Italiani in Irlanda: Michele Griggio

 

Ci é arrivato grazie al progetto Leonardo, che offre la possibilità ai neo laureati di intraprendere un periodo di stage come prima esperienza lavorativa all’estero.  Ci è rimasto, perché è l’unico  posto in cui si sente davvero libero. Parliamo dell’Irlanda, una terra che ha sempre affascinato Michele Griggio, nato a Dolo, in provincia di Venezia nell’85.

“Ho lasciato l’Italia – racconta- circa due mesi fa e ho preso questa decisione, perché credo che l’esperienza attuale mi stia arricchendo sotto ogni profilo. Non è la mia prima esperienza di vita fuori dal Belpaese.

L’anno scorso, nell’ambito del programma di mobilitazione Erasmus, ho vissuto per sei mesi in Finlandia, ad Helsinki, dove ho svolto il mio lavoro di tesi per la laurea specialistica in Scienze Alimentari. Ho deciso di svolgere il mio stage aziendale qui a Dungarvan per continuare a parlare inglese e per la cultura storica di questa Repubblica con poco più di 4 milioni di abitanti, che ha sempre esercitato su di me un certo appeal.  Anche se qui per me è la prima volta in assoluto. E poi questa terra, con le sue tradizioni celtiche, mi trasmette un senso di libertà difficile da spiegare”.

Michele ha trascorso il suo primo mese in Irlanda, a Bandon, County Cork, a sud ovest. Lì ha frequentato un corso intensivo di lingua inglese, finanziato dalla borsa di studio Leonardo. Dopo un colloquio lavorativo andato a buon fine, si è spostato a Dungarvan, dove vive ora e che si trova verso sud est, Contea di Waterford. Per capirsi, a circa tre ore di bus da Dublino e a quasi un’ora da Cork.

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“A Dungarvan si trova l’azienda, in cui lavoro -afferma- A differenza di altre town nei paraggi, Dungarvand è più movimentata, specie d’estate, per l’ afflusso di turisti, ripartiti tra francesi, americani, tedeschi e italiani. I giovani del posto, a giugno, quando termina la scuola, vengono qui, perché la città è vicina alla spiaggia”.

Ce la descrive?

E’ tranquilla. Qui non manca nulla. Ci sono: un centro commerciale, la biblioteca, il cinema multisala con mini teatro annesso, differenti tipi di supermarket, tanti hairdresser. Non mancano, è ovvio, i pub. Alcuni vecchio stile irish e altri più moderni.  Molto ricca di verde, Dungarvan si trova a metà fra zone collinose, che cambiano spesso colore a seconda dei giochi di luce, e zone rocciose, che scivolano nell’Oceano.

Ma cos’ha di speciale?

Offre tutti i confort che potresti desiderare.  Al tempo stesso, ti permette  di vivere fra vecchie tradizioni. Qui hai la sensazione di stare davvero in un altro mondo. E’ difficile da spiegare. Solo un piccolo neo.

E cioè?

I trasporti, in genere, in Irlanda. Alcuni piccoli comuni non beneficiano della fermata  dei bus. In quei casi rimane solo il taxi come soluzione per spostarsi. Se non si ha la macchina. Fortunatamente non è il caso di Dungarvan, che invece ha continui collegamenti con Dublino, Cork, Waterford, i principali centri. Il problema, però, rimane il costo.

Un esempio: la tratta andata/ritorno da Dungarvan a Cork costa 25.89 euro. E parliamo di un’ora di percorrenza. La sola andata costa quasi 16 euro. Troppo. Costa meno andare a Dublino, che dista 3ore e 30minuti. E cioè, 19.80 euro andata /ritorno. Treni, invece, non ne ho mai presi, perché, dicono, sono spesso in ritardo. Il servizio è deludente e i biglietti non costano poco. O, comunque, non c’è risparmio rispetto ai bus.

Mi parli dell’Irlanda.

Al colpire di più, e non lo dico solo io, è l’atteggiamento delle persone, molto “open and friendly”. Qui italiani e spagnoli sono tanti e sono ben visti dagli irlandesi. Mettiamoci pure il nostro Trapattoni,  che allena la nazionale di calcio. l’Irlanda mi ha trasmesso la sensazione di poter “essere”. Qui posso dare il mio contributo e avere aiuti. Ho trovato persone stupende a lavoro, professionisti, ma al tempo stesso buoni amici.

Altro?

Gli irlandesi bevono molto. Mangiano spesso secondo una dieta sbilanciata. Parlo soprattutto dei ragazzi che vivono da soli, non hanno voglia di cucinare, e mangiano molte schifezze. Cominciano a bere, birra soprattutto, e super alcolici, dalle 18. Smettono alle 2, orario di chiusura di qualsiasi pub/disco nel week end. Ovvio, non è così dappertutto. L’Irlanda è una terra di sportivi. Si praticano: hurling, rugby, gaelic football, soccer, golf, eccetera, ma in media, qui, si beve molto. E in questo l’Irlanda è molto simile alla Finlandia.

