Il pellegrinaggio alla scoperta della vita di Lara

Di Paola Grieco per Voglio Vivere Così

Lara Reali, 35 anni, è nata e cresciuta a Marino, una piccola gemma dei Castelli Romani. Dopo gli studi superiori, come la maggior parte dei suoi coetanei, si iscrive all’università, ma con la sensazione che non è proprio quello il suo cammino.

Un anno trascorso tra le mura accademiche conferma la sua teoria. Lascia gli studi, entra nel mondo del lavoro e si occupa, per importanti compagnie come American Express e Apple, di gestione dei servizi, in particolare gestione di applicativi.

Dopo un’ulteriore esperienza presso ESA, l’Agenzia Spaziale europea, l’insaziabile curiosità della vita e del mondo e la propria natura hanno il sopravvento, così Lara decide di fare le valigie e partire alla volta dell’Australia.

Lara perché l’Australia e come ci sei arrivata?

Dopo varie ricerche ho deciso di andare a vivere in un paese che più rispecchiava la mia natura e che in qualche modo mi potesse sorprendere. L’Australia 15 anni fa era una meta ancora sconosciuta per molti, selvaggia e di spirito libero, esattamente come piace a me.

Ho richiesto il classico visto *Working Holiday che mi ha permesso di restare per due anni anche se la mia avventura all’epoca è poi durata un po’ di più.

Per amore, mi sono poi spostata a vivere in Nuova Zelanda, dividendomi tra isola del Nord e del Sud.

Quali differenze hai trovato nel passaggio dall’Australia alla Nuova Zelanda?

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Non ci sono molte parole per spiegare la bellezza della Nuova Zelanda. La gente è spesso cordiale e serena. Questo è un ecosistema che funziona ancora benissimo senza la presenza dell’uomo e si riesce a percepirlo anche solo respirando.

Australia e Nuova Zelanda possono sembrare apparentemente simili in termini di regole, leggi e civiltà, ma L’Australia sta evolvendo molto assomigliando sempre di più a un’ipotetica Europa. La Nuova Zelanda invece è la scatola di Pandora a tutti gli effetti.

Dopo la Nuova Zelanda, hai deciso di andare alla scoperta anche della vecchia Europa. Dove hai vissuto e come ti sei mantenuta?

Il mio pellegrinaggio alla scoperta della vita non è terminato in Oceania. Ho vissuto in altri luoghi come la Svizzera, l’Olanda e la Grecia. Inizialmente, come molti viaggiatori, ho lavorato nell’hospitality per poi entrare in diverse compagnie partendo dal basso e crescendo piano piano, imparando dai migliori, consapevole del fatto che sarei diventata, un giorno, una di loro.

L’esperienza è in assoluto (a mio avviso) il modo migliore per apprendere, modellare e scoprire le proprie doti.

Facendomi strada nel mondo dei servizi per le più importanti società al mondo sono riuscita, in un secondo tempo e tramite il mio migliore amico che viveva e vive tutt’ora in Australia, a ottenere un colloquio con una compagnia che opera in Australia e che stava cercando una figura con le mie caratteristiche.

Di che società si tratta e quali sono queste caratteristiche, ne puoi citare alcune?

Il mio ruolo attualmente è Application leader ma preferirei non mettere il nome dell’attuale compagnia.

Per quanto riguarda le caratteristiche, vanno dalla lingua fluente, a esperienze sul luogo, esperienze all’estero, conoscenza della materia, capacità di adattamento e, soprattutto, uno spirito intuitivo e capace di gestire autonomamente ogni tipo di situazione.

Tornando in Australia hai pensato di viverci in modo più definitivo e come?

Sì, a Perth, dove mi trovo ora, non ci sono andata da sola. Questa volta sono volata nella splendida terra dei canguri con un bagaglio molto importante, mio figlio di 5 anni.

Molti mi considerano una privilegiata perché, come è noto, restare in Australia è davvero faticoso e io ho ottenuto uno **Skill Visa che dopo 2 anni, quindi a breve, mi permette di ottenere la residenza e poi la cittadinanza.

Bisogna dire che dietro a questo apparente privilegio si nasconde, un’ombra di solitudine e malinconia che non lascia spazio alle debolezze, ma ti costringe ad affrontarle e ti rende ogni giorno sempre più consapevole di quello che non vuoi.

C’è un aspetto di quelli che come noi chiamo “anime colorate” di cui non si parla mai ed è il sacrifico costante di mettersi in gioco e scegliere.

Quali sono i primi passi pratici da compiere in Australia con un bambino piccolo, in età prescolare. Ce li puoi riassumere?

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All’inizio, mi sono dovuta occupare della scuola. In base al visto, ci sono dei costi specifici e delle varie prassi che possono sembrare semplici ma che qui si trasformano in missioni, come un semplice libretto di vaccinazione.

