Paulownia: coltivazione ed usi
L’economia? È sempre più verde, in Italia come all’estero. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un vero e proprio boom della green economy, un settore in forte espansione e che può offrire molto a quanti stanno pensando ad avviare un business. Sono tante infatti le persone che hanno lasciato il loro lavoro da impiegati per coltivare la terra.
Una delle possibilità offerte dalla green economy è la coltivazione della paulownia, una pianta di origine cinese famosa per le sue proprietà medicamentose e per il legname, e la cui coltivazione in Italia sta prendendo sempre più piede, tanto da essere vista come un investimento molto redditizio.
Ne esistono più di 12 specie, ma quella più diffusa è la Paulownia Tomentosa, un albero imponente dalle fioriture bianche o lilla, con foglie cuoriformi e tomentose (ovvero ricoperte di morbidi peli intrecciati).
L’aspetto interessante è che si tratta di una pianta che offre numerosi “frutti”, da quelli economici a quelli ambientali. In questo approfondimento vogliamo proprio illustrarvi gli usi e i benefici della pianta, dandovi preziosi consigli su come investire e coltivare paulownia, creando una vostra coltivazione e avviando un business di successo.
Perché coltivare la paulownia: usi e benefici
La paulownia fu introdotta in Europa nel 1834 e fu dedicata alla figlia dello zar Paolo I, Anna Paulovna: per questo motivo, è conosciuta anche come “albero della Principessa”.
Oggi la pianta è coltivata per alcune sue caratteristiche: cresce molto rapidamente, ha un fusto dritto e privo di nodi ed è utilizzabile per la prima parte del tronco per l’industria del legno e per il resto rappresenta una ricca fonte di biomasse, carbone e pellet.
Dal legno della paulownia sono nate le chitarre della Fender (per intenderci, quelle rese famose da Jimi Hendrix ed Eric Clapton) e dalla lavorazione dei suoi fusti sono stati creati anche gli zoccoli dei samurai. Il suo legno, inoltre, è ideale per realizzare tavole da snowboard, sci e surf.
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Ma non finisce qui. Dalla paulownia si può ricavare dell’ottimo legno per mobili, dal momento che è leggero (due volte più di quello della quercia, tanto che viene chiamata la “pianta di alluminio”) ed è più resistente al fuoco del solito legno di faggio. Si asciuga in fretta, è un ottimo isolante e non trattiene molta umidità, qualità prediletta per la costruzione di finestre o porte. Dalle radici della paulownia si ricava la radica delle barche.
Dei suoi fiori sono ghiotte le api, il che la rende perfetta anche in apicoltura: il miele ricavato è leggero, trasparente, aromatico e rarissimo da trovare. Inoltre, le larghe foglie sono delle potentissime “mangia CO2”: ogni ettaro assorbe 1.200 tonnellate di biossido di carbonio, ovvero una quantità pari a quelle emesse da un’automobile nel corso di 100mila chilometri.
Le proprietà della Paulownia Tomentosa sono talmente tante che è facile intuire perché sempre più persone si stanno lanciando in questo business, anche come opportunità per investire all’estero. Il suo apparato radicale imponente aiuta a consolidare i movimenti franosi ed è quindi indicato anche per terreni con smottamenti o facili al franamento. Insomma, coltivare paulownia conviene se siamo stuzzicati dall’idea di creare un business redditizio e al tempo stesso innovativo ed ecologico.
Come creare una coltivazione di paulownia
Coltivare la paulownia è piuttosto facile e non richiede tanto impegno. L’unico problema è che non gradisce ristagni idrici. Il tipo di terreno agrario idoneo alla coltivazione della pianta è dunque un terreno fresco, ben drenato e profondo, con meno del 25% di argilla e una porosità inferiore al 50%.
Per il resto tutti i terreni vanno bene: l’importante è curare bene il drenaggio all’atto della piantagione. Ovviamente, date le dimensioni, va messa in una posizione dove possa stare bene anche quando diventerà grande. Nei primi 3 anni di vita, infatti, la paulownia cresce molto rapidamente.
I fiori compaiono in primavera ed hanno un piacevole profumo, molto gradito come abbiamo detto anche alle api, che ne ricavano un ottimo miele. Dai fiori si sviluppano capsule ovali che contengono i semi: da essi si possono ottenere altre piantine facilmente, seminandoli in vasetti da tenere all’aperto fino alla germinazione, per poi farle irrobustire e piantarle a dimora quando sono abbastanza cresciute. Serviranno però diversi anni perché vadano in fioritura.
Per informazioni più dettagliate si rimanda a questa guida per la coltivazione delle piante di paulownia.
Quale specie coltivare? Elongata VS Tomentosa
Ne esistono diverse, ma le due più famose sono la elongata e la tomentosa. La coltivazione della paulownia elongata è particolarmente adatta alle zone più calde dell’Europa centrale, come l’Italia e la Spagna. Grazie alla sua rapida crescita è adatta per il legno pregiato, così come per le piantagioni da biomassa.
