Ambra: la Svizzera è come un paradiso
A cura di Maricla Pannocchia
Originaria della Toscana, prima di approdare a Ginevra, in Svizzera, dove vive adesso, Ambra ha vissuto in diversi Paesi esteri come la Polonia, il Belgio, la Spagna e gli Stati Uniti, “e spero di aggiungerne altri alla lista.” Una volta ottenuta la laurea in Medicina, la donna è partita per completare la sua formazione specialistica presso l’ospedale Universitario di Ginevra.
La principale difficoltà del vivere a Ginevra è data dal trovare un alloggio. “A Ginevra c’è molta richiesta e il mercato immobiliare è controllato dalle famose “Regie”. Sono come delle agenzie che amministrano per conto di loro stessi o di terzi interi immobili, e decidono loro chi può abitare e dove” racconta la donna. “Non importa quanto sia buono il tuo salario, il tuo permesso di soggiorno o quale lavoro tu faccia.”
La Svizzera però offre tante attività, un’ottima sanità, mezzi pubblici efficienti (anche se Ginevra è una piccola città, facilmente girabile in bici o a piedi) e una valida burocrazia. “Inoltre, in certi settori, gli stipendi sono davvero buoni e permettono di vivere alla grande in città, senza dover condividere casa con altre persone per ammortizzare i costi e potendoti concedere degli sfizi.”
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Ciao Ambra, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Sono nata e cresciuta nel cuore della Toscana, dove ancora risiede la mia famiglia e dove vivono molti amici. Nel 2020 mi sono laureata in Medicina a Firenze e da allora sto completando la mia formazione specialistica presso l’ospedale Universitario di Ginevra, in Svizzera. Tuttavia, da quando avevo 19 anni, ho avuto l’opportunità di viaggiare e vivere in diverse parti dell’Europa e del mondo.
Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?
La mia vita all’estero è una bellissima avventura che ha avuto inizio nel 2013. È la storia di una vita che mi sono conquistata completamente da sola. Un po’ delusa dal sistema scolastico italiano e dalle opportunità che offriva, dopo il liceo sentivo il bisogno di stimoli intellettuali e culturali. E’ stata la mia curiosità di vedere come funzionasse altrove a spingermi in Belgio. Li che ho conosciuto i miei migliori amici, ho imparato l’inglese e il francese e da allora non mi sono più fermata.
Adesso vivi a Ginevra, in Svizzera, ma, prima, hai vissuto in altri Paesi esteri. Quali sono?
Ho vissuto in Polonia, Belgio, Spagna e Stati Uniti (in Michigan) oltre che in Italia. Spero di poter aggiungere altri Paesi alla lista. A settembre, ad esempio, partirò per New York, dove rimarrò per qualche anno.
Cosa puoi raccontarci delle esperienze in questi Paesi?
Mi ritengo fortunata perché ho avuto l’opportunità di vedere e conoscere l’Europa da diverse prospettive. Ho potuto esplorarla attraverso i suoi sistemi sanitari,educativi e di welfare, da Nord a Sud. Penso che i Paesi europei condividano valori fondamentali simili e che l’Europa sia un continente straordinario. La Spagna e l’Italia hanno culture simili, mentre la Polonia è stata una scoperta affascinante. E’ una terra enigmatica, ospitale e tradizionale allo stesso tempo. E’ vibrante e ricca di cultura con una giovane generazione orientata al progresso e desiderosa di migliorarsi. Amo il Belgio e Bruxelles, con la sua concentrazione di istituzioni dell’Unione Europea. Essa mi ricorda molto Ginevra, dove vivo attualmente.
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Come mai hai deciso di trasferirti in Svizzera?
Aver vissuto in così tanti Paesi e aver dovuto ricominciare la mia vita così tante volte mi ha insegnato a sapere esattamente cosa volere da un Paese. Cercavo un centro di eccellenza accademica, con un’ottima qualità della vita, possibilità di carriera e una comunità internazionale che potesse permettermi di crescere anche personalmente. La Svizzera, Ginevra in particolare, è stato il connubio perfetto di tutti questi aspetti.
