Barcelona, il paese dei sogni che non ci sono più
Fino al 2008 Barcelona e la Spagna rappresentavano per molti italiani la terra promessa dove iniziare una nuova esistenza, capace di conciliare lavoro con qualità della vita. Da qualche anno tuttavia le cose sono cambiate e pure di tanto. La metropoli catalana continua ad essere una delle mete più apprezzate cercando tra i biglietti aerei con Skyscanner, visto che peraltro tantissime compagnie aeree tradizionali e low cost come Easyjet fanno scalo a Barcelona. La qualità della vita e la bellezza non sono cambiate nonostante la crisi e negli anni successivi, migliaia di persone hanno continuato a trasferirsi a Barcellona.
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Nel frattempo il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere e solo a febbraio 2012 é aumentato del 1,38% rispetto al mese precedente (8.738 persone in più), arrivando a coinvolgere un totale di quasi 700.000 unità, secondo i dati forniti dal Ministerio de Empleo y Seguridad Social. Negli ultimi 12 mesi la disoccupazione è complessivamente cresciuta del 6,53% (39.337 persone).
La situazione insomma è difficilissima, ma tantissime persone continuano a coltivare il sogno di trasferirsi a Barcellona, attratti dalla bellezza della città, dalla facilità con cui si può apprendere lo spagnolo e dalla possibilità almeno per l’inizio (ma anche per dopo) di fare qualsiasi lavoro nel campo della ristorazione come lavapiatti, cameriere, ecc.
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Purtroppo per questi ultimi lavori la concorrenza è incredibile e la stragrande maggioranza dei disoccupati spagnoli può fare questo genere di attività e il fatto di parlare anche il catalano e magari l’inglese rappresenta per loro un grandissimo vantaggio. Oltretutto la disoccupazione giovanile spagnola è la più alta d’Europa e di fatto coinvole il 50% di questi. Da non sottovalutare neanche il fatto che in tempi come questi un sacco di gente approfitta della situazione e della riduzione dei diritti dei lavoratori per ricattarli e spingerli a lavorare di più per stipendi e condizioni lavorative sempre meno favorevoli.
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Insomma dati alla mano, voler iniziare una nuova vita partendo dal basso, mette tutti nelle condizioni di non poter lavorare se non a condizioni che rendono difficile anche arrivare a fine mese in un appartamento condiviso. Barcellona è comunque una città che può ancora offrire qualcosa a chi ha un buon curriculum e presentandosi magari anche con delle solide conoscenze linguistiche, allora le possibilità aumentano, fermo restando il fatto che in altri paesi europei la situazione è sicuramente più facile e superate certe barriere linguistiche come lo sono e lo possono essere l’inglese, il tedesco, il francese e l’olandese, allora si possono aprire importanti sbocchi professionali anche per il futuro.
A cura di Sandro Cannatella