Mary: stanca dell’Italia, mi sono trasferita a Tenerife
A cura di Maricla Pannocchia
Stufa della vita in Italia Mary, originaria di Ostia, a un certo punto ha deciso di trasferirsi a Tenerife, dopo averne parlato con Marco, suo marito, e padre dei suoi figli. “Ero già stata in vacanza sull’isola e ricordo di aver pensato che, un giorno, ci sarei tornata per rimanere” racconta la donna, “E così è stato.”
Al momento, Mary non lavora perché si occupa di seguire i figli, mentre il marito è cuoco. Presto, però, la donna tornerà nell’agenzia immobiliare in cui lavorava prima. “Trovare lavoro qui è abbastanza facile, soprattutto nel settore della ristorazione” continua Mary, “Quello che è diventato difficile è trovare un posto in cui vivere. Quando siamo arrivati noi era ancora facile ed economico. Ora, la gente si sveglia al mattino e decide a quanto affittare il proprio immobile.”
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A chi sogna di trasferirsi a Tenerife, Mary consiglia di andarci prima in vacanza, per capire se può fare al caso loro e di tenere di conto di questa difficoltà nel trovare una casa o un appartamento in affitto.
Ciao Mary, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Mi chiamo Mary,quest’anno sono prossima ai 39 anni e vengo da Ostia (Roma). Sono sposata con Marco e stiamo insieme da 13 anni. Abbiamo due figli, Alessandro e Santiago, di 4 anni e 3 mesi.
Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?
Ho deciso di lasciare l’Italia ormai tanti anni fa. In realtà la mia prima avventura è stata a Madrid, città che amo e che ho nel cuore, dove ho vissuto per un periodo nel 2010. Ho sempre amato la Spagna, l’ho girata tutta e ho sempre avuto il desiderio di viverci. Amo questo popolo e la loro cultura che ormai sento mia. Sono venuta per la prima volta a Tenerife nel 2017, per una vacanza. Ricordo che, mentre camminavo da sola per le stradine dell’isola, pensai che un giorno sarei tornata per restare. Quel giorno è arrivato quando ho conosciuto Marco. Lui aveva un attività di gastronomia in Italia, io lavoravo in un centro estetico. Gliene ho parlato e lui è stato d’accordo. L’Italia non faceva più per me. La criminalità aumentava, io prendevo spesso la metro e capitava sempre di più di venire presa di mira dai borseggiatori. Non ne potevo più, avevo anche iniziato a soffrire di ansia, così abbiamo preso e siamo partiti.
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Vivo Puerto de la Cruz, o meglio, da un po’ abbiamo comprato una casa e ci siamo spostati in un paesino adiacente, che dista solo 5 minuti da dove vivevamo prima.
Puerto de la Cruz si trova nella parte nord dell’isola ed è la perla di Tenerife. È una piccola cittadina a picco sul mare, con spiagge scure ottime per fare surf e il famoso lago Martianez.
È molto verde rispetto al sud dell’isola, perché qui piove un po’ di più. Il clima però è molto simile a quello che si trova al sud e anche nella stagione invernale, con le belle giornate di sole, puoi andare in spiaggia. Sono venuta qui grazie a degli amici che abbiamo conosciuto sulla nave che ci ha portato a Tenerife, loro vivevano a Puerto e ci avevano invitato ad andare a trovarli. Una volta qui è stato un colpo di fulmine. Non conoscevo Puerto de la Cruz, perché, come tutti gli italiani, avevo passato le vacanze al sud.
Sei lì da ben 10 anni. Che cambiamenti hai visto, sia positivi sia negativi, in questo arco di tempo?
Ho visto tanti cambiamenti. Considerate che, quando siamo venuti noi, le cose erano molto diverse. Costava tutto molto meno e potevi trovare delle casette in affitto a 300/400 Euro mensili (sto parlando di monolocali in centro o di vere case di due o più camere, se ti spostavi un po’ più fuori). Ovunque c’erano cartelli con scritto “affittasi”. La benzina costava 0,70 centesimi al litro e un pacchetto di Marlboro light costava 2.50 Euro. Adesso le Canarie stanno affrontando un periodo duro, ci sono 1200 nuovi residenti ogni mese solo a Tenerife e si parla di sovrappopolazione. Case non se ne trovano più e gli affitti sono altissimi. Un monolocale ora può costarti anche 1200 Euro il mese. È successo un po’ come a Ibiza, dove la gente affitta anche i balconi. Qua ora affittano tende da campeggio. La gente non trova nulla e sono aumentati quelli che, data la situazione, decidono di occupare. L’isola è al limite e il traffico è triplicato.