Di cosa ti occupi?
Faccio un doppio percorso di specializzazione. Credo che la Svizzera sia l’unico o uno dei pochi Paesi al mondo dov’è concessa questa possibilità. Mi divido tra la salute pubblica e le neuroscienze. Ho lavorato in psichiatria e adesso mi occupo sia dei disturbi del neuro-sviluppo sia dell’epidemiologia della popolazione.
Come hanno reagito i tuoi famigliari, amici e conoscenti di fronte alle tue scelte?
Mia nonna diceva che avevo l’argento vivo addosso e questo si riflette nelle mie scelte di vita. Sono affamata di conoscenza e curiosa di esplorare. La mia famiglia lo sa, mi supporta e ne è orgogliosa. Loro sono molto radicati nel territorio e amano l’Italia, non so se avrebbero mai immaginato di avere una figlia o una sorella sempre sugli aerei e con le valigie sotto il letto.
La Svizzera è famosa per essere molto cara, sei d’accordo?
Cara rispetto a chi e a cosa? Rispetto ai salari europei e italiani, sicuramente sì. Rispetto ai salari svizzeri, potrei non direi la stessa cosa. A Ginevra, i lavori “qualificati” sono molto ben retribuiti. I miei colleghi ed io possiamo permetterci di vivere in appartamenti belli nel centro città senza doverli condividere con coinquilini per ammortizzare i costi. Molti di noi hanno automobili, possiamo permetterci di viaggiare molto, mangiare fuori varie volte a settimana, concederci lussi e mettere da parte più di uno stipendio medio italiano al mese senza fare sforzi. Ci sono categorie professionali che guadagnano ancora di più, come gli impiegati delle organizzazioni Internazionali, le banche, gli avvocati e così via. Quindi direi che i salari sono più che sufficienti per condurre una vita agiata e permettersi sfizi. Naturalmente, la situazione potrebbe cambiare se si hanno figli o coniugi a carico. Io mi riferisco alla mia generazione di giovani professionisti inseriti da pochi anni nel mondo del lavoro. Credo che non ci siano molti paragoni in Europa in termini di opportunità retributive.
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Come ti sei organizzata per trovare un alloggio?
Trovare alloggio è un punto dolente. A Ginevra c’è molta richiesta e il mercato immobiliare è controllato dalle famose “Regie”. Sono come delle agenzie che amministrano per conto di loro stessi o di terzi interi immobili, e decidono loro chi può abitare e dove. Non importa quanto sia buono il tuo salario, il tuo permesso di soggiorno o quale lavoro tu faccia. È una lotta fatta di tempismo, lettere di motivazione e liste d’attesa. Io ho impiegato 4 mesi per trovare quello che cercavo. L’unico modo, forse, per poter accelerare i tempi è conoscere qualcuno che sta lasciando un appartamento e ‘raccomanda’ il tuo dossier di candidatura oppure organizzarsi per un subaffitto.
Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?
Sono eccellenti. La sanità è privata, funziona attraverso le assicurazioni ed esistono varie opzioni. Non é nello stile spietato americano in cui non vieni curato adeguatamente senza la giusta copertura. Qui le cure sono garantite per tutti e sono di qualità. Le assicurazioni sono obbligatorie e, a chi non può permettersele, le paga lo Stato. Il livello di assistenza negli ospedali pubblici è ottimo. Con coperture assicurative più care e complesse si ha accesso al sistema sanitario privato, molto utilizzato dalla popolazione, dove hai la possibilità di scegliere, ad esempio, il medico o una clinica specifica eccetera. La burocrazia è molto efficiente, si fa quasi tutto online. Anche i mezzi pubblici sono ben organizzati e gli abbonamenti hanno dei prezzi onesti. C’è da dire che Ginevra è una città piccola, che si presta senza problemi alla bici o a passeggiate a piedi.
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Quali sono state le difficoltà principali e come le hai superate?
