità dei thailandesi. Se devi commissionare un lavoro, devi sperare che la persona sia quella giusta e che sappia fare il proprio lavoro. Nel 90% dei casi però non è cosi e quindi sei costretto a chiamarne un altro, perché il primo, una volta presi i soldi, non lo vedi più e non ti resta che sperare che almeno il secondo non sia come il primo, anche se delle volte purtroppo è peggio. In quei casi non c’è via di scampo, bisogna armarsi di tanta pazienza e sopportazione e, malgrado tutto, non è ancora sufficiente. Allora sai cosa si fa? Si chiude tutto e si va tre giorni al mare, si cambia località, sperando di essere più fortunati al rientro. Ti assicuro però che, una volta usciti da quella brutta realtà, l’umore cambia immediatamente perché entri in un Paese stupendo.

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A distanza di sette anni ti è mai capitato di avere qualche rimpianto sulla tua scelta?

No, nessun rimpianto. Anzi, ogni volta che torno in Italia, dopo 15 giorni vorrei già tornare indietro, mi trattiene solo mia madre che ad aprile ha compiuto 86 anni.

Hai mai pensato a come sarebbe stata la tua vita se fossi in Italia?

Sì, ci ho pensato e sono arrivato alla conclusione che se per qualche motivo dovessi andarmene da questo Paese, andrei in Birmania, perché se la Thailandia per certi versi è 20 anni indietro rispetto a noi, la Birmania è 30 anni indietro rispetto alla Thailandia. Solo cose di primaria importanza, con una qualità di rapporti interpersonali alta.

Cosa pensi dell’Italia attuale?

Sai cosa ti dico… piuttosto che rispondere a questa domanda faccio come se avessi commissionato un lavoro eseguito male: non rispondo e vado al mare a fare il bagno.

gianniitalia998@hotmail.com

 

Di Nicole Cascione