Non fraintendetemi, è molto più complicato e stressante andare alle Poste Italiane a pagare una bolletta … semplicemente è difficile seguire tutti i vari steps super rigidi e rigorosi senza scavallare nessun ponte.

E per quanta riguarda l’alloggio? Considerato che l’Australia è quasi un continente a se stante, vista la grandezza, è impossibile generalizzare, ma qual’è la tua esperienza rispetto alla ricerca di una casa?

La casa? Trovare casa in Australia è una vera e propria crociata, anche qui forse per miracolo o perché fondamentalmente la legge dell’attrazione funziona realmente, sono riuscita a trovarla mentre ero ancora in Italia scrivendo immense e-mails di supplica all’agente immobiliare.

Che significato ha essere madre all’estero, lontana dagli affetti e dalle tipiche relazioni famigliari?

Mio figlio è stato tele trasportato in un mondo, oserei dire anche un pianeta – perché questa è la sensazione – totalmente nuovo e non è vero che i bambini si abituano subito. Hanno anche loro una fase di assestamento dura e incisiva, soprattutto se si considera il modello di famiglia tradizionale italiana a cui siamo abituati.

Detto ciò, il mio sogno è sempre stato quello di insegnare a mio figlio la capacità di adattamento e di avere il coraggio di affrontare ogni difficoltà, ma soprattutto, trasmettergli un messaggio importante: il vero potere risiede dentro di noi e il più grande degli insegnamenti lo si apprende solo vivendo.

L’Australia mi permette di vedere il mio piccolo uomo correre a piedi nudi, arrampicarsi sugli alberi e brillare sotto il sole ogni giorno. Nuotiamo nell’oceano insieme e trascorriamo tutti i nostri pomeriggi circondati dal verde brillante delle piante e il verso dei diversi animali.

I suoi amici hanno tutti una cultura propria e per lui è un privilegio apprendere gli aspetti positivi da ognuno di loro. Non ci sono differenze di razza, genere e lingua, per lui siamo tutti essere umani.

In base alla tua esperienza, è possibile prepararsi per un cambiamento di vita del genere o le coordinate si aggiustano strada facendo?

In merito al cambiamento, ci sono varie scuole di pensiero, ma io ne ho una tutta mia.

Onestamente non conosco una realtà diversa, ma per quanto tu ti possa preparare o meno, la vita in qualche modo ti sorprenderà. Io sono sempre riuscita a viaggiare, esplorare ed evolvere grazie al grande amore e supporto della mia famiglia, in particolare dei miei genitori. Il loro amore è talmente forte e puro che mi farà continuamente sentire al sicuro anche nella più buia delle caverne e questo è uno dei motivi principali per cui ho sempre camminato da sola, senza paura.

Considerazioni personali sul fatto di lasciare il proprio luogo di nascita e mantenere i legami in patria?

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Io amo immensamente l’Italia e la mia gente, non sono fuggita. Purtroppo ci sono degli aspetti che (sempre per me) sono essenziali per un’esistenza serena, come il rispetto assoluto della natura e dell’ambiente, la civiltà, un perfetto equilibro fra lavoro e vita personale, sicurezza, benessere economico e una mentalità aperta. In tutto ciò, la nostra cara patria è purtroppo nella lista nera.

Come vedi il futuro? Pensi che rientrerai in Italia, prima o poi?

Tornerò in Italia prima o poi? Per me tornare in Italia significherebbe solo tornare dalle persone che amo. Il mio cuore è costantemente diviso a metà e così sarà per sempre, perché una mente che si apre a tali dimensioni non tornerà mai nella sua realtà di origine che sarà sempre limitante e povera.

Spero in un miracolo, dove all’improvviso la mia terra sia finalmente il luogo che dovrebbe essere.

Che consiglio potresti dare ai connazionali che decidono di trasferirsi e avere unesperienza simile alla tua?

Per i futuri coraggiosi. Munitevi di tanta pazienza, un contratto di lavoro, referenze e una grande dose di positività e, soprattutto, uscite e fate amicizie con i locali. La rete di contatti qui in Australia è una vera carta vincente.

Lara Reali contatti:

e-mail: lara-reali@live.it ed

Instagram: larareali

N.d.a

*Working Holiday. Il Working Holiday Visa offre ai titolari l’opportunità di esplorare l’Australia, lavorare in diversi settori e persino studiare per un breve periodo. È un programma che promuove lo scambio culturale e offre un’esperienza di vita e lavoro all’estero.

**Skill Visa. Il visto permanente, visto skilled o skilled visa è un visto che permette di poter entrare in Australia, vivere e lavorare a tempo pieno senza dover avere o trovare uno sponsor per rimanere.