Salvatore, vivo e lavoro a Varsavia

A cura di Maricla Pannocchia

Dopo aver trascorso un periodo a Varsavia in occasione dell’Erasmus, ed essendosi trovato bene, Salvatore, originario della provincia di Reggio Calabria, quando, pur essendo altamente specializzato e dopo aver ottenuto la laurea con il massimo dei voti presso un prestigioso ateneo italiano, non è riuscito a trovare lavoro nel suo settore (se non un tirocinio in un ambiente tossico e con orari disumani), il giovane ha deciso di tornare proprio nella città polacca.

Lì, Salvatore gestisce il portfolio immobiliare di una banca americana e, anche se avrebbe la flessibilità di lavorare da remoto, va spesso in ufficio perché ciò favorisce la sua concentrazione e, inoltre, gli permette di mantenere i rapporti con i colleghi. A chi sta pensando di trasferirsi in Polonia, Salvatore consiglia Varsavia, città che ha dato i natali a Chopin, molto attiva dal punto di vista musicale e culturale, dove gli stipendi sono inferiori a quelli italiani ma, in generale, lo è anche il costo della vita. Una difficoltà, forse, può essere il clima durante i lunghi e freddi inverni ma, ci ricorda Salvatore, in estate Varsavia regala una temperatura piacevole e lunghe giornate soleggiate, “inoltre, qui, le stagioni sono ancora ben definite.”

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Salvatore Canzio Varsavia

Ciao Salvatore, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Salvatore, ho 31 anni, vengo dalla provincia di Reggio Calabria e sono un expat in Polonia.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Mi sono trasferito in Polonia nel 2017 ma forse la mia decisione di venire qui era maturata qualche anno prima. Sin da piccolo sono stato sempre affascinato da altre culture e la possibilità di poterle vivere in prima persona ogni giorno era uno stimolo in più per partire. Quello che mi ha spinto a lasciare l’Italia, tuttavia, è stato, essenzialmente, il lavoro. Pur essendo altamente specializzato, laureato con il massimo dei voti in un prestigioso ateneo, non riuscivo a trovare un lavoro nel settore che m’interessava e per il quale avevo studiato. Dopo qualche colloquio riuscii a ottenere un tirocinio in una società dove, però, la cultura del lavoro era tossica e gli orari erano disumani. Decisi, così, di cercare altrove.

Ora vivi a Varsavia, in Polonia. Cosa ti ha spinto a scegliere proprio quella città?

In realtà è stata una scelta abbastanza facile perché ero stato in Erasmus qui nel 2015 e mi sono trovato molto bene. Varsavia (come tutta la Polonia in generale) sta attraversando un periodo di forte sviluppo e le opportunità lavorative sono veramente interessanti. Non solo, Varsavia è una metropoli moderna, ordinata, pulita e, soprattutto, sicura. Essa è una della poche città in cui il rapporto costi-guadagni è ancora abbastanza equilibrato, quindi, anche con uno stipendio medio, è possibile affittare una casa in centro, andare al ristorante, usare Uber ecc. C’è da dire, comunque, che tutto è aumentato dopo il Covid-19.

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Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

In un certo senso si aspettavano che prima o poi mi sarei trasferito perché ci avevo sempre provato o comunque monitoravo sempre il mercato del lavoro, coltivando le mie conoscenze ed espandendo il mio network a Varsavia. I miei genitori all’inizio erano un po’ preoccupati ma poi hanno visto che stavo bene e si sono tranquillizzati.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Direi, beata giovinezza! Nel senso che, in una settimana, ho preso la decisione, fatto due valigie e son partito. Dovessi trovarmi in una situazione simile oggi, non penso che mi trasferirei così velocemente. Diciamo che non ho programmato molto a livello organizzativo ma ho potuto contare sulla mia pregressa conoscenza della città e, soprattutto, sull’appoggio di alcuni amici che poi mi hanno aiutato nelle pratiche iniziali: casa, conto in banca, telefono e documenti vari.

Di cosa ti occupi?

Gestisco il portfolio immobiliare di una banca americana.

Come descriveresti una tua giornata tipo?

