7 mosse per trovare lavoro all’estero in 30 giorni

Di Simone Dassereto

Cambiare paese è la cosa più semplice del mondo.

Abbracciare l’idea di farlo concretamente, pianificare gli step per trasferirsi e trovare lavoro all’estero, invece, è complesso.

Tutti, prima o poi, ci siamo chiesti come sarebbe la nostra vita se vivessimo in una realtà differente dall’attuale. Guardando i nostri film e serie tv preferite, fantastichiamo di vivere nei posti che fanno da teatro alle storie dei protagonisti.

Almeno con la mente, abbiamo viaggiato migliaia di chilometri, circondati dalle palme della California, il sole della costa Andalusa, i murales di Berlino o le onde Australiane.

In un mondo che sempre di più abbraccia la vita da remoto, la distanza fisica tra noi e i nostri sogni diminuisce inesorabilmente.

E noi diventiamo sempre più creatori della nostra realtà.

Esiste un solo ostacolo a questo progressivo processo di creazione, ed è quello mentale.

Dopo aver cambiato 7 città, 4 stati e 2 continenti negli ultimi 10 anni, ho capito una cosa: la differenza tra chi agisce e chi desiste sta nella mentalità e nella capacità di gestire il vortice di emozioni che ogni cambio di vita inevitabilmente porta con sé.

Una mentalità avventuriera, che accetta le sfide, la prima; una mentalità conservativa e prudente la seconda.

Non esistono comportamenti giusti o sbagliati: esistono momenti della vita, esigenze e stadi di maturità differenti.

In questo articolo voglio condividere con te i passi che, se applicati, possono aiutarti a cambiare paese, cercare una sistemazione e trovare un buon lavoro senza commettere gli errori più comuni.

1. Definisci il tuo scopo

Chiediti perché vuoi cambiare realtà, quali sono le motivazioni profonde che ti spingono al cambiamento. Definisci cosa vuoi ottenere da questa esperienza, senza credere di poterla controllare.

Spesso questa attività ci può sembrare fuori dalla nostra portata, anche se in realtà la definizione dei giusti obiettivi deriva dalla nostra capacità di identificare e gestire le priorità.

Se non sai da dove cominciare, prova a utilizzare la tecnica della Eisenhower Matrix per identificare i tuoi obiettivi più importanti.

Prova quantomeno a definire i confini del tuo scopo: vuoi cambiare vita per scappare, per prenderti una pausa dalla tua routine, per viaggiare, esplorare o fare un cambio di carriera? Questi elementi sono fondamentali per dettare le giuste aspettative e capire come sostenerti o che lavoro fare una volta trasferito.

2. Stabilisci le giuste aspettative

Esistono due prototipi di persone che decidono di cambiare vita e trasferirsi all’estero: l’ingegnere avventuroso e l’artista scapestrato.

Non importante quale sia il prototipo all’interno del quale ci ritroviamo, quello che conta è stabilire le giuste aspettative prima della partenza. Non possiamo sapere cosa succederà e non dobbiamo credere che sarà tutto semplice o tutto complesso. La verità è che, con grande probabilità, ci troveremo ad affrontare situazioni che non potevamo preventivare e che vivremo un’altalena di emozioni, sia positive che negative. Qualunque esse siano, faranno parte di un percorso di crescita e di evoluzione, e questa è l’unica cosa che conta.

L’ingegnere avventuroso è quel tipo di persona conosciuta per essere organizzata, precisa, ingegnosa. Sa cosa deve fare, quando farlo e in che modo portare a termine i suoi piani. A differenza del classico ingegnere precisino, però, sa come divertirsi. E per questo ha deciso di buttarsi in una nuova avventura, cambiare realtà e costruire, in maniera rigorosamente organizzata, una nuova vita. Le persone con questa mentalità hanno un coraggio nettamente maggiore della media, ma tendono a pianificare e complicare troppo i passi da fare per arrivare a destinazione. Il rischio di avere un piano troppo rigido consiste nel non darsi margini flessibili di cambiamento e può rivelarsi un boomerang, tanto da causare ripensamenti e dietro-front (anche prima di partire). Le sue aspettative, quindi, devono tenere conto che qualcosa non andrà come pianificato e che ci si dovrà adattare.

