Chiara: mi sono trasferita in Madagascar (Nosy Be)

A cura di Maricla Pannocchia

Chiara, originaria di Milano, ha sempre saputo che, un giorno, si sarebbe trasferita all’estero e che, quando fosse arrivato il momento “giusto”, la scelta sarebbe ricaduta sul Madagascar, Paese che aveva visitato 20 anni prima e che l’aveva conquistata.

In seguito a esperienze personali e anche con lo zampino della pandemia da Covid, ha deciso di cominciare a fare seriamente delle ricerche per capire come spostarsi in Madagascar con il visto da investitore. Una volta nel Paese, Chiara ha fatto amicizia con il cuoco napoletano Antonio Manca, diventato suo amico e, poi, socio nel ristorante “Amodomio”.

“Lo scopo del nostro ristorante è offrire la miglior pizza e i migliori spaghetti al pomodoro dell’isola” racconta Chiara, “Al momento, siamo soddisfatti perché la ricerca per le materie prime sta andando bene e sento che, presto, raccoglieremo i frutti del nostro lavoro.”

Pensando al futuro, Chiara non fa troppi programmi e, al momento, si gode il ristorante e la costruzione della sua casa. Per il resto, vedremo!

chiara pagano amodomio nosy be

Ciao Chiara, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Chiara Pagano, ho 45 anni e in Italia vivevo a Milano. Ho lavorato per molti anni nella comunicazione, ambito in cui mi occupavo di organizzare eventi aziendali e di ufficio stampa.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

La mia decisione di lasciare l’Italia per il Madagascar è maturata nel tempo. Mi sono innamorata follemente dell’isola quasi 20 anni fa, quando ci sono andata in vacanza e mi è rimasta nel cuore. Al ritorno da quel viaggio, mi sono detta che, se mai avrei lasciato l’Italia, quella sarebbe stata la mia meta definitiva. E così è stato. Nel 2019, dopo una serie di episodi personali decisivi, il pensiero di andarmene si è fatto sempre più insistente e ho iniziato a informarmi seriamente sulle pratiche burocratiche da seguire per il mio trasferimento. Ho aperto la società dall’Italia tramite un commercialista del posto e iniziato l’iter per il visto da investitore. I giochi non sono stati semplici. La partenza ha subìto una battuta d’arresto con la pandemia da Covid-19 e ho dovuto, quindi, attendere altro tempo prima di poter realizzare il mio sogno: trasferirmi in Madagascar con tutta la mia famiglia “pelosa”, ovvero 1 cane e 5 gatti.

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Adesso vivi in Madagascar. Dove, precisamente?

Abito a Nosy Be, vicino a Hellville, la capitale.

La prima volta in cui ci sei andata è stato, ormai, 20 anni fa. Cosa ti ha conquistata del Paese?

Sono una sub e posso dire di aver girato qualche oceano nella mia vita ma quello che ho visto sott’acqua in Madagascar, non l’ho mai visto da nessun’altra parte. L’emozione provata incontrando squali grigi, balene, delfini, mante, tartarughe e molto altro, la sento ancora adesso, come se fosse stato ieri. Una sensazione di libertà e di pace mai vissuta. Amo la natura e il cemento della città mi stava stretto. In Madagascar ho trovato la mia isola felice, con tutte le sue contraddizioni. Volevo una vita semplice, immersa nella natura, a mangiare pesce a km zero, con i pescatori che me lo portano direttamente a casa. Volevo essere libera di essere me stessa, nella mia semplicità, senza artifizi e drappeggi.

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Stavi cercando anche un cambiamento personale e professionale. Qual era la situazione di partenza?

In realtà, quando sono partita, non avevo ancora le idee ben chiare su cosa fare, o meglio, non c’era ancora nulla di definito. Avevo l’idea di comprare un terreno, costruirmi casa e aprire un bnb in uno spazio dedicato. Poi, l’incontro con il mio socio (Antonio Manca), napoletano doc, mi ha aperto un’altra prospettiva: buttarmi nel campo della ristorazione. Mangiavo spesso nel suo micro ristorante in città, per gustarmi i suoi capolavori culinari e, alla fine, siamo diventati amici. Si è presentata l’occasione di rilevare un locale molto più grande del suo, con una vista mare spettacolare e così, il suo ristorante (o meglio, il nostro) si è trasferito. Dopo mesi di ristrutturazione, finalmente da un paio di mesi siamo operativi.

Il ristorante “Amodomio” è l’alternativa per chi vuole mangiare la pizza napoletana più buona dell’isola e non solo. Offriamo anche pizza fritta, specialità italiane con prodotti di qualità provenienti dall’Italia, pesce fresco locale cotto e crudo e molto altro. La location, poi, è un valore aggiunto. Il locale si trova nella piazza principale della città, in Bd De L’indépendancead Hell Ville (Nosy-Be). Una terrazza con affaccio sul mare, dove i locali e turisti possono rilassarsi con un buon piatto italiano, sorseggiando un aperitivo, una birra o un bicchiere di buon vino (offriamo una ricca e ricercata selezione di prodotti italiani mai visti in Madagascar) o, semplicemente, dove possono assaporare un buon espresso italiano, godendosi il panorama e della buona musica in sottofondo.

E quali, invece, gli obiettivi da raggiungere in Madagascar?

Il nostro obiettivo è quello di diventare, per i residenti locali e occidentali e per i turisti, il ristorante di riferimento per mangiare lo spaghetto al pomodoro e la pizza più buoni del Madagascar. Siamo molto contenti perché la nostra ricerca per offrire un’ottima materia prima sta portando buonissimi risultati. Vedere i clienti soddisfatti è la nostra maggior gioia e gratificazione.

