Elvira: qui in Svizzera gestisco un ristorante con mia moglie e sono molto più sicura di me

A cura di Maricla Pannocchia

Elvira, 42enne originaria della Sicilia, ha trasformato la sua passione per la cucina in un lavoro. Dopo numerosi tentativi di trovare uno sbocco professionale e in seguito a una laurea in scienze dell’educazione e della formazione, a un certo punto ha deciso di trasferirsi all’estero.

“In Italia trovavo solo lavoretti, mal pagati e in nero, così sono andata a Saint Aubin Sauges, in Svizzera, dove viveva già mia sorella” racconta Elvira.

Appoggiandosi, per il primo periodo, alla sorella, Elvira ha poi trovato una casa e adesso gestisce il suo ristorante insieme alla moglie, “Ciò che mi dà maggiori soddisfazioni è far emozionare le persone attraverso il cibo.”

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A chi volesse andare a vivere in Svizzera, Elvira suggerisce di non farlo andando “a caso”, perché chi si presenta dicendo di potersi adattare a qualunque lavoro, non fa una bella impressione agli svizzeri che credono che “chi è bravo in tutto, in realtà non è bravo in niente.”

Elvira Frusteri Svizzera

Ciao Elvira, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, sono una ‘non più giovane’ 42enne siciliana. Sono nata e cresciuta in una piccola cittadina della provincia di Messina (Sant’Agata Militello) e vi ho vissuto fino ai 37 anni. Sono una persona determinata, estremamente socievole e che non ha paura di mettersi in gioco.

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Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Nonostante una laurea in scienze dell’educazione e della formazione e tanta caparbietà, non riuscivo ad avere stabilità economica. Trovavo solo lavoretti, mal pagati e in nero. A un certo punto, ho detto basta.

Adesso abiti in Svizzera. Dove, precisamente?

Vivo a Saint Aubin Sauges, un minuscolo paesello nel Canton Neuchatel.

Come mai hai scelto proprio quella zona?

Mia sorella si era trasferita qui qualche anno prima del mio arrivo, quindi avevo un appoggio che mi ha permesso di partire con un po’ di serenità.

Eri già stata in Svizzera prima del trasferimento?

No, non ero mai stata in Svizzera e non ero mai stata fuori dall’Italia.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

I miei genitori erano dispiaciuti, ma sapevano che stavo facendo la cosa giusta. Il mio paese non mi dava reali opportunità di lavoro. Gli amici? Erano tutti felici per la mia scelta, alcuni di loro erano già all’estero o comunque al nord, altri sono partiti subito dopo me, quindi è stata una scelta ‘condivisa’.

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Elvira Frusteri Svizzera

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Sono una persona molto pragmatica. Prima di partire ho iniziato a prendere lezioni di francese e a studiare grazie alla miriade di contenuti gratuiti che si trovano sul web. Ho fatto ricerche per cercare di capire quale fosse il modo più efficace per trovare lavoro ma anche come si scrivono un CV e una lettera motivazionale. Ho cercato le associazioni che supportano gli stranieri in Svizzera, poi ho fatto il biglietto e sono partita, con uno zaino in spalla e pochi soldi.

Di cosa ti occupi?

Ho trasformato la mia passione per la cucina in un mestiere vero e proprio. Dopo tanta gavetta, in Italia prima e qui dopo, ho aperto, assieme a mia moglie, un ristorante italiano con forte accento siciliano.

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È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

È facile e difficile allo stesso tempo se non ci si mette in testa che bisogna imparare la lingua e che bisogna avere un mestiere in mano. Il ‘mi adeguo a qualsiasi lavoro’ è visto veramente male. Per la cultura svizzera, una persona che è buona a tutto in realtà non è buona a niente.

Oltre alla lingua, serve essere ‘attenti’. Informarsi, conoscere le leggi. Spesso sento lamentele del tipo: ‘ Ho firmato un contratto che era una truffa’, ma poi scopro che hanno firmato senza neanche leggerlo!

Il lavoro è molto fluido. Possiamo dire che sì, c’è lavoro, ma bisogna armarsi di buona volontà, voglia di crescere e pazienza per imparare la lingua.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Non c’è un settore particolare. Serve essere competenti in quello che si va a fare.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

No, penso che con gli aumenti dell’ultimo anno, una grande fetta di persone fatichi un po’ a vivere. Certo, meglio qui che in Italia!

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Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Un caffè può costare da 3.90 chf a 5 chf, una pizza margherita da 17 a 25. Un pacchetto di sigarette costa mediamente 8 chf.

