Una nuova vita in Giappone

Tutti conosciamo il Giappone: terra del Sol Levante nonché patria di una delle culture più antiche del Mondo e di una delle economie più sviluppate e moderne del Pianeta. Ma di che tipo di Paese si tratta esattamente e cosa comporta scegliere di andare a viverci?

La decisione di trasferirsi a vivere in Giappone non è certamente da prendere alla leggera perché, nonostante le opportunità di lavoro o di fare impresa siano diverse e davvero interessanti, questo Paese rimane comunque una destinazione abbastanza complicata sia a livello burocratico sia di integrazione culturale e sociale.

Perciò, per tutti coloro che coltivano il sogno di andare a vivere in terra nipponica, ecco una guida utile dove poter trovare le maggiori informazioni su com’è lo stile di vita, quale sia la documentazione necessaria per trasferirsi, quali possano essere i migliori posti dove vivere, quanto alto sia il costo della vita, come fare per cercare un impiego e molto altro.

GIAPPONE

Pro e contro del vivere nel Sol Levante

Quali sono i maggiori pro e contro dello scegliere di andare a vivere in Giappone?

Come si diceva poco fa, una scelta come quella di emigrare in questo Paese non è assolutamente da prendere alla leggera. Prima di tutto perché si tratta di una Nazione da una cultura diametralmente opposta a quella italiana o occidentale.

Dopodiché, nemmeno il fattore linguistico è da sottovalutare, infatti il giapponese potrebbe non essere una lingua semplicissima da imparare e, infine, ricordiamoci sempre della grande distanza dall’Italia e delle probabili difficoltà burocratiche che si potrebbero incontrare.

Ad ogni modo, proviamo a fugare alcuni dubbi e vediamo quali potrebbero essere i motivi per scegliere di non vivere in Giappone:

  1. rigidità mentale: le regole in questo Paese sono sacrosante e guai ad “uscire dal seminato”. Come certamente molti di voi sapranno, l’inflessibilità mentale e l’attitudine all’estremo rispetto delle regole sono tra le maggiori componenti della cultura giapponese. Chiaramente questa componente è anche quella che ha portato la società nipponica ad essere tanto funzionale, in quasi ogni ambito della vita quotidiana, ma – chiaramente – il lato negativo è una quasi totale mancanza di flessibilità;
  2. barriere culturali: farsi degli amici, aprire un conto in banca, affittare una casa o molte altre situazioni comuni nella vita quotidiana o all’inizio di un trasferimento in questo Paese, potrebbero diventare davvero difficili, specialmente se non ci si adatta a questa cultura e, soprattutto, se non si conosce per nulla la lingua;
  3. clima: ahimè in Giappone le temperature non sono favolose, infatti, le stagioni stesse sono piuttosto diverse da quelle italiane o mediterranee in genere. Ad esempio, la stagione dei tifoni (solitamente tra agosto e settembre) non è per nulla da sottovalutare anche come pericolosità; giugno e luglio sono invece altrettanto flagellati per via delle piogge e, infine, in piena estate le temperature sono davvero elevate e il caldo alle volte insopportabile;
  4. situazione sismologica: il Giappone, come moltissimi sanno, è una terra soggetta a terremoti. L’attività sismica di questo Paese è infatti elevatissima e, specialmente per chi vive nella zona di Tokyo, è piuttosto frequente essere svegliati nel pieno della notte per via di una scossa di terremoto. Vero è però che l’edilizia nipponica, in questo ambito, ha fatto passi da gigante e quindi la situazione è il più delle volte totalmente sotto controllo.

Al contrario, tra i motivi per scegliere di andare a vivere in Giappone vediamo:

  1. ordine, pulizia ed educazione sociale: i giapponesi sono altresì noti per la loro rigida educazione e, se a volte questa componente può essere un “limite”, bisogna anche affermare che è proprio questa tipologia di pensiero comune che fa sì che il Giappone sia una dei paesi più ordinati, puliti, organizzati e rispettosi del Mondo;
  2. quasi totale assenza di delinquenza: le città giapponesi, anche quelle più popolose, sono estremamente sicure. Tokyo stessa è una delle città più sicure del Giappone e del Mondo stesso. La microcriminalità, in generale, è a livelli così bassi da essere considerata quasi inesistente;
  3. trasporti pubblici eccellenti: per chi fa il pendolare o viaggia molto, il Giappone è un paradiso perché i trasporti non sono solo molto efficienti ma sono anche estremamente puntuali;
  4. welfare: in Giappone si pagano le tasse, non poco, ma i servizi sono funzionali e si ottiene sempre un ritorno di quanto versato. Infatti, la pressione fiscale in questo Paese è di circa il 30% e, a volte, scende persino al 26%, ben diverso da quello che accade in Italia dove lo stesso dato si assesta a circa il 60%;
  5. cucina ottima e per tutti i portafogli: tutti conoscono la cucina giapponese e, anche se si è italiani, è impossibile non innamorarsi della freschezza e della particolarità di questi cibi. Tra l’altro, al contrario di quello che si possa pensare, si tratta anche di una gastronomia davvero accessibile a tutti grazie alle tante opportunità di street food e non solo.