L’artista scapestrato vive di creatività, divertimento, emozioni. È pronto a vivere ciò che la nuova esperienza ha in serbo per lui e vuole viverla al 100%, qualunque cosa succeda. Sa che la nuova realtà fornirà infinite opportunità di vivere la vita al massimo, senza compromessi. Al tempo stesso, gli mancano doti organizzative e spesso si dimentica un pezzo. Non ha voglia di pianificare il viaggio e non apprezza la rigidità.

Quando gli amici gli chiedono se è tutto pronto per la partenza, risponde “Non direi proprio. Io intanto vado, poi vedremo”.

Se è vero che molti amano la vita da artista, a pochi piace la sensazione di avere sbagliato tutto una volta cambiato Paese. Il processo di adattamento ad una nuova cultura richiede tempo e ambientarsi in un luogo mai visto prima richiede organizzazione e ricerca. Le sue aspettative dovrebbero quindi tenere in conto che servirà documentarsi preventivamente sullo stile di vita e su quello che ci si può aspettare dalla nuova città. Entrare in contatto con la cultura di destinazione ci fa allontanare dalla realtà immaginata e ci porta a delineare un piano più realistico.

Informati sulla cultura del paese, lo stile della città e la tipologia di stimoli che ti puoi aspettare. Prepara un piano di massima, scrivendo dove alloggerai per le prime settimane, come utilizzerai il tuo tempo nei primi 3 giorni dall’arrivo e scrivi una scaletta delle cose da fare, persone da sentire, luoghi da visitare in ordine di priorità.

  • Tempo richiesto: 2 settimane pre-partenza

3. Pre-seleziona gli essenziali

Informati preventivamente sul Paese e la città dove vuoi vivere e definisci le 3 aree della città in cui ti piacerebbe risiedere. Prenota un alloggio temporaneo per le prime due settimane, come una casa su Airbnb o una camera su Booking o Hostelworld.

La pre-selezione deve essere specifica, verosimile, flessibile e avere tempistiche precise.

Datti un tempo massimo nella fase iniziale per chiudere le attività cruciali per ambientarti: trovare una casa, scegliere il quartiere giusto, trovare il supermercato più vicino, scegliere una palestra o impianto sportivo.

Raccogli informazioni e dettagli utili a capire come sarà lo stile di vita quando arriverai a destinazione. Per farlo, trova i migliori blog e magazine locali e leggi le recensioni dei locali, bar, ristoranti ed eventi di quartiere, in modo da familiarizzare con l’ambiente e capire se può fare per te. A questo proposito, uno dei magazine più popolari è sicuramente Timeout (disponibile in quasi tutto il mondo). Puoi anche utilizzare Foursquare per trovare le recensioni dei migliori locali, bar e ristoranti e The Culture Trip per scoprire e pianificare i luoghi da visitare quando sarai arrivato.

  • Tempo richiesto: 3 settimane pre-partenza

4. Think Local

Una volta arrivato nella città di destinazione, sfrutta la sistemazione temporanea in due modi:

  1. Chiedi più informazioni possibili a chi vive in loco e gestisce la casa, l’hotel o l’ostello, in quanto loro saranno già passati attraverso la fase che tu stai attraversando in questo momento e possono aiutarti ad evitare errori e perdite di tempo.
    Come si dice, le persone intelligenti imparano dai propri errori, quelle di successo imparano dagli errori degli altri.
  1. Creati network di conoscenze fin da subito per solidarizzare, attutire lo shock del trasferimento e del cambio di realtà (soprattutto se viaggi da solo), per dare e ricevere supporto, divertirsi esplorando il territorio. Sulla base delle informazioni che hai raccolto, gira i quartieri della città che ti affascinano di più e giudica coi tuoi occhi.

