Vivere a Tenerife: la storia di Andrea

“Lavorare oggigiorno all’estero significa, almeno per un italiano, lavorare in Germania, Gran Bretagna, Francia o addirittura Stati Uniti, Canada o Australia. Oppure trovare, come ho fatto io, un’isola felice, “l’isola che non c’è”, per dirla alla Bennato: e invece c’è, esiste e ti consente di fare tutto quello che la tua patria, purtroppo, ti nega”. Vivere a Tenerife per Andrea significa questo.

Fañabè, nell’isola di Tenerife, è il posto che ha permesso ad Andrea Siboni di riappropriarsi dei propri tempi e di ritrovare la serenità familiare e professionale, senza più doversi ritrovare a combattere con le innumerevoli incombenze burocratiche che gli si paravano davanti in Italia. Grazie al supporto di InfoCanarie, Andrea, titolare della FleurWorld, un’azienda che si occupa di spedizione di fiori in tutto il mondo, è riuscito a trasferire la propria attività a Fañabè ed ora finalmente ha raggiunto il proprio equilibrio, può svegliarsi al mattino e vedere tutto funzionare perfettamente sotto i suoi occhi.

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Andrea, ci racconti come ha avuto inizio la tua vita a Fañabè, nell’isola di Tenerife?

Tutto è iniziato navigando in internet, una sera come tante. Mi sono imbattuto in un sito che magnificava le Isole Canarie, il clima sempre favorevole per una vita tranquilla, rilassante e soprattutto con un basso tasso di umidità, che tanto giova al nostro fisico. Sembrava la tipica pubblicità di un tour operator, se non fosse stato per quel riferimento ai vari vantaggi fiscali e burocratici per chi decideva di trasferire lì la propria attività lavorativa. Allora ho cominciato a leggere con più attenzione, cercando di capire se fosse un “paradiso fiscale”. Nulla di tutto ciò, anzi. Si trattava di un territorio politicamente spagnolo, quindi regolato anche da norme comunitarie europee, anche se geograficamente africano; il Governo spagnolo, di concerto con quello canario, punta sullo sviluppo economico e sociale di queste isole, con l’ausilio, per così dire, anche di agevolazioni comunitarie per coloro i quali implementano nuove e proficue attività lavorative. E poi leggere che esistevano strutture preposte all’affiancamento, step by step, per insediarsi al meglio e muoversi col piede giusto in questa nuova avventura, mi ha rassicurato non poco. La scelta dell’isola di Tenerife, e più specificatamente Fañabè, è nata successivamente all’incontro con Fabio Chinellato, che dedica ampio spazio all’argomento su www.infocanarie.com, alle sue informazioni circa i vantaggi offerti dalle singole isole, ognuna con le sue peculiarità. Quest’isola, Tenerife appunto, mi era più congeniale per il clima sempre primaverile, che ha da subito attratto sia la mia compagna che me; e poi Fañabè, per la posizione geografica, sì, ma soprattutto per i servizi offerti, primo fra tutti i 100 mb di fibra ottica a disposizione dell’utenza, utilissimi al mio call center, per dialogare nella situazione più ottimale con i Fioristi e i miei Partner in tutto il mondo.

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Prima di scegliere le Canarie hai valutato altre zone? Perché poi la scelta è ricaduta proprio sull’isola dell’eterna primavera?