Com’è vivere in Giappone: stile di vita e carattere dei giapponesi

Viste le grandi differenze culturali, viene abbastanza normale chiedersi quale sia lo stile di vita di questo popolo e quindi come si viva in Giappone, specialmente dal punto di vista degli italiani.

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Vivere in Giappone

Come si specificava anche nel paragrafo precedente, i giapponesi sono certamente un popolo molto ordinato, rispettoso delle regole, non particolarmente incline allo sviluppo della microcriminalità e decisamente attivo, specialmente a livello lavorativo.

Inoltre, si tratta di un popolo dispensatore di alcune filosofie buddiste ma non solo, come la filosofia Ikigai, che aiutano certamente a raggiungere un certo equilibrio nella quotidianità ed a trovare sempre il giusto tempo per le cose.

D’altro canto, si tratta però anche di una Nazione dove rigidità e inflessibilità possono creare problemi, o meglio, alcuni disagi ad un occidentale o ad un italiano che decide di emigrare qui, poiché maggiormente abituato, ad esempio, a contesti sociali meno standardizzati, ad una cultura completamente diversa o ad una maggiore apertura mentale nei confronti degli expat.

Vivere in Giappone per un italiano, infatti, a volte significa anche dover fare i conti con una popolazione razzista, poiché – per l’appunto – relativamente aperta allo straniero e con una scarsissima percentuale di “anglo-parlanti”.

Questo unito al fatto che la vita nel Giappone di oggi è chiaramente molto diversa da quella dell’Italia moderna e, oltretutto, decisamente più cara. Infatti, nello specifico, scegliere di espatriare in questo Paese significa anche fare i conti con alcune abitudini lavorative e sociali molto diverse dalle nostre e che, alle volte, potrebbero davvero sembrare bizzarre. In particolare, senza voler estremizzare o generalizzare troppo, possiamo comunque fare degli esempi concreti.

Lavorativamente, i giapponesi sono decisamente diversi da noi italiani e questo soprattutto perché svolgono giornate lavorative molto stressanti, pressanti e fatte di orari al limite della sopportazione umana.

Pensate infatti che non è assolutamente inusuale per i giapponesi portare o avere delle brande in ufficio per poter riposare alcune ore dopo maratone lavorative oppure per accorciare i tempi di spostamento casa-lavoro e scegliere quindi di non tornare alla propria abitazione dopo un turno di lavoro e rimanere direttamente in ufficio per risparmiare tempo ed ottimizzare la propria produttività.

La componente lavorativa, in particolare, è una delle maggiormente criticate dagli italiani in Giappone che, come prima cosa, lamentano il fatto che in questo Paese si lavori davvero troppo.

Dopodiché, chiaramente, vengono le famose regole sociali o di comportamento nei confronti degli estranei, degli amici o persino degli stranieri. Riuscire ad integrarsi in questa speciale “etichetta nipponica” non è molto semplice inizialmente ma, con un po’ di tempo e con la fortuna di avere un buon amico giapponese al vostro fianco per potervi aiutare, tutto sarà molto più semplice.

Infine, gli svaghi. I giapponesi hanno una cultura della nightlife e dell’uscire con gli amici molto attiva però, allo stesso tempo, diversa da quella italiana od occidentale.

Vivere in Giappone

Dal punto di vista gastronomico sono molto simili agli italiani, infatti, amano uscire a mangiare fuori con amici o con il proprio partner e, in generale, la cucina occupa una componente molto importante della vita quotidiana.

Parlando invece di divertimenti notturni, i giapponesi sono grandissimi amanti del karaoke, il che spesso si traduce in serate passate per lo più dentro locali appositi a cantare e a non diversificare di molto le tipologie di divertimento.

Per avere maggiori informazioni su come sia la vita degli expat italiani o qualche consiglio utile per sapere come fare per trasferirsi in Giappone, vi consigliamo anche di controllare questi gruppi Facebook ed, eventualmente, porre domande alla Community:

Costo della vita

Quanto costa vivere in Giappone?

