Vivere e lavorare in Cambogia

Di Anna Scirè Calabrisotto

Ho incontrato Martina e Michele, due ragazzi riminesi di ventotto e trentatré anni, mentre stavo viaggiando per la Cambogia, a Otres Beach, una meravigliosa località sulla costa a pochissimi chilometri dalla più rinomata Sihanoukville.

Martina e Michele sono i gestori e proprietari (insieme al padre di Michele) di Papa Pippo, un Ristorante Italiano con bungalow situato proprio a ridosso della spiaggia di Otres.

Avendoli incontrati nel periodo di alta stagione turistica, quasi sotto Natale, Martina e Michele erano molto impegnati ma abbiamo comunque trovato il tempo per fare un’interessantissima chiacchierata, direttamente al bancone del bar, durante l’orario di lavoro, a suon di musica e preparazione cocktail che mi ha davvero dimostrato quanto questi due giovani ragazzi fossero frizzanti, intraprendenti e soddisfatti del loro lavoro.  Martina e Michele sono a Otres Beach da poco più di due anni e, dopo una laurea in Scienze Politiche e tante stagioni come cameriera e barista in riviera romagnola (lei) e un lavoro part-time come tecnico luci e suono in un teatro di Rimini (lui), adesso gestiscono Papa Pippo, una struttura turistica a Otres Beach con dodici bungalow sulla spiaggia e un ristorante di cucina italiana che offre ai suoi ospiti una formidabile pizza e piadina fatta in casa: un luogo in cui rilassarsi, mangiare bene e stare in compagnia.

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italiani in Cambogia, Otres Beach

Martina e Michele, come avete scoperto Otres Beach in Cambogia?

Otres Beach l’abbiamo scoperta viaggiando, ovviamente. Quando io (Martina) ho finito di studiare, nel 2008, per i due anni successivi alla mia laurea abbiamo deciso di viaggiare per lunghi periodi e quindi lavoravamo d’estate e poi viaggiavamo sei mesi durante l’inverno. Il primo anno, siamo stati in Sud America e ci è piaciuta moltissimo; il secondo, invece, abbiamo optato per il Sud Est Asiatico e, quando siamo arrivati a Otres Beach, come succede a tanti che arrivano qua, ci siamo “bloccati”.

Cos’è successo?

È successo che la Cambogia e Otres Beach sono stati un po’ una scelta casuale ma forse era il nostro destino. Infatti, quando siamo arrivati a Otres la prima volta non eravamo soli ma viaggiavamo con un paio di amici e il padre di Michele che ci avevano raggiunti in Cambogia. Noi arrivavamo direttamente dal Laos che, tra parentesi, ci era piaciuto moltissimo e ci aveva affascinato ma, evidentemente, noi avevamo un appuntamento qua. Ricordo di essere arrivati a Otres in una bellissima giornata di sole, a gennaio, e per noi è stato come amore a prima vista. All’epoca la spiaggia era meno turistica, c’erano meno strutture, ostelli e ristoranti, e il tempo qua è volato. Dopo pochi giorni ci siamo spostati, abbiamo visitato altre località in Cambogia e, quando poi è stato il momento di lasciare la Cambogia perché i nostri amici e Pippo (il padre di Michele) sarebbero ripartiti per l’Europa e perché – secondo il nostro programma – saremmo dovuti andare in Vietnam, noi abbiamo cambiato idea e abbiamo deciso di tornare a Otres una seconda volta. Quella seconda volta, da quattro giorni che avevamo preventivato di rimanere siamo stati due mesi e non riuscivamo più ad andare via.

Quando avete cominciato a pensare che Otres poteva essere la vostra nuova casa?

Alla fine dei due mesi della seconda permanenza a Otres Beach abbiamo cominciato a pensare seriamente all’idea di provare a fare impresa in Cambogia e quindi ci siamo dati da fare per cercare la location adatta per il nostro ristorante o guesthouse. Purtroppo, la prima ricerca aveva sì dato i suoi frutti ma l’affare non andò in porto e quindi, dopo poco, decidemmo comunque di lasciare Otres, continuare a viaggiare e poi tornare in Italia. Tornammo in Italia con l’amaro in bocca ma, nel frattempo, anche Pippo si era innamorato di Otres e aveva quindi deciso di tornarci. È stata quindi la seconda permanenza di Pippo che ha fruttato buone ricerche e, dopo aver trovato l’occasione giusta, abbiamo deciso di comprare, insieme con Pippo, e avviare quello che sarebbe diventato Papa Pippo.

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italiani in Cambogia, Otres Beach

Cosa avete fatto per creare Papa Pippo?

Papa Pippo, quando lo abbiamo comprato, non era com’è adesso, ossia dodici bungalow, un bar e cucina, area ristorante, bagni e alcune zone dedicate al relax e all’intrattenimento, ma c’erano solo quattro bungalow e una vecchia cucina che noi abbiamo trasformato in un altro bungalow. Per fare i primi lavori abbiamo impiegato circa un paio di mesi e utilizzato l’appoggio di alcune ditte di costruttori che abbiamo cambiato diverse volte, ma la parte più grossa dei lavori l’abbiamo fatta da soli insieme con Pippo. Dopo circa due mesi di duro lavoro abbiamo inaugurato e dal 19 dicembre del 2011 siamo in piena attività.

Perché avete scelto il nome Papa Pippo?

