Scoprire Sao Tomé e Principe

Di Anna Scirè Calabrisotto

 

Qual è l’ultima cosa che ti aspetteresti di trovare su un minuscolo arcipelago a più di 150 chilometri dalla terra ferma nel Golfo di Guinea? Vestigia di antiche tradizioni vittoriane? Uccelli e passeri dai colori abbaglianti e turchesi? La più grande piscina dell’Africa occidentale? Tutte queste cose, e molte di più, contraddistinguono Sao Tomé e Principe, un paradiso dimenticato da tantissimi e, specialmente, dai turisti.

Sao Tomé e Principe è un gruppo di isole davvero poco considerato dal turismo di massa ma anche da molti expat, infatti, ogni anno ospita solo 13.000 turisti e, a dire il vero, anche chi vive e lavora a Sao Tomé e Principe afferma che questo luogo non sia esattamente dimenticato dai turisti ma bensì ancora non scoperto! In effetti, trascuralo e non considerarlo affatto è piuttosto semplice, se lo si guarda su una mappa dell’Atlantico si notano solo due piccole linee in rilievo.

Scoprire Sao Tomé e Principe

Le isole, nonostante la loro dimensione, non sono pianeggianti e, anzi, hanno all’interno diversi monti, anche piuttosto alti. Fino a poco tempo fa si pensava persino che una delle montagne di Principe fosse stata scalata solamente due volte in quasi 31 mila anni!

La capitale di Sao Tomé, tanto decrépita quanto affascinante, è una sorta di La Avana in miniatura nell’Africa, con i suoi piccoli palazzi rosa e le chiese coloniali. Le fontane sono spesso senza acqua ma la città rimangono vivacemente allegre. La vita viene vissuta sotto i mandorli e, nei negozietti di generi alimentari o di “tutto e un po’”, il tempo si è decisamente fermato intorno agli anni ’50. Quasi ovunque è possibile trovare tracce della colonizzazione portoghese, nella lingua, nei colori e anche nelle ONG sparse per le isole. Durante l’età coloniale (1470-1975), Sao Tomé fu prima un porto di schiavi e, poi, il centro di un impero del cioccolato. Un meraviglioso forte in stile portoghese, Sao Sebastião, si trova ancora in città e, al suo interno, l’intera storia del paese viene raccontata in cinque piccole stanze, a cominciare da catene e Madonne, per terminare con le cure di un guaritore della fede e il suo teschio fortunato.

Gli abitanti di Sao Tomé sono persone senza fretta alcuna, molto amichevoli e aperte agli stranieri. Gli studenti si raggruppano spesso intorno ai locali con wi-fi degli hotel e pare non sia così inusuale imbattersi nel presidente del paese che si aggira per le isole all’interno di una vecchia Toyota. Per la maggior parte degli abitanti dell’isola, la vita è molto semplice. Non ci sono autobus, niente cinema e niente quotidiani. Una buona giornata viene considerata tale quando il bucato si asciuga e c’è maiale da mangiare per pranzo o cena.

L’isola di Sao Tomé è decisamente verde, gli alberi ricoprono quasi il 90 per cento dell’arcipelago e, spesso, le strade non sono facilmente percorribili poiché attraversano una natura dirompente e non del tutto domata. Il paesaggio si dipinge e si colora di piccoli villaggi o insediamenti urbani, spesso popolati da antichi discendenti di schiavi fuggiaschi, notoriamente indisciplinati e che si rifiutano di lavorare la terra, motivo per cui spesso sono pescatori piuttosto che agricoltori.

A sud, è possibile invece trovare grandi piantagioni, spesso di cacao, considerato che queste isole – nel 1908 – erano le maggiori produttrici di questo frutto. Quando poi le piantagioni terminano, è l’ora della giungla che sfocia sull’oceano, dove si trovano anche le spiagge più belle, Micondó, Inhamé e Jalé. Di solito, a parte pescatori e granchi giganti, non ci sono molte persone e il mare è blu e profondo. Per nuotare con più calma, è possibile recarsi alle “piscine”, dove la lava ha creato delle insenature naturali rivestite di sabbia bianca e dove è possibile immergersi con calma. Vicino alla parte sud si trova Ilhéu das Rolas, un’isola di spiagge a cavallo dell’equatore, ovvero la massa terrestre più vicina a 0 ° N 0 ° E. Con il suo resort (e la piscina gigante), è il paradiso dei paddler al centro della terra.

Principe, come Sao Tomé, è anch’essa meravigliosa e ancora più selvaggia, più verde e più dimenticata. Tutto qui ha trovato il suo habitat, il suo rifugio: uccelli (i mannikini ad esempio e dronghi), balene, tartarughe e molto altro. Le montagne sembrano essere state sciolte e riversate dal basso verso l’alto nel cielo. Nella piccola città di Santo António (1.200 abitanti), il supermercato non vende quasi nient’altro che ami da pesca e birra.

A Bom Bom la foresta è gentile, piacevole e le spiagge sono lunghe, tranquille e bionde. Esattamente come si immagina una isola deserta. Un giorno, si dice, Bom Bom sarà la salvezza di Principe: un luogo super elitario e da diverse migliaia di euro o dollari a notte. Ma, per ora, è ancora un paradiso solitario e a “buon mercato”. Da Principe è possibile osservare le balene ed altre specie di pesci volanti, una esperienza che consigliamo di fare e che è certamente da togliere il fiato.

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