Dove aprire una Startup

 

Innovazione, un’idea di successo e una valigia. Per trasformare il vostro sogno nel cassetto in un progetto concreto e avviare una startup, competenza e buona volontà non sempre bastano. Tanti i fattori che determinano la riuscita di un’impresa vincente. Tra questi rientra sicuramente il luogo dove lanciarla, il mercato a cui si rivolgerà. Si, ma qual è il più adatto? A rispondere a questa domanda ci ha pensato uno studio della Brighton School of Business and Management che tiene conto di ecosistemi consolidati, ma soprattutto dei mercati emergenti.

La ricerca è stata condotta da Richard Madison, studioso dell’alta scuola di business e management di Brighton, che ha stilato una lista con i Paesi migliori del mondo per avviare una startup. Nella classifica ci sono tanti Paesi emergenti che stanno diventando terreno fecondo per far crescere la propria impresa innovativa. L’analisi di Madison è stata poi ripresa dalla rivista Forbes che ha redatto la classifica delle 10 migliori città in cui aprire una startup. Vediamole nel dettaglio.

1. Al primo posto a sorpresa si piazza Beijing (Pechino). Come riportato da Forbes, la cultura in Cina non favorisce l’imprenditorialità. I giovani di oggi hanno una vita strettamente controllata dai genitori, e i posti di lavoro tradizionali sono ancora molto apprezzati. Tuttavia la situazione sta cambiando molto rapidamente: cresce il numero di casi di successo e l’imprenditorialità sta lentamente diventando un percorso di carriera desiderabile. “Made in China” ormai non significa più a buon mercato e di bassa qualità. Il Paese ha un programma di sgravio fiscale per le startup, con detrazioni fiscali annuali fino a 1500 dollari l’anno per le imprese fondate da lavoratori disoccupati o neolaureati. Inoltre all’inizio di quest’anno, il governo ha istituito un fondo “VC USD 6.5b” proprio per le startup. La Cina ora ha almeno 1500 incubatori sotto il Ministero della Scienza e ha avviato il “Technology’s 27-year-old Torch Programme”, iniziativa nazionale che offre il metodo, il finanziamento e i servizi di consulenza per le imprese hi-tech. Senza dimenticare l’apporto dei privati: 6,5 miliardi di dollari investiti solo nel 2014.

2. Subito dopo troviamo Kuala Lampur, in Malesia, molto più conveniente in termini di costo rispetto alla vicina Singapore. La città malese dispone di una posizione geografica favorevole essendo vicina ai principali mercati asiatici e a Singapore, città dove esistono moltissimi bandi di investimento pubblico e privato. Non solo. Qui si trovano ben tre nazionalità diverse, quindi aprire una startup in Malesia significa essere vicina ai mercati cinesi, indonesiani e indiani.

3. La medaglia di bronzo va a una città europea: Varsavia. La capitale della Polonia, infatti, è considerata più forte di Repubblica Ceca e Slovacchia perché ha un mercato interno più grande e una più radicata storia imprenditoriale. Varsavia ha diverse storie di successo come il sito di e-commerce Allegro, poi comprato dagli americani di Napsers per una cifra vicina ai 2 miliardi di dollari. La città sta inoltre attirando alcune delle principali aziende di tecnologia di tutto il mondo, prime fra tutte Google che aprirà un campus entro la fine di quest’anno. È diventata infine sponsor principale del “Bitspiration”, la più grande e più occidentalizzata conferenza per startup in Polonia.

4. Segue Mosca dove l’imprenditorialità è davvero apprezzata al giorno d’oggi , anche se il fallimento nel mondo degli affari è ancora temuto e condannato. La capitale russa vanta ingegneri tra i più preparati al mondo ed eventi per startup praticamente ogni giorno. Tutto questo, insieme a una forte attenzione verso business innovativi, come quelli legati al web, fanno di Mosca una città favorevole per la creazione di una startup.

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5. Quinta in classifica Bangalore, in India, dove l’imprenditorialità è in piena espansione. Il mercato è enorme e il numero di laureati in ingegneria ogni anno nel Paese è davvero impressionante. Tradizionalmente le imprese a Bangalore sono molto concentrate sulla progettazione e sullo sviluppo tecnologico. Il livello di imposta sulle società è del 30%. Ciò che impressiona sono i tantissimi eventi dedicati alle startup. Se ne contano almeno 10 ogni settimana tra concorsi, conferenze e hackathon.

6. Dall’India arriviamo all’Australia con Sidney, ottimo punto di partenza per le startup grazie agli sgravi fiscali per le imprese innovative. Essere un imprenditore è ben visto, anche se le persone tendono ancora a privilegiare lo stile di vita – più confortevole – del lavoro aziendale. Ci sono molte startup concentrate solo sul loro mercato locale, ma si sta assistendo a un cambiamento di mentalità in cui si pensa sempre di più a livello mondiale. L’ecosistema di Sydney sta crescendo e maturando rapidamente. Diversi gli eventi di co-working e networking. A rendere la città australiana appetibile per le startup sono i grossi incentivi per gli imprenditori, come i 14,500 dollari detraibili dalle tasse di investimenti per macchinari o altri asset durevoli.

7. Ecosistema giovane e denso di nuovi incubatori e acceleratori è Tunisi. Certo la finanza, il coaching e mentoring sono solo all’inizio, ma la primavera araba è stata senz’altro un punto di svolta per la mentalità imprenditoriale della popolazione. L’attenzione si è spostata infatti verso un’imprenditorialità civica. Spesso le startup usano e creano prodotti tecnologici per mobilitare le comunità, impegnarsi in discussioni politiche e lavorare per un bene collettivo. Al fine di supportare al meglio il crescente ecosistema locale, i responsabili politici stanno implementando nuove strategie e programmi per aumentare gli incubatori, gli acceleratori e i programmi di formazione. Uno di questi programmi è il “Regional Development General” che mira a raccogliere feedback da parte degli attori locali e beneficiari di progetti prioritari.

8. Non poteva mancare in questa classifica Londra, che si posiziona ottava. Da sempre considerata capitale delle startup innovative, la city ha visto una crescita record di investimenti pari a 459 milioni di sterline nel settore digitale nel primo trimestre del 2015 con un aumento del 66% rispetto all’anno precedente. Privilegiata è la finanza: i maggiori player del fintech londinese hanno complessivamente un fatturato annuale di 20 miliardi di sterline.

9. Al nono posto c’è Cairo, terra di grandi università ma anche di diversi siti di crowdfunding e acceleratori. Nonostante le difficoltà, gli imprenditori stanno cercando di sfruttare la nascita di nuovi acceleratori e campagne di crowdfunding. Tra questi, si sta facendo strada “Flat 6 Labs” che ha realizzato progetti interessanti come Instabug, una piattaforma che facilità i feedback degli utenti delle App. Senza dimenticare che la capitale dell’Egitto è anche sede di alcuni dei migliori talenti di ingegneria.

10. Decima, infine, Sofia. La capitale della Bulgaria vanta uno dei più bassi tassi di imposta sul reddito (10%) e una grandissima crescita di diffusione di internet. Molte le aziende di successo, come V-Ray startup che realizza rendering in 3D. Sofia è diventata anche un forte hub regionale in grado di attrarre i migliori imprenditori e di accedere ai finanziamenti comunitari. Questo ha permesso la creazione di tre fondi: LAUNCHub , Eleven Startup Accelerator e Neveq per sostenere e aiutare i neo imprenditori.

Di Enza Petruzziello