Elisa e il suo lavoro in fattoria in Australia

Elisa Masini, a soli 25 anni, ha deciso che della sua vita avrebbe voluto provare a farne qualcosa di diverso, così, dopo essersi caricata di tanto coraggio, ha iniziato un lungo viaggio che l’ha portata in Australia. Dopo aver vissuto momenti difficili, è riuscita a trovare lavoro in campo agricolo. Da quel giorno sono passati ormai ben nove anni, adesso Elisa si dedica alla raccolta della frutta in fattoria, principalmente agrumi. Un lavoro senza dubbio faticoso ed impegnativo, con i suoi pro ed i suoi contro, ma pur sempre un lavoro che le permette di viaggiare per tre mesi l’anno, offrendole in tal modo l’opportunità di visitare il mondo in lungo e in largo.

Elisa raccontaci qualcosa di te.

Mi chiamo Elisa Masini, ho 33 anni e 9 anni fa ho deciso di provare a fare qualcosa di diverso.  Amo viaggiare e volevo farlo con i miei tempi. Non sopportavo l’idea di avere solo 4 settimane all’anno di ferie, mi stavano un po’ strette….non facevo in tempo a partire che era già ora di tornare, dovevo organizzare il viaggio ancora prima di partire e con tappe già prestabilite: due notti qui e poi in treno, una notte qui e poi 14 ore di bus per arrivare alla tappa successiva e così via….. Se c’era qualche posto che mi piaceva in particolar modo, non potevo rimanerci qualche giorno in più, perché altrimenti non sarei riuscita a vedere altro, visti i tempi limitati. Quindi ho deciso di partire per vedere se riuscivo a fare qualcosa di diverso, sempre consapevole del fatto che, se la cosa non andava in porto, avrei potuto sempre far ritorno a casa.

Sei partita all’età di 25 anni, giovanissima e intraprendente! Non avevi paura di intraprendere un viaggio verso l’ignoto?

Mi son cagata addosso sin dal primo giorno in cui ho cominciato anche solo a pensare di affrontare una cosa del genere, tremavo solo al pensiero di lasciare una vita concreta con tanti punti di riferimento sui quali poter sempre contare (amici, genitori…), ma la voglia di provarci era tanta. Mi serviva solo il coraggio di fare quel “salto”, il coraggio di prendere e lasciare tutto, poi in qualche modo sarebbe andata. In quel periodo vedevo solo nero davanti a me e le persone che mi stavano accanto non mi incoraggiavano affatto, anzi….le loro parole erano: Dove andrai? Cosa farai? Mio padre non mi parlava, mia madre invece in qualche modo cercava di incoraggiarmi, forse perché era qualcosa che avrebbe voluto fare anche lei, ma faceva tutto a bassa voce, in modo che il papà non sentisse. Comunque c’era sempre una parte di me che diceva: “Perché devi pensare che andrà male? Magari potrà andare anche bene e poi ci sarà sicuramente qualcuno che ti aiuterà”. C’era del positivo da qualche parte, non so dove, ma c’era! Così ad un certo punto mi sono detta: “Io vado….”. La sera prima della partenza sono uscita, ero emozionatissima, ho salutato tutti e sono andata a letto con il mio cane. Alle 5 del mattino ho preso il treno per Roma. I miei genitori mi hanno accompagnata alla stazione, dove ci siamo salutati con l’ “occhio lucido”, poi sono salita sul treno e ho iniziato a piangere, la gente mi guardava ma non me ne fregava niente. Successivamente ho preso l’aereo per Bangkok e appena è atterrato all’aeroporto mi sono sentita leggerissima, felice: avevo fatto il passo più importante della mia vita!

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Raccogliere frutta in Australia fattoria

Qual è stata la prima tappa del tuo viaggio?