Purtroppo, non poco ma, come spesso accade, dipende molto anche da dove si vive e da qual è il proprio stile di vita.

Infatti, insieme ad alcuni altri contro, il costo della vita è certamente uno degli aspetti più odiati dagli italiani in questo Paese e, anche se gli stipendi medi in Giappone (circa 2400 euro al mese) sono più alti di quelli nostrani, c’è da dire che alcune categorie di consumo hanno davvero costi stellari.

In linea di massima, il Sol Levante diventa molto più caro di un Paese europeo nel momento in cui si vive in pieno centro di una grande città, si mangiano quasi solo prodotti importati e si decide di trasferirsi senza sapere la lingua.

A contrario, se si padroneggia un po’ il giapponese – specialmente perché in questo modo si possono rintracciare le offerte migliori a livello di casa ma anche di servizi generici come idraulici, elettricisti, commercialisti, avvocati o altro) – si sceglie di vivere fuori dai centri dividendo un appartamento con altri giapponesi e si conoscono i posti non turistici dove fare la spesa o mangiare, allora diventa possibile trovare il modo di vivere in Giappone senza spendere tanto o, comunque, riuscendo a spendere molto meno del previsto.

Tornando poi al costo della vita in Giappone, vediamo alcune cifre di riferimento:

  • il costo degli affitti varia molto, come abbiamo già specificato, in base alla zona che si sceglierà per vivere però – in linea di massima – parliamo di circa 1000 euro al mese per un monolocale o un bilocale in centro e più o meno 600 euro al mese per piccoli appartamenti lontani dal centro città;
  • le bollette, anch’esse non sono a buon mercato, infatti vanno circa da 180 euro in su più il costo di un eventuale abbonamento a Internet che varia da 30 a 40 euro al mese;
  • mangiare invece non è per nulla proibitivo e basta sapere dove andare, infatti, essendo la cultura del mangiare fuori casa molto sviluppata in Giappone, è piuttosto normale trovare un pasto completo per 1000 yen o poco più (ossia meno di 9 euro);
  • i trasporti sono abbastanza cari nella terra del Sol Levante ma, come già si precisava, decisamente efficienti. Infatti, un biglietto singolo costa meno di 2 euro ed un abbonamento mensile poco più di 80 euro al mese.

Infine, per quello che riguarda i beni di prima necessità, ecco i costi medi di riferimento:

  • Birra (0.5 litri): 3.29 €
  • Cappuccino: 3.26 €
  • Soda: 1.12 €
  • Latte (1 litro): 1.51 €
  • Uova (12): 1.84 €
  • Pollo (1 kg): 6.33 €
  • Frutta (1 kg): in media 4/5 €
  • Acqua (1.5 litri): 1.04 €
  • Sigarette: 3.86 €
  • Benzina (1 litro): 1.18 €
  • Biglietto del cinema: 14.79 €
  • Un paio di jeans: 56.59 €
  • Un abbonamento in palestra: 70/80 € (al mese)

Documenti, requisiti e visti

Cosa serve per andare a vivere in Giappone?

Fattore spinoso della scelta dell’andare a vivere all’estero e, nello specifico, in questo Paese: la sua politica migratoria e di visti. Infatti, prima di tutto, i tipi di visti o di permessi variano moltissimo dalla nazionalità di provenienza (ma questo accade anche in altri Paesi) e, inoltre, molto diverso è richiedere un visto a breve termine (ad esempio se si ha intenzione di passare solo un mese o al massimo tre in Giappone) o di lungo periodo (un anno o più).

Partiamo dai visti più semplici. Se – ad esempio – si ha intenzione di vivere in Giappone un solo mese o magari un massimo di tre, le pratiche burocratiche sono piuttosto semplici, questo perché sarà sufficiente presentare il proprio passaporto all’entrata nel Paese e vi saranno dati 90 giorni di visto gratuito.

Chiaramente, però, questo visto è di tipo turistico e quindi non vi permetterà di lavorare o studiare per lunghi periodi.