La giornata lavorativa è dalle 9 alle 17. Spesso vado in ufficio nonostante abbiamo la flessibilità di lavorare da remoto. Mi piace andare in ufficio perché mi concentro di più ma anche perché c’è una bella atmosfera e per me è importante avere relazioni sociali e stare a contatto con i colleghi. Quando finisco di lavorare, a seconda dei giorni, alterno una serie di attività: piscina, palestra, prove del coro o semplicemente torno a casa a riposare. Le stagioni qui sono molto scandite per cui in estate, con le giornate lunghe e piene di luce, mi piace andare nei numerosi parchi della città o farmi un giro in bicicletta.

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È facile, secondo te, per un italiano, trovare lavoro a Varsavia? Pensi che sia necessario sapere il polacco e/o l’inglese sin da subito?

Assolutamente sì, per un italiano è semplice trovare lavoro purché si abbia almeno una base solida d’inglese. Molte aziende qui usano l’inglese come lingua principale quindi è possibile trovare lavoro se si conosce questa lingua. Ci sono anche tanti ristoranti italiani, quindi, magari, è possibile farsi assumere anche nella ristorazione (ma non ne sono certo). Sapere l’inglese, comunque, è assolutamente necessario.

Molta gente (soprattutto nelle città principali) parla un ottimo inglese e spesso gli annunci e i siti sono in doppia lingua quindi si può sopravvivere senza il polacco. Io stesso, dopo tanti anni qui, non ho un livello fluente di polacco, proprio perché è più semplice e comune parlare in inglese. Tuttavia, per esperienza personale, consiglio vivamente d’iniziare a studiare il polacco sin da subito, una volta arrivati qui.

In quali settori è più semplice trovare un impiego?

Qui ci sono tante multinazionali con centinaia di posizioni aperte per cui, come ho detto prima, se conosci l’inglese, non è difficile trovare un lavoro. Direi che i settori principali in cui poter trovare un lavoro sono quello delle multinazionali e quello del lavoro da ufficio: back office, outsourcing, aziende di servizi, marketing, finanza e real estate.

La cosa bella che ho notato qui è che, anche se hai un diploma accademico in un altro settore, se vedono che sei portato per quel lavoro e sei sveglio, loro ti assumono. Per esempio, conosco una persona che lavora in banca ma ha una laurea in fisioterapia. Il mercato del lavoro qui è molto dinamico.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare in Polonia?

Essendo nell’Unione Europea, in quanto italiani non abbiamo bisogno di visti o permessi speciali. Una volta arrivati in Polonia bisogna registrare la propria residenza (con contratto di affitto, per esempio) negli appositi ufficio per ottenere il cd PESEL. Questo sarebbe l’equivalente del codice fiscale italiano. Il PESEL è fondamentale ai fini fiscali, previdenziali ecc.

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Pensi che gli stipendi siano rapportati al costo della vita?

Sì. Qui si guadagna meno che in Italia ma si spende anche meno.

Puoi dirci il prezzo di alcuni beni e servizi di uso comune?

1L di benzina costa circa 1.60 Euro. Mangiare un piatto in un locale medio (hamburger, pad thai, cinese o indiano) costa circa 15 Euro.

L’abbonamento mensile ai mezzi di trasporto costa 23 Euro mentre una corsa in taxi di circa 6km costa 6/8 Euro.

La tariffa del cellulare costa 6-7 Euro (30GB e chiamate illimitate).

Qual è, secondo te, l’entrata minima da avere mensilmente per vivere bene a Varsavia?

Adesso, come accennavo prima, tutto è aumentato, quindi direi almeno 7000 PLN (1600 EUR lordi).

Come ti sei mosso per trovare un alloggio?

Quasi sempre tramite agenzia.

Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo il giusto?

La metropolitana di Varsavia è in continua espansione quindi diverse zone diventano più accessibili pur non essendo centrali fra cui Praga, Bemowa e alcune parti di Wola. In queste zone credo sia possibile affittare un mono/bilocale con 600/700 Euro il mese.

Che consigli daresti a un italiano che sta cercando casa lì ora?

Avere qualcuno del luogo aiuta sempre quindi sarebbe opportuno chiedere a qualche conoscente o rivolgersi a un agente. Inoltre, ci sono tanti gruppi Facebook in cui vengono pubblicati numerosi annunci utili per trovare un alloggio.