Beh, certo, era già un po’ di tempo che meditavo di cambiare vita, sistema di vita, voglio dire. Insomma, a chi può mai piacere lasciare oltre la metà del proprio reddito, ogni anno, ad uno Stato che non ti restituisce neanche un quinto in beni e servizi? Tanto varrebbe non pagarle quelle tasse, un po’ come accade negli USA, dove tutti i servizi sono offerti da strutture private (vedi l’assistenza sanitaria che per il 90% è garantita da assicurazioni private). Ma da qui alla scelta, il passo era tutt’altro che facile. Bisognava innanzitutto trovare un luogo che non facesse rimpiangere la nostra bella penisola e già questo non è poco. Poi, una volta scelta la nuova destinazione, sincerarsi che avesse tutto il necessario per sviluppare il proprio business e come svilupparlo, quali ostacoli affrontare, come superarli, possibilmente in modo indolore, quanto tempo destinare alla fase di implementazione e quando infine poter dar luogo allo start up. Io forse ero un po’ più fortunato di altri, perchè, come ho sempre asserito, la mia attività potrebbe essere svolta anche su una palafitta, in mezzo all’oceano, con un’unica necessità: un buon collegamento internet. Ma comunque il passo era importante. Tutte queste prerogative le ho trovate qui, in Fañabè, nell’isola di Tenerife, al sud che non è il Sud Italia, anzi, per efficienza, ricorda molto la tanto celebrata “Milano da bere”.

Perché hai scelto di trasferire all’estero la FleurWorld, un’azienda di cui sei il titolare, che si occupa di spedizione di fiori in tutto il mondo?

Come ho appena detto, la mia azienda ha il suo core-business nell’intermediazione di omaggi floreali; in pratica è un intermediario di servizi, tanto alle imprese, i fioristi per l’appunto, quanto a chiunque, attraverso il web si colleghi a www.fleurworld.com. E’ una realtà internazionale ai massimi livelli sia in termini di efficacia che in termini di efficienza. E può sviluppare il proprio ruolo semplicemente con un collegamento internet, utilizzato ovviamente da personale specializzato, quindi collegandosi in rete ed operando fisicamente da qualunque parte del mondo, purchè, ribadisco, in internet. In quest’era di forte globalizzazione, parlare di estero mi pare riduttivo: direi piuttosto che ho optato per un’allocazione più conveniente in termine di “roe”, poichè gli immobilizzi sono pressoché uguali in ogni nazione; ma poi, con elevate soglie d’imposta, il “roi”, che è poi quello che spinge l’azienda verso l’alto, subisce anche importanti flessioni. Quindi il regime fiscale di Tenerife e la snella burocrazia per l’implementazione e la gestione dell’impresa, mi ha fatto propendere per questi luoghi.

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Un trasferimento d’azienda all’estero comporta dei passaggi burocratici non poco problematici. Da chi sei stato supportato in questo trasferimento?

Come ho accennato prima, il traghettatore che mi ha accompagnato nell’inferno burocratico che mi immaginavo, ma che poi in realtà non c’era, il mio Caronte è stato un esponente di InfoCanarie, il Sig. Fabio Chinellato che, con il suo staff di personale dedicato e specializzato, ha affiancato la mia azienda in ogni singolo passo, rendendomi indolore il nuovo inizio.

Quanto è importante affidarsi a dei professionisti del settore nel trasferimento della propria azienda?

E’ basilare. Immagina di dover imparare a nuotare da solo: alcuni direbbero “beh, è facile. Basta vincere la paura iniziale, agitare braccia e gambe e il resto vien da sè. Galleggiamo tutti, alla men peggio e poi col tempo perfezioniamo il nostro movimento, fino a dire un giorno: so nuotare anch’io”. Ma stiamo parlando di un’attività lavorativa, purtroppo, che comporta doveri verso se stessi, la propria famiglia, i propri dipendenti, i propri collaboratori, i propri partners, i propri clienti. Insomma, non si può prescindere da tutto ciò e abbandonarsi al fai da te. Per questo benedico strutture come InfoCanarie, per l’appunto, che mi ha offerto un pacchetto di buon livello, da poter integrare con un altro pacchetto modulare, specificatamente sviluppato per le singole esigenze di ogni Azienda.

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Quanto tempo hai impiegato per programmare il trasferimento? E quanto tempo è passato da quando l’hai programmato al primo giorno di apertura a Fañabè?