Soppesa i consigli e mischiali con le tue sensazioni personali per fare una scelta definitiva sulla zona in cui vuoi vivere.

  • Tempo richiesto: 7 giorni

5. Cerca casa in modo smart

Una volta chiarite le aree della città (e non prima), mettiti a cercare casa.

Per trovarla rapidamente, cerca di procedere sempre per stadi di convenienza:

  1. Il primo stadio è il tuo network: se già conosci o hai conosciuto qualcuno che affitta casa nelle zone che hai pre-selezionato vai per quella scelta inizialmente, ti faciliterà la vita.
  2. Il secondo stadio è la ricerca tramite community o forum: cerca su Facebook gruppi specializzati nel postare annunci di affitto, digitando “(city name) + flats, rental, apartments o flatshare” e dovresti trovare dei gruppi dedicati che si occupano di pubblicare gli annunci di affitto su base giornaliera. Se qualcuno di questi annunci è interessante chiama o scrivi un messaggio.Pro tip: su Facebook marketplace, dovresti trovare tutti gli annunci ed essere anche in grado di filtrare per località/quartiere. Questo di faciliterà (e di molto) la vita.
  3. Il terzo stadio sono le piattaforme di house rental: queste piattaforme tendenzialmente o sono a pagamento o richiedono più tempo e credenziali per essere utilizzate al meglio. I messaggi, inoltre, rimangono sulla piattaforma e non possono essere spostati su messenger, quindi richiedono molte volte un doppio lavoro.
    Insomma, è il sistema più tradizionale e spesso dove troverai i migliori appartamenti in termini di qualità, ma richiedono spesso più tempo per organizzare appuntamenti e più effort per creare un profilo e comunicare con i proprietari.

Negozia le condizioni della casa/stanza col proprietario. Sempre. Nella maggior parte dei casi riuscirai a trovare compromessi in termini di tempi, condizioni contrattuali e costi dell’affitto.

 EXTRA! ✎ Le nostre linee guida su come scrivere un buon curriculum di lavoro

  • Tempo richiesto: 10 giorni

6. Attrai lavoro

Quando avrai trovato casa, attività che di norma non dovrebbe prenderti più di un paio di settimane (se fatta bene e con costanza), è venuto il momento di capire come trovare lavoro all’estero.

A questo punto sarai quindi pronto per affrontare la sfida lavorativa, che spesso è tutt’altro che semplice.

Nella mia esperienza tedesca e australiana ho imparato che esistono 5 modalità principali per trovare lavoro:

  • Referral – ovvero le referenze da parte di persone che già conosciamo. Se ci trasferiamo in un luogo dove già abbiamo un network di amici o conoscenti (anche vaghi), è venuto il momento di rispolverare quel vecchio contatto e, con un pò di faccia tosta e tanto coraggio, riallacciare il rapporto e chiedere supporto o consigli per trovare un’opportunità di lavoro
  • Recruiters – detti anche “Headhunters”, vale a dire coloro che di professione mettono in contatto la domanda di lavoro con l’offerta. Da una parte, lavorano con delle società che hanno bisogno di forza lavoro e dall’altra cercano talenti e professionisti che vogliono trovare un lavoro. Si possono trovare su Linkedin o sui siti specializzati e, nonostante tendano ad offrire opportunità con un salario più basso (in quanto le aziende devono pagare loro una commissione sul contratto), sono un buon canale di accesso a molte opportunità di colloquio.
  • Applicazione sui siti delle aziende – questa è la procedura classica di applicazione ad offerte di lavoro direttamente sui portali aziendali o attraverso piattaforme dedicate come Linkedin, Indeed, Seek e molte altre.
  • Ricerca proattiva – questo è l’approccio meno convenzionale, meno scalabile (a livello di application e numero di candidature) ma il miglior modo di trovare il lavoro che davvero amiamo fare. Ci consente di entrare in contatto con le aziende che ci ispirano e creare una conversazione con le persone chiave all’interno dell’azienda stessa. Tra poco vedremo come.
  • Freelance – se abbiamo già un network di clienti o comunque lavoriamo come freelance, non avremo troppe difficoltà. Il lavoro da remoto è sempre più attuale e, con tanta organizzazione ci consentirà di sostenere il nostro stile di vita all’estero mentre ci adattiamo al nuovo ambiente.

