Un arbereshe per l’Albania al XIII° Congresso CIM di Cuba

Si è concluso da poco il XIII° Congresso Mondiale della CIM e a fare da sfondo al prestigioso evento, lo storico Hotel Nacional de Cuba a L’Habana. Un evento importante per la Confederazione Italiani del Mondo, voluto ed organizzato in un periodo storico complesso e destinato a rimanere negli annali per la folta partecipazione dei delegati internazionali da tutto il mondo e per la presenza delle massime autorità cubane come il presidente della Repubblica di Cuba Miguel Diaz-Canel, del primo ministro Manuel Marrero-Cruz e di ben 11 ministri del governo cubano.

Il tema del Congresso “L’impresa, il lavoro e la cultura italiana portatori di sviluppo e di pace” ha dato modo di rilanciare, nelle nuove prospettive e progettualità, la volontà comune di strutturare una piattaforma organica per la promozione delle relazioni economiche, politiche e culturali tra Cuba e Italia.

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Non per altro la Confederazione Italiani nel Mondo, da trent’anni porta avanti iniziative a sostