Wendy e Garry: con il nostro hotel cambiamo le vite delle persone del posto

A cura di Maricla Pannocchia

Dopo aver fatto avanti-indietro fra il loro Paese natale, l’Australia, e la Cambogia, nel 2015 Wendy e Garry hanno deciso di trasferirsi definitivamente a Siem Reap, cittadina famosa in tutto il mondo per essere la più vicina al complesso archeologico di Angkor Wat.

“Avevamo già aperto la nostra associazione no-profit, Heartprint, che opera a Siem Reap, in Cambogia, ma era ancora piccolina. Sapevamo che, se non ci fossimo trasferiti qui, non sarebbe mai veramente cresciuta” dice la coppia, riferendosi a Heartprint, la loro no-profit che si occupa di supportare a 360° le famiglie del posto, con il focus non sul “fare la carità” ma sul fornire loro dei modi per migliorare la propria vita.

In più, Wendy e Garry gestiscono un hotel, dove lavorano molte persone del posto, che si chiama The Baygone, situato a pochi minuti dal centro di Siem Reap, in un’oasi di calma e pace. Semplicemente soggiornando a The Bygone, gli ospiti sostengono i progetti di Heartprint. Il 100% degli incassi del caffè e il 25% di quelli dell’albergo sono devoluti all’organizzazione.

Infine, chi vuole fare volontariato da loro può fare domanda ma Wendy e Garry ci ricordano che – giustamente – hanno delle regole ferree perché al centro di tutto c’è il benessere dei bambini e della comunità locale.

Wendy e Garry Cambogia

Ciao ragazzi, raccontateci qualcosa di voi. Chi siete, da dove venite e cosa vi ha portati in Cambogia…

Ciao a tutti, siamo Wendy e Garry e, dopo aver fatto avanti-indietro dall’Australia – nostro Paese natale – alla Cambogia per tanti anni, nel 2015 abbiamo fatto il grande salto e ci siamo trasferiti qui. I nostri figli erano già grandi e, dato che avevamo viaggiato a lungo in Asia, ci sentivamo sufficientemente sicuri della scelta fatta.

Avevamo già aperto la nostra associazione no-profit, Heartprint, che opera a Siem Reap, in Cambogia, ma era ancora piccolina. Sapevamo che, se non ci fossimo trasferiti qui, non sarebbe mai veramente cresciuta.

Perché avete scelto proprio la Cambogia e, nello specifico, Siem Reap?

La vita a Siem Reap è semplice. Le persone del posto sono amichevoli e gentili. La maggior parte di queste persone è povera, tuttavia, anche se ha poco dal punto di vista materiale, ha sempre il sorriso sulle labbra. I locals ti accolgono e condividono con te quello che hanno.

Per noi il trasferimento qui è stato un po’ un’avventura, la Cambogia era una terra straniera che portava con sé tante promesse e quel pizzico d’incertezza che ci rinvigoriva.

Potete parlarci meglio del vostro percorso per creare e portare avanti Heartprint?

Dopo aver costruito una casa per una famiglia locale che viveva in povertà, ci siamo chiesti come poter fare di più e siamo giunti alla conclusione che il modo migliore sarebbe stato rendere il tutto ufficiale. Ecco che abbiamo creato e registrato un’associazione. Questo ha fatto sì che le persone si fidassero di noi e che noi potessimo chiedere donazioni per sostenere i nostri progetti.

All’inizio, è stato un grosso lavoro ma sapevamo che era la cosa giusta da fare. Più avanti, abbiamo registrato Heartprint anche qui in Cambogia come un’organizzazione non governativa locale e questo ci ha permesso di fare ancora di più, perché le persone che vivono qui si fidano di noi.

Di cosa si occupa Heartprint?

Come abbiamo accennato, all’inizio il progetto principale era quello della costruzione di case per famiglie che vivevano in povertà. Con il passare degli anni, abbiamo notato dei buchi nei servizi che offrivamo alle famiglie e ci siamo accorti che le famiglie in questione non miglioravano la loro situazione tanto quanto avremmo sperato. Nel 2020 abbiamo costruito il centro comunitario di Heartprint, attraverso il quale ora possiamo supportare in maniera strutturata i vari bisogni delle famiglie, tenendo di conto del loro benessere fisico, emotivo, sociale e spirituale.

Il centro comunitario offre un supporto all’istruzione, con dei tutors in inglese e in Khmer, la lingua locale, educazione fisica e nutrizionale, lezioni di arte, creatività, computer e musica. In più, offriamo un programma di mentorship per giovani a rischio, assicurandoci che questi bambini e ragazzi abbiano accesso a una rete di supporto.

