Vivere ad Auckland: la storia di Matteo

A cura di Nicole Cascione

“Ho lavorato per 9 anni nel settore IT con un contratto a tempo indeterminato, ero legato agli amici e alla famiglia, vivevo una vita regolare, ero appassionato di calcio, pianificavo di acquistare casa (con mutuo ovviamente)..”.

Fino a quando in Matteo è arrivato il desiderio di guardare avanti, di andare oltre, di vivere un’esperienza all’estero mollando casa, lavoro, affetti e certezze, passando dal settore informatico a quello della ristorazione.

Matteo, infatti, ora vive in Nuova Zelanda, dove, ha aperto una pizzeria take away ad Auckland.

Matteo, da dove è nata la tua voglia di cambiamento?

Non ero insoddisfatto e non è stato un cambiamento repentino, ci sono voluti anni per capire che il lavoro che facevo, per quanto mi piacesse, stava diventando monotono, che il calcio non mi piaceva più come da adolescente. Mi frullava nella testa il pensiero di iscrivermi all’università, ma a 25-26 anni mi sentivo troppo vecchio.

La scintilla probabilmente è stata la ricerca di una casa. Stavo pensando di andare a vivere da solo, ma ho capito che accendere un mutuo mi avrebbe probabilmente costretto a vivere in Italia/Verona per il resto della mia vita.

Ho quindi iniziato a guardare al futuro ed ho capito che dovevo provare a vivere un’esperienza all’estero prima di decidere di mettere radici.

Quindi ho chiesto due mesi di aspettativa per pensare, per visitare un’altra nazione che inizialmente avrebbe dovuto essere la Nuova Zelanda ma, per via di un’amicizia di mia madre, ho deciso o meglio, è stato deciso, Australia (quanto ti senti grande a 28 anni, ma quanto sei influenzato ancora dai genitori).

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Dal 2011 e quindi dal momento in cui hai lasciato l’Italia, al 2013 quando sei arrivato ad Auckland cosa hai fatto? Dove sei stato?

L’aspettativa è durata due mesi, da dicembre 2010 a fine gennaio 2011, mesi in cui ho visitato la costa est-sud est dell’Australia.

Durante il volo di ritorno ho deciso di lasciare il lavoro e ho dato le dimissioni il giorno stesso del mio rientro a casa. Dopo i due mesi di preavviso di licenziamento ho lasciato definitivamente l’Italia per l’Australia. Prima di sbarcare a Perth, nel west Australia, ho visitato la Thailandia e in quell’occasione è iniziata la passione del viaggio con zaino in spalla (backpackering).

In Australia non conoscendo l’inglese, ho trovato un lavoro nella regione del sud, Barossa Valley, come potatore di vigne, per tre mesi. Successivamente mi sono spostato a Sydney, dove ho frequentato una scuola d’inglese e ho trovato impiego come pizzaiolo (in una catena famosa a Sydney che non ha nulla a che fare con la pizza italiana).

Non avevo assolutamente esperienza, ma essere italiani aiuta. Ho trovato successivamente un altro lavoro in cucina come lavapiatti (in un ristorante affacciato sulla spiaggia di Manly a Sydney), ho fatto un corso da bagnino (ascoltando il consiglio del mio coinquilino polacco) ed ho trovato lavoro part time in una piscina.

Ho chiuso con l’Australia a giugno del 2012, un po’ prima della scadenza del mio WHV (iniziato nel dicembre 2010). Pit stop in Indonesia per 25 giorni e un mese in Italia, dove ho partecipato ad un corso per pizzaiolo. Ad ottobre del 2012 mi sono trasferito a Londra e, dopo tre giorni, ho trovato subito un lavoro in una pizzeria (take away/delivery) a Notting Hill.

Nel giugno del 2013, quasi 31enne ho tentato di ottenere un WHV in NZ, ultima possibilità per provare a restare dall’altra parte del mondo per un altro anno. Quindi, dopo un breve passaggio dall’Italia, ho fatto backpacking dal centro-est Europa fino alla Turchia, e uno stop di 20 giorni nel Borneo Malesiano. Finalmente il primo ottobre del 2013 sono sbarcato in Nuova Zelanda.

Quindi nel 2013 sei arrivato in Nuova Zelanda e dal settore informatico sei passato a quello della ristorazione. Raccontaci qualcosa di questo passaggio:

Diciamo che l’esperienza vissuta a Londra mi aveva fatto capire che una buona preparazione nel settore della ristorazione era la soluzione per viaggiare e sistemarsi facilmente ovunque all’estero. La cosa che non mi manca assolutamente è il lavoro e gli orari d’ufficio.

Gli inverni italiani rendono tristi, si inizia a lavorare alle 8 con il sole che albeggia e si finisce alle 17 con il sole già tramontato. Preferisco avere turni che mi lascino godere il sole, quindi magari lavorare dal pomeriggio alla sera.

Non mi importa avere il week end libero, quando posso invece avere due giorni infrasettimanali dove so di non trovare code o traffico se voglio andare in qualche località turistica. Ad Auckland ho iniziato e tuttora lavoro per un ristorante trattoria italiano, non sono più solo pizzaiolo, ma ho avuto un buon training come sous chef e me la cavo anche in sala.

Direi che saper cucinare è anche un buon vantaggio per fare colpo sulle ragazze: “Cucino io la cena stasera, ti va? Da me alle otto?” ..e si risparmia pure.

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Ora parliamo un po’ del posto in cui vivi. Cosa ci racconti? Quali sono i pro e i contro del vivere ad Auckland?

