Vivere all’estero come Au Pair

Forse hai sentito parlare anche tu dell’opportunità di vivere all’estero per qualche mese o anche di più, soggiornando con una famiglia del posto e prendendoti cura dei bambini e/o della casa, guadagnando anche qualcosa. Si usa spesso il termine “ragazza alla pari” ma, in realtà, quest’opportunità è aperta a persone di entrambi i sessi. In questo articolo, infatti, ho scelto di usare il termine Au Pair, proprio perché ingloba sia le donne sia gli uomini.

In linea di massima, si crede che l’Au Pair sia necessariamente una persona di età compresa tra i 18 e i 30 anni e, se è vero che per i giovani ci sono molte più opportunità di quante non ce ne siano per gli over 30 o gli over 50, oggigiorno è possibile vivere all’estero come Au Pair anche se si è un po’ più grandicelli.

In questo articolo andremo a vedere chi è l’Au Pair e come iniziare a muovere i primi passi verso questa nuova avventura, a prescindere dalla tua età.

Identikit dell’Au Pair

L’Au Pair è una persona, solitamente giovane, che vive all’estero, abitando con la famiglia del posto (comunemente chiamata “famiglia ospitante”). In cambio di vitto e alloggio, l’Au Pair deve occuparsi dei bambini e anche di qualche lavoretto in casa. Oltre a dormire e mangiare gratuitamente, presso la famiglia ospitante, l’Au Pair riceve anche una paghetta settimanale, che può variare da una situazione all’altra. Nota: la famiglia ospitante può non essere tenuta a dare la paghetta a chi ha superato l’età richiesta dal programma Au Pair (esempio, le “nonne alla pari” spesso sono volontarie).

Quanto guadagna un Au Pair?

Probabilmente questa è una delle prime domande che ti sei fatto e, se è vero che non puoi pensare di arricchirti facendo l’Au Pair per un anno o per qualche mese, è anche vero che potrai mettere da parte qualcosa o avere un tuo budget per coprire spese di carattere personale come uscite, vizi o un corso di lingua.

La prima cosa da sapere è che la paghetta dev’essere vista come tale, un po’ come quando eri ragazzino e i tuoi genitori ti davano qualche soldo ogni settimana per coprire le tue spese personali. L’Au Pair, infatti, non è assunto dalla famiglia, ma ne diventa membro temporaneo per l’intero periodo di permanenza.

Come accennato in precedenza, la paghetta può variare da uno scenario all’altro ma tra poco andremo a vedere delle paghette standard per alcuni dei principali Paesi che le persone scelgono per le loro esperienze come Au Pairs. Se ti rivolgerai a un’agenzia, sarà la stessa a occuparsi di chiarire il tutto con la tua famiglia ospitante ma, se ti muoverai da solo, è importante che tu chiarisca bene i doveri della famiglia ospitante e cos’è disposta a darti (alcune famiglie, per esempio, permettono all’Au Pair di usare la loro auto). Ricordati di mettere tutto nero su bianco, firmato da entrambi.

Nota: nei Paesi in cui il programma Au Pair non è riconosciuto, come l’Australia, dovrai fare la dichiarazione dei redditi e le tasse saranno trattenute dalla tua paga. Ancora, in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, ci sono delle regole ben precise e delle regole chiare riguardo al visto per entrare come Au Pair. Specialmente se non ti rivolgerai a un’agenzia, informati per tempo e con accuratezza sull’inquadramento che avrai, rivolgendoti sia alla famiglia ospitante sia a un professionista, di modo da avere qualche sicurezza in più.

Adesso, ecco delle linee guida per la paghetta degli Au Pairs in alcuni Paesi esteri:

Australia – 7 AUD all’ora

Nuova Zelanda – circa 250 NZD settimanali

Canada – più o meno 330 CAD settimanali

Stati Uniti – a partire da 195$ a settimana

Irlanda – ti spetterà il salario minimo, che cambia in base alla tua età

Regno Unito – ho inserito questo Paese perché molte persone sognano di andare lì, specialmente a Londra, tuttavia, dopo la Brexit, non è più possibile andarci come Au Pair.

Naturalmente, è possibile fare l’Au Pair in molti altri Paesi, inclusi quelli europei.

Pro e contro della vita di un Au Pair

L’idea di vivere all’estero senza dover pagare affitto, cibo e bollette ti entusiasma? Ami i bambini e prenderti cura della casa? Non vedi l’ora d’immergerti in una cultura tutta nuova? Sicuramente questi sono aspetti positivi delle esperienze alla pari, tuttavia, è bene andare a vedere anche i possibili svantaggi così da cercare di capire, ancora prima dell’eventuale partenza, se essere un Au Pair possa fare al caso tuo.

3 vantaggi di essere un Au Pair

  1. Il più evidente, quello che abbiamo già menzionato. Vitto e alloggio gratuiti più il non doverti preoccupare neanche delle bollette. Imbattibile!
  2. Apprendere dalla famiglia ospitante e dalle altre persone del posto che incontrerai e, al tempo stesso, condividere con loro la tua cultura, la tua lingua e le tue tradizioni.
  3. Migliorare in una lingua straniera, diventare più indipendente e responsabile, contribuire allo sviluppo dei bambini e fare amicizia con persone del posto ma anche con altri stranieri.

