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Paradisi fiscali: cosa sono, come funzionano e la Black List aggiornata

PARADISI FISCALI

Paradisi fiscali: che cosa sono e come funzionano

Conosciuti anche come centri finanziari offshore (OFC), i paradisi fiscali sono piccole giurisdizioni a bassa tassazione in località remote, come le isole dei Caraibi, dove le persone benestanti spesso depositano denaro all’interno di società di comodo e entità anonime.

Cosa vuol dire paradiso fiscale? Una definizione di paradisi fiscali ci viene fornita dall’enciclopedia Treccani che scrive:

«Con il termine di paradiso fiscale si indica uno Stato (o territorio dotato di autonomia impositiva) caratterizzato da bassa fiscalità e che prevede trattamenti fiscali particolarmente favorevoli rispetto alla generalità degli altri Stati, allo scopo di attirare capitali di provenienza estera».

Ci sono, quindi, Paesi, spesso sotto la sovranità di uno Stato più grande, dove le tasse sono molto basse o inesistenti, e le leggi fiscali e tributarie molto blande.

Si tratta in sostanza di paesi a regime fiscale privilegiato dove operano società “offshore”, chiamate così in finanza perché create “fuori giurisdizione” all’interno di un paradiso fiscale, dove le spese fiscali sono limitate e le istituzioni garantiscono il segreto bancario e un alto livello di privacy. Questi paradisi, infatti, non rispondono alle richieste delle magistrature straniere o richiedono procedure così complesse da scoraggiare molti giudici.

L’obiettivo di un paradiso fiscale è attrarre capitali esteri, promettendo tasse molto basse e silenzio sui controlli fiscali. La storia dei paradisi fiscali è tuttavia molto antica, quanto quella delle tasse e spiega perché esistono i paradisi fiscali.

La storia dei paradisi fiscali

Per rintracciare il vero significato del termine “paradiso fiscale” bisogna, infatti, tornare indietro di centinaia di anni. Sebbene fin dai tempi degli antichi romani, i cittadini più abbienti abbiano cercato degli escamotage per fuggire dal proprio sistema fiscale, il primo “paradiso fiscale” del mondo moderno fu l’America.

Molti storici riconoscono che numerosi padri pellegrini, ovvero i fondatori delle colonie nordamericane nel ’600, andarono nel Nuovo mondo per sfuggire alle tasse inglesi, e non solo per motivi religiosi e politici. Fu poi Re Giorgio II di Gran Bretagna alla fine del Settecento a coniare il termine di “Tax Haven” per designare le isole Cayman, territorio britannico nel Mare dei Caraibi.

Le isole si sarebbero guadagnate lo status di località esente dalle tasse perché alcuni marinai locali salvarono da un naufragio gli equipaggi di dieci navi mercantili: il re avrebbe ricompensato il gesto degli abitanti delle Cayman promettendo di non tassare mai il loro arcipelago.

La geografia dei paradisi fiscali

I paradisi fiscali a loro modo si somigliano, tanto da poterne quasi tracciare un identikit. Sono quasi sempre Paesi con qualcosa in meno rispetto agli altri. Quasi tutti sono senza esercito, fatta eccezione per la Svizzera, e privi di sindacati e partiti davvero rappresentativi.

Spesso non impongono tasse perché non hanno quasi spese pubbliche. Sono inoltre privi in molti casi di una valuta propria.

La maggior parte dei migliori paradisi fiscali sono nazioni insulari come le Isole Vergini britanniche, le Samoa e Malta.

Dove sono i paradisi fiscali: alcuni esempi

Tra i più noti paradisi fiscali della storia c’è la Svizzera, fin dagli Anni ’30 un rifugio di soldi grazie alla sua neutralità e alle norme sul segreto bancario.

Nel secondo dopoguerra emerse anche che Tangeri in Marocco, che aveva un sistema tributario quasi inesistente e un liberalismo doganale pressoché illimitato.

Beirut in Libano divenne invece un paradiso fiscale dopo la Prima guerra arabo-israeliana. Oggi non lo è più e il suo posto è stato preso da Dubai negli Emirati Arabi che è soprattutto il rifugio fiscale dei russi e della finanza islamica.

Panama è un altro esempio. Il piccolo Paese ha costruito la sua fortuna più come sede di società offshore che permettono di evadere il fisco e di nascondere operazioni al limite del lecito.