Io personalmente non ne ho avute, a parte la difficoltà di trovare un alloggio inizialmente, ma basta armarsi di pazienza e organizzarsi con hotel/airbnb/ amici. Spesso le aziende internazionali offrono la possibilità di alloggio in strutture convenzionate per i primi mesi, consapevoli della difficoltà di trovare un posto nell’immediato.
Che cosa consiglieresti ad altri dottori che stanno pensando di trasferirsi all’estero?
Vivere all’estero non è per tutti. È una sfida in cui non tutti riescono a trovare la propria dimensione. Tuttavia, consiglio di studiare le lingue, che aprono un mondo di opportunità, e di provare perché non c’è nulla da perdere e le potenziali soddisfazioni sono enormi. Saremo sempre in tempo a tornare a casa, e il lavoro per i medici in Italia non mancherà nei prossimi decenni. Arricchire il proprio percorso con esperienze formative all’estero ci renderà non solo medici migliori, ma anche persone migliori.
E cosa consiglieresti a chi, in generale, vorrebbe venire a vivere in Svizzera?
La Svizzera è una confederazione e ogni cantone è una realtà a sé. Io conosco bene la Svizzera Romanda Francofona e posso dire che dovreste venire qui, se avete la possibilità, perché è un paradiso e la qualità di vita è ottima. A Ginevra ci sono laghi e fiumi pulitissimi in pieno centro città, con spiagge e attività. In inverno hai le montagne di fronte per andare a sciare o fare passeggiate. L’aeroporto dista solo 5 minuti di treno dal centro città, con varie compagnie lowcost che ti permettono di fare facilmente dei weekend in tutta Europa. La mancanza dell’Italia non credo si possa sentire, vista la vicinanza a Milano e Torino e ad altre grandi città. Ci sono treni veloci e diretti da Ginevra a Milano tutti i giorni.
Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?
Non si lavora senza il permesso di soggiorno e difficilmente si trova lavoro senza il permesso di soggiorno. Quindi globalmente non è facile e la competitività è molto elevata. In alcuni settori, tipo quello sanitario/sociale, è più facile che, ad esempio, in quello economico-finanziario.
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È facile, per un italiano, trovare lavoro o avviare un’impresa in Svizzera?
Dipende dal settore, in alcuni è più facile che in altri. In alcune industrie, la competitività è così elevata che senza un curriculum vitae solido, un profilo professionale di valore e una buona conoscenza delle lingue, sarà difficile fare progressi. Tuttavia, ci sono diverse aziende internazionali che hanno sedi anche in Italia, quindi si può tentare un trasferimento interno per aprirsi in seguito nuove opportunità in Svizzera.
Come sei stata accolta dalla gente del posto?
Gli svizzeri che conosco si possono contare sulle dita di una mano. La verità è che la Svizzera ha una popolazione ridotta e non è facile entrare in contatto con gli abitanti del posto. La mia cerchia di conoscenze e amici è composta principalmente da persone internazionali. A Ginevra, esiste una vasta comunità di “expats” che include i lavoratori delle Nazioni Unite, delle banche, delle grandi aziende internazionali e abbraccia diverse fasce d’età. Ho trovato semplice entrare in contatto con loro e creare dei solidi legami.
Hai avuto modo di visitare anche zone meno gettonate dai turisti? Se sì, quali consiglieresti ai nostri lettori?
Ho trovato bellissima la regione del Lavaux tra Losanna e Ginevra e consiglio assolutamente di aggiungere una tappa in questi luoghi. Le Lavauxoffre un percorso incantevole lungo il lago e tra i vigneti, riconosciuti come patrimonio dell’UNESCO. Durante l’autunno, in particolare, si può vivere un’esperienza indimenticabile. Mi è piaciuta tantissimo la cittadina di Montreux e la ville de Gruyère, dove ho mangiato la fonduta di formaggio più buona della mia vita.
Progetti futuri?
Sto per partire per New York per i prossimi anni, dove frequenterò un master e svolgerò progetti di ricerca. In seguito, programmo di tornare a Ginevra per il prossimo futuro.