Francesca: dopo Dubai e il Kenya vivo qui a Bali
A cura di Maricla Pannocchia
Francesca si è trasferita all’estero nel gennaio 2020, abitando prima a Dubai – “non mi è piaciuta molto” – e poi in Kenya, nazione dove andava in vacanza da quando aveva 15 anni. Una volta in cui è stato possibile, per gli stranieri, accedere di nuovo a Bali in seguito alla pandemia da Covid-19, la donna ha deciso di spostarsi lì.
Francesca gestisce la sua accademia online, con la quale insegna agli italiani come investire nel settore immobiliare, e costruisce ville insieme con il marito. La coppia ha anche una bambina, che frequenta la scuola a Bali.
“Io vivo e lavoro qui” racconta Francesca, “non sono una turista quindi, al contrario di quanto immagina la maggior parte della gente, non vivo sempre in vacanza.”
A chi sogna di trasferirsi a Bali, luogo sicuramente molto gettonato sia per le vacanze sia dagli expats, la donna consiglia di affidarsi e persone reputabili che possano guidare nei vari procedimenti e di essere pronti a vivere in una cultura molto diversa da quella italiana.
Per il futuro, Francesca ha in programma dei progetti con la sua accademia e anche qualcosa che non ha niente a che fare né con la stessa né con Bali. Per scoprire di cosa si tratta, dovremo solo aspettare!
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Ciao Francesca, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao a tutti, mi chiamo Franceca Rizzo e sono nata e cresciuta a Roma.
Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?
Mi sono trasferita a vivere all’estero a gennaio 2020 prima a Dubai, poi in Kenya e, infine, qui a Bali.
Dove vivi precisamente a Bali?
Vivo a Canggu, più precisamente a Padang Linjong, dove c’è la famosa spiaggia di Echo Beach, meta ambita di tutti i surfisti.
Cosa ti ha spinta a scegliere di vivere proprio lì?
Direi che è stato tutto piuttosto casuale. La prima idea per un trasferimento è stata, appunto, Dubai, ma vuoi il periodo storico (da lì a poco sarebbe scoppiata la pandemia) vuoi per alcune caratteristiche di Dubai che non me l’hanno fatta amare (temperature allucinanti, ambiente un po’ “finto”, limitazioni dovute alla religione…), sono “scappata” da lì. In Italia il clima dovuto al Covid-19 era piuttosto demoralizzante e, quindi, ho optato per un periodo in Kenya, dove andavo in vacanza da quando avevo 15 anni. Mentre ero lì è nata l’idea di Bali, cominciando a seguire un ragazzo italiano che si era da poco trasferito a vivere qui. Tuttavia, i confini, a quei tempi, erano ancora chiusi agli stranieri, sempre per via del Covid. Sono potuta partire solo a marzo 2021.
Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?
Non bene, mi hanno dato della pazza. I miei erano molto contrariati, anche perché avevo avuto mia figlia da un anno e, quindi, per loro c’era di mezzo anche la separazione dalla nipotina.
Come ti sei organizzata prima della partenza?
Ho iniziato informandomi online e chiedendo a degli amici che si erano trasferiti a Bali poco prima.
Poi sono andata con il mio compagno a fare un sopralluogo a Dubai, per scegliere dove abitare, costituire la nostra società e prendere la residenza.
Di cosa ti occupi?
Sono un’investitrice immobiliare e una formatrice nello stesso ambito.
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Ho un’accademia online con la quale insegno agli italiani come investire in immobili. Svolgevo queste attività anche in Italia, poi, da quando sono a Bali, ho aggiunto un altro asset: costruisco ville da mettere a reddito.
È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?
Ovviamente è facile per chi ha delle belle competenze. Bisogna ricordarsi che è necessario rispettare i permessi di lavoro.
Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?
Hospitality al 95%.
Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?
Direi che gli stipendi sono più che in linea con il costo della vita. Un expat che lavora qui generalmente guadagna più che in Italia e qui il costo della vita è un 30% in meno rispetto al Bel Paese.
Puoi dirci il prezzo di alcuni beni e servizi di uso comune?
La benzina al momento è sui 0,60 Euro per quella base, fino ad arrivare a quasi 1 Euro per quella “pregiata”.
Il costo del cibo varia tantissimo a seconda della tipologia di prodotto.Prodotti italiani, o comunque d’importazione, hanno costi piuttosto alti, anche 3 volte rispetto all’Italia (un pacco di pasta Garofalo, per esempio, lo paghi sui 4 Euro).I prodotti locali hanno costi più bassi, in genere più convenienti rispetto all’Italia, anche se, rispetto a quando sono arrivata io a Bali, che eravamo ancora in lock-down, a oggi i prezzi di tutto sono saliti molto.
Come descriveresti la tua giornata tipo?
Diciamo che non è quella che forse le persone si aspettano che io viva a Bali.Vivendo e lavorando qui, non faccio vita da spiaggia, non vado a surfare (ho provato a fare un paio di lezioni ma ho capito che non è il mio sport!), insomma, faccio una vita piuttosto normale, se non forse per il fatto che ho il mare a due passi e, appena posso, vado a fare una passeggiata sulla spiaggia o a guardare il tramonto.
In generale una mia giornata tipo si svolge così: sveglia alle 6, palestra, accompagno mia figlia Viola a scuola, poi torno a casa, doccia, colazione e mi metto a lavorare. La mattina di solito la dedico allo studio o alla registrazione di contenuti poi pranzo, spesso in qualche ristorante di Bali (c’è una scelta infinita, di decine e decine di cucine diverse da tutto il mondo).
Il pomeriggio, quando finalmente in Italia si è fatto giorno (ci sono 6/7 ore di fuso orario) comincio le riunioni con i collaboratori italiani.
A questo punto, torno a dedicarmi a mia figlia: la porto a danza, a ginnastica oppure andiamo a giocare sulla spiaggia. Se lei è a giocare da qualche amichetto vado comunque sulla spiaggia a fare una passeggiata. A volte mi vedo con qualche amico, andiamo a prendere un aperitivo o a cena a provare qualche ristorante appena aperto (a Bali aprono continuamente posti nuovi).
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Come sei stata accolta dalla gente del posto?
I balinesi generalmente sono persone molto sorridenti e accoglienti, che cercano di fare di tutto per farti stare bene.
Come vivono i locals?
Se parliamo della popolazione che vive nelle zone rurali, in modo molto semplice. Anche qui ci sono diversi strati sociali quindi molto dipende dalla condizione economica individuale ma, in generale, sono tutti molto legati alle proprie tradizioni e molto religiosi. La religione svolge un ruolo fondamentale e regola il ritmo delle loro giornate.
Quali sono le differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita balinese e quello italiano?
A dire la verità, non ne vedo molti!
Come ti sei mossa per trovare un alloggio?
Tramite agenzie immobiliari del luogo poi, stando qui, con il passaparola. Da quando sono qui, ho cambiato 3 case. Le prime 2 erano in affitto, quella attuale l’abbiamo costruita noi.
Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo il giusto?
Come dicevo prima, anche a proposito del cibo, qui si può vivere spendendo pochi Euro al giorno, dormendo, ad esempio, in stanze singole in guesthouse, o con migliaia di Euro al mese. Dipende dallo stile di vita, dal tipo di abitazione che si sceglie, dalle scuole per i figli, ecc. Le zone vicino al mare nell’area di Canggu, per esempio, sono le più esclusive e le più costose.
Al giorno d’oggi, per una villa di 3 camere con piscina in una zona del genere, si possono spendere anche 4-5 mila euro il mese.
Quali zone consiglieresti a chi vuole vivere fra gli expats?
Canggu.
E quali a chi, invece, preferisce stare tra la gente del posto?
Ubud può essere considerato il cuore spirituale di Bali ma ci sono comunque molti expats. Per chi vuole vivere tra i locals il consiglio ê di cercare zone che ancora non sono completamente sviluppate, come, ad esempio, quella a nord di Canggu.
Quali, fra le attrazioni turistiche più famose di Bali, secondo te meritano una visita?
Ci sono dei classici come la Monkey Forest e i templi più famosi, le altalene sospese sulle risaie nel parco dell’Alas Harum (davvero suggestive e da non perdere per foto e video super ‘instagrammabili’), qualche giorno tra Lombok e le isole Gili se si ha un po’ di tempo in più e poi qualcosa di meno turistico come una gita all’alba sul Monte Batur.
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È stato facile adattarsi allo stile di vita locale?
No, ancora oggi trovo delle difficoltà. Il clima in alcuni mesi è piuttosto caldo e umido e, come dicevo prima, le differenze culturali sono molto evidenti.
Quali sono le difficoltà principali che hai dovuto affrontare? Come le hai superate?
Non le ho ancora superate del tutto. Il problema principale di Bali, a mio parere, è il traffico. Le strade sono strette e ci vogliono ore per fare pochi chilometri. Inoltre, è praticamente impossibile camminare a piedi, cosa che io invece adoro fare, perché praticamente non ci sono marciapiedi. Ne stanno costruendo alcuni adesso, piuttosto stretti, con il risultato che ci sono lavori in corso ovunque e questo non fa che aggravare la situazione traffico.
Quali sono state le soddisfazioni più grandi ottenute finora?
L’essere riuscita a costruire e mettere a reddito ben 9 ville nel giro di 1 anno.
Puoi raccontaci di qualche incontro speciale che ricorderai per sempre?
Sicuramente quello con il mio primo insegnante di yoga, Marcus, una delle prime persone che ho conosciuto sull’isola. È stato “amore a prima vista”, forse mi ricordava qualcuno che è stato molto importante nella mia vita!
Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?
In questo momento mi trovo in una fase di grandi cambiamenti, sto mettendo in discussione molte cose e, a breve, rivoluzionerò la mia vita. Diciamo che sono una persona in eterno “avanzamento” però non rimpiango niente. Credo fortemente che tutto serva per renderci le persone che siamo.
Ogni quanto torni in Italia e cosa ti manca di più del Bel Paese?
Cerco di tornare in Italia almeno un paio di volte l’anno ma, durante la pandemia, sono passati anche più di 18 mesi tra una visita e l’altra e questa cosa mi ha fatto molto soffrire.
Quello che mi manca di più sono gli affetti, la mia famiglia e gli amici, ma anche la cultura. Come dicevo prima, il poter passeggiare in centro, visitare musei e, sicuramente, alcuni cibi.
Quali sono le differenze fra la Francesca che viveva in Italia e quella che vive a Bali?
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Innanzitutto qui a Bali comunico quasi esclusivamente in inglese (e un pochino anche in indonesiano, lingua che sto studiando) e, quando parli una lingua che non è la tua, già sicuramente sei un po’ diversa.
Qui, forse, mi sento più libera di non dovermi “vestire”, truccare e pettinare.
Ti vedi a vivere lì “per sempre”?
No. Vedo il mio futuro e quello di mia figlia in Italia.
Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi a Bali?
Consiglierei di rivolgersi a una persona fidata per i visti e poi di armarsi di pazienza perché qui i ritmi di vita sono rallentati e, se ci si vuole integrare, non si può pensare di andare al ritmo occidentale. Come in ogni cosa, serve tempo per capire le dinamiche e comprendere davvero come si vive in un posto, quindi, meglio prendersi del tempo per fare una prova perché non è tutto oro quello che luccica.
E quali a chi, invece, vorrebbe andarci in vacanza?
Bali è un posto idillico per una vacanza. Prendetevi almeno 15 giorni di tempo e calcolate sempre che per gli spostamenti serve tantissimo tempo, quindi, non mettete troppe tappe se non avete giorni sufficienti a disposizione perché rischiereste di non godervi niente.
Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?
Tantissimo, soprattutto su me stessa, ma servirebbe un libro per parlarne. Sicuramente, una cosa su tutte, la tolleranza, e che un sorriso può davvero aprire tutte le porte.
Progetti futuri?
Come dicevo prima, sono in fase di evoluzione. Sicuramente vorrei continuare a investire qui a Bali, dove stiamo costruendo altre ville, e continuare a lavorare con la mia Accademia di Formazione, la Francesca Rizzo Academy, con cui formo le persone a fare investimenti immobiliari.
Ho anche altri progetti in serbo e questi non riguardano né Bali né l’immobiliare. Al momento, sono in via di sviluppo, quindi, vedremo…
Per seguire e contattare Francesca:
E-mail: francesca@francescarizzoacademy.com
Instagram: https://www.instagram.com/francesca_rizzo_academy/