Il lavoro dei sogni

Di Gianluca Ricci

Forse il lavoro dei sogni, in qualche angolo nascosto del pianeta, esiste davvero, anche se in certi casi la realtà supera ogni più spericolata fantasia. È dei giorni scorsi la notizia che una nota multinazionale del cioccolato starebbe cercando un assaggiatore professionista per la degustazione dei prodotti delle sue controllate: la favola di Willy Wonka planata negli intimi recessi della cronaca. Ma non si tratta di un unicum.

Nel corso degli anni sono state pubblicate molte inserzioni di questo tipo, ai limiti fra fake news ed effetti speciali ai confini della realtà. L’inserzione dell’azienda a caccia di un collaudatore di materassi la si potrebbe confinare nel patinato mondo fantastico di Topolinia o Paperopoli, il mestiere ideale per Paolino Paperino, perennemente in bilico fra amaca e divano: e invece l’azienda esiste davvero, la californiana McRoskey, e Reuben Reynoso è pagato proprio per verificare la qualità di ogni singolo materasso saltandoci sopra sì, ma con mosse studiate e giustificate. Nessun pigiama party in fabbrica, dunque, ma un’attività di grande precisione, seppure applicata… con i piedi.

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Allo stesso modo il novello Willy Wonka dovrà assaggiare i prodotti di un’azienda inglese che sta per lanciare sul mercato un nuovo snack e una nuova bevanda a base di cacao: per questo è alla ricerca di tre chocolate taster e un chocolate and cocoa beverage taster. Il corso di formazione è offerto dalla casa, il naso e l’intuito olfattivo invece li si dovrà possedere come inestimabile dono di natura. In palio tre posti part time e uno a tempo pieno.

E chi l’avrebbe detto che alle volte i sogni si possono trasformare in realtà, per di più ben retribuita? Senza spingersi alle surreali offerte provenienti dallAustralia, dove cercavano a 1300 dollari al giorno pescatori di perle in grado però di garantire un minimo di “pescato” quotidiano, molte sono e sono state le offerte presenti in rete in grado di solleticare la fantasia di quanti fanno del proprio spirito di iniziativa una specificità del loro carattere.

Creatori di giochi, per esempio: qualche tempo fa una nota azienda di videogiochi aveva lanciato una proposta di lavoro a chi si dimostrasse in grado di realizzare un nuovo gioco da destinare al mercato. Scrittori di manuali di istruzioni, altro esempio: una nota multinazionale aveva pubblicato qualche anno fa un’inserzione sul suo sito per individuare alcune figure professionali da destinare esclusivamente a questa mansione; uniche competenze richieste, a fronte di uno stipendio di tutto rispetto, la perfetta conoscenza della lingua inglese e delle basilari regole della comunicazione scritta.

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E che dire di Travel Pass Group, che ad un certo punto ha offerto a 60mila dollari la possibilità di provare tutte le attrazioni turistiche e gli alberghi di grido di Cancun e dintorni per poi raccontarli sul sito della società in modo da spingere sulla promozione turistica dell’amena località balneare messicana? O della Meantime Brewing Company, che ha offerto un posto di assaggiatore di birra a chiunque fosse dotato di un palato particolarmente sensibile e fosse disposto a trasferirsi a Greenwich? Sognare non costa nulla e nulla costa vagare negli interstizi della rete pronti a cogliere al volo l’occasione della vita.

La fortuna è ovviamente privilegiata rispetto allo spirito di iniziativa, ma senza l’uno nemmeno l’altra può granché. A meno che non ci si rivolga alla Jobalchemy, un marketplace creato da due italiani in cui si cerca di far incontrare domanda e offerta, là dove la domanda è rappresentata per lo più dai propri sogni.

Capita spesso infatti che abilità e competenze siano sviluppate più da hobby o passioni personali che non dal curriculum di studi o di precedenti esperienze lavorative: il problema è che raramente, attraverso i canali tradizionali, è possibile scoprirlo. Ma oggi trasformare i propri sogni in realtà può essere meno utopico di quel che sembra. D’altronde, come detto, sognare non costa nulla.