Passando invece ai visti ed ai permessi per lunghi periodi, ad esempio per chi ha desiderio di andare a vivere un anno o più in Giappone, abbiamo:

  1. visto lavorativo (da uno a cinque anni): viene concesso a queste categorie professionali che, ovviamente, hanno già un accordo o un contratto di lavoro per poter richiedere tale permesso:
    1. Professore, docente, maestro o traduttore/interprete;
    2. Artista (compositori, cantautori, scultori, artigiani, fotografi, etc);
    3. Religiosi (monaci, vescovi, missionari, etc);
    4. Giornalista;
    5. Investitore;
    6. Avvocato o giudice;
    7. Personale medico (medici, dentisti, farmacisti, infermieri che abbiano ottenuto l’abilitazione in Giappone);
    8. Ricercatore;
    9. Ingegnere;
    10. Impiegati trasferiti all’interno di multinazionali;
    11. Operai o personale molto specializzato (cuochi specializzati, addestratori di animali, piloti, istruttori sportivi, sommelier, etc).
  2. visto generico (un anno o sei mesi): questo tipo di permesso viene dato a coloro che hanno intenzione di trattenersi in Giappone per un periodo limitato ma comunque lungo e frequentare corsi, svolgere attività culturali o fare formazione in genere. Alcuni esempi di attività che si possono svolgere con questo visto:
    1. attività culturali (persone che studiano la cerimonia del tè, l’ikebana, la forgiatura di spade, le tirocinanti geisha, erc);
    2. studio;
    3. formazione (tirocinanti in una istituzione pubblica locale);
    4. ricongiungimento familiare;
    5. stage o tirocini.
  3. visto specifico (da un anno a cinque anni): viene richiesto per il ricongiungimento familiare o per svolgere attività molto specifiche come, ad esempio, tirocini presso personale diplomatico o per chi ha necessità di richiedere un visto da rifugiato politico;
  4. visto diplomatico (ambasciatori, consoli, etc) e visto ufficiale (per impiegati amministrativi e tecnici ufficiali diplomatici).

In linea di massima, per avere maggiori informazioni sui procedimenti burocratici e per comprendere al meglio tutti i requisiti necessari per trasferirsi a vivere in Giappone, consigliamo di consultare i seguenti siti web:

Dove vivere in Giappone

Quali sono le migliori città dove trasferirsi?

Il Giappone non è grandissimo ma, comunque, si tratta di un Paese abbastanza esteso e, quindi, la scelta su dove vivere e in che isola, diventa comunque importante, specialmente per le possibilità lavorative ed i costi della vita e degli affitti.

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In linea di massima, gli italiani in questo Paese scelgono di andare a vivere a Tokyo e, in particolare, perché si tratta della città che offre tutto questo:

  • opportunità finanziarie e commerciali;
  • è più facile trovare lavoro;
  • ha un alto costo della vita ma anche le maggiori soluzioni abitative;
  • è la città più viva di tutto il Giappone ed anche quella con più expat quindi sarà più semplice ambientarsi all’inizio.

Come si diceva, le abitazioni non costano poco a Tokyo ma sarà anche molto semplice trovare coinquilini per condividere i (seppur piccoli ed a volte minuscoli) appartamenti. Inoltre, data la sua meravigliosa rete di trasporti, anche l’idea di vivere lontano dal lavoro o dal centro per risparmiare sui costi di affitto non sarà certamente un problema.

Infine, come già si sottolineava, nonostante sia la capitale, si tratta di una città quasi a livello zero per criminalità, sicurissima sia per single sia per coppie o famiglie che intendono andarci a vivere. Tokyo è una metropoli a tutti gli effetti, 20 milioni di abitanti e molta frenesia, ma di certo anche una delle località migliori per provare la vita giapponese al 100%.

Passiamo poi ad Osaka. Diciamo che questa città è un po’ la “rivale”di Tokyo, specialmente perché si tratta di una metropoli davvero sui generis e, in parte, un po’ europea.

Anche ad Osaka è relativamente facile trovare lavoro, specialmente nei settori commerciale, della ristorazione, dei trasporti e marittimo. Questo soprattutto se si conosce la lingua.

Chiaramente, cercare una città economica in cui vivere in Giappone non è per niente semplice ma, di certo, Osaka – rispetto a Tokyo – gode di questo plus, infatti ha un costo della vita che è circa il 30% inferiore a quello di Tokyo!

Infine, si tratta di una città dalla vita notturna molto attiva, divertente e, essendo vicina a Kyoto, Kobe e Nara, è anche un ottimo punto strategico per esplorazioni o gite fuori porta.

In ultima analisi, un’altra città da poter tenere in riferimento per il Giappone, è sicuramente YokoHama, ossia la seconda città del Paese per popolazione. Questa metropoli, con i suoi quasi 4 milioni di abitanti, è anch’essa luogo caratterizzato da un’economia vibrante e che, rispetto a Tokyo, presenta anche meno concorrenza nella ricerca del lavoro ma, chiaramente, anche meno opportunità.

Il costo della vita di YokoHama è in linea con Osaka, ovvero circa il 30% inferiore rispetto a quello di Tokyo, e – inoltre – si tratta di una città molto vicina al mare e con situazioni abitative abbastanza interessanti.