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

Per avviare un’impresa serve avere almeno un permesso di dimora (permesso B) e non aver contratto debiti. La burocrazia è molto snella e lineare. Io ho portato il mio progetto in banca, dopo due settimane ho avuto l’okay per il finanziamento e, dopo un mese, i soldi erano sul conto.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Qui, per avere un alloggio tutto tuo, devi dimostrare di poter pagare attraverso la presentazione delle ultime 3 buste paga e dei documenti che indichino che non hai debiti. Mi sono appoggiata da mia sorella per 3 mesi e, nel frattempo, ho cercato un monolocale. Ho trovato lavoro dopo 15 giorni dal mio arrivo, quindi, è stato semplice sganciarmi e cercare un alloggio autonomo.

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Elvira Frusteri Svizzera

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Certamente lontano dalle grandi città. Più ti allontani dalle città, più i costi degli affitti si abbassano. Mediamente per un bivani lontano dalla città si devono calcolare 1000 franchi il mese. In città, il prezzo può diventare più del doppio.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Gli svizzeri romandi sono molto discreti ma accoglienti. Cordiali, non chiassosi. Sono molto disponibili, anche se non parli bene la loro lingua, e apprezzano quando fai uno sforzo linguistico.

È stato facile integrarti?

Sì, molto. Ripeto (e non lo dirò mai abbastanza), per integrarsi bisogna imparare la lingua e scendere un po’ dall’italico piedistallo del ‘noi abbiamo il Colosseo e siamo gli unici a saper cucinare’.

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Come descriveresti le vite quotidiane delle persone del posto?

Sono estremamente abitudinarie. Le giornate iniziano molto presto e, quindi, si concludono anche relativamente presto. Per fare un esempio, ho incontrato delle amiche a cena, qualche settimana fa. Appuntamento alle 18 davanti al ristorante e alle 21.15 eravamo già a casa.

E com’è, invece, una tua giornata tipo?

La mia giornata tipo, da quando abbiamo il ristorante, è molto piena. Sveglia alle 8, alle 9.30 vado al ristorante e mi occupo di contatti con i fornitori e di tutto ciò che concerne la gestione della cucina (50 coperti, una cucina minuscola in cui faccio tutto da sola e, spesso, ‘fait maison’). Il pomeriggio spesso non rientro a casa e quindi le mie sono delle lunghe giornate all’interno del ristorante. Per fortuna, Wanda, mia moglie, fa un grosso lavoro tra approvvigionamento, gestione della sala e amministrazione.

Quali sono le differenze fra la Elvira che viveva in Italia e quella che abita in Svizzera?

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Sono molto più sicura di me. Prima pensavo di essere una ‘fallita’ perché non riuscivo a trovare il mio posto. In 5 anni in Svizzera sono riuscita a prendermi delle belle soddisfazioni, umane e professionali.

Elvira Frusteri Svizzera

La Svizzera è famosa per essere cara. Sei d’accordo? Qual è lo stipendio minimo con cui, secondo te, si può “vivere bene”?

La Svizzera non è più cara dell’Italia. Faccio un esempio banale: entro in un negozio per comprare un cappotto. In Svizzera posso pagarlo 100 franchi, in Italia 100 Euro. Solo che in Svizzera, magari, guadagno 3500 franchi netti, in Italia quanti Euro? 1200?

Il concetto di “vivere bene”, poi, è estremamente soggettivo. Conosco gente che si sente ricca con 3500 franchi al mese netti e gente con 8000 netti che piange miseria.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Posso essere sincera? Non ho incontrato nessuna difficoltà. Nessuna.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

La soddisfazione più grande è stata questa: mi avvicino a un tavolo e la ragazza inizia a piangere, commossa. Chiedo se ci sia un problema. La sua risposta? “Avevo una zia siciliana che mi faceva la pasta con le polpette, proprio come questa”. Ecco, la mia più grande soddisfazione è far provare emozioni attraverso il cibo.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Non partite all’avventura. Rischiate di perdere tempo e, soprattutto, denaro.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Se cercate la movida non è il posto adatto. Se vi piace la natura… è magnifico.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Sì, partirei prima.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che i sacrifici devono portare a un bene superiore e che il sacrificio fine a sé stesso non va bene.

Progetti futuri?

Moltiplicare il nostro format aziendale.

Per seguire e contattare Elvira:

E-mail: frusteri.ristorazione@gmail.com

Sito web:https://www.clirestaurantboudry.ch/

Instagram: colonia libera italiana restaurant Boudry