C’è poi la paulownia tomentosa, più resistente e durevole al freddo, ma con una crescita più lenta rispetto alla elongata. In compenso però, può essere coltivata nelle piantagioni di produzione energetica. Le condizioni ottimali per coltivare e far crescere la Paulownia Tomentosa sono il clima mite e la penombra.
Dove conviene coltivare la paulownia?
Sono molte le regioni italiane che hanno capito la potenzialità dell’Albero della Principessa in ottica di guadagno e hanno iniziato a coltivarla. Le prime sono state il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, dove le coltivazioni commerciali di paulownia sono attive da circa vent’anni. Tra le regioni più operative ci sono Calabria, Puglia, Abruzzo, Campania, Basilicata, Toscana, Piemonte, Sicilia e Sardegna.
Rispetto ad altri tipi di piante, la paulownia sopravvive a meno 30 come a più 50 gradi, tanto che anche a Dubai hanno iniziato a capirne le potenzialità. Per quanto riguarda invece il business del miele di paulownia. molte aziende stanno nascendo in Europa dell’est, sopratutto in Romania. La Cina, insieme all’Australia e alla Nuova Zelanda, è invece già da tempo coinvolta nella produzione di miele con questa pianta.
Costi e guadagni
Il prezzo di una pianta di Paulownia Tomentosa di circa 30-40 cm è pari a 4 euro. Se volete lanciarvi in una coltivazione, l’investimento da fare inizialmente per piantare paulownia per legno da costruzione e biomassa è di circa 3/5mila euro all’ettaro, a seconda del terreno e del sistema d’irrigazione scelto.
Questo può rivelarsi più oppure meno costoso secondo la modalità scelta, e dopo seguono i costi di manutenzione, includendo anche le attività d’irrigazione, di fertilizzazione, di taglio e di rimozione delle erbacce, di raccolta e di deposito.
Per agevolarvi nell’avvio di una coltivazione di paulownia, in Italia e non solo, esistono diversi contratti di piantagione, come quelli che offre Paulownia-it. Altrimenti, è possibile contare anche su diversi finanziamenti pubblici ed europei per la coltivazione di questa interessante pianta.
Il sito Paulownia Development, ad esempio, incoraggia l’accesso ai fondi europei per il finanziamento delle piantagioni di paulownia. Una pianta che “cattura” molta anidride carbonica, infatti, è ideale anche per il riconoscimento di eventuali finanziamenti pubblici.
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In alternativa, una buona idea è quella di cercare un socio con cui dividere spese e guadagni. Per quanto riguarda questi ultimi, con un contratto di piantagione il reddito totale per ettaro si aggira sui 20000 euro in 3 anni, arrivando fino ai 90000 euro per un periodo di 10 anni (che di solito coincide con la fine del contratto).
Coltivare paulownia: pro e contro
Vediamo in conclusione i pro e i contro della coltivazione della paulownia.
I pro
- La paulownia fiorisce in primavera e produce fiori a forma di campanella dal bellissimo colore lavanda. I fiori sono commestibili ed emettono una fragranza dolcissima, che somiglia al profumo di vaniglia. Le foglie sono enormi e a forma di cuore. Questo la rende perfetta nel settore dell’apicoltura, dal momento che le api sono ghiotte del suo nettare. Inoltre il miele di paulownia è estremamente raro in Italia e avrete pochi competitor.
- Il legno di paulownia è molto prezioso e viene comunemente coltivato, raccolto e venduto a quelle imprese che realizzano mobili e complementi di arredo.
- La scelta di coltivare la paulownia come investimento è conveniente poiché permette di trarre profitto in tempi relativamente brevi, data la sua rapida crescita, la facile adattabilità a ogni tipo di suolo e la forte resistenza all’attacco di parassiti. È inoltre una pianta autorigenerante e le sue foglie e i fiori sono un ottimo humus naturale.
- La pianta arricchisce il terreno e aiuta la crescita delle piante affiliate, diminuendo così l’impiego di additivi chimici che, oltre a essere dispendiosi, a lungo termine danneggiano il terreno stesso. Le foglie e i fiori di paulownia sono infatti ricche di idrogeno, con una percentuale che varia fra il 15 e il 20%.
I contro
- Il legno di paulownia è leggero ma anche fragile. I rami vengono spesso danneggiati dal vento e si possono rompere facilmente. La corteccia è sottile e può essere raschiata via facilmente da un tosaerba. Le radici crescono vicino alla superficie del suolo, provocando danni al calcestruzzo e rendendo difficoltosa la falciatura del prato.
- Gli alberi possono essere danneggiati dal gelo che ne impedisce la fioritura.
- La coltivazione della paulownia non si presta a terreni umidi e troppo argillosi.
In conclusione
Sono in molti a chiedersi se la coltivazione della paulownia sia in realtà una truffa. Su alcuni forum si trovano discussioni a riguardo. Sicuramente il nostro consiglio è di stare molto attenti, soprattutto quando vi rivolgete a degli intermediari per stipulare contratti e convenzioni.
L’ideale sarebbe farvi affiancare da un esperto legale e finanziario per buttare giù un business plan e iniziare la coltivazione in proprio.