Carmine: ho lasciato l’Italia e sono finito in Vietnam

A cura di Maricla Pannocchia

Con un padre nella Marina Militare, sempre in viaggio, nessuno si è stupito quando, nel 2002, Carmine ha lasciato l’Italia. “Volevo cercare lavoro”, racconta l’uomo, “e, piuttosto che trasferirmi al Nord, ho preferito andare alla scoperta del mondo.”

Adesso Carmine vive in Vietnam con la moglie e la figlia, dove svolge diversi lavori come insegnante d’inglese e gestisce, insieme alla consorte, un ristorante italiano. “Qui posso guadagnare abbastanza per condurre una vita dignitosa e mantenere la mia famiglia”, spiega Carmine, “Inoltre, le persone del posto vivono in maniera più lenta, senza stress, e il mio obiettivo futuro è proprio crescere mia figlia nella serenità.”

Carmine Punzo Vietnam

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Ciao Carmine, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Carmine, sono nato a Napoli ma sono cresciuto a Taranto perché mio padre era nella marina militare. Mia madre era in polizia penitenziaria a Torino quindi la nostra famiglia è stata così lentamente sgretolata.

Quando e perché hai lasciato l’Italia?

Ho lasciato l’Italia nel 2002 per cercare lavoro, piuttosto che trasferirmi al Nord ho preferito esplorare il mondo e conoscere altre culture e civiltà.

Adesso vivi in Vietnam. Come sei finito proprio lì? Cosa ti ha spinto a rimanerci in pianta stabile?

Sono finito in Vietnam perché ho trovato un lavoro qui. Quello che mi ha spinto a rimanerci in pianta stabile è la possibilità di guadagnare abbastanza soldi per condurre una vita dignitosa e per essere in grado di mantenere una famiglia. Al momento ho tre lavori, la mattina e nel primo pomeriggio insegno inglese all’asilo mentre nella prima serata insegno inglese in centri privati e la sera mi occupo, insieme a mia moglie, del nostro ristorante italiano.

Come ti sei organizzato, prima del trasferimento?

Ho lasciato l’Italia nel 2002, quando ero molto giovane, e sono andato a Londra. In realtà, non mi sono organizzato, avevo semplicemente un compagno delle scuole che mi aiutato a cercare lavoro nel ristorante dove lavorava anche lui.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Dato che mio padre era in marina militare ed era nocchiere di bordo, si trovava sempre in viaggio. Penso sia stato piuttosto normale per tutti che anche io viaggiassi, non ho mai avuto paura di viaggiare.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

La gente del posto è molto pacifica e simpatica. Ovviamente, in ogni Paese ci sono persone malvagie e persone, diciamo, “normali”.

È facile trovare un alloggio lì? Quali sono i costi medi?

Trovare un alloggio, se c’è la disponibilità economica, sicuramente è facile. I costi medi possono variare dalla zona al tipo di alloggio, in linea di massima con 500 € al mese si può trovare un appartamentino da una camera da letto con cucina.

Come valuteresti servizi come la sanità, i mezzi pubblici e la burocrazia?

La sanità qui è privata, i mezzi pubblici funzionano discretamente e forse la burocrazia è lievemente meno lenta di quella italiana.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare in Vietnam?

Per vivere e lavorare in Vietnam ci vuole un permesso di soggiorno. Si tratta di un permesso lavorativo.

Che consigli daresti a chi sogna di trasferirsi in Vietnam?

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I consigli che darei a chi si vuole trasferire in Vietnam sono sicuramente di venire prima a dare un’occhiata perché ci sono comunque alcune differenze fondamentali a livello culturale. Suggerisco, inoltre, di fare delle ricerche per sapere cosa è meglio non fare e di cosa è meglio non parlare, specialmente a livello politico e religioso.

Quali sono, nella tua opinione, i pro e i contro del vivere in Vietnam?

I contro del vivere in Vietnam possono essere la distanza dalla famiglia o comunque dal luogo di origine in Europa e le differenze culturali, che, a lungo termine, possono portare a un’infelicità interiore quindi bisogna comunque capire che vanno accettate le loro abitudini, i loro modi di fare e le loro tradizioni. Gli aspetti positivi, per me, sono la loro semplicità nel vivere, la mancanza di stress, l’assenza di pressioni religiose e di miti medievali come l’inferno e il paradiso.

Cos’hai imparato, finora, vivendo in Vietnam?

Vivendo qui spero di aver imparato, o comunque di star imparando, a condurre una vita più pacata, pacifica e rilassata.

Progetti futuri?

I miei progettii futuri sono di crescere mia figlia con serenità, felicità e bontà.

Per seguire e contattare Carmine:

Facebook: https://www.facebook.com/carmine.punz