Oltre a tutto questo, il centro offre dei workshops di cucito, ricamo, creazione di gioielli e molto altro. Forniamo inoltre workshops e informazioni sull’igiene personale, su quella delle donne e servizi medici o di counseling gratuiti. Il nostro centro supporta anche persone con bisogni speciali o disabilità intellettuali, così che possano stare con i loro coetanei e ricevere supporto.

Diamo anche delle biciclette ai bambini così che possano andare a scuola o ai genitori perché possano recarsi al lavoro o al mercato locale. Collaboriamo anche con delle scuole d’inglese qui a Siem Reap e dei centri d’informatica, così da fornire ai ragazzi delle migliori prospettive di carriera.

Consegniamo delle ceste contenenti quello che serve per un neonato alle donne che aspettano un bambino. In questo caso, il nostro scopo è far sì che la neo-mamma possa accogliere al meglio il piccolo, proprio come le nostre mamme hanno fatto con noi.

Dando vita a uno spazio in cui le persone possono esprimere i propri pensieri e ricevere supporto emotivo, creiamo un ambiente positivo per tutte le famiglie del posto che seguiamo. La nostra comunità è composta da persone che hanno a cuore gli altri, che sono forti e generose e che lavorano insieme per il bene comune.

Wendy e Garry Cambogia

Quali sono state le difficoltà e le soddisfazioni del gestire la vostra associazione?

Possiamo dire che ci sono state diverse difficoltà. Per via dell’associazione, abbiamo visto nascite, funerali, matrimoni e tragici incidenti. Abbiamo vissuto nella comunità che aiutiamo, diventandone parte. Un’altra grossa difficoltà è stata la pandemia da Covid-19. In quel periodo, abbiamo dovuto apportare delle modifiche ai nostri programmi, che non avremmo mai pensato di dover fare.

Durante la pandemia, abbiamo donato del cibo a 100 famiglie e abbiamo consegnato ai bambini che non potevano andare a scuola o a quelli che non potevano studiare online, dei pacchetti contenenti il materiale necessario per proseguire con la loro istruzione. Abbiamo anche organizzato dei workshops sul benessere, offerto counseling e abbiamo continuato a offrire un salario pieno ai 10 membri del nostro staff.

Nonostante le evidenti difficoltà di quel periodo, ci piace pensare che ne siamo usciti tutti più forti e che, di conseguenza, ci sono stati anche degli aspetti positivi, frutto proprio dalla pandemia.

Come forse sapete, il passato recente della Cambogia è molto traumatico e, per questo motivo, tante persone soffrono di una qualche dipendenza. Questo può accadere sia agli adulti sia ai bambini. Negli ultimi due anni, tuttavia, abbiamo visto molte storie a lieto fine, come quando una delle persone da noi sostenuta si è laureata e altre due hanno completato il vocational training, trovando dei buoni lavori. Altri tre ragazzi stanno frequentando la stessa struttura e siamo onorati di supportare altri 5 membri della comunità nel loro percorso universitario. Inoltre, sempre più bambini che frequentano la scuola cambogiana riescono a passare gli esami e il loro livello d’inglese è molto migliorato.

Il nostro negozio solidale locale è pensato per aiutare i genitori che faticano a guadagnare i soldi necessari a mantenere la famiglia ma è anche un luogo in cui le persone possono sviluppare delle skills e prepararsi al mondo del lavoro. L’atmosfera nel negozio è rilassata e chi ci viene sa d’incontrare persone con una mentalità simile alla sua. Non si tratta solo di permettere loro di guadagnare qualcosa ma anche di supportare la loro salute mentale.

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Che consigli dareste a chi vorrebbe aprire una propria no-profit, in Cambogia o altrove?

Fai delle ricerche approfondite, diventa parte della comunità che vorresti aiutare e cerca di capire quello di cui queste persone hanno realmente bisogno. Il punto chiave sta nel non offrire quello che tu pensi possa essergli utile ma nell’essere aperto per cogliere le reali necessità della comunità. Prima di promettere qualcosa, assicurati di poter mantenere quella promessa, altrimenti, questo comportamento può far del male ad altre persone.

Avere una tua associazione è qualcosa che ti dà una soddisfazione senza eguali. Aiutare gli altri non cambia solo le loro vite ma anche la tua. Dare qualcosa a qualcuno, senza aspettarti niente in cambio, è un’esperienza che ti rende molto umile.

Infine, preparati perché vivrai tante emozioni diverse e dovrai imparare nuove skills e le “regole” della comunità che vorrai supportare. In ogni caso, ogni difficoltà e ogni sforzo saranno ripagati dai successi e dai momenti di pura umanità.

Siete anche proprietari di un hotel, The Bygone. Quando e perché avete deciso di comprarlo?

In realtà, non ne siamo proprietari perché un occidentale non può possedere della terra in Cambogia, però siamo proprietari della locazione e paghiamo l’affitto a una famiglia cambogiana. Abbiamo avviato il progetto della gestione dell’hotel alla fine della pandemia da Covid-19. Prima, avevamo un’agenzia di viaggi sportivi e organizzavamo tours in tutta l’Asia e, ovviamente, quando sono scattati i lock-down e viaggiare è diventato praticamente impossibile, abbiamo perso la nostra fonte di guadagno.

L’hotel si è rivelato sia un modo per ricominciare a guadagnare qualcosa sia un’opportunità per aiutare la nostra amata no-profit, dando agli ospiti la possibilità di contribuire al sostentamento della stessa semplicemente alloggiando presso l’hotel o acquistando cibo e bevande dal nostro caffè. Il 100% degli incassi del caffè, infatti, è devoluto all’associazione e lo stesso vale per il 25% dei guadagni che otteniamo da chi sceglie di soggiornare presso di noi.

In questo modo, anche durante e dopo il Covid-19, abbiamo fatto sì di continuare a dare un lavoro ad alcuni dei membri dello staff di Heartiprint.

Cosa offre l’hotel?

Abbiamo 11 camere, l’una diversa dall’altra. Le camere sono grandi e offrono un ottimo posto in cui voler rientrare dopo una giornata estenuante in giro per i templi. Alcune stanze hanno anche un balcone e tutte hanno doccia e vasca separate, aria condizionata, letti spaziosi e comodi, così come il necessario per preparare il tè o il caffè.

In più, alla mattina, di pomeriggio o alla sera potete rinfrescarvi nella nostra piscina all’aperto, situata a pochi passi dalle camere al piano terra. Il nostro hotel è circondato da un giardino tropicale ed è l’ideale per rilassarvi. La colazione è inclusa nella tariffa della camera e potete scegliere se consumarla al nostro caffè, a bordo piscina o sul vostro balcone privato. Per tutto il giorno, il caffè offre dei pasti nutrienti, gustosi e rinfrescanti, sia occidentali sia cambogiani.

Il caffè è anche un luogo in cui alcuni ragazzi di Heartprint possono imparare a lavorare in questo settore e avere più prospettive di carriera. Come abbiamo accennato prima, il 100% degli incassi del caffè è devoluto a Heartprint, così che possa essere auto-sufficiente.

Tramite il nostro hotel è anche possibile organizzare e prenotare tours su misura alla scoperta dei posti più popolari di Siem Reap e dei più famosi templi del complesso archeologico di Angkor Wat ma anche di chicche segrete. Quando siete da noi, tutto quello che dovete fare è rilassarvi e godervi il viaggio.

L’avete già accennato ma parliamo un altro po’ dei modi in cui l’hotel supporta Heartprint…

Sì, soggiornando al The Baygone, gli ospiti possono anche saperne di più su Heartprint e chi lo desidera può effettuare una donazione tramite i ragazzi alla reception o direttamente attraverso uno di noi.

Nell’ingresso, c’è anche un negozio solidale che vende prodotti realizzati da alcuni dei genitori dei bambini sostenuti da Heartprint, così che questi possano avere un’entrata economica aggiuntiva.

In quali modi gli ospiti, se lo vogliono, possono contribuire all’associazione, oltre a quelli già menzionati?

È anche possibile prendere un appuntamento e visitare Heartprint. Tuttavia, chi vuole visitare il centro deve sapere che ci sono alcune regole per poterlo fare, tutte pensate per la tutela e il benessere delle persone che supportiamo e del nostro staff.

Parliamo di Siem Reap. È stato facile, per voi, integrarvi in città?

Sì, e questo grazie al tempo che abbiamo passato qui durante la pandemia. Più tempo passi qui, più rispetto ricevi da parte dei locals e questo ti porta benefici che, come turista, non potresti avere. Trascorrere molto tempo qui, come ovunque, ti aiuta a capire meglio la cultura locale e a rispettarla. È anche importante imparare almeno qualche parola di Khmer, la lingua locale. Spesso siamo invitati a grandi eventi, come i matrimoni, e questo per noi è un vero privilegio.

Come descrivereste Siem Reap a chi non c’è mai stato?