Auckland è la città più grande e popolata della Nuova Zelanda con un milione e mezzo di abitanti, su una superficie di più di 1000 km quadrati, e non è un errore di battitura. Milano ha gli stessi abitanti, ma con una superficie 5 volte minore.

Prova ad immaginare la densità della gente, c’è un grande CBD (il centro città, il cuore business) che si affaccia sul mare, dove i turisti sbarcano dalle navi da crociera e si mettono a naso in su per vedere le punte degli edifici.

Il centro è carino, ma al di fuori dell’orario di lavoro i Neo Zelandesi (kiwi) ci stanno alla larga. Auckland è una città nuova, multiculturale, dove puoi trovare cibi di tutti i gusti e spiagge dorate, bianche, nere. Ci sono vulcani spenti un po’ ovunque, il più maestoso in Auckland è Rangitoto a 10 minuti di traghetto. La criminalità è bassa, gli incidenti anche, la burocrazia è veloce e abbastanza semplificata. C’è ancora possibilità di fare business.

Probabilmente dimentico altro.. comunque si sta bene, il clima è ottimo d’estate, soleggiato, mai afoso di notte; le altre stagioni sono temperate, d’inverno la temperatura minima media è 7-8 gradi di notte e di giorno ogni tanto è anche da manica corta, nonostante sia molto umido (diciamo che quasi ogni giorno fa un acquazzone). I contro? Quando qualcuno si trova bene è difficile elencarne, comunque se devo per forza dire qualcosa…Si è distante da tutto.

I trasporti pubblici terminano il servizio alle 23, quindi obbligo di taxi se non hai la macchina (i prezzi accessibili), i locali sono tutti molto simili e le città più vicine sono a 100km di distanza e sono tutte cittadine con 40mila, max 100mila abitanti. Le case sono di legno solitamente vecchiotte e senza riscaldamento..quindi vai di scaldotto!

E’ un po’ ventilata, soprattutto in primavera, ma non è così fastidioso come ad esempio a Wellington. D’estate è d’obbligo la protezione solare perché il buco dell’ozono è qui sopra e quindi ci si ustiona in mezz’ora (e ci sono problemi per tumori alla pelle).

Quanto è difficile allo stato attuale entrare nel Paese? E quali sono le difficoltà che comunemente si incontrano?

Se si ha meno di 31anni non esistono problemi, si accede ad un visto chiamato WHV(work holiday visa) e si può venire a visitare la nazione e lavorare.

Purtroppo c’è una restrizione, non è possibile lavorare per lo stesso datore per più di tre mesi, perciò per noi italiani è talvolta difficile trovare un impiego. Comunque se hai esperienza e rientri in alcune categorie di lavoro, è possibile richiedere un Work Visa (visto lavorativo), costo del visto è 240NZD, ma tra visite mediche, traduzioni ufficiali e altro si spendono circa 700NZD, se si decide di appoggiarsi ad un consulente dell’ immigrazione si arriva a 2.500NZD.

Questo permesso di lavoro ti darà la possibilità di lavorare solo per il tuo datore di lavoro per un anno o più, dipende dalla risposta dell’ufficio immigrazione (da 1 a 3 anni e poi sarà da rinnovare). Se hai più di 31anni è possibile entrare con una proposta di lavoro (quindi devi già conoscere qualcuno e avere le competenze richieste) o come studente (ma qui le scuole costano anche migliaia di Euro).

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Per essere di supporto ai tuoi connazionali che desiderano trasferirsi in Nuova Zelanda, hai aperto il sito: www.bertaviaggiwise.com Ce ne parli?

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Ho pensato che la mia esperienza avrebbe potuto essere d’aiuto.

Dal mio sito web si può accedere a vari link utili, racconto le motivazioni delle mie scelte, spiego come trasferire soldi senza perdere commissioni, quali sono le assicurazioni più vantaggiose, biglietti/siti web aerei, informazioni generali sulla burocrazia, come applicare per il visto, cosa fare una volta arrivati, ecc.

Ho riportato queste info sia per la Nuova Zelanda che per l’Australia.

Sono in molti a contattarti?

Direi che non ho l’email piena, ma almeno 3-4 persone a settimana mi contattano. Poi, molto spesso mi capita di interagire su Facebook e di pubblicizzare il mio sito, ottenendo così un maggiore riscontro.

Quali sono le domande più frequenti?

Informazioni sui visti, le possibilità di lavoro, come trasferire i soldi….

Cosa può offrire la Nuova Zelanda in più rispetto all’Italia? E a te personalmente, cosa ha offerto?

E’ una nazione in crescita, nuova, l’economia gira, la gente guadagna e spende. La popolazione non raggiunge i 6milioni, prova a pensare in 20 anni come sarà. Asiatici ed europei iniziano a fare la fila per entrare.

A mio avviso l’Italia è molto più bella della Nuova Zelanda, storicamente e culturalmente parlando non esiste paragone (senza nulla togliere ai Maori). Non mi sento di affermare che sono fuggito a causa della crisi.

Avevo un contratto a tempo indeterminato e vedo che i miei colleghi ancora stanno bene, l’Italia non mi dava più stimoli, mi sentivo già arrivato. La Nuova Zelanda come le altre nazioni che ho visitato, mi hanno insegnano una nuova lingua, una nuova cucina, un nuovo modo di pensare, mi hanno aperto la mente, mi hanno permesso di capire che non c’è solo l’Italia nel mondo.

Ho trascorso 28 anni in Italia ed ora non penso di legarmi più ad una nazione così a lungo, ci sono troppi posti da visitare e da vivere.

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Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho lavorato ad un progetto con il titolare del ristorante nel quale lavoro, progetto che si è realizzato qualche mese fa: una pizzeria take away/delivery qui ad Auckland