Emanuela: a Londra, dove ho vissuto per 16 anni, non mi sono trovata bene

A cura di Maricla Pannocchia

Ancora giovanissima, Emanuela, 41enne originaria di Palermo, ha colto al volo l’occasione di fare la ragazza alla pari, accettando il lavoro dopo aver parlato con una signora al telefono. Come dice Emanuela stessa, “Pur di partire, mi sono fidata.”

Adesso che è tornata in Italia, la donna racconta che la vita a Londra è stata diversa da quella che si aspettava, “credevo che sarei uscita dalla povertà e avrei messo dei soldi da parte ma, sul lavoro, non mi trovavo mai bene con nessuno e così continuavo a cambiare un posto dopo l’altro. Invece di mettere da parte soldi, li perdevo.”

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La donna è stata spesso vittima di bullismo, sia sul lavoro sia nelle case che condivideva con altre persone per risparmiare, “sono sempre stata presa di mira dai bulli, tuttavia, lì spesso non prendono le tue difese, se non sei raccomandato.”

Adesso, Emanuela lavora in un centro commerciale gestito da cinesi, a Palermo, ed è combattuta in merito al futuro, non sapendo se seguire la sorella in Spagna o restare in Italia.

Emanuela Fortunato Londra

Ciao Emanuela, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Emanuela, sono una ragazza di 41 anni e vengo da Palermo. Molti anni fa, precisamente 19, ero iscritta alla facoltà di scienze del turismo in provincia di Palermo quando ho deciso di provare un’esperienza a Londra. Nonostante avessi buoni voti, non mi sono mai laureata.

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Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Circa 18 anni fa, ho deciso di provare l’esperienza di ragazza alla pari e ho scelto Londra. Ero lenta a dare gli esami e mio padre non voleva più pagarmi le tasse universitarie. Speravo di farcela da sola ma non è stato così.

Hai vissuto per 16 anni a Londra. Per quale motivo hai scelto proprio quella città?

Ho scelto Londra per migliorare il mio inglese, perché già allora era una città multiculturale e per il Welfare State. Avevo sentito parlare molto di questa città ed era più economico volare a Londra che a Milano dove, in ogni caso, non avrei avuto nessun appoggio.

Adesso ci scrivi da Palermo, perché sei tornata in Italia? Cosa ti ha spinta a compiere questa scelta?

Sono tornata in Italia per passare del tempo con la famiglia. Essendo libera professionista, ogni anno potevo permettermi meno di una settimana di vacanza e, nel periodo del Covid-19, ho riflettuto su quello che stavo facendo e ho capito che non aveva molto senso.

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Di cosa ti occupi?

Lavoro come cassiera in un centro commerciale cinese e a volte mi fanno fare anche la commessa. A Londra avevo preso una qualifica di estetista, un NVQ2, ma purtroppo non mi danno l’equivalente italiano e, dopo una breve esperienza come estetista qui a Palermo, ho dovuto cambiare lavoro.

Torniamo a quando ti sei trasferita a Londra. Come ti sei organizzata prima della partenza?

Ho organizzato la partenza molto velocemente. Quando ho sentito dell’opportunità di fare la ragazza alla pari l’ho presa al volo e, senza pensarci due volte, ho riempito una valigia grande e sono partita per il Regno Unito.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Erano tutti contenti per me perché avevo in mente da tempo di provare un’esperienza all’estero, in particolare a Londra. I miei genitori erano un po’ preoccupati in quanto ho trovato lavoro al telefono, tramite un’agenzia italiana e inglese, ma alla fine hanno accettato.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Ho trovato lavoro con vitto e alloggio da Palermo. Ho parlato al telefono con una signora che aveva 5 figli, di cui due ragazze cresciute. Io avrei dovuto aiutarla con i due maschi più piccoli e la bimba di quasi un anno. Pur di partire, mi sono fidata.

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Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

Ho usufruito degli psicologi gratuiti anche se nessuno di loro, in anni di terapia, ha menzionato il problema che penso di avere. I dentisti sono molto bravi, mi hanno tolto un dente senza che sentissi alcun dolore. La burocrazia è più semplice di quella italiana e i mezzi pubblici coprono più aree rispetto a quante ne coprono quelli di Palermo e passano più spesso. Alla fine, però, ho perso un lavoro proprio a causa dei mezzi pubblici che non arrivavano mai.

Quali sono state le difficoltà più ardue da superare?

Le difficoltà più ardue da superare sono stati i casi di bullismo sia a lavoro sia nelle case dove ho abitato. Managers che umiliavano o urlavano senza motivo e colleghi che facevano lo stesso. Purtroppo ho avuto diverse brutte esperienze ma io sono particolarmente soggetta all’essere vittima di bullismo a Londra, rispetto ad altre persone.

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Emanuela Fortunato Londra

Londra si è rivelata diversa da come te l’aspettavi? Se sì, in che senso?

Sì, io pensavo di potere uscire dalla povertà, mettere dei soldi da parte, comprarmi una casa ecc. ma ho passato il tempo a cambiare casa e lavoro, in quanto non mi trovavo mai bene e così, ogni volta, perdevo tutti i soldi.