Infine, per chi – a questo punto – si stia chiedendo se sia meglio vivere in Giappone o Cina o, ancora, in Corea del Sud, pensando di poter accomunare queste culture tra di loro, ricordiamo anche che è errore piuttosto comunque considerare l’Oriente tutto molto “simile”.

Infatti, tra Cina, Corea e Giappone corrono delle drastiche differenze, sia a livello politico e sociale sia a livello di costumi e di cultura. In linea molto generica, però, si può affermare che la Corea sia una location molto apprezzata dagli expat, specialmente per il suo stile orientale ma comunque “contaminato” dall’Occidente e per le sue offerte di lavoro dedicate agli insegnanti di lingua inglese; mentre la Cina, come cultura, rimane invece un po’ più ostile ma, lavorativamente, ricca di opportunità, specialmente per chi ha desiderio di fare impresa.

Vivere e lavorare in Giappone

Il capitolo lavoro in Giappone è un argomento molto esteso ma, al contrario di quello che si possa pensare, trovare un impiego in questo Paese non è così complicato. Vediamo perché.

Prima di tutto perché la disoccupazione giovanile nel Sol Levante è solo al 3% e, in secondo luogo, perché le possibilità lavorative per gli italiani o gli expat in generale in questa terra sono moltissime e spaziano dalla ricerca all’insegnamento, dalle traduzioni sino all’intrattenimento e, infine, dall’imprenditorialità alla ristorazione ed al turismo.

Chiaramente, poi, se si ha intenzione di lavorare in Giappone, un fattore abbastanza imprescindibile è la conoscenza del giapponese poiché senza questa qualifica le possibilità saranno molto limitate.

Le risorse per trovare lavoro invece sono abbastanza simili a quelle che potreste utilizzare in qualunque altra Nazione e, in linea di massima, si riducono soprattutto a portali o siti internet specifici con annunci lavoro (alcuni sono persino dedicati agli expat) ed a agenzie di lavoro governative.

Di seguito una lista di risorse utili:

  1. Hello Work (la pagina è sia in inglese sia in giapponese ma in giapponese sono presenti maggiori informazioni): un servizio del Ministero del Lavoro nato con lo scopo di aiutare le persone in cerca di un impiego;
  2. GaijinPot Jobs;
  3. Career Cross;
  4. Daijob;
  5. Jobs in Japan;
  6. EU Japan-Centre (specifico per europei alla ricerca di lavoro in terra nipponica).

 Trasferirsi con la famiglia

Il trasferimento con la famiglia in Giappone non è per niente una pessima idea, anzi.

Prima di tutto perché, come è stato sottolineato più volte, il Giappone ha un livello di sicurezza molto alto e la criminalità e delinquenza è quasi inesistente, tanto che è molto frequente vedere bambini, anche di piccola età, andare in giro per le strade da soli.

Dopodiché, parlando di servizi alle famiglie in generale, come sanità o sussidi, di certo non è possibile affermare che il livello sia scarso. Infatti, le cure mediche sono buone in Giappone ed anche molto evolute, però purtroppo molto care poiché non esiste assistenza sanitaria pubblica. Però, alle future mamme, in questo Paese, vengono forniti servizi speciali a prezzo ridotto.

I sussidi alle famiglie, invece, arrivano fino ai 15 anni di età dei figli e, normalmente, non vanno in base al reddito ma bensì in base alla città dove si vive. In generale, si tratta quasi di 115 € mensili per il primo figlio e circa 80 € per il secondo. Queste somme vengono erogate ogni 4 mesi.

MAPPA GIAPPONE

Le scuole poi sono di buon livello ma, anche in questo caso, purtroppo abbastanza care e, nello specifico, arrivano a costare anche più di 15.000 euro per un anno per un bambino iscritto alla scuola primaria. Il metodo di apprendimento poi è abbastanza diverso da quello italiano e perfettamente in linea con la cultura generale del Paese, ovvero molto rigido e duro a livello di esami. Per ciò che riguarda i costi delle rette universitarie, si parte dai 10.000 euro e oltre annui.

Vivere in Giappone: esperienze ed altri consigli utili

Conviene andare a vivere in questo Paese? Quali sono le migliori località dove trasferirsi? Com’è la vita degli italiani emigrati nella terra del Sol Levante e perché conviene trasferirsi in Giappone?

Per queste e moltissime altre domande, vi consigliamo di leggere le nostre interviste ad italiani che già hanno compiuto questa scelta e da tempo vivono e lavorano in terra nipponica.

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