Nella stragrande maggioranza dei casi le persone tendono a sparare nel mucchio quando si tratta di trovare un lavoro (e di farlo in fretta).

Se abbiamo chiaro il tipo di lavoro che vogliamo fare nel luogo in cui andiamo a vivere, che è strettamente correlato alle aspettative e al goal che abbiamo definito a monte del processo, possiamo tentare degli approcci alternativi che ci consentono di evitare l’alta competitività del mercato.

Se conosciamo qualcuno che già lavora in un’azienda, chiediamo se hanno bisogno del nostro aiuto o se ci possono introdurre a chi si occupa del processo di recruiting.

Se non conosciamo nessuno, due sono a mio avviso le modalità efficaci che ci rimangono sul piatto: tentare la strada recruiter (molto efficace nei paesi anglosassoni) o avere un approccio non convenzionale nella ricerca del lavoro.

Lo sapevi che solo il 20% delle posizioni lavorative viene reso pubblico sulle varie piattaforme e siti?

Si, hai capito bene, quasi l’80% dei ruoli viene assegnato tramite conoscenze interne o processi di scouting e recruiting ”privati”, ovvero portati avanti dalle risorse umane senza pubblicare l’offerta di lavoro per l’urgenza di trovare una persona il più in fretta possibile. Questo succede spessissimo nel caso delle posizioni da freelance, contractor o contratti a tempo determinato e altrettanto spesso con le posizioni a tempo indeterminato (se stiamo cercando un lavoro in azienda).

Quindi qual è il miglior approccio?

Definire quale lavoro vogliamo fare, per quale organizzazione vogliamo lavorare e come possiamo aiutarla. In base alla nostra esperienza professionale pregressa (anche non necessariamente correlata con la posizione per cui applichiamo) prepariamo una presentazione video dettagliata di chi siamo, quali sono i nostri punti di forza, come e perché siamo convinti di poter aiutare quell’azienda.

A quel punto, contattiamo i manager delle aziende per cui vogliamo lavorare su LinkedIn e mandiamo il video (dopo averlo caricato su YouTube o Vimeo) via messaggio.

I manager e recruiter delle migliori aziende spesso non cercano competenze verticali, quando piuttosto il giusto mindset, la voglia di fare e di mettersi in gioco, le soft skills e le doti caratteriali. Proporsi in maniera coraggiosa richiede un lavoro extra, ma ha molte più probabilità di essere notato in quanto fuori dal coro e lontana anni luce dalle modalità di applicazione della stragrande maggioranza dei candidati.

Questo approccio funziona anche nel caso in cui tu volessi trovare lavoro nella ristorazione, in un hotel, un bar o un lavoro manuale: semplicemente eliminiamo il passaggio di creazione del video e dell’invio su LinkedIn, presentandoci di persona nel luogo fisico in cui vogliamo lavorare e cominciando a voce gli stessi contenuti del video.

Ma attenzione: questo tipo di strategia richiede molta chiarezza e preparazione rispetto a ciò che vogliamo ottenere e ciò che siamo in grado di dare, ma, se fatto bene, ci può far trovare lavoro in pochissimo tempo.

Quando mi sono trasferito in Australia, per esempio, ho utilizzato un mix di contatti recruiter e approccio personalizzato e ho ottenuto 10 opportunità di colloquio (e anche 4 offerte di lavoro) nel giro di tre settimane.