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La vita è cara?

Costosa quasi quanto quella italiana. Come ho detto, reputo cari i trasporti. Anche perché non si possono fare abbonamenti. Ci sono solo sconti per studenti residenti. Per chi fuma, non è il mio caso, venire in Irlanda è un buon motivo per smettere. Un pacchetto da venti sigarette Marlboro, per fare un esempio, costa 8.55 euro.

E Dublino com’è?

Ci son stato sinora molte volte, approfittando dei week end. E’ una città molto dinamica, multinazionale. Tanti gli italiani e gli spagnoli. Dublino conserva la sua tradizione. Ne sono esempi: il Trinity College, il castello di Dublino, il St. Stephen Green Park. E’ una città all’avanguardia e ha tante costruzioni recenti. Essendo divisa dal fiume Liffey, già al primo impatto sembra speciale. Di notte, grazie ai tanti locali, pub di diversi tipi, Dublino pare davvero una città per giovani.

La famosa domenica di sangue del 1972, l’Ira, Belfast (capitale dell’Ulster) e, di recente, le scuse del premier britannico Cameron nei confronti degli abitanti di Derry, nell’Irlanda del Nord: cosa mi dice?  E cosa è cambiato negli ultimi anni?

Quello è stato un fatto assolutamente ingiustificabile. Una macchia rossa nella storia, che ha segnato davvero molte persone, e non solo i familiari delle vittime. E’ stato colpito il cardine della civiltà umana: la possibilità di manifestare per diritti che erano e sono legittimi.

A tal proposito, credo che gli irlandesi, di generazioni in generazioni fino ai giorni nostri, non hanno voglia di dimenticare quanto è accaduto. Quindi, sebbene d’accordo con le parole del premier, continuano a nutrire sentimenti di rancore. Quanto all’Ira, ho avvertito ancora un forte spirito indipendentista, specie a Belfast. Lì, girare di sera per le strade non é consigliato. Poi, tutti i murales che raccontano la guerra civile, destano davvero impressione.

Cambiamo discorso: quali sono i piatti tipici irlandesi?

C’è molta internazionalità anche nella cucina di Dublino: un tocco italiano, spagnolo, francese, specie per i vini. Poi, i fast food spopolano, dai kebab turchi al Mc Donald, Burger King, eccetera. E’ facile trovare locali orientali, specie indonesiani, oltre agli immancabili cinesi e  giapponesi. Insomma, esiste una vasta scelta. Ma un piatto tipico irish, che mi salta in mente, è l’irish stew, cioè uno stufato di carne in zuppa con patate e verdure bollite. E l’immancabile fish&chips. Molti piatti sono a base di patate.

Tradizioni?

Nelle famiglie irlandesi anche il cane mangia a tavola. La colazione tipica prevede salsicce, omelette e formaggio. Moquette dappertutto. Per i più schizzinosi forse l’Irlanda non è il miglior posto in assoluto. Le tradizioni irlandesi sono nella musica folk, nell’ atmosfera che si respira nei pub. Se si è in gruppo, a ciascuno nei locali tocca offrire un giro di birra. Si canta molto e piace farlo insieme. Questo avviene ancora nei piccoli comuni. Non tanto a Dublino.

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Eventi speciali?

Il St. Patrick day a marzo, come molti altri festival durante l’anno, é imperdibile: artisti di strada musica e giochi per bambini sono davvero uno spettacolo per tutte le età. Le corse dei cavalli e dei levrieri sono molto seguite e il giro di scommesse vanta molti fans.

Il clima?

Mite, per essere buoni. Al momento, siamo in piena estate, abbiamo venti gradi ogni giorno con punte di tredici gradi la sera. Piove e risplende il sole in dieci  minuti, per tutta la giornata. E’ bene portare sempre con sé il k-way.

Consigli per  vivere in Irlanda?

Venga chi ha vissuto come me l’esperienza Erasmus in Finlandia. Qui gli italiani sono ben visti, perché noi siamo aperti come gli irlandesi. A volte si  ironizza su Berlusconi  e molti purtroppo ci associano ai fatti di mafia. Ma in modo leggero. Ironico.

C’è lavoro? E che fine ha fatto il “miracolo irlandese”?

Al momento la crisi è notevole e l’Irlanda la sta subendo tutta. Per esempio, nell’azienda  in cui lavoro, i ragazzi spesso hanno dei day off durante la settimana. Obiettivo: ridurre le spese. Credo, però, che l’Irlanda abbia le potenzialità per superare in fretta questo periodo buio. La ripresa sarà veloce, come veloce è stato il boom degli anni scorsi.

Un libro per conoscere l’Irlanda?

Non saprei. Io sono venuto qui con la mia guida Routard. Tra i siti c’è www.irelandonthenet.ie. Lì, si trovano molti riferimenti a testi e saggi sul Paese del trifoglio, oltre a tradizioni particolari.

Leggende sugli irlandesi?

Si arrabbiano di più se qualcuno tocca il sidro, che la donna.

A cura di Cinzia Ficco