Per quanto riguarda la posizione mi sentirei di consigliare Wola e Mokotow perché sono le mie preferite e centrali ma quello è soggettivo. I mezzi funzionano molto bene a Varsavia quindi non ci sono problemi.

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E, in generale, che suggerimenti hai per i tuoi connazionali che vorrebbero trasferirsi lì?

Avere mente aperta, essere flessibili e avere tanta voglia di lavorare e rispettare la cultura locale.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro del vivere a Varsavia?

Pro: città pulita, ordinata, sicura, con tanti servizi e occasioni professionali. I costi sono ancora sotto controllo. La posizione è strategica, al centro dell’Europa. Le strutture sono moderne e ci sono tanti ristoranti, musei e attrazioni.

Contro: il clima può essere un problema per qualcuno. Per il resto non vedo tanti contro.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Partiamo dal presupposto che noi italiani siamo ben visti quasi dappertutto. La gente del posto mi ha accolto a braccia aperte. I locals mi hanno sempre aiutato, supportato e non mi sono sentito discriminato quasi mai (soprattutto sul lavoro).

Com’è il clima a Varsavia?

Come accennavo prima, il clima può essere un ostacolo per qualcuno. Gi inverni sono molto freddi (ma meno rispetto a decenni fa) con la neve e spesso non si vede il sole per settimane. Il sole tramonta alle 15. Raramente la temperatura scende sotto i -5.

Per contro, le estati hanno giornate molto lunghe e luminose e la temperatura è piacevole. Ci sono settimane in cui la temperatura tocca e supera i 30° ma è un caldo molto gestibile.

La cosa che mi piace di più qui a Varsavia è che le stagioni sono ben scandite e, per esempio, l’autunno, la mia preferita, si manifesta con un’esplosione di colori tipici della stagione.

Cosa si fa, in città, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

Partiamo dal presupposto che questa città ha dato i natali a Chopin quindi c’è un focus particolare sulla musica. Ci sono tanti concerti di musica classica, musica corale, ma anche pop star internazionali che riempiono lo stadio nazionale con oltre 80mila spettatori. Inoltre, la scelta di musei, esibizioni e altri eventi è molto variegata.

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Io personalmente faccio parte di un coro internazionale il cui scopo principale è quello di promuovere la diversità come ricchezza. Siamo appassionati di musica con almeno 12-13 nazionalità diverse e siamo coinvolti in diversi progetti musicali. Cantiamo anche in altre città della Polonia e non solo.

Che consigli daresti a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Consiglio vivamente di visitare Varsavia durante l’estate perché la città cambia volto, è decisamente più viva e i colori sono più piacevoli. La città vecchia (Stare Miasto) è assolutamente da vedere insieme alle attrazioni principali che tutti consigliano. Suggerisco vivamente di assistere alla serie ‘’Concerti di Chopin’’ al giardino reale Lazienki la domenica. Credo che Varsavia sia una città perfetta per la fuga di un weekend.

Al giorno d’oggi, con la guerra fra Russia e Ucraina, molte persone pensano che anche la Polonia non sia particolarmente sicura. Qual è il tuo commento al riguardo?

La situazione di emergenza è stata gestita in maniera razionale ed esemplare. La Polonia ha accolto quasi 8 milioni di ucraini fornendo assistenza di ogni genere. Varsavia dista circa 300-400km dal confine con l’Ucraina ma non mi sono mai sentito in pericolo, se non per un piccolo incidente avvenuto nel sud della Polonia, dove sono stati ritrovati dei resti di un missile ucraino. La situazione è sotto controllo e, comunque, i soldati NATO sono al confine e fanno una sorveglianza costante. In tutto questo tempo ho visto dei militari a Varsavia solo una volta (per confermare quanto la situazione sia tranquilla). Vedo più militari nelle stazioni italiane che qui.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Forse, acquisterei casa prima. Per il resto, non cambierei nulla.

Progetti futuri?

La vita qui mi piace molto e, sebbene l’Italia e la mia famiglia mi manchino tanto, non riesco a immaginarmi in nessun altro posto. Vorrei crescere ancora professionalmente e non solo qui e poi, magari, un giorno, tornare nella mia città natale.

Per seguire e contattare Salvatore:

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