Vivere in Cambogia

Di Enza Petruzziello

Rincontrarsi dopo 25 anni. E riscoprirsi più amici di prima, diventando addirittura soci di un locale in Cambogia, nel sud est asiatico. Succede a Gionata e Luca, trentacinquenni di Ferrara le cui strade si incrociano dopo moltissimo tempo in maniera del tutto inaspettata. Amici di infanzia si conoscono sui banchi di scuola nei loro grembiuli blu.

Una volta terminate le elementari – come spesso succede – si perdono di vista fin quando Gionata, ormai trentenne, decide di mollare tutto e partire. Dopo aver lavorato tanti anni nel settore dell’abbigliamento, girando in lungo e in largo per l’Italia, alla fine del 2013 il giovane capisce che è arrivata l’ora di dare una svolta alla sua vita.

Il lavoro sempre sognato inizia ad andargli stretto e sente il bisogno di nuovi stimoli. Così sua madre, che nel frattempo non ha mai perso i contatti con la mamma di Luca, lo informa che il suo compagno delle elementari da tempo vive in Cambogia, a Sihanoukville, dove ha aperto un’attività. Gionata non ci pensa due volte e decide di raggiungerlo. Da allora non è più tornato indietro.

«Ho strappato il biglietto aereo di ritorno e non mi sono mai pentito di questa scelta – ci racconta -. Dopo aver saputo di Luca è scattato qualcosa in me, il coraggio e la voglia di cambiare hanno preso il sopravvento e mi sono detto “perché non provare anche io a fare quello che ha fatto lui?”. E così è stato. Ho capito che poteva essere la mia occasione, ho comprato un biglietto per Phnom Penh della durata di 5 mesi. “O la va o la spacca”, mi sono detto.

Dopo essermi licenziato dal lavoro, sistemato le ultime pratiche prima della partenza, esattamente il 7 maggio 2014 prendo il volo per andare a trovare Luca. E così dopo 25 anni ci ritroviamo in Cambogia. La vita è davvero strana!».

Una scelta che l’ha ripagata a quanto pare. Com’è stato il primo approccio con la Cambogia?  

«E’ stato amore a prima vista. Ancora oggi mi chiedo che cosa può avermi fatto innamorare così di questo stupendo Paese. Inizialmente la mia base era Sihanoukville dove Luca abitava, poi da qui ho iniziato la mia esplorazione in giro per il paese: Phnom Penh, Siem Reap, le isole, Kampot, Kep e tante altre meravigliose località. Dopo tutto questo viaggiare, sentivo che il mio posto era Sihanoukville con il suo mare, le sue spiagge, le isole. Insomma qui stavo bene, avevo raggiunto la felicità».

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Perché ha deciso di rimanerci?

«Dopo diversi mesi da turista, ho capito che era arrivata l’ora di cercare qualcosa per potermi mantenere e continuare a vivere in questo mio angolo di paradiso. In quel periodo mi ero anche avvicinato molto a Luca. Intendiamoci non a livello amoroso (ride). Si era sempre insieme, uscivamo insieme, vivevamo insieme. Inoltre la sua esperienza e conoscenza del luogo, mi hanno permesso di avere una visione molto più ampia del posto. Così il 15 ottobre, in concomitanza con il mio volo di rientro, abbiamo firmato il contratto per rilevare un piccolo ristorante e ho immediatamente stracciato il biglietto di ritorno per Ferrara».

E così nasce in pochissimo tempo l’idea di comprare il locale che avete chiamato “Enocafe” e che sta andando molto bene. Cosa vi ha spinti a farlo?

«L’idea è nata nel luogo dove ogni sera ci trovavamo per l’ultima birra insieme, prima di andare a dormire.  Dopo pochissimi giorni, necessari per sbrigare le pratiche – in Italia ci sarebbe voluto di più -, ha avuto inizio il nostro progetto “Enocafe coffee&wine bistro”. Finalmente nella mia vita potevo realizzare uno dei miei tanti sogni. Dopo un mese di lavori, il 23 di novembre 2014 è partita la nostra vera avventura e oggi siamo molto contenti della nostra creatura».

Gionata e Luca - Sihanoukville - enocafe

È stato difficile rilevare un’attività già avviata? Dal punto di vista burocratico avete avuto problemi?

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«In realtà è stato abbastanza semplice. Abbiamo rilevato il locale da un ragazzo russo stanco della vita cambogiana, ma la nostra idea era molto diversa dalla sua. Quindi abbiamo smantellato da cima a fondo lo shop ed è nato Enocafe. Il vantaggio è che qui i permessi di ristrutturazione non sono richiesti. Per aprire un’attività il governo richiede una licenza, un visto business valido almeno per 6 mesi, e ora anche un working permit, permesso di lavoro per stranieri rinnovabile ogni anno. Per quanto riguarda le tasse, abbandonate l’idea del modello italiano, in Cambogia sono al 3% sul dichiarato. Se si hanno tutte le carte in regola, il governo è ben lieto di ospitarvi, e non si avranno problematiche future».