L’Australia è stata la mia prima tappa, solo andata, passando per il Vietnam, dove ho fatto un bel viaggio senza preoccuparmi di tempistiche e cose varie. Arrivata in Australia all’inizio è stata durissima, non conoscevo l’ inglese, ero sola e non sapevo nulla del working holiday visa! Ho girovagato per un paio di mesi e poi, quando i soldi cominciavano a scarseggiare, ho cercato lavoro a Sydney. La cosa non mi entusiasmava, perché mi sembrava troppo simile alla vita italiana, così ho cercato lavoro nelle fattorie. Da quel momento in poi per me è iniziata una nuova vita!

Cioè? Raccontaci qualcosa di questa tua nuova vita..

Come tutte le cose ho iniziato dal basso. Ricordo ancora il primo giorno di lavoro davanti ad un albero di mandarino, quando mi sono detta: chi me lo fa fare? Oggi sono solo contenta di non avere mai mollato, di non avere dato mai retta a nessuno e di aver ragionato sempre e solo con la mia testa dura.

In Italia avevi già lavorato nel settore agricolo?

Non così e non direttamente. Sono figlia di fiorai, che inizialmente oltre a vendere fiori, li coltivavano. Adesso invece si occupano solo di vendita.

Sono molti i giovani che partono per l’Australia in cerca di un lavoro temporaneo nel settore agricolo. Qual è il tuo consiglio? Qual è l’approccio giusto? A chi ci si deve rivolgere? E’ facile trovare lavoro in questo campo? La paga è buona? Permette di vivere una vita tranquilla?

Il mio consiglio è quello di partire con l’idea di fare una esperienza che non ricapiterà mai nella vita e con la consapevolezza che ciò che si raccoglierà sarà sempre meglio di niente. E’ importantissimo imparare l’inglese, stare lontano dagli italiani e viaggiare con altri ragazzi che come te stanno vivendo l’esperienza del working holiday visa. Solitamente si tende sempre a stare il più possibile vicino ai propri connazionali, poiché questo ci fa sentire più sicuri, ma è la stessa cosa se si viaggia con francesi, tedeschi o coreani, il fatto che non siano del tuo stesso Paese non vuol dire che non siano persone affidabili. Lavorare nel campo agricolo in Australia non è facile. Qui fa molto caldo e il lavoro agricolo si svolge per lo più all’aria aperta, anche se ci sono dei lavori come il packing, che vengono svolti all’interno di un capannone, ma anche in quel caso non ci sono farm che garantiscono l’aria condizionata. Molti partono con l’idea che con questo tipo di lavoro si possano fare un sacco di soldi (non so da dove siano arrivate queste informazioni). Questo è un lavoro in cui ci si trova a dover fare sempre i conti con la natura: ci sono giorni in cui piove e quindi non si lavora, giorni in cui ti mandano a casa perché fa troppo caldo e giorni in cui il tuo capo applica “mosse di mercato”, cioè se per due giorni di seguito il prezzo del mandarino è basso, ti verrà dato il giorno libero o la tua giornata potrà essere limitata. Parlo della raccolta del mandarino o degli agrumi in generale perché è questo il settore in cui lavoro, ma generalmente le regole sono tutte uguali. Come per tutti i lavori ci vorrà del tempo per acquisire esperienza, quindi inizialmente il guadagno sarà limitato, in seguito le cose miglioreranno. Ovviamente ci si dovrà organizzare al meglio, così da trovarsi al momento giusto nel posto giusto. A volte capita di arrivare a metà stagione, quando le farm sono ormai piene, per cui, per cercarti un altro lavoro sei costretto a farti svariati kilometri per trovare altre farm disposte ad assumerti. Fino a 4 anni fa era molto facile trovare lavoro nel settore agricolo, ora invece tocca prenotare il lavoro e un posto per dormire almeno un mese prima. Di solito le fattorie che pagano di più si trovano lontano da qualsiasi forma di divertimento, quindi bisognerà mettere in conto anche questo aspetto, poiché questo è un lavoro abbastanza noioso e di routine. Nelle farm si svolgono diversi lavori, si può essere pagati a ore o a “contratto” cioè a kilo raccolto, quindi più si è veloce nella raccolta e maggiore è il guadagno. Di solito la raccolta va a contratto e il packing va a ore, il lavoro diventa una monotona routine, tutto il giorno lo stesso movimento sia che devi riempire un cesto di 400 kg sia che devi mettere la frutta nei box. Potrebbe essere vista come una vita hyppies o nomade o anche come una normale vita di campagna, ogni persona si approccia a questa esperienza in modo diverso. Questo è un tipo di lavoro che puoi trovare ovunque in Australia, basta stare lontani dai posti vicino alla costa, dove la competizione e la domanda di lavoro è immensa, se invece vai all’interno troverai sicuramente lavori più pagati e no party-life!