Descriveremmo Siem Reap come una città sonnecchiante, che si snoda lungo un fiume e ha alcuni fra i più bei templi del mondo a pochi chilometri dal centro. Ci sono anche molti bei ristoranti e caffè, arte e musica e, in più, una popolazione locale sempre sorridente. Lo definiremmo un posto sicuro sia per i gruppi di amici sia per le famiglie che, pur mantenendo ancora vive le tradizioni e quello stile un po’ datato, sa prendersi perfettamente cura del turista.

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Siem Reap offre molto di più di quello che può sembrare a una prima occhiata, tanto che molte persone, che magari vengono qui solo per un paio di giorni per visitare il complesso archeologico di Angkor Wat, poi si dispiacciono di non aver prenotato più giorni. Per via del più grande lago del sud-est asiatico, che si trova qui vicino, c’è anche molta biodiversità. Se amate la fotografia, questo è il vostro paradiso.

Wendy e Garry Cambogia

Potete dirci i costi medi di beni e servizi di uso comune?

È possibile pagare appena un dollaro per un pasto local e meno di 10 dollari per un pranzo o una cena in un bel ristorante. Se siete disposti a barattare un po’, nei mercati potrete fare tanti buoni acquisti. A differenza di altri Paesi, in Cambogia nessuno ti mette mai sotto pressione per spingerti a comprare qualcosa.

Assumere un autista di tuc tuc per la giornata intera ed esplorare i templi del complesso archeologico di Angkor Wat costa fra i 15 e i 20 dollari a mezzo mentre un breve tragitto fino alla città costa circa 1 dollaro.

Molte persone pensano ancora che la Cambogia non sia un Paese sicuro. Vivendo qui anche io, posso smentirle, ma qual è la vostra opinione al riguardo?

La Cambogia è un Paese sicuro, anzi, oseremmo dire il più sicuro nel quale siamo stati. Naturalmente, devi avere un po’ di buon senso, come ovunque nel mondo, ma è difficile trovare una città più sicura e amichevole di questa. Siamo giunti alla conclusione che questa atmosfera sia dovuta al buddismo e all’importanza che le persone del posto danno al Karma.

Spostarsi in città è facilissimo, ci sono autisti di tuc tuc ovunque, che non sono stressanti come in altri Paesi asiatici. La Cambogia è accogliente, sicura e meravigliosa, sia che voi scegliate di visitarla sia di trasferirvi qui, come abbiamo fatto noi.

Che consigli dareste alle persone che vorrebbero venire qui in Cambogia e vivere delle esperienze etiche durante il loro viaggio?

Investite del tempo nel fare delle ricerche approfondite per trovare esperienze autentiche. Soggiornate in un hotel che sia rispettoso dell’ambiente, come il nostro. Al The Bygone, infatti, non usiamo la plastica e ci prendiamo cura dell’ambiente. Non andate a visitare gli orfanotrofi! Se volete fare volontariato, scegliete un’organizzazione con delle solide regole che riguardano il turismo etico. Le realtà che vi permettono di fare volontariato presso di loro per un giorno probabilmente non tengono di conto dell’impatto che questo ha sui bambini e sul loro benessere. Un’organizzazione seria chiederà sempre il casello giudiziale e carichi pendenti o simili.

Che suggerimenti dareste a chi, invece, vorrebbe trasferirsi in Cambogia?

Assicuratevi di portare benefici alla comunità dove vivrete e di non limitarvi a sfruttare le sue risorse. Parlate con altri expats delle loro esperienze e di come hanno affrontato il passaggio dal loro Paese natale, o da quello dove vivevano prima di venire qui, alla Cambogia. Prima di trasferirvi qui in maniera permanente, consigliamo di starci per un periodo prolungato. Un mese dovrebbe essere sufficiente per farvi un’idea di questo posto magico.

Non abbiate paura. Siem Reap in particolare è una delle città più accoglienti in cui siamo mai stati. Durante il tempo libero, ci sono così tante cose da fare per riempire le vostre giornate. Ci sono tanti bei templi, i laghi stagionali, i campi di loto e le risaie. Siem Reap è uno di quei luoghi dove sembra ancora di essere in paradiso e, allontanandovi di poco dal centro della città, scoprirete ancora di più il fascino della Cambogia.

In che modo siete cambiati grazie alla Cambogia e al vostro stile di vita qui?

Ci siamo resi conto in maniera piuttosto lenta di quanto siamo cambiati sia vivendo qui sia per via dello stile di vita che abbiamo qua a Siem Reap. Per prima cosa, ci muoviamo molto più lentamente di quanto non facessimo prima. Ascoltiamo gli altri con maggior attenzione e ora ci focalizziamo su cosa conta davvero nella vita, lasciando perdere quello che non riteniamo importante.

