Mauritius: nuovo hub di scambi ed investimenti per gli investitori globali

 

L’isola dell’Oceano Indiano aspira ad essere il centro degli scambi e degli investimenti per l’Africa, una sorta di nuova Singapore ma in un diverso continente.

Mauritius è famosa per aver ospitato attività bancarie offshore e per le sue meravigliose spiagge bianche e, per tali motivi, oramai mira a trasformare il suo centro finanziario internazionale in un hub di scambi ed investimenti per gli investitori globali alla ricerca di una base per fare business in Africa, proprio come gli investitori che hanno scelto Singapore quando l’economia cinese si è aperta.

Sotto l’ambiziosa visione di Mauritius, i porti e le banche private che riforniscono la classe elitaria africana saranno tanto importanti per lo sviluppo quanto i trattati fiscali e le piantagioni di zucchero per la vecchia economia dell’isola.

Pravind Jugnauth, primo ministro dell’isola, afferma che Mauritius aspira ad essere “il ponte tra l’Africa, il continente e l’Asia“. Come parte di questa trasformazione, aggiunge, “l’isola – nel corso di poco più della metà del prossimo decennio – entrerà a far parte dell’esclusivo club di paesi con redditi annui pro capite superiore a quello di qualunque altro paese in Africa”, un obiettivo che il primo ministro ritiene piuttosto realistico, ma comunque sfidante.

Mentre Mauritius si muove verso l’essere una “nazione ad alto reddito”, dice al FT, “vogliamo anche che lo sviluppo sia inclusivo, senza povertà assoluta e meno disuguaglianza”.

Il paese è noto per aver conquistato le classifiche della Banca Mondiale come il paese africano più facile in cui fare affari. Ad aprile scorso, ad esempio, S & P Global ha declassato il rating del credito del Sud Africa allo stato di “spazzatura”, mentre Mauritius è stato uno dei pochi paesi africani con rating investment grade. Nonostante questo, permangono comunque preoccupazioni sul fatto che Mauritius non stia andando abbastanza veloce per raggiungere il suo alto obiettivo, essere come Singapore, e che il sistema politico multipartitico del Paese, sebbene tra i più stabili in Africa, possa essere d’ostacolo. In particolare, la data prevista per entrare nelle file dei paesi ad alto reddito è scivolata, durante questo decennio, dal 2019 al 2023.

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Il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita per quest’anno del 3,9 per cento. Ciò riflette un’economia che è stata colpita da uno spostamento al ribasso dei flussi di investimenti dall’India, a causa dei cambiamenti nel trattato fiscale tra i due paesi, oltre che per via della fine dell’accesso preferenziale ai mercati dell’UE per il commercio dello zucchero dell’isola. Ci sono poi anche problemi da superare a livello di sviluppo delle infrastrutture necessarie per stimolare la crescita e l’aumento della produttività nelle persone del paese, circa 1,3 milioni.

I piani del governo per costruire infrastrutture tra cui porti e un sistema di trasporti pubblici e di servizi ai cittadini “sottolineano il fatto che ci sono molte buone intenzioni”, afferma Law Min, “ma l’esecuzione è un grosso problema in termini di far decollare rapidamente i progetti”. Infatti, è opinione abbastanza comune tra i mauriziani che la corruzione continui ad impedire l’accesso alle opportunità, specialmente all’occupazione.

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