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Un altro consiglio che posso dare è quello di lasciare l’arroganza a casa, perché in questo ambiente non aiuta e quello di non fare programmi con il lavoro agricolo, che a volte paga bene e a volte no: qualunque siano i programmi di viaggio e di tempistica, è meglio lasciar perdere perché si sta giocando con la natura, una semplice grandinata può rovinare il raccolto e quindi il lavoro; è quindi importante saper prendere ogni giorno di raccolta così come viene, sapendo che potrebbe essere l’ultimo. Se si viene assunti a contratto e non si raggiunge il minimo wage, il capo ha diritto a licenziarti, si è liberi di stare seduti sotto gli alberi o di lavorare, l’importante è fare il raccolto in un determinato tempo, la frutta non può stare lì per sempre, altrimenti si può essere licenziati per mancata produttività (ragione di mercato). Tutte le informazioni sono reperibili presso tutte le agenzie di lavoro dislocate sul territorio australiano o nei siti internet governativi e privati. Le informazioni si trovano ovunque, non perdete tempo negli ostelli e nelle grandi città, comprate una macchina o un van e un minimo indispensabile per campeggiare e sarete a cavallo! Se ci si abitua si riesce a vivere con poco, le macchine costano poco, ci sono i cosiddetti “opportunity shop”, dove si possono trovare vestiti a poco prezzo e tutto quello di cui si ha bisogno per campeggiare, basta solo partire con l’idea di adattarsi. Personalmente aiuto tutti coloro che mi contattano, fornendo loro tutte le informazioni. Vivo in questo paesino famoso per gli agrumi, cerco di organizzare il lavoro a chi mi chiede aiuto, trovando loro anche una sistemazione. La mia paga al momento è buonissima, riesco a viaggiare per tre mesi senza pensare a quello che spendo, riesco a mettere da parte abbastanza e ad avere una buona vita (a volte ci sono gli alti e i bassi, ma sono ovunque), ma ho molta, molta esperienza nella raccolta.

Raccogliere frutta in Australia fattoria

Se qualcuno volesse intraprendere questo genere di lavoro, come dovrebbe fare? A chi dovrebbe rivolgersi?

Basta venire in Australia, andare sul web e digitare parole come “picking o packing. Harvest season in Australia, fruit picking, farm job” e si avranno tutte le risposte. Nel sito dell’harvets del governo australiano c’è una mappa del Paese con i sei Stati principali, cliccandoci sopra apparirà un elenco di paesini, aree o città in cui è possibile raccogliere frutta e verdura nei diversi momenti dell’anno, con relativi numeri telefonici o indirizzi email. Tu puoi essere a Sydny e nell’arco di tre giorni puoi trovare lavoro nella regione di Perth! Su gum tree, ci sono annunci privati di farm che cercano personale, magari per 3 settimane o per 6. Cercando si trova sicuramente qualcosa, l’importante è avere una certa flessibilità.

C’è chi ha vissuto l’esperienza del lavoro nel settore agricolo australiano con estrema difficoltà, lamentandosi degli orari assurdi, dei lavori duri fino allo sfinimento. Tu che invece vivi l’esperienza in modo continuativo cosa puoi dirci?