Un altro esempio, Hong Kong che è diventata accesso privilegiato alla Cina continentale per il suo status di ex colonia britannica.

Lista nera dei paesi paradisi fiscali 2020

L’Unione europea ogni anno redige una “lista nera” dei paradisi fiscali. Pubblicata per la prima volta nel 2015, costantemente aggiornata, ci fornisce un elenco dei paradisi fiscali al fine di migliorare la governance fiscale globale e combattere la frode, l’evasione e l’elusione fiscale.

La lista nera dell’UE fa pressioni sulle nazioni affinché apportino modifiche e riforme ai loro codici fiscali, e i paesi nella lista nera possono subire sanzioni dall’UE.

Questo processo ha portato all’eliminazione di oltre 120 regimi fiscali dannosi in tutto il mondo e decine di paesi hanno iniziato ad applicare gli standard di trasparenza fiscale. Un risultato portato avanti dall’OCSE per la lotta all’evasione e all’elusione fiscale internazionale.

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Lista bianca e lista grigia dei paradisi fiscali

Oggi i paradisi fiscali vengono catalogati anche in:

  1. Lista bianca: costituita dai paradisi fiscali che non garantiscono il segreto bancario. Uno dei territori più sfruttati al mondo appartenente a questa lista è il Delaware, perché offre i vantaggi delle società a responsabilità limitata nell’ordinamento giuridico degli Stati Uniti d’America, senza figurare tra i paradisi fiscali della black list. Un altro esempio è costituito dalle Isole Canarie, uno dei paradisi fiscali in Europa, che offre notevoli benefici in termini di aliquote delle imposte.
  2. Lista grigia: riguarda invece i Paesi che non sono ancora conformi a tutti gli standard fiscali internazionali, ma che si sono impegnati a riformare i propri sistemi.

Paradisi fiscali eliminati dalla black list 2020

Nella black list dei paradisi fiscali 2020 (aggiornata al 18 febbraio, ndr) il Consiglio europeo ha completamente eliminato:

  1. Armenia
  2. Antigua e Barbuda
  3. Bahamas
  4. Bermuda
  5. Belize
  6. Isole Vergini britanniche
  7. Cabo Verde
  8. Isole Cook
  9. Isole Marshall
  10. Montenegro
  11. St Kitts e Nevis
  12. Vietnam

Paesi rientrati nella black list 2020

  1. Isole Cayman
  2. Palau
  3. Seychelles
  4. Panama

I primi tre sono stati spostati dalla lista grigia alla lista nera, Panama è stato aggiunto alla black list.

La lista dei paradisi fiscali nel mondo è in continuo movimento. Ogni anno se ne aggiungono di nuovi mentre altri ne escono. Per semplificare le cose, Oxfam – confederazione internazionale di organizzazioni non profit – ha realizzato una mappa interattiva dei paradisi fiscali nel mondo che mostra esattamente chi è nella lista nera e chi è nella lista grigia dei paradisi fiscali, nonché gli impegni presi e altre informazioni chiave.

Anche questa mappa con le bandiere dei paradisi fiscali ci dà un’idea dei paradisi fiscali inseriti nella black list europea.

Black List dell’Agenzia delle Entrate

Anche l’Italia elabora la lista nera dei paradisi fiscali, un elenco di 46 paesi o giurisdizioni, redatto e aggiornato dal Ministero dell’Economia e dall’Agenzia delle entrate. Sono i paesi in cui vige una fiscalità privilegiata e che non collaborano con le autorità italiane per accertamenti sugli intestatari dei conti correnti dei nostri connazionali.

I paesi compresi nella Black List stilata dall’OCSE e aggiornata annualmente dall’Agenzia delle Entrate sono:

  1. Andorra
  2. Bahamas
  3. Barbados
  4. Barbuda
  5. Brunei
  6. Gibuti
  7. Grenada
  8. Guatemala
  9. Isole Cook
  10. Isole Marshall
  11. Isole Vergini statunitensi
  12. Kiribati
  13. Libano
  14. Liberia
  15. Liechtenstein
  16. Macao
  17. Maldive
  18. Nauru
  19. Niue
  20. Nuova Caledonia
  21. Oman
  22. Polinesia francese
  23. Saint Kitts e Nevis
  24. Salomone
  25. Samoa
  26. Saint Lucia
  27. Saint Vincent e Grenadine
  28. Sant’Elena
  29. Isola di Sark
  30. Seychelles
  31. Tonga
  32. Tuvalu

Fino al 2016 per le operazioni effettuate con aziende situate in uno dei Paesi inclusi nell’elenco Black List era necessario inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Questo obbligo è stato abolito a partire dal 2017 con l’articolo 4, comma 4 del decreto legge del 22/10/2016 n. 193.