3 svantaggi di essere un Au Pair

  1. Diciamo che la famiglia ospitante va a fortuna. Ci sono Au Pairs che si trovano benissimo con la famiglia ospitante e altri che si sentono trattati quasi come schiavi. Ci sono, poi, tutte le vie di mezzo. L’Au Pair deve adattarsi alla vita della famiglia ospitante, non il contrario. Questo può richiedere tempo, capacità di adattamento e flessibilità che non tutti hanno ancora sviluppato.
  2. Il focus dev’essere sulla famiglia ospitante e sui tuoi compiti. Solo in seguito potrai pensare a divertimenti, studio della lingua e uscite fuori porta.
  3. Pazienza e magari qualche esperienza o competenza nel lavorare con i bambini. Anche se le immagini ritraggono sempre degli Au Pairs sorridenti, con i bambini sulle spalle o che giocano con loro, nella vita di tutti i giorni potrai dover avere a che fare con capricci e problemi di vario tipo.

Cosa fa precisamente un Au Pair

Ogni situazione è diversa dall’altra ma, in linea di massima, l’Au Pair deve occuparsi dei bambini della famiglia e di fare piccoli lavori domestici. Ecco alcuni esempi dei compiti che potresti dover svolgere come Au Pair:

  • Occuparsi dei bambini. Questo può includere:
  • Accompagnarli a scuola e andare a riprenderli
  • Aiutarli con i compiti
  • Giocare con loro
  • Metterli a letto
  • Aiutarli a lavarsi
  • Preparare pasti semplici per loro
  • Occuparti dei loro vestiti, lavandoli e stirandoli
  • Riordinare la loro stanza e/o rifare i loro letti
  • Lavoretti domestici. Questo può includere:
  • Fare piccole compere
  • Buttare la spazzatura
  • Stirare (mai capi delicati)
  • Lavare i piatti
  • Occuparsi di eventuali animali domestici, in caso di necessità
  • Saltuariamente, passare l’aspirapolvere o lo straccio, pulire e spazzare

Cosa non deve fare un Au Pair

È importante che tu sia consapevole dei tuoi doveri ma anche dei tuoi diritti. Se avrai la sfortuna d’imbatterti in una famiglia ospitante che non conosce la linea di separazione tra quello che devi fare e quello di cui, invece, un Au Pair non deve occuparsi, è importante che tu ne sia conscio, così da far sentire la tua voce. Questo è particolarmente vero se la famiglia ospitante cerca palesemente di sfruttarti e se non ti sei rivolto a un’agenzia che possa supportarti in caso di bisogno.

❥ Sogni di fare la ragazza alla pari? ❥ Scopri come diventare Au Pair in America nella nostra guida!

Ecco, quindi, una lista di compiti che non ti spettano:

  • Lavare l’auto
  • Lavare la moquette
  • Pulire i vetri
  • Lavare gli animali
  • Fare grandi compere
  • Pulire e riordinare l’intera casa
  • Pulire il bagno
  • Stirare i vestiti dell’intera famiglia
  • Rifare il letto degli adulti
  • Pulire il forno
  • Attività di giardinaggio

Ricorda che avrai diritto a dei giorni liberi. Ogni Paese ha le sue regole in merito, quindi, informati prima della partenza. Infine, a parte una manciata di Paesi che impongo alla famiglia ospitante di coprire le spese di viaggio dell’Au Pair, in generale questa può scegliere se contribuire a tali spese o meno e se farlo in forma parziale o totale.

Agenzie per candidarti come Au Pair se hai fino a 30 anni

Sei una ragazza o un ragazzo di età compresa fra i 18 e i 30 anni? In questo caso, scoprirai di avere solo l’imbarazzo della scelta riguardo alle agenzie che accettano candidature da persone nella tua fascia di età.

Eccone alcune:

Nota: alcune di queste agenzie offrono anche programmi per persone considerate “mature Au Pairs.”

I maschi possono diventare Au Pair?

Come accennato all’inizio dell’articolo, la risposta breve è sì. Anche se generalmente viene usato il termine “ragazza alla pari”, in realtà quest’opportunità è rivolta a persone di entrambi i sessi. I ragazzi alla pari – chiamati anche “bro pairs” in inglese – generalmente possono rivolgersi alle stesse agenzie che si occupano di accompagnare le ragazze verso il percorso come Au Pair.

Oggettivamente, la maggior parte degli Au Pairs sono donne. Questo può essere per motivi diversi come il fatto che ci sia ancora una certa convinzione che le donne siano più inclinate per i lavori domestici e per prendersi cura dei bambini o che, scegliendo di avere una donna piuttosto che un uomo in casa, la famiglia sia più tutelata. Tuttavia, ci sono numerose storie di successo di ragazzi e uomini partiti per l’estero come Au Pairs.