Il nome è stato scelto dal padre di Michele, Pippo per l’appunto, che – una volta deciso che ci saremmo avviati in questa impresa – ci ha detto espressamente: “Avete carta bianca e potete fare quello che desiderate ma il nome lo scelgo io e sarà Papa Pippo perché qua a Otres tutti mi chiamano così e su questo non si discute”. Così è nato Papa Pippo.

Adesso, a due anni dalla prima inaugurazione, qual è il vostro ruolo e di cosa vi occupate?

Al momento, poiché in due anni siamo arrivati ad assumere un ottimo staff, ci occupiamo della gestione manageriale di Papa Pippo e del bar. La cucina, dopo mesi spesi a insegnare allo staff locale (cambogiano) come cucinare cibo italiano (pasta fatta in casa, pizza, piadina, sughi, etc.), è perfettamente funzionante e autosufficiente e quindi non dobbiamo più preoccuparcene.

italiani in Cambogia, Otres Beach

Quanto costa avviare un business in Cambogia? È difficile aprirlo?

Per il momento, non è difficile avviare un’azienda in Cambogia ma lo sta diventando, la legislazione sta cambiando e cambierà sicuramente. Per quello che riguarda il visto è semplicissimo, basta avere un business visa, fare domanda e ottenerlo è molto facile e quando scade non bisogna uscire per forza dal paese ma è sufficiente rinnovarlo. Per comprare un terreno o rilevare un’azienda, invece, serve un partner cambogiano che deterrà il 51% dell’azienda. Noi, infatti, abbiamo comprato il terreno in società con la compagna cambogiana di Pippo. A livello d’investimento, invece, è difficile quantificare perché noi abbiamo investito e guadagnato allo stesso tempo ma, ad ogni modo, per cominciare un business in Cambogia, al momento, possono bastare circa 20.000 dollari USA.

Come sono i rapporti con la gente del posto?

All’inizio, soprattutto nell’ambito lavorativo, è stato difficile. La mentalità italiana è quella di fare almeno “duecento cose al secondo, mentre, i cambogiani le stesse cose le fanno in duecento anni”. I cambogiani ci hanno insegnato a prenderci il nostro tempo e a imparare a fare una cosa per volta e, quando abbiamo capito il loro modo di agire, tutto è andato liscio come l’olio e i rapporti sono migliorati. Al momento, abbiamo un team di quasi tredici persone e loro sono contenti di lavorare con noi e noi siamo entusiasti di loro. I cambogiani sono ancora molto curiosi, sereni e, se notano che hai desiderio di integrarti nella loro cultura, si aprono e ti permettono di interagire.

Papa Pippo, Otres Beach in Cambogia

Papa Pippo è 100% italiano o è un mix tra Italia e Cambogia?

Papa Pippo è un ristorante italiano ma noi siamo sempre stati molto aperti e quindi abbiamo creato una sorta di mix culturale. A Otres Beach, in pratica, siamo gli unici italiani ma, nonostante questo, abbiamo cercato di “mantenere l’italiano piuttosto che l’italianità pura”. Abbiamo conservato le nostre abitudini e il cibo, ovviamente, ma abbiamo sempre cercato di unire la cultura italiana alla loro e di integrarci il più possibile. Per fare un esempio, siamo aperti anche alla loro religione e cultura e, per inaugurare la nostra casa, abbiamo svolto una cerimonia buddista.

Com’è la vita in Cambogia?

Noi qua stiamo bene, anzi, benissimo. Abbiamo persino deciso di costruirci qua e, al momento, non andremmo da nessun’altra parte. A livello di servizi, ovviamente, la Cambogia è un paese diverso dall’Italia e quindi, ad esempio a livello sanitario, bisogna premunirsi e sottoscrivere un’assicurazione privata in modo da salvaguardarsi perché le strutture non soddisfano di certo lo standard europeo o occidentale. Vivere in Cambogia significa vivere in un paese asiatico e del terzo mondo, basta sapersi organizzare.

Cosa vi manca dell’Italia?

Amici e famiglia. Ad essere sinceri, la famiglia e gli amici ci vengono a trovare per cui non possiamo proprio dire di “essere homesick”. Era da diverso tempo che non vedevamo il nostro futuro in Italia e Otres Beach ce lo ha dimostrato. Quest’anno, tra l’altro, per via di alcune spese che abbiamo dovuto sostenere per la casa, abbiamo deciso di non tornare in Italia e la cosa non ci ha pesato per nulla, siamo stabili qua per il momento e l’Italia non ci manca.

Papa Pippo, Otres Beach in Cambogia

Come vedete il vostro futuro?

Nei prossimi anni sicuramente in Cambogia ma, forse, tra un po’ di tempo, decideremo di riprendere a viaggiare e di tornare a essere itineranti. È probabile che ci venga di nuovo la voglia di cercare un altro posto come Otres e stabilirci nuovamente per quale anno ma, ad essere onesti, non sarà così facile perché Otres Beach è magica e la sua comunità è perfetta per noi. Abbiamo ottimi rapporti sia con i locali che con la comunità expat che si può definire decisamente un gruppo di amici non in competizione. Se, in futuro, Otres Beach diventerà troppo sfruttato dal turismo di massa, vorrà dire che cambieremo e troveremo un altro posto dove vivere.

Un pro e un contro della Cambogia?

Difficile rispondere. Forse, nella vita di tutti i giorni, parlare con i locali è difficile perché farsi capire in pochi secondi non è immediato e allora ci vuole sempre tanta pazienza. Un pro, sicuramente, il sorriso della gente.

Info e contatti:

Martina e Michele

Papa Pippo on Otres Beach (Cambogia)

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E-mail: info@papapippo.com

Telefono: +855(0)10 359725