Vasco: vi racconto la mia vita, da Firenze a Hat Yai

A cura di Maricla Pannocchia

Dopo aver vissuto quella che definisce “una vita normale trascorsa in Italia”, Vasco, 47enne originario di Firenze, si è trasferito in Thailandia, prima a Phuket, dove ha vissuto per 3 anni, e poi a Hat Yai, dove abita, con la compagna e la figlia, dal 2013.

“Hat Yai non è una città molto turistica come possono esserlo altre della Thailandia” racconta, “Almeno, se pensiamo in termini occidentali. Qui la maggior parte dei visitatori proviene da Singapore, dall’Indonesia e, in maniera maggiore, dalla Malesia, data la vicinanza al confine malese.”

Dopo aver aperto una propria attività e aver avviato una sua azienda con un’amica thailandese, adesso l’uomo si è preso una pausa dal lavoro, dedicandosi alla ristrutturazione della casa. “Dopo aver vissuto in affitto, adesso abbiamo una casa di proprietà e direi che, per vivere bene qui, con una casa propria e mettendo in conto anche le spese annuali, sono sufficienti poco più di 1.000 Euro il mese.”

Chi sogna di lavorare in Thailandia, deve sapere che ci sono tantissimi mestieri, principalmente manuali, che sono preclusi agli stranieri. Come racconta Vasco, “Il governo thailandese tutela la gente del posto, per cui, se un lavoro può essere svolto da un local, sarà proibito a uno straniero.” L’opzione relativamente più semplice è quella di aprire una propria attività anche se, per semplificare la procedura, è bene affiancarsi a un socio locale, che possiederà il 51% della società.

Guardando al futuro, Vasco – che gestisce anche una pagina Facebook in cui racconta della sua vita in Thailandia – pensa alla figlia e vorrebbe avviare un’altra impresa, insieme alla sua amica thailandese.

Vasco, un fiorentino ad Hat Yai Thailandia

Ciao Vasco, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti! Mi chiamo Vasco, 47 anni, nato e cresciuto a Firenze. Ho una figlia di 12 anni, nata e cresciuta qui in Thailandia. Ho avuto una normale vita trascorsa in Italia, tanti amici, conoscenze e lavoro. Sono entrato nel mondo del lavoro a 15 anni. Ho svolto molti mestieri e l’ultimo lavoro prima di trasferirmi era in una ditta di abrasivi e utensili che si chiamava “Florence Abrasiv & Tools.”

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Mi sono trasferito in Thailandia lasciando l’Italia il 29 Marzo del 2010 e di quel giorno ricordo ben poco! La vita che mi si mostrava davanti non mi portava da nessuna parte. A 33 anni mi sono reso conto che qualcosa doveva cambiare, mi sentivo fermo! Da lì a trasferirmi è stato un attimo.

Adesso vivi in Thailandia, precisamente a Hat Yai. Come mai hai scelto di trasferirti proprio lì?

Prima di trasferirmi a Hat Yai, ho vissuto 3 anni a Phuket. Stavo bene a Phuket e mi manca! Ho conosciuto molte persone e con tante di queste ho fatto amicizia. Abbiamo creato il nostro gruppetto molto vivace, eravamo quasi tutti di Firenze o dintorni. La mia compagna, poi, ha proposto di trasferirci altrove. La sua richiesta è avvenuta per via di validi motivi e per nostra figlia. Hat Yai è la città natale di entrambe. Mia figlia aveva 18 mesi quando ci siamo trasferiti qui. Ero già stato molte volte a Hat Yai, la mia prima volta nel 2008. Sapevo già cosa mi aspettava ed è stato come se avessi cambiato vita una seconda volta.

Dove si trova precisamente Hat Yai e come la descriveresti?

Hat Yai è la città più grande del sud della Thailandia, si trova in provincia di Songkhla, a più di 400 km da Phuket. È una città molto tranquilla, vi si respira la vera vita cittadina thailandese, con le sue diversità di religioni. È una città multiculturale e un importante snodo per il commercio della Thailandia. Vivendoci fisso dal 2013, devo dire ha fatto molti cambiamenti. Il turismo di Hat Yai è completamente diverso da quello di altri luoghi più battuti della Thailandia.