Lista Ecofin dei paradisi fiscali

Un altro strumento oggi per poter individuare i Paesi Black List del 2020 è l’elenco approvato dall’Ecofin, che riunisce i ministri delle finanze dell’Unione europea, e aggiornato al 14 novembre 2019.

I nuovi paradisi fiscali nel mondo sono:

  1. Samoa americane
  2. Figi
  3. Guam
  4. Oman
  5. Trinidad e Tobago
  6. Isole Vergini degli Stati Uniti
  7. Vanuatu

Quali sono i paradisi fiscali nel mondo: elenco dei paesi

La Commissione delle Comunità Europee distingue fra:

In pratica non tutti i paesi che vengono definiti paradisi fiscali in realtà operano illegalmente. Pensiamo al Portogallo (eden per i pensionati perché non fa pagare le tasse sulle pensioni per 10 anni) oppure a Tenerife nelle Canarie dove vige un sistema fiscale vantaggioso per chi fa impresa.

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Ma quali sono i migliori paradisi fiscali del 2020? Scopriamolo insieme.

Ecco quali sono i paradisi fiscali in Europa

Anche l’Europa ha i suoi paradisi fiscali. Il miglior paradiso fiscale in Europa è la Svizzera che consente il massimo di segretezza finanziaria dal momento che mantiene il segreto bancario sui nominativi dei proprietari dei conti.

Altri paradisi fiscali in Europa sono:

Ci sono paradisi fiscali che come abbiamo detto in precedenza (vedi lista bianca e lista grigia) sono semplicemente paesi in cui la tassazione è agevolata. Tra questi ci sono la Repubblica di San Marino, le Canarie, Malta, ecc.

Si tratta di luoghi che propongono ai residenti delle tassazioni agevolate per attirare nuovi investitori ma anche nuovi abitanti, posti ideali quindi per investire all’estero.

È il caso delle isole Canarie, diventate negli ultimi anni piccoli paradisi per chi vuole aprire un’attività tutta sua, grazie al REF, il Regime Economico e Fiscale delle Canarie, attualmente uno dei migliori regimi fiscali in Europa.

All’interno del REF sono presenti diversi strumenti e opportunità che garantiscono una minore tassazione:

Isole considerate un paradiso fiscale

Molte le isole considerate un paradiso fiscale. Tra queste ci sono:

  1. Isola di Man (Isle of Man) è definita un «centro finanziario a bassa tassazione», grazie alla assenza di imposte sui redditi di capitale, l’imposta di successione, l’imposta sulle società o le imposte di bollo. L’isola, situata tra l’Inghilterra e l’Irlanda, applica inoltre una tassa sui redditi molto bassa. L’aliquota massima arriva al 20% per un totale massimo di circa 150.000 euro.
  2. Isola di Jersey: nella manica tra il Regno Unito e la Francia, il paradiso fiscale della Jersey Island non prevede ancora alcuna tassa di successione o sulle plusvalenze.
  3. Mauritius: nell’Oceano Indiano a largo delle coste del Madagascar, accolgono numerosi investimenti esteri, soprattutto quelli diretti verso l’India. In Mauritius le aziende che sono fiscalmente residenti possono usufruire di agevolazioni fiscali concesse mediante convenzioni. Inoltre, le plusvalenze e gli interessi non sono imponibili
  4. Bermuda: imprenditori e società che trasferiscono i propri capitali in questo Paese possono trarre vantaggio dal segreto bancario. È illegale per le banche delle Bermuda comunicare dettagli sulle identità dei titolari dei conti.
  5. Bahamas: sono un altro dei migliori paradisi fiscali al mondo, grazie all’assenza di imposte sulle plusvalenze, imposte di successione, tasse sul reddito personale.
  6. Curacao: meta turistica molto ambita, questa isola dei Caraibi attrae anche le grandi compagnie in cerca di vantaggiosi accordi fiscali. I generosi incentivi di Curacao, il trattato fiscale con i Paesi Bassi, e la riluttanza a partecipare al processo di riforma della fiscalità internazionale finalizzato a contrastare gli abusi fiscali, fanno guadagnare all’isola il titolo di paradiso fiscale.
  7. Barbados: destinazione preferita dalle compagnie che producono oro grazie alle basse aliquote fiscali e agli allettanti incentivi. Le aliquote sugli utili delle società offshore oscillano tra l’1 e il 2%.
  8. Singapore: città stato insulare, è un importante centro finanziario. Singapore garantisce diversi incentivi per le multinazionali per favorire la riduzione del loro carico fiscale globale, come quelli per i servizi finanziari e per la ricerca e sviluppo.