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Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?
Hanno aperto le scommesse su “quanto saremmo durati” ma hanno perso .
Come ti sei organizzata prima della partenza?
Tramite conoscenze che avevo acquisito negli anni precedenti, abbiamo preso una casa temporanea. Siamo andati all’ambasciata spagnola a Roma e abbiamo fatto il NIE, abbiamo prenotato la nave – perché siamo partiti in macchina – e gli hotel dove abbiamo fatto tappa lungo il cammino. Avevamo abbastanza soldi da parte e quindi siamo andati senza pensarci troppo.
Di cosa ti occupi?
Io al momento non lavoro, ho preso un periodo di pausa per seguire i miei figli. Tra qualche mese, però, ho intenzione di riprendere il mio vecchio lavoro in un’agenzia immobiliare. Mio marito è cuoco e lavora con contratto fisso, come capo partita in un hotel vicino a casa.
È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?
Sì, adesso è abbastanza facile trovare lavoro. Come dicevo prima, il problema è trovare un posto dove alloggiare.
Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?
Ovviamente quello della ristorazione.
Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?
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Se hai una casa di proprietà, vivi abbastanza bene. Certo, se devi pagare un affitto, lavori solo per quello. Gli stipendi alle Canarie non sono alti ma dipende anche da che lavoro fai e da dove lavori.
Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?
Il costo della spesa è ancora leggermente inferiore a quello che c’è in Italia, la benzina adesso costa 1.20/1.30 Euro il litro circa, dipende da dove la fai e dalle varie offerte.
Il gas qui non esiste, non ci sono riscaldamenti, è tutto elettrico. Noi spendiamo circa 70 Euro il mese di luce.
Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?
Il primo passo è fare il NIE, aprire un conto in banca e trovare un buon commercialista.
Come ti sei mossa per cercare un alloggio?
Appena arrivati avevamo l’imbarazzo della scelta, non è stato difficile trovare un posto in cui vivere. Dato che, all’inizio, non avevamo garanzie, abbiamo dovuto pagare diversi mesi di anticipo. Quando abbiamo comprato casa, invece, l’abbiamo scelta cercando sui vari siti immobiliari.
Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?
Non ci sono prezzi medi, ormai ognuno qua si sveglia la mattina e decide a quanto proporre il suo immobile. Anche in zone scadenti, non trovi più niente a meno di 800 Euro il mese per un trilocale.
Come sei stata accolta dalla gente locale?
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Molto bene, alla fine dipende sempre da come ti comporti e da come ti poni con le persone.
Come descriveresti le loro vite?
I canari sono persone che amano vivere di cose semplici. Sono allegri, vivono di piccole cose, sono molto attaccati alla loro terra e amano fare sempre festa. Sono un popolo ricco di tradizioni e storia.
Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?
Fortunatamente non ho dovuto affrontare difficoltà.
E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?
La gioia è quella di vivere in un posto che amo, dove i miei figli sono liberi di giocare al parco senza cadere su qualche siringa, dove esiste ancora il rispetto per il prossimo, dove per strada ci si saluta tra sconosciuti e dove ci sentiamo al sicuro.
C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?
Sì, c’è è ci conosciamo un po’ tutti. Prima ero molto attiva, adesso preferisco stare per conto mio, con le mie amicizie instaurate negli anni.
Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?
Consiglierei di farsi un viaggio qui e di valutare se il trasferimento è effettivamente possibile in base alle proprie esigenze.
E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?
Suggerirei di venire anche al nord, che è bellissimo e offre tantissimo.
Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?
No, farei tutto esattamente come ho fatto.
Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?
Ho imparato a lasciare andare le cose materiali, a prendere la vita come i canari, con più leggerezza, pochi lussi e semplicità. Come dicono loro a “buscarme la vida”.
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