Puoi parlarci meglio dei cambiamenti che hai visto da quando sei arrivato lì a oggi?

Come accennato, mi sono trasferito a Hat Yai nel febbraio del 2013 e in questi anni ho notato molti cambiamenti nella città. Si sta ingrandendo molto, ci sono strutture nuove, iniziano a costruire condomini, ci sono strade completamente rifatte e buoni servizi pubblici. Si sta adattando ad altre categorie di turismo, anche se il turismo, qui, è principalmente orientale, con visitatori provenenti da Singapore, Indonesia e, più di tutti, Malesia, essendo a soli 40 Km dal confine. È un turismo spinto sulla gastronomia, con eventi gastronomici per attirare visitatori sia locali sia stranieri. Inoltre, ci sono nuovi locali, discoteche e altri tipi d’ intrattenimento moderno, adattati anche allo stile occidentale.

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Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Sicuramente è stata una sorpresa per molti! In tanti mi hanno detto la stessa cosa, “Tu fai bene”. Ci siamo lasciati nel miglior dei modi possibile, salutando tutti e facendo una cena di addio. I miei genitori, beh, non è mai facile, per una madre e un padre, veder partire il proprio figlio e non sapere quando tornerà. Il saluto è stato bello, emozionante sia per me sia per loro, mi davano fiducia e tranquillità! Sicuramente non si aspettavano che sarei tornato dopo 6 anni. Sapevo di avere un biglietto di ritorno dopo 90 giorni ma non avrei mai immaginato di stare via tutto quel tempo!

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Prima di tutto, ho sistemato le cose nell’ambito lavorativo, dato un mese di preavviso e trovato una persona che potesse sostituirmi, tra l’altro un mio grandissimo amico. Sono riuscito a liberarmi della macchina, ho chiuso conti bancari ecc. Il resto sono normali cose che organizzi prima di partire per una vacanza.

Di cosa ti occupi?

Ho sempre avuto una piccola attività familiare qui a Hat Yai, aperta appena sono arrivato, e ancora attiva. Dopo essermi ambientato, aver fatto nuove conoscenze e amicizie, tramite un’amica di famiglia thailandese, abbiamo collaborato in due attività, una birreria con musica dal vivo e una caffetteria/ristorazione, ma il Covid-19 ha spazzato via tutto. Attualmente, mi sono preso un periodo di pausa, ho cambiato casa e quindi la sto ristrutturando e sistemando. C’è qualcosa in programma, sempre insieme alla mia amica thailandese, vedremo.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

In Thailandia in generale, non è tanto semplice trovare occupazione. Il motivo è che qui moltissimi lavori, più che altro manuali, non sono ammessi. Per essere assunto e trovare lavoro in aziende internazionali o thailandesi, devi avere delle specializzazioni e i guadagni possono essere anche alti. Per quanto riguarda aprire un’attività, che sia un ristorante o prendere in gestione un hotel, la cosa è più facile. Ci sono tantissime categorie di lavori che uno straniero non può svolgere, quindi, resta difficile ma non impossibile! Se dimostri che un certo tipo di lavoro non può essere svolto da una persona del posto, allora è facile che tu ottenga il tuo permesso di lavoro. La Thailandia tutela il popolo locale, quindi, se un thailandese può svolgere un certo tipo di lavoro manuale, di conseguenza uno straniero non può farlo.

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

Avviare un’attività in Thailandia per uno straniero non è che sia difficile, il problema si lega ai lavori che uno straniero non può svolgere. In molti casi tu hai la possibilità di fare il manager. Se disponi di un solido business plan e di fondi sufficienti, puoi avviare un’attività in Thailandia. Per un espatriato, l’avvio di una propria impresa è il seguito di strati di scartoffie e complicate procedure di registrazione. Per avviare un business in Thailandia, è importante avere pazienza, essere di mentalità aperta e rispettare le leggi del Paese. In molti casi, nell’aprire una tua attività, è necessario avere un socio thailandese che sarà l’azionista di maggioranza della società. Faccio un esempio: tu straniero possiedi il 49% delle azioni della società, mentre il tuo socio thailandese ne possiede il 51% ma registrare una società a maggioranza thailandese è molto più semplice che registrarne una a totale partecipazione straniera.