Paradiso fiscale degli USA

Un altro paradiso fiscale nel mondo molto importante è rappresentato dagli Stati Uniti. Secondo l’edizione 2020 del Financial Secrecy Index elaborato dal Tax Justice Network, che vede al primo posto dei paradisi fiscali nel mondo le Isole Cayman, la novità principale riguarda il sorpasso degli Stati Uniti sulla Svizzera che portano a casa la medaglia d’argento superando per la prima volta la confederazione elvetica.

Gli USA, infatti, mettono sul piatto una vasta gamma di segretezza e di agevolazioni fiscali per i non residenti, sia a livello federale che a livello dei singoli Stati. Inoltre, non aderiscono al Common reporting standard (Crs) dell’Ocse, lo standard globale per lo scambio di informazioni.

Il caso del Delaware

Un caso che merita un paragrafo a parte è quello del Delaware. Questo Stato degli USA mette a disposizione di piccoli e grandi imprenditori uno strumento molto versatile: quello della LLC, Limited liabilities company (società a responsabilità limitata), una struttura che consente di ridurre in maniera significativa il carico fiscale, occultando nello stesso tempo anche i beneficiari economici delle attività.

Grazie al sue regime fiscale agevolato, il Delaware è un porto sicuro per le maggiori multinazionali americane e non, che volevano eludere il fisco, nascondendo il loro patrimonio.

Paradisi fiscali per pensionati italiani

Spesso si utilizza il termine paradiso fiscale per indicare anche quei paesi dove la fiscalità è più vantaggiosa, ma non per questo operano illegalmente. È il caso di quei paesi che offrono benefici fiscali agli over 65.

Molti i pensionati statali all’estero che negli ultimi anni hanno scelto una destinazione fuori dall’Italia per pagare meno tasse sui loro assegni pensionistici.

Il Portogallo è sicuramente il preferito il paradiso fiscale preferito dai pensionati in Europa grazie alla sua legge che non prevede tassazioni sulle pensioni per dieci anni a chi risiede nel Paese. Un’agevolazione che ha portato tanti pensionati italiani in Portogallo. Preferita su tutti, l’isola di Madeira.

La presenza degli over 65 si concentra soprattutto nelle aree continentali verso cui si sono da sempre indirizzati i flussi migratori dal nostro Paese: America settentrionale, America meridionale e Oceania.

Ma è in Europa che risiede una larga parte (il 73%) dei pensionati all’estero. Non solo Portogallo. Molto gettonate anche Cipro e Malta come paradisi fiscali per pensionati.

Tra gli altri paradisi fiscali per pensionati in Europa c’è la Spagna, specialmente le isole Canarie (Tenerife e Lanzarote su tutte) per via delle temperature calde tutto l’anno.

Conclusioni: libri e forum sui paradisi fiscali

Il tema dei paradisi fiscali è molto ampio e vasto, difficilmente riassumibile in un articolo. Se desiderate approfondire il tema vi consigliamo la lettura di alcuni libri:

  1. Paradisi e paradossi fiscali” di Giuseppe Marino, docente di Diritto tributario all’Università Statale e alla Bocconi di Milano.
  2. Offshore. Paradisi fiscali e sovranità criminale” di Alain Deneault.
  3. La ricchezza nascosta delle nazioni. Indagine sui paradisi fiscali” di Gabriel Zucman.
  4. Guida ai Paradisi Fiscali” di Degregori & Partners.
         

Un altro modo per tenersi informati sui paradisi fiscali sono i forum presenti sul web. Uno di questi è Paradisi Fiscali Forum su Facebook: https://www.facebook.com/paradisifiscaliforum/.

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