I ragazzi tendono a partire con l’idea che questo sia il paese dei balocchi, dove ti danno soldi gratis. Partono già con un atteggiamento e delle informazioni sbagliate, ricevute sicuramente da persone troppo orgogliose che non hanno accettato il fatto di non avercela fatta, persone che risiedono qui perché va di moda e perché è bello dire: “Vado in Australia”. Non se ne trovano molti di italiani in fattorie, perché la vita che si conduce è abbastanza dura, non solo per il lavoro, ma soprattutto per il fatto che tali fattorie sono dislocate in paesi molto piccoli e lontani da qualsiasi fonte di svago e di divertimento, quindi ci si annoia molto e non si riesce a convivere con la routine del solo casa-lavoro. Ci sono dei giorni in cui ci si sente stanchissimi, in quel caso bisogna imparare a dosare le energie. Molti si fermano a Sydney e vivono la vita-party della city, circondati da altri italiani e dalla sicurezza di sentirsi come a casa, non provano a saltare nel vuoto per cercare l’avventura. Vivere un’esperienza nel deserto australiano, lontano da ogni comodità è un’occasione che aumenterebbe di molto il proprio bagaglio di esperienze.

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Tornando alla tua vita australiana, in questi anni come e in cosa è cambiata?

La mia vita è cambiata in meglio! Ho un compagno australiano e viaggiamo su e giù per l’Australia raccogliendo frutta, gran parte dell’anno ci dedichiamo alla raccolta dei mandarini e per il resto quello che troviamo. Il van è la nostra casa e per 3 mesi all’anno ce ne andiamo in giro per il mondo per rilassarci dopo le grandi fatiche della raccolta.  Adesso il mio lavoro è “fruit picker”, un lavoro durissimo ma bellissimo, un lavoro che mi permette di muovermi come, dove e quando voglio. Per esempio siamo stati in Canada e New Zealand, abbiamo viaggiato e ci siamo mantenuti raccogliendo frutta o facendo qualsiasi altro genere di lavoro, sempre nell’ambito delle ochards. Sto viaggiando con i miei tempi, mi muovo da un Paese all’altro senza farmi tanti problemi su quando devo tornare, quanto posso spendere oggi, su quale aereo prendere…. per 3 mesi sono libera di viaggiare come voglio. Sto girando il mondo in lungo e in largo, incontrando persone e personalità così diverse, che non penso sarei mai riuscita ad incontrare mai nella mia vita italiana. Ho incontrato persone “come me”, (quasi tutti stranieri, pochissimi italiani) che vivono così o che fanno lavori strani, che permettono loro di vivere così, felici e orgogliosi delle loro scelte; storie stranissime che ti fanno pensare che non c’è solo la vita che ti impongono di vivere in Italia o la vita consigliata dai tuoi genitori (trova il marito, lavoro e sposati e poi fai figli) ci sono altre possibilità di vita. Da questa parte del mondo soprattutto, è quasi un luogo comune essere “nomade”, qui non sei visto come uno “strano”, sei libero di cambiare lavoro tutte le volte che vuoi e puoi spostarti da una città all’altra senza tante paranoie. Se sei stufo di vivere nella tua città, vendi quello che hai e parti per qualcosa di diverso!

Decisamente una vita avventurosa che avrà anche i suoi lati negativi. Quali sono?

All’inizio sicuramente ho passato dei momenti difficili. Non sapevo a cosa andavo incontro, ogni qualvolta iniziavo un nuovo lavoro, in un nuovo Paese e con gente nuova, mi ritrovavo ogni volta a dover capire il tipo di lavoro da svolgere, cercando di svolgerlo spendendo meno energie possibili. Adesso sono molto più organizzata, più stabile, lavoro per un solo capo e gli garantisco ogni anno tra gli 8 e i 9 mesi di lavoro, quindi diciamo che negli ultimi 3 anni ho vissuto una vita professionale abbastanza tranquilla. Ovviamente, come ho già accennato prima, in questo lavoro oltre alla mancanza di svago, si ha anche poco tempo libero a causa della pesantezza del lavoro. Qui ci sono giorni in cui piove parecchio e di continuo e giorni in cui fa molto caldo, anche 43 gradi, caldo che spesso si protrae anche per più settimane. Questo è un lavoro veramente faticoso, ma che a me piace molto. Farlo in Italia sarebbe stato perfetto per me, ma in patria uno stipendio come quello che percepisco in Australia, avrei potuto solo sognarlo.