È facile, secondo te, integrarsi con la gente del posto?

Personalmente non ho trovato facile integrarmi con la gente del posto. Avevo un’amica di Palermo, anche lei a Londra, che è sparita quando si è fidanzata con un inglese, che poi ha anche sposato e con cui ha fatto un figlio. Questo, forse, è accaduto perché lei è più bella di me.

Quando ho frequentato il corso NVQ2 Beauty ho conosciuto gente del posto.

Pensi che sia necessario conoscere bene l’inglese sin da subito?

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La maggior parte della gente non parla bene l’inglese sin da subito, per questo ci sono molti college per stranieri dove si può conoscere gete nella stessa situazione. Quando, come nel mio caso, non parli inglese, tutto è più difficile, ma me la sono cavata lo stesso.

Quali sono, nella tua esperienza, i settori in cui è più facile trovare lavoro?

Negli ultimi 10 anni trovavo lavoro come massaggiatrice e, se provavo a fare altro, venivo licenziata a causa di false lamentele. Il sistema non sempre protegge dal bullismo, a volte lo fa solo se si è raccomandati ma si subisce bullismo da chi è contrario alle raccomandazioni.

Adesso, con la Brexit, vivere e lavorare nel Regno Unito non è più semplice come un tempo. La Brexit ha influenzato la tua decisione di tornare in Italia?

Sì, sicuramente la Brexit ha influenzato la mia scelta di tornare in Italia, anche se avevo ottenuto il settled status. Non mi sono sentita benvenuta e sentivo in giro l’ostilità della gente, il rifiuto quando cercavo lavoro o anche solo quando chiedevo informazioni in un negozio di telefoni.

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Come descriveresti l’ambiente lavorativo londinese?

L’ambiente lavorativo è multiculturale e spesso è difficile capirsi con la gente, non in termini di linguaggio, ma di aspettative. Come ho già detto, anche sul lavoro sono stata vittima di vari episodi di bullismo.

Londra è una città enorme e multi-etnica. Come l’hai vissuta?

Sì, Londra è molto grande e le distanze sono maggiori, se comparate a quelle fra i vari posti di Palermo.Nella maggior parte dei casi è necessaria un’ora per arrivare al lavoro, quindi è come lavorare in una città diversa da quella in cui si vive e, a ogni fermata del mezzo, a volte pare di essere in un’altra città, proprio per via della multiculturalità.

Che consigli daresti a chi volesse trasferirsi lì oggi?

Consiglio di pensarci bene perché, se non si guadagna abbastanza, bisogna condividere casa con gente spesso strana, che fa dispetti o che ti rende vittima di bullismo senza motivo o perché non la pensi come loro. Forse con una laurea le cose sono più facili, io non ce l’ho.

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Quale pensi che debba essere lo stipendio minimo per vivere bene in città?

Se vuoi vivere bene, abitando nelle zone 1-2 di Londra, devi guadagnare almeno 60.000£ l’anno (nel 2023). Il salario medio a Londra è di 41.866£ annue ma possono non essere sufficienti per coprire le spese della vita nel cuore della città.

Che suggerimenti daresti a chi, invece, vorrebbe andarci in vacanza?

Meglio andare in vacanza con i soldi o si capita in case brutte e si resta delusi. Una vacanza a Londra è un’occasione per vedere i monumenti e quello che ha da offrire la capitale inglese ma anche per praticare la lingua e vedere gente diversa.

Emanuela Fortunato Londra

Ci sono momenti particolari della tua permanenza di quasi due decenni a Londra che ricordi con particolare affetto o emozione?  

Ricordo con particolare affetto i momenti passati con i bambini quando facevo la ragazza alla pari, la nanny o anche quando insegnavo pianoforte e violino. Ricordo con affetto i momenti passati con il mio partner e di quando m’infatuai di un inglese, anche se non me la sono sentita di provare ad avere una relazione con lui per via di differenze culturali ecc.

Londra è anche una città ricca di attività ed eventi. A quali non avresti mai potuto rinunciare, quando vivevi lì?

Penso di essere andata tutti gli anni al Carnevale di Notting Hill, un evento dove molti vanno in maschera, si balla, si mangia, si vede gente e si ascolta la musica.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Se potessi tornare indietro, per mancanza di mezzi farei tutto quello che ho fatto, anche se a mia sorella consigliai di non fare la ragazza alla pari ma di cominciare come cameriera.

Cos’hai imparato da questa tua esperienza?

Ho imparato a cavarmela da sola, visto che, per 16 anni, ho potuto contare solo su me stessa e, nonostante tutto, questo mi rende orgogliosa. Ho imparato che tutti soffriamo e abbiamo momenti felici.

Progetti futuri?

A volte penso di seguire mia sorella in Spagna ma ho già portato il gatto qua, non so se è il caso di fargli affrontare un altro viaggio. Se posso resto a Palermo o in Italia in generale, anche se non so se sia la soluzione migliore.

Per seguire e contattare Emanuela:

E-mail: Emanuelafort@hotmail.com