Beh, i tempi di programmazione sono stati abbastanza lunghi. Innanzitutto ho dovuto conciliare vari fattori, spaziando dalla logistica alla comunicazione, dal mero onere burocratico a quello più squisitamente sentimentale, se così posso dire. Diciamo che in tutto mi ci sono voluti più di dodici mesi prima di mettere piede qui a Tenerife. E per piede intendo svegliarmi al mattino e vedere tutto funzionare perfettamente sotto i miei occhi.

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Cosa significa oggi fare impresa in Italia e farlo invece all’estero? Nel tuo caso specifico a Tenerife?

E’ sotto gli occhi di tutti che la crisi tanto paventata ai tempi dell’alto livello di spread contestato al governo Berlusconi è ora più che tangibile. Quindi più che mai ogni azienda, anche se ha operato con oculatezza, è a serio rischio collasso, se non addirittura fallimento, con conseguente licenziamento di numerosi dipendenti, trasversalmente operai ed impiegati. Questa triste realtà accompagna il maggior numero di piccole e medie imprese in tutti quei Paesi denominati dalla Comunità Europea PIIGS, quindi anche la Spagna. Lavorare oggigiorno all’estero, significa, almeno per un italiano, lavorare in Germania, Gran Bretagna, Francia o addirittura Stati Uniti, Canada o Australia. Oppure trovare, come ho fatto io, un’isola felice, “l’isola che non c’è”, per dirla alla Bennato: e invece c’è, esiste e ti consente di fare tutto quello che la tua patria, purtroppo, ti nega. Cioè fare impresa, creare reddito, reinvestire buona parte degli utili, creare opportunità di lavoro, interscambi economici, realizzare posti di lavoro, attivi e produttivi. Insomma sì, la felicità per un imprenditore, serio e lavoratore, passa per Tenerife.

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Quali sono le differenze sostanziali che hai riscontrato?

E’ un discorso trito e ritrito forse, ma di certo alla base di ogni azienda: la velocità nella realizzazione di un progetto, la snellezza degli iter di attuazione e la semplicità di intercomunicabilità con le altre realtà commerciali coinvolte. Tutti fattori che consentono la crescita, in ogni senso, e infondono fiducia in chi vuole realizzare qualcosa per sè e per gli altri.

Come funziona la tassazione? Com’è la pressione fiscale?

La tassazione è già di per sè molto contenuta, ma soprattutto lineare, non farraginosa, come avviene spesso in Italia, dove vari balzelli si susseguono e si sommano fino ad erodere ben oltre il 60% dei tuoi introiti, a volte anche prima di averli incassati. E poi ci sono molteplici agevolazioni; una fra tutte, la ZEC, ti offre molti sgravi fiscali, consentendoti di ottimizzare ogni fase produttiva. Certo, nessuno ti regala nulla, ma se il tuo animo è sereno e la volontà è quella di realizzare qualcosa, hai tutte le carte in regola per raggiungere i tuoi obiettivi.

In questo periodo di permanenza alle Canarie, come e in cosa è cambiata la tua vita?

Molte cose si evolvono naturalmente, indipendentemente dal luogo in cui sei. Alcune si ingigantiscono, si evidenziano di più, saltano più all’occhio e spesso è un bene perchè si possono gestire meglio, si possono correggere e portare nella giusta direzione. Altre invece seguono il loro corso senza sentirsi scalfite dai luoghi, inesorabilmente. La vita, qui alle Canarie, a Fañabè nell’isola di Tenerife, dove vivo ormai da oltre due anni, è molto più rilassante. Non devo più combattere con le innumerevoli incombenze burocratiche che mi si paravano davanti in Italia; posso gestire molto meglio il tempo, dedicare molto spazio alla famiglia, godere del piacere quotidiano momenti di relax. In Italia dovevo ritagliarmi piccolissimi spazi temporali, programmandoli con largo anticipo, per godermi qualche giorno di relax. E l’imprevisto era sempre dietro l’angolo.

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