Ci sono famiglie che, per svariati motivi, scelgono appositamente un Au Pair maschio. Questo può essere per far sì che i figli possano avere un role model maschile. Spesso, i ragazzi alla pari finiscono per essere visti come veri e propri fratelli maggiori dei bambini o ragazzi di cui si prendono cura.

Au Pair over 30

Probabilmente già sapevi dell’opportunità di andare all’estero come ragazza o ragazzo alla pari ma credevi che, una volta compiuti i 30 anni, queste possibilità svanissero. Per fortuna, non è così. Certo, la maggior parte dei programmi di Au Pair si rivolge ai giovani e non ha senso fingere che non sia così. Diciamo che, in quanto over 30, puoi dover faticare un po’ di più a trovare un’agenzia o l’opportunità giusta per te. La bella notizia è che in questo articolo ne trovi un paio, ti basta un “click” per iniziare la tua avventura.

Le persone al di sopra dei 30 anni, spesso vengono considerate mature Au Pairs.” Del resto, una donna di 45 anni, ad esempio, ha più esperienza di una ragazza di 19. Naturalmente, ci sono le eccezioni, ma in linea di massima un’età più avanzata è vista come una qualità che si rispecchia in più esperienze nel prendersi cura dei bambini (figli propri, nel lavoro o tramite esperienze come Au Pair) e nell’occuparsi della casa. In più, una persona avanti con gli anni generalmente ha già affrontato esperienze che i giovani ancora non hanno vissuto e può rivelarsi più pronta ad affrontare difficoltà ed emergenze.

Due agenzie per Au Pair che hanno più di 30 anni

  • Aupair.com programma Granny Au Pair (per chiunque abbia superato la classica età da ragazza/o alla pari). Nota: la famiglia è tenuta a offrire vitto e alloggio e a far sentire l’Au Pair come una vera zia o nonna ma non è obbligata a darle la paghetta. In alcuni casi, pagarla è addirittura illegale.
  • Granny Au Pair (generalmente le persone iscritte hanno fra i 45 e i 75 anni). Nota: non è previsto compenso. Se la famiglia ospitante vuole pagarti o se tu richiedi un compenso, dovrete procedere ad accordarvi autonomamente.

Gruppi Facebook, un mondo di opportunità

Come in molti altri scenari, anche quando parliamo di opportunità per Au Pairs il famoso social network offre tutta una serie di gruppi a cui puoi iscriverti gratuitamente per cercare delle potenziali famiglie ospitanti. Eccone alcuni:

Per quanto tempo puoi vivere all’estero come Au Pair?

In linea di massima, il periodo che un Au Pair può trascorrere all’estero va dai 3 mesi fino a 1 o 2 anni. Le regole cambiano da Paese a Paese e, a volte, da una famiglia all’altra. Per esempio, una famiglia può aver bisogno di un Au Pair per soli 5 mesi e un’altra per 2 anni. Generalmente, gli annunci contengono questa informazione.

E se qualcosa va storto?

Purtroppo, nessuno può darti garanzia del fatto che la tua esperienza all’estero sarà meravigliosa. Se ti muoverai autonomamente, per esempio, utilizzando i gruppi Facebook, dovrai essere doppiamente vigile già da prima della partenza ma, a volte, anche usando delle agenzie, puoi scoprire che qualcosa non va come ti aspettavi. In tal caso, solitamente puoi contare sul supporto dell’agenzia stessa.

Sui siti della maggior parte delle agenzie puoi trovare un contratto da firmare e da far firmare alla tua famiglia ospitante, proprio per evitare eventuali problemi. Se, però, proprio non te la sentirai di continuare, ti basterà disdire il contratto (generalmente, con due settimane di preavviso). È fondamentale che, nel contratto, ci sia anche questa clausola, ovvero la possibilità, da parte tua, d’interrompere l’esperienza con un determinato preavviso.

È fondamentale che tu sia anche conscio di quante ore dovrai lavorare. Queste variano da un Paese all’altro ma, in linea di massima, possiamo dire che puoi aspettarti di lavorare 45 ore la settimana negli Stati Uniti e 30 nella maggior parte degli altri Paesi. Saperlo ti sarà utile per verificare se la famiglia ospitante ti sta sfruttando e per sapere che non è sufficiente lavorare 10 ore la settimana e, se la famiglia ospitante ti chiede più ore con i bambini, ha perfettamente ragione.

Infine, ricorda che ti troverai all’estero e dovrai adattarti alla vita in un contesto famigliare diverso dal tuo. Le tue abitudini cambieranno. Tutto questo può portare stress, ansia e preoccupazione. Non arrenderti alla prima difficoltà ma usa questa esperienza anche come un modo per crescere e migliorare. Se la situazione dovesse degenerare, o essere grave sin da subito, non esitare ad andartene.

In conclusione, l’esperienza come Au Pair è sicuramente da prendere in considerazione se vuoi vivere immerso in un nuovo contesto, conoscere nuove persone, crescere in ogni senso della parola e imparare una nuova lingua. Sei pronto a cercare la famiglia ospitante giusta per te?