  • Tempo richiesto: 14 giorni

7. Scegli l’opportunità giusta

Una volta che ingraniamo coi colloqui e riceviamo le prime chiamate e feedback, se siamo fortunati andremo avanti nelle selezioni fino a che non saremo scelti.

Questo processo è tanto più lungo e complesso tanto più qualificato è il lavoro che vogliamo trovare.

Quando vogliamo trovare lavoro all’estero ma cerchiamo soluzioni flessibili, possiamo decidere di fare un lavoro temporaneo che non ci sottragga troppo tempo e ci consenta di vivere dignitosamente. In questo caso, trovarlo sarà più semplice e la selezione veloce, in quanto solitamente questa tipologia di lavoro ha un alto tasso di ricambio per la sua stessa natura. Pensiamo per esempio al personale di un bar, ristorante, guida turistica o simili.

Alternativamente, possiamo optare per una professione specializzata, come un lavoro in azienda. In questo caso, invece, il turnover del personale è inferiore e la richiesta più selettiva. Questi parametri variano molto in base alla tipologia di lavoro e al settore, ma mediamente un processo di selezione per lavorare in azienda può richiedere dai 2 ai 5 colloqui (se si tratta delle top aziende multinazionali). In questo caso dovremo mettere in conto che serviranno settimane se non mesi prima di ricevere il verdetto finale.

Se non veniamo scelti subito, non abbiamo altra scelta che persistere nel cercare l’opportunità giusta, seguendo le strategie indicate poco fa.

Nel momento in cui veniamo selezionati, invece, dovremo riflettere sui nostri obiettivi a lungo termine e porci le giuste domande.

La più importante è: “Cosa voglio dalla mia professione in questa fase della mia vita? Voglio dare priorità al tempo libero, alla carriera o alla formazione?”

In base alla risposta che ci daremo, sapremo cosa fare:

  • Se vogliamo dare priorità il tempo libero, andremo a scegliere l’opportunità di lavoro meno sfidante, che ci consentirà di fare il necessario, senza richiedere sforzi extra. Può essere un lavoro di ufficio di tipo amministrativo o esecutivo
  • Se vogliamo dare una svolta alla nostra carriera, dovremo prima ottenere e poi cogliere l’opportunità più sfidante, quella che ci fa uscire dalla zona di comfort e ci pone nuove sfide in termini di responsabilità e competenze da acquisire. Può essere un ruolo più senior di quello che svolgevamo in precedenza o magari un cambio in termini di settore
  • Se puntiamo tutto sulla formazione, possiamo accettare anche di fare un passo indietro e accettare quel lavoro che magari è pagato meno e ci dà si meno responsabilità, ma anche ottime opportunità di imparare e conoscere professionisti con grandi competenze in una professione del tutto nuova per noi. Questo è il caso tipico di chi decide di cambiare Paese anche perché insoddisfatto della propria professione e decide di cogliere l’occasione per imparare un nuovo lavoro e crearsi una nuova carriera.

Definisci il tuo scopo e cosa vuoi ottenere da tuo lavoro. In base a quello, cogli l’opportunità che più si avvicina ai tuoi obiettivi, accettando i compromessi che questa scelta comporta.

  • Tempo richiesto: in media da 2 settimane a 3 mesi.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto tutti gli step da seguire per trasferirsi in un nuovo paese e trovare lavoro in meno di 30 giorni dall’arrivo.

È proprio attraverso questo processo, infatti, che io stesso sono riuscito a trovare un luogo in cui vivere e un lavoro per mantenermi in diversi stati Europei e da ultimo, in Australia.

I punti che non puoi assolutamente dimenticare sono la ricerca della casa e la strategia di ricerca del lavoro. Questi due aspetti, i più cruciali per farci costruire un’esperienza solida e di successo, metteranno alla prova le tue capacità di organizzazione e la tua forza di volontà. Non sarà facile, ma, come spesso si dice, nessuna esperienza di successo arriva senza sacrificio.

E tu, in che modo stai cercando di rendere la tua prossima destinazione un’esperienza fuori dal comune?