Quali aspetti consigli di valutare prima di trasferirsi lì?

Le cose da valutare possano essere tante o poche! Bisogna preoccuparsi anche di altri aspetti, di lavorare con i locali, quale sia uno stipendio medio (e/o obbligatorio) per uno straniero e che tipo di vita ti permette di condurre quello stipendio. Se lavori in ambito turistico, devi preoccuparti di riuscire a lavorare anche in bassa stagione con tutta la concorrenza che puoi trovare, specie se apri una tua attività in luoghi di turismo di massa. Devi anche presentare le tue domande di rinnovo per il permesso di lavoro, estensione del tuo permesso di soggiorno e tenere di conto di tutta la burocrazia legata a uno straniero in territorio thailandese.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

La Thailandia richiede requisiti specifici per ogni tipo di attività che si apre o se siamo assunti da compagnie estere o locali. Se vuoi aprire una tua attività, devi avere un capitale sociale, un visto lavorativo e presentare domanda per ottenere il tuo permesso di lavoro. Dopo di che, se rispetti tali requisiti e la mansione che desideri svolgere è permessa agli stranieri, puoi avviare la tua attività e iniziare a lavorare. Oltre a questo, uno straniero che apre una sua attività, deve assumere dei locali. Per vivere qui, chiaramente serve un visto che sia lavorativo, familiare, da pensionato, studente ecc. Tutti hanno diversi requisiti da rispettare.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune (es. cibo, benzina…)?

Il costo dei beni e servizi è nettamente inferiore a quello che c’è in Italia. Un litro di benzina attualmente costa sui 0,90 cent ma, prima del Covid, il prezzo era la metà. Il cibo d’importazione ha un costo molto alto, specie su vini, pasta, sughi, formaggi e salumi.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Prima di trasferirmi da Phuket a Hat Yai, avevamo già preso contatti per affittare una casa ma, comunque sia, trovare alloggi rimane abbastanza semplice in Thailandia. Dal 2013 che sono qui a Hat Yai, ho cambiato 3 case e ora viviamo in una casa di proprietà, quindi niente affitti, solo normali utenze da pagare.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Sicuramente i luoghi con una minore affluenza turistica costano meno rispetto a quelli più noti. Molti vivono al nord della Thailandia, località Isaan, ma ci sono altri posti che si possano considerare validi per viverci. Stabilire una cifra per poter vivere bene in Thailandia non è semplice. Nel mio caso, abitando in una città come Hat Yai, dove la vita è in parte meno cara, mettendo in conto anche le spese fisse annuali, che sono assicurazione sanitaria e scuola per mia figlia, direi che con 1000 – 1200 Euro il mese puoi starci dentro!

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Qui a Hat Yai sono stato accolto in modo stupendo! Non c’è paragone rispetto a come vieni visto e accolto in zone di turismo di massa. Vivendo per i primi 3 anni a Phuket, ho notato subito la differenza!

Come descriveresti le loro vite?

Posso dire che hanno un approccio alla vita differente dal nostro, la vivono con calma, “dove non si arriva oggi si fa domani”. I locals sono molto legati al loro credo, attaccati alle tradizioni e ogni scusa è buona per fare festa.

Com’è una tua giornata tipo?

La mia giornata tipo è cambiata spesso negli anni. Avevo la mia giornata tipo di quando vivevo a Phuket e questa di ora, che è cambiata molte volte, ma bene o male la mia sveglia suona tutti i giorni alle 6:30 – 7:00. Faccio tutti i preparativi per portare mia figlia a scuola e poi prendo il caffè verso le 8. Nei periodi di lavoro, entravo alle 17 e finivo dopo mezzanotte. Durante la giornata avevo molto tempo libero e modo di dedicarmi alla casa, di aiutare la mia compagna nell’attività familiare ma anche dedicarmi al resto della famiglia, diciamo che sono diventato un punto di riferimento per loro. Nel pomeriggio, andavo a prendere mia figlia a scuola alle 16 e poi entravo a lavoro.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Quando mi sono trasferito in Thailandia, avevo già accordi con un italiano che gestiva un hotel e avremmo dovuto prendere in gestione un’altra struttura ma la cosa non andò a buon fine e mi fece perdere tempo e denaro! Da lì mi sono trovato a inventare delle cose, anche se ci sono state varie difficoltà, piccoli problemi che ho sempre risolto anche grazie alla mia compagna. La nascita di mia figlia, che di per sé è stata la cosa più bella che mi sia successa, è accaduta in quello che “non era il momento giusto”. Ciò mi ha portato ad affrontare altri tipi di problemi, fare altre scelte e cambiamenti.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