Troviamo meno importante avere possedimenti materiali e più significativo avere connessioni e rapporti con gli altri. Da quando siamo venuti qui, non abbiamo mai smesso di sorridere!

Ogni quanto tornate in Australia e cosa vi manca della Cambogia quando siete lì (e viceversa)?

In generale, cerchiamo di tornare in Australia una volta l’anno anche se, ultimamente, diremmo che è più realistico scrivere che ci torniamo ogni 18 mesi. I nostri figli e nipoti vivono lì quindi per noi è una gioia andare a trovarli. I nipotini crescono in fretta ma, grazie alla tecnologia, siamo regolarmente in contatto. Sentiamo la mancanza delle spiagge e delle montagne della Gold Coast in Australia quando siamo qui in Cambogia ma quando siamo lì sentiamo la mancanza di uno stile di vita più lento, come quello cambogiano.

Quando siamo lontani dalla Cambogia, sentiamo anche la mancanza dei sorrisi e di una gentilezza genuina, tipica dei cambogiani. Ogni volta in cui rientriamo, non appena superiamo l’immigrazione, facciamo un gran respiro, ci rilassiamo e torniamo a essere veramente noi stessi.

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La vostra organizzazione accetta volontari ma ci sono delle ferree regole al riguardo (come penso che dovrebbe essere per tutte le organizzazioni). Potete dire ai nostri lettori qualcosa in più al riguardo?

Sì, accettiamo volontari ma pensiamo che sia importante prenderci cura delle persone del posto usando delle regole per tutelarle. Il periodo minimo per fare volontariato da noi è di 5 giorni. La consistenza è la parola chiave dei nostri programmi e penso che il fatto che noi siamo qui sul posto possa aiutare in questo.

Gli aspiranti volontari devono presentare un casellario giudiziale e carichi pendenti e aderire alle nostre regole per la tutela dei minori. Anche se i volontari ci aiutano, non sono la parte cruciale di ciò che facciamo. Preferiamo offrire lavoro alle persone del posto piuttosto che accettare dei volontari per ricoprire le posizioni di cui abbiamo bisogno. Ci piace quando i volontari possono insegnare qualcosa di nuovo ai locals e aiutarli a progredire.

In che modi i nostri lettori possono supportare la vostra organizzazione, anche se non dovessero mai visitare la Cambogia?

Ci sono tanti modi per supportare quello che facciamo. Le donazioni monetarie, ovviamente, sono uno di questi ma potete anche seguirci sui social, mettere “mi piace” ai nostri posts o lasciare un commento. Pensiamo, inoltre, che il passaparola sia sempre il miglior modo per farsi conoscere. Parlate di noi con i vostri parenti e amici, parlate anche della Cambogia e delle difficoltà che i suoi abitanti ancora si ritrovano ad affrontare e contribuite a quello che facciamo semplicemente avendo a cuore il benessere e il miglioramento della vita di queste persone.

Cos’avete imparato finora?

Abbiamo imparato che tutti possono farlo. Se avete paura di fare qualcosa, fate un salto nel vuoto. Le conseguenze di quel salto potrebbero cambiarvi la vita. Aiutare gli altri, cambia voi stessi e ciò a cui date importanza. Improvvisamente, vi sentite più liberi, felici e la vita diventa meno complicata.

Progetti futuri?

Al momento stiamo lavorando sul trasferire il centro in una location migliore. Speriamo di espandere i nostri progetti e di poter supportare sempre più persone. Speriamo anche di continuare a gestire l’hotel e a far vivere meravigliose esperienze ai nostri ospiti mentre, al contempo, supportiamo i progetti dell’organizzazione.

L’idea è che, prima o poi, non rimarremo sullo sfondo mentre tutti i nostri progetti saranno portati avanti dalle persone del posto, con un focus sul prendersi cura degli altri e sul migliorare le vite altrui, a prescindere dal Paese di provenienza della persona che ha bisogno.

Per seguire e contattare (in inglese) Wendy e Garry:

Heartprint

Sito web: https://heartprint.org.au/

Facebook: https://web.facebook.com/HeartprintCambodia

Instagram: https://www.instagram.com/heartprint_cambodia/

YouTube: https://www.youtube.com/@Heartprint

The Bygone

Sito web: https://thebygoneboutiquehotel.com/

Facebook: https://web.facebook.com/thebygone.cambodia

Instagram: https://www.instagram.com/thebygone_cambodia/