Antonella e la sua vita in Thailandia

A cura di Maricla Pannocchia

La Thailandia e soprattutto la mia amata Bangkok sono un assalto ai sensi. Qui si trovano bellezza e bruttezza, silenzio e caos, vecchio e nuovo, ricchezza e povertà.”

Una terra di contrasti, così Antonella – italiana che però da anni viveva in Inghilterra prima di mollare tutto e trasferirsi nel sud-est asiatico – descrive la sua amata Thailandia. In Italia, del resto, Antonella non si è mai sentita veramente parte di qualcosa e così, qualche anno prima dei famigerati “trenta”, ha deciso di trasferirsi a Londra, dove ha vissuto per diversi anni.

Anche il Regno Unito, però, a causa di tutta una serie di cambiamenti che ha avuto nel corso del tempo, ha cominciato ad andarle stretto ed ecco che Antonella ha racchiuso tutto il suo mondo in una valigia e, ancora una volta, è partita alla ricerca della sua vera casa.

ANTONELLA DI FRANCO THAILANDIA

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Ciao Antonella, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Antonella, sono nata a Palermo ma a 26 anni sono andata a vivere a Londra. In molti hanno considerato questa mia scelta una “follia”, anche perché non avevo mai visitato la città prima di trasferirmi lì ma, dal mio punto di vista, questa decisione si è rivelata quella giusta, almeno per i successivi 14 anni. La mia conoscenza dell’inglese era già più che buona quindi non ho dovuto affrontare le difficoltà del vivere in un Paese di cui non si capisce la lingua. In Italia, inoltre, non ero felice e quindi, quando sono partita, non ho sentito la mancanza di qualcosa.

Cosa ti ha spinta a lasciare l’Italia alla volta dell’Inghilterra?

Mi sono sempre sentita di non appartenere al mio Paese natale sia per mentalità sia per stile di vita.

E cosa ti ha spinta, invece, a lasciare l’Inghilterra per partire per il sud-est asiatico?

Il Regno Unito, negli ultimi tempi, ha subìto diversi cambiamenti rispetto all’anno in cui ci sono arrivata. Penso a un governo Tory impegnato a rendere la vita difficile a tutte le persone che non fanno parte dei ceti più elevati ma anche alla mia impressione di come il Paese sia diventato più povero intellettualmente. Anche il clima non aiuta perché fa spesso freddo o piove e il cielo è grigio. Erano anni che cercavo un modo per poter viaggiare a tempo pieno e paradossalmente lo scoppio della pandemia da Covid-19 mi ha aiutata a raggiungere questo mio obiettivo. A Londra lavoravo in un’azienda in cui mi trovavo bene e a cui penso ancora con affetto ma il problema, come ho accennato, è stato il clima sociale che si era venuto a creare nell’intero Paese. Prima di poter chiedere un anno sabbatico dal lavoro avrei dovuto aspettare altri 12 mesi ma lo stress era troppo e così non ho atteso, ho mollato tutto e ho deciso di partire alla volta del sud-est asiatico. Il fatto che io non abbia dei legami famigliari è sicuramente un vantaggio che mi permette di muovermi più liberamente ma, dall’altro lato, questo è anche un aspetto negativo del viaggiare perché, abitando così lontano, per esempio non posso più vedere regolarmente la mia migliore amica, che conosco da 18 anni. Chi vive come me, senza una vera casa, deve anche venire a patti con l’idea che questo comporta. Certo, siamo noi a scegliere di non avere una casa nel senso tradizionale del termine però è qualcosa che può farti sentire a disagio. Fra gli aspetti positivi del viaggiare a lungo termine inserirei, invece, la possibilità di andarsene a proprio piacimento da un posto che non ci piace. Quello che sto cercando di dire è che, se molti nomadi digitali o viaggiatori a lungo termine sembrano fare di tutto per divulgare un esempio di questo stile di vita che sia solo idilliaco, è che, invece, come in ogni cosa nella vita, ci sono anche degli aspetti negativi.

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Sei sempre stata decisa ad andare nel sud-est asiatico o è stata una decisione estemporanea, presa quando Londra ha cominciato ad andarti stretta?

Il sud-est asiatico, che peraltro è molto economico se comparato all’Europa, mi ha sempre affascinata ma la mia vera passione è la Nuova Zelanda. Sono tanti anni che sogno di andarci. Prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, comunque, stavo organizzando un viaggio che includesse Thailandia, Cambogia e Laos ma quello che è successo, come ben sappiamo, ha messo in pausa i programmi di viaggio di tutti. Non appena la situazione è migliorata, ho colto la palla al balzo e ho prenotato un volo per Bangkok, città che avevo già visitato e di cui mi ero innamorata.

Come definiresti le esperienze vissute in Thailandia finora?