L’unica gioia della mia vita è mia figlia! Da lì parte tutto il mio modo di pensare e fare.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Ne facevo parte quando vivevo a Phuket. Qui a Hat Yai sono stato anni senza vedere miei connazionali. Negli ultimi anni, anche grazie ai social e, in particolare, alla mia pagina Facebook, ho scoperto che ci sono alcuni italiani che vivano a Songkhla. Non ci siamo mai incontrati ma verrà l’occasione.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Sulle scelte di cambiare vita, ci sono sempre cose da valutare. Per prima cosa, direi di conoscere alcuni aspetti della Thailandia e del suo popolo. Siamo due culture diverse in tutto. Cercare di passare dei lunghi periodi qui, capire le regole sul lavoro e provare a socializzare con il popolo, cercando di conoscere la loro cultura e religione. I thailandesi seguano comportamenti legati alla loro religione anche sul lavoro quindi è bene capire la loro religione prima delle persone.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Stipulare un’assicurazione di viaggio, che non deve mai mancare. A chi viene qui per la prima volta, suggerisco di non andare esclusivamente nei posti più noti ma di provarne altri. La Thailandia è grande e ci sono migliaia di cose da scoprire e visitare.

E quali i pregiudizi o luoghi comuni che, secondo te, molte persone ancora hanno riguardo alla Thailandia?

Ci sono tanti pregiudizi sulla Thailandia. Penso a quelli sulla prostituzione, sulla loro religione e sul loro modo di vivere. Ci sono tanti italiani che vivono in diversi luoghi della Thailandia. Ognuno ha le proprie esperienze, in base al luogo in cui abita.

Hai una pagina Facebook che si chiama “Un fiorentino a Hat Yai – Thailandia”, come mai hai deciso di aprirla?

Ho aperto la pagina circa due anni fa, anche se, per il primo mese, aveva un altro nome. Un mio amico, che viveva a Samui, ed io, gestivamo un gruppo Facebook sulla Thailandia e, da lì, gli proposi di aprire una pagina, avendo delle idee per i contenuti. Tuttavia, non andavamo d’accordo su come gestire la pagina, quindi, ho continuato a mandarla avanti da solo, cambiando il titolo in “Un Fiorentino a Hat Yai – Thailandia”. Ci sono tantissime pagine sulla Thailandia e, del resto, è difficile fare contenuti differenti da quelli presenti altrove. Personalmente, seguo alcune di queste pagine ma non per prendere spunto dai loro contenuti, dato che ho le mie idee per ciò che propongo, e penso che si differenzino da quelle altrui.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Sì, alcune cose iniziali le farei diversamente. Sicuramente, rifletterei meglio sulla scelta di cambiare vita.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che basta veramente poco per vivere! Ho apprezzato molto e tuttora apprezzo la cultura thailandese e lo stile di vita di questo Paese, che si differenzia dal nostro. Mi sono adattato parecchio al loro modo di vivere la vita e al loro stile. Un proverbio thailandese dice: “Quando sei in una città dove la gente strizza gli occhi, fai come loro”.

Progetti futuri?

I miei progetti sono sempre stati legati a mia figlia, il mio futuro è già nel passato. Vorrei dare a mia figlia una buona formazione di studio, assicurarmi che possa entrare nel mondo del lavoro e che sia appagata. Pensando nel mio piccolo, mi piacerebbe iniziare un’altra collaborazione con la mia amica e aprire una nuova attività.

Per seguire e contattare Vasco:

Facebook: https://www.facebook.com/UnFiorentinoadHatYai