Come sta andando il locale e cosa offrite ai vostri clienti?

«Enocafe va alla grande! Non nascondiamo di essere partiti in salita, ma il tempo ci ha dato ragione e ora siamo molto contenti. Quell’idea di pulizia e professionalità sta portando i suoi frutti, siamo nella top10 dei ristoranti di Sihanoukville su TripAdvisor con commenti positivi e questo ci inorgoglisce. Il nostro bar è aperto tutti i giorni dalle 7 del mattino fino alle 10 di sera, quindi riusciamo a essere molto variegati, serviamo più di venti tipi di caffè, croissant freschi ogni mattina e torte di nostra produzione, una selezione di tea internazionali, le classiche breakfast inglesi. Poi ci sono le piadine e i panini di nostra produzione che realizziamo con alcuni prodotti italiani importati -brave le mamme a spedire -, oltre a prodotti trovati in loco ma sempre made in Italy. Insomma offriamo l’autentico panino italiano. Per pranzo abbiniamo anche una ricca selezione di insalate e bruschette, e da qualche tempo ci siamo buttati sulla pizza con un buon successo. Senza dimenticare il gelato».

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Quali sono le principali differenze tra la Cambogia e l’Italia?

«La differenza è tanta. Qui non si è soggiogati dalla società, ci alziamo con il sorriso. Lo stile di vita è tranquillo e rilassato, un po’ alla “Vivi e lascia vivere”. Abbiamo molte meno problematiche, anzi nessuna. Puoi fare domani ciò che puoi fare oggi, nessuno ti giudica e se rispetti il popolo che ti ospita hai fatto bingo».

Qual è l’aspetto più interessante di Sihanoukville?

«Viviamo in una cittadina meravigliosa che sta crescendo e si sta evolvendo a vista d’occhio. Il posto inizia a essere adatto a tutti: dal bambino alla coppia anziana. Prima era tutto un po’ spartano, ma ora anche i cambogiani e il governo hanno capito che la clientela desidera altro, e quindi incentivano la nascita di nuove strutture ricettive, nuove strade, nuova illuminazione, più controllo. A livello naturalistico non ci facciamo mancare nulla, abbiamo delle bellissime spiagge bianche con mare cristallino, delle isole meravigliose, a pochi chilometri ci sono cascate immerse nel verde dei parchi nazionali. Un paradiso».

Per chi vuole cambiare vita, perché scegliere proprio la Cambogia?

«Per noi è stato un susseguirsi di eventi. Non abbiamo scelto la Cambogia, ma ci siamo trovati in Cambogia. Chi avrebbe mai pensato di abitare qui, il desiderio è nato giorno dopo giorno, anche se non nascondiamo di esserci innamorati fin da subito. Certo, prima di arrivare a questa scelta abbiamo valutato i pro e i contro e vissuto qui a lungo prima di decidere. Il consiglio, infatti, è di stare sul posto per un periodo, di prendersi del tempo per soggiornare in Cambogia. Solo dopo si sarà in grado di scegliere. Importante è ascoltare e ponderare tutti i suggerimenti, e ogni cosa sarà molto più semplice».

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Quali sono le opportunità lavorative che si possono trovare qui per chi decide di trasferirsi?

«Sono in espansione, l’importante è aver voglia di fare. Non aspettatevi stipendi europei a meno che non siate dei qualificati professionisti. Le occasioni sono comunque legate al settore ricettivo: hotel, ristoranti, bar. Il costo della vita è basso con 400/500 dollari al mese si può vivere: vitto,alloggio e motorino inclusi. Si hanno anche possibilità di lavori alla pari per i giovani che abbiano la voglia di staccare, anche solo per un periodo, dalla routine quotidiana. Insomma ragazzi, viaggiate il più possibile perché c’è un mondo da scoprire».

Tornereste indietro?

«No. Siamo felicissimi, abbiamo colto l’attimo e ci siamo buttati. Anche se oggi non sappiamo dire dove saremo domani. Ormai abbiamo un animo gipsy».

Insomma felici della scelta fatta.

«Ci sentiamo persone fortunate, perché ci siamo trovati nel momento e nel posto giusto. Ma è stato soprattutto il coraggio di cambiare la nostra routine che ha permesso l’inizio di tutta questa storia. Un grande ringraziamento ovviamente va anche alle nostre mamme e al nostro amico Stefano per averci sostenuto, consigliato, supportato e sopportato in questa nostra scelta».

Potete trovare Gionata e Luca sulla pagina Facebook di Enocafè oppure su Tripadvisor come Enocafe Cambodia.  Per quanti vogliano avere informazioni sulla Cambogia e altro questo è il loro indirizzo mail enocafe sihanoukville.