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In che modo le scelte fatte allora hanno influenzato la tua vita attuale?

Posso dire che la pandemia è stata decisiva nella mia vita. Mi ha reso sempre più consapevole che la mia scelta di voler cambiare vita era quella più giusta per me. Tornando indietro, lo avrei fatto anche prima!

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Diciamo che se lo aspettavano. Prima o poi sarebbe successo, con le condizioni giuste. Ne hanno preso atto e si sono rassegnati all’idea. La mia felicità era più importante dei loro timori e delle loro eventuali preoccupazioni.

amodomio nosy be

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Sicuramente molta pazienza. I ritmi di vita sono molto dilatati e la burocrazia non è da meno. Per quanto mi riguarda, consiglio sempre di contattare l’Ambasciata a Roma prima della partenza, per avere tutte le informazioni corrette. In secondo luogo, suggerisco di affidarsi a un buon commercialista locale per creare una società e richiedere il visto da investitore. Parlo di questa opzione perché non mi sono mai informata per richiedere premessi di lavoro come dipendente.

Consiglieresti a un italiano di lavorare in Madagascar come dipendente? Perché?

Dipende. La mia esperienza per rispondere a questa domanda è limitata. Ho conosciuto italiani che hanno lavorato in tour operator e si sono trovati bene ma più di questo non so dire.

Il Madagascar è uno dei Paesi più poveri al mondo. Come si convive con la povertà, a volte estrema, ogni singolo giorno?

Ti abitui in fretta e impari subito ad apprezzare le cose semplici. La vita è fatta di piccole cose e, qui, la quotidianità fa la differenza. Il popolo malgascio non ha il senso del futuro, vive alla giornata e questo ti fa molto riflettere su quanto sei fortunato e su ciò che puoi fare, se paragonato ad alcuni di loro. Vogliamo dare un lavoro, una stabilità, una prospettiva di futuro, portarli a far parte della nostra famiglia, perché per noi è così.

In che modo questo ti ha cambiata come persona?

Sì e no. Sono sempre stata una persona semplice. Diciamo che ha accentuato la mia sensibilità e il mio modo di vivere le cose.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

All’inizio avevo cercato un sito di locazione internazionale. Ho vissuto in una casa in mezzo alla natura ad Ambondrona per un anno poi mi sono trasferita più vicino al ristorante, per essere più comoda. Prima del trasferimento, ogni volta, per andare e venire dal locale, era letteralmente un viaggio!

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Dipende dalle tue pretese, dalla zona (ad esempio, sul mare, nella zona dei locali, il costo è più alto) e dalle metrature. Puoi trovare locazioni anche dai 20 Euro il giorno in su. Tutto dipende, come ho detto, da cosa cerchi.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Sono una persona che non dà moltissima confidenza. Diciamo che, quando sono arrivata, ho fatto alcune conoscenze, principalmente con occidentali e alcune con la gente del posto.

Come descriveresti le loro vite?

Alcuni di essi, come me, sono venuti per cambiare vita. Ho degli amici calabresi, ad esempio, che hanno aperto l’attività da pochissimo, come me (il resort Blue Sky vicino ad Andilana, che è spettacolare) e si sono ambientati benissimo. Il sapersi adattare è sicuramente fondamentale per vivere nel modo giusto il famoso “Mora mora” (piano piano).

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Com’è, invece, una tua giornata tipo?

Come detto, i tempi qui sono molto dilatati per cui va considerato il fatto che, se per fare una cosa in Italia ci vuole un giorno, qua ce ne vogliono parecchi di più. Per cui, messo in conto questo, tutte le commissioni, semplici o più articolate, hanno bisogno del loro tempo… Spesso ti ritrovi a girare come una trottola tutto il giorno per cercare di portare a casa almeno qualche risultato dei mille che hai nella lista ma va bene cosi, è la vita malgascia.

Quali sono le differenze fra la Chiara che abitava in Italia e quella che vive in Madagascar?

Sicuramente più felice e più serena.

Quali sono i pro e i contro del vivere lì?

Non aspettarsi nulla. In generale, questo è sempre stato il mio mantra. In questo modo, tutto ciò che arriva è un di più ed è molto più apprezzato. Si vive alla giornata, non si possono fare programmi e si accetta il Paese per quello che è.

Se tu avessi la bacchetta magica, cosa cambieresti del/per il Madagascar?

Sicuramente farei amare di più gli animali alla popolazione locale. Non hanno rispetto per loro e li sfruttano. Qualcosa sta cambiando ma siamo ancora lontani anni luce dal poter definire il Madagascar un Paese animalista o eco friendly.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

La lingua (francese), che non avevo mai studiato e che ora sto imparando. Al momento, mi faccio capire come posso. Direi che, tutto sommato, non è poi così difficile.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Ovviamente, il nostro ristorante. Non avrei mai pensato di buttarmi in quest’avventura ma, con il mio socio, nonché bravissimo cuoco, sono molto motivata e sicuramente raccoglieremo a breve i frutti del nostro lavoro. È una bella scommessa che ho accettato di fare.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che la vita va vissuta e appieno. Non bisogna mai accontentarsi ma dobbiamo essere coraggiosi e inseguire i nostri sogni perché, con la caparbietà, possiamo farli avverare.

Progetti futuri?

E chi lo sa? Sono Una persona che non sta mai ferma. Ho bisogno di reinventarmi e di buttarmi in nuove sfide. Al momento, mi godo il ristorante, sto costruendo casa sul mio bel terreno e poi si vedrà. Per adesso, direi che sono abbastanza soddisfatta così.

Per seguire e contattare Chiara:

Facebook: https://www.facebook.com/amodomionosybe