Intense. La Thailandia e soprattutto la mia amata Bangkok sono un assalto ai sensi. Qui si trovano bellezza e bruttezza, silenzio e caos, vecchio e nuovo, ricchezza e povertà.

Quali sono degli aspetti positivi e quali degli aspetti negativi di questo Paese?

Tra gli aspetti positivi inserirei senz’ombra di dubbio il clima, che è sempre caldo, e i costi più bassi rispetto a quelli dell’occidente. Anche la visione della vita è differente da quella europea. Qui tutto è molto più rilassato e le persone cercano di godersi la vita al massimo. Tra gli aspetti negativi metterei la prostituzione e uno scarso rispetto per le donne nonché per gli altri in generale.

Pensi che la Thailandia sia un Paese idoneo per i nomadi digitali?

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La Thailandia in realtà non ha ancora fatto suo il concetto di “digital nomad” quindi, per molti aspetti, non posso dire che sia il Paese più facile in assoluto per cominciare o portare avanti questo stile di vita.

Come ti mantieni?

Ho risparmiato dei soldi per 3 anni e in più adesso lavoro grazie a contratti di virtual assistance, operations management e online business management.

Viaggi da sola. Quali sono i pro e i contro di questo stile di viaggio?

Viaggiare da sola mi permette di fare tutto in libertà, senza dovermi adattare alle esigenze e richieste altrui. Ho gusti e interessi che non sono condivisi da molti e non mi va di dedicare del tempo a esperienze che, invece, non m’interessano (ma possono interessare gli altri). Fra gli aspetti negativi metterei il dover vedere le coppie di turisti che non hanno alcun entusiasmo per quello che vedono o fanno. Che brutto quando non si ha più interesse per il mondo che ci circonda! A parte gli scherzi, a volte ho delle difficoltà a prenotare delle escursioni perché queste non vengono attivate se non con un numero minimo di 2 partecipanti e poi c’è la consapevolezza che, se dovesse capitarmi qualcosa di grave, non avrei nessuno nelle vicinanze su cui poter contare. Tutti questi aspetti negativi, tuttavia, non m’impediscono di continuare a viaggiare da sola.

ANTONELLA DI FRANCO THAILANDIA

C’è stato un posto che ti ha dato molto e un altro in cui, invece, non ti sei trovata molto bene?

Ho detestato Ao Nang, centro di turismo volgare e rumoroso, anche se esso è considerato un ottimo luogo di partenza per visitare molti dei posti più belli della zona di Krabi.

Il luogo che ho amato di più è Bangkok. Mi piacerebbe davvero tornare a vivere qui, un giorno. Bangkok è la città degli estremi, o la ami o la odi. Ed io la amo.

Come sei stata accolta dai thailandesi?

Direi molto bene! Certo, mi è capitato di dover fronteggiare persone che cercavano di fregarmi o d’imbattermi in individui scortesi (come durante il mio viaggio del 2019) ma la maggior parte dei thailandesi è gentile. Conosco un po’ la loro lingua, anche se non benissimo perché, per motivi di tempo, non ho ancora avuto modo di studiarla per arrivare a parlarla in maniera soddisfacente, e quindi molti locali rimangono piacevolmente stupiti nel sentirmi dire qualcosa in thailandese che va oltre il semplice “ciao”.

Dato che vivo qui da diversi mesi credo di poter dire di essere riuscita a capire un po’ meglio questa popolazione e il loro modo di fare. I thailandesi, poi, ormai non mi vedono più come una turista, ma quantomeno come un’expat. Un esempio classico è il fatto che gli autisti di tuc tuc, che notoriamente cercano di attirare l’attenzione di qualsiasi viaggiatore, hanno smesso di tormentarmi! Ho anche dei rapporti molto amichevoli con la proprietaria della casa in cui alloggio e penso che, se siamo noi i primi a fare lo sforzo per creare dei rapporti genuini, dall’altra parte troveremo una porta aperta..

Quali sono i tuoi piani per il futuro?

Non lo so ancora. Per tanto tempo ho cercato di pianificare tutto in anticipo mentre ora ho deciso di vivere in maniera un po’ più leggera. Spero di poter abitare nel sud-est asiatoco in modo stabile, magari in altri Paesi buddisti come la Cambogia e il Laos. Ora come ora proprio non mi ci vedo a tornare in occidente, dopo essermi abituata allo stile di vita che c’è qui. Sono anche convinta che il sud-est asiatico sarà presto al centro di un qualche avvenimento eclatante.

Posso dire, comunque, che la mia prossima tappa sarà la Cambogia dove non vedo l’ora di realizzare uno dei miei più grandi sogni, cioè vedere i templi Khmer. Questo stile architettonico è uno dei miei preferiti e quindi ho già una lunga lista di templi che sono impaziente di visitare!

Copyright per le foto: Antonella Di Franco