Come si svolge una tua giornata lavorativa?

Solitamente arrivo in Australia verso metà novembre e comincio con la preparazione alla raccolta (thinning o deradamento). La data di arrivo e di inizio lavoro è sempre approssimativa, potrebbe essere il 15 novembre come il 19, dipende dalle condizioni climatiche primaverili, dall’acqua e dal vento. Svolgo questo lavoro da novembre a marzo e, visto il caldo afoso, iniziamo con le prime luci dell’alba, 4.15 e facciamo 7 o 8 ore, fino a che il caldo ce lo permette, poi torniamo a casa e aspettiamo di cenare, cosa che solitamente avviene intorno alle 17.00, alle 20.00 siamo già a letto. Per questo lavoro sono pagata a ore e di solito ne faccio 45 a settimana, tempo permettendo. Durante questo periodo, se e quando c’è la possibilità, trascorriamo un week and in città o nella capitale del Queensland. Da metà marzo in poi, inizia la raccolta: si parte con un primo taglio sui limoni e poi si fa il primo taglio del mandarino, un’unica raccolta su arance e pompelmi e poi si ricomincia il giro con un ultimo e totale taglio sui limoni e mandarini. Durante questo periodo sono pagata a contratto e di solito finiamo intorno alla metà o ai primi di giugno. Questo è il periodo più prolifero e più duro. Dopo la raccolta, solitamente per ritemprarci, passiamo 10 giorni in una delle isole del pacifico, facilmente raggiungibili da qui e veramente economiche se si soggiorna presso i resort gestiti dalla popolazione locale. Poi torniamo in Australia per l’ultima raccolta di mandarini, che termina i primi di agosto. Se ho tempi morti tra un mandarino e l’altro, il mio capo mi trova sempre qualcosa da fare, per lui o per le altre farms della zona. Finito il tutto si parte per tre mesi di vacanza: direzione Sud America, nord America, Asia o Europa.

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Questo lavoro ti permette di vivere senza problemi? Quali sono le gratificazioni maggiori?

Sicuramente senza problemi fisici, economici e spero psicologici per il momento! Magari ho un pollice verde scoperto solo adesso! A parte gli scherzi, sono molto contenta della mia vita attuale e comunque le uniche gratificazioni le hai solo se metti la frutta nel cesto, perché da sola non ci va. In tutto questo la cosa più importante è l’aver scoperto che ci sono altri modi di vivere, forse anche più funzionali.

Non hai mai avvertito l’esigenza di vivere una vita con una maggiore stabilità?

Ho avuto e ho ancora una vita stabile. Forse, al momento, ho due vite che si compensano. Pensare alle mie amiche in Italia, sposate con figli, mi riporta al concetto di stabilità o normalità, anche se, quel che può significare stabilità per me, non lo può essere per un altro. La mia la definirei più una vita da nomade, perché anche se domani restassi senza lavoro, per qualsiasi motivo, sicuramente in una settimana al massimo ne troverei un altro qui in Australia. Magari mi toccherà spostarmi, ma sicuramente lo troverei. Il giorno in cui mi accorgerò di averne abbastanza di questa vita, mi basterà solo prendere un volo per Roma o per Milano!

Mi hai detto che quest’anno avrai la cittadinanza australiana. Cosa provi al pensiero di diventare cittadina australiana?

Sicuramente mi sento eccitata, felice, sarà una cosa nuovissima e non vedo l’ora, anche perché, pur amando sempre l’Italia, dopo aver passato tanto tempo qui, mi sento anche un po’ australiana.

Se pensi a te in un futuro come ti vedi?

Non lo so e sinceramente non ci penso. Otto anni fa, quando sono partita, lo feci senza pensare a come sarebbero andate le cose, senza pensare ad un mio ipotetico futuro in Australia ed ecco come sono andate le cose…. Quando si riproporrà il problema ci penserò.

elisa.masini@infinito.it

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A cura di Nicole Cascione