Attività italiane a New York City

Di Matteo Melani

La tradizione tramandata di generazione in generazione non conosce limiti di tempo e di spazio. Nemmeno nella nostra epoca dominata dalla tecnologia e in paesi come gli Stati Uniti dove l’industria la fa da padrona. Lo sa bene Stefano De Martini, Sales executive della De Martini Cioccolato, storica azienda torinese che ha conquistato i palati anche Oltreoceano.

Dalle praline al barolo, fino ai gindujotti e agli amaretti la De Martini rappresenta la storia dolciaria piemontese. Fondata nel 1930 da Ettore De Martini, oltre al cioccolato venivano prodotti dolci di alta pasticceria. Dopo Ettore il testimone passa al figlio, ma il lavoro è troppo pesante per badare ai figli e quindi cede parte dell’attività.

Arriva il padre di Stefano che appena diciottenne riprende il vecchio mestiere culinario e irrobustisce la storica ditta. Stefano cresce con il cioccolato in casa e, se gli altri bambini sono costretti a piangere per farsi comprare una barretta o un uovo di Pasqua, a lui basta fare una semplice richiesta alla famiglia.

New York. “Una città energica. Per me è la capitale del mondo”

“Credo sia il sogno di qualsiasi bambini crescere in una fabbrica di cioccolato”, dice a Voglioviverecosi.com. “Mi divertivano -continua- le facce buffe dei miei amichetti quando mi venivano a trovare”. Nel frattempo frequenta le scuole superiori a Filderstadt, in Germania e si laurea in Commercio estero. Per Stefano il cioccolato non è rappresenta solo un gustoso cibo, ma uno sbocco per il proprio futuro professionale ed entra nella De Martini prima come ragazzo di bottega e poi come responsabile commerciale. Come a quasi tutti i giovani anche a Stefano piace scoprire posti nuovi e così organizza un viaggio a New York. “Una città energica. Per me è la capitale del mondo”, spiega. Che agli americani piacciano i prodotti italiani non è una novità: se si trovano a Roma o a Firenze dopo aver visitato chiese e musei, non si fanno scappare una pizza e un bel vino rosso.

Il discorso cambia quando si tratta di importare sul loro territorio e bisogna dimenarsi con una nuova lingua e studiare i comportamenti degli abitanti. Stefano e i suoi collaboratori non si spaventano e decidono di aprire una filiale nella tanto amata New York. è il 2015 e tra i bar e i palazzi di Manhattan arriva una nuova maestria dall’Italia: la De Martini Cioccolato. I loro uffici sono a Brooklyn, quartiere più popoloso della Grande Mela dove ogni giorno arrivano e partono persone dal famoso ponte. Così iniziano a fornire bar e ristoranti newyorkesi con un’ottima risposta, tanto che oggi sono presenti in 50 esercizi.

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Il nome si allarga sempre più nella città, fino all’ufficio del sindaco di New York, Bill De Blasio che tra un discorso e un provvedimento gradisce praline al cioccolato e gianduiotti (foto sopra). Nell’immaginario collettivo della cucina italiana il caffè rimane un elemento immancabile e Stefano De Martino ha deciso di unirlo nelle vendite insieme al cioccolato. “Si tratta di una miscela che compriamo. A Brooklyn passano persone interessate sia al cioccolato che al caffè”. D’altronde sono due alimenti che si possono mangiare quando si vuole: la mattina durante una pausa o alla sera insieme ad altre persone. Con le vacanze natalizie passate da poco, una scatola di cioccolatini rimane un’idea di regalo per amici o parenti.

De Martini Cioccolato

Ad uno statunitense abituato ad hamburger e coca-cola non può che far piacere. L’alimentazione non si improvvisa e nella De Martini Cioccolato lavorano dipendenti americani ma “devono avere confidenza con le pietanze italiane”. Grazie all’associazione New York Italians l’azienda si è fatta conoscere esponendo il loro cioccolato in fiere ed eventi importanti dove ogni mese allestiscono banchi per assaggi o compere. I mercati esteri a cui la De Martini si sta affacciando sono quello inglese e quello di Singapore.

New York oggi è la seconda città della De Martini e, se è vero che la tradizione nasce e cresce a Torino, l’America è il posto giusto per realizzare progetti importanti. “A gennaio apriremo il nostro punto vendita vero e proprio, con il nostro prodotto e il caffè. Poi – conclude- vorremmo aumentare le produzioni e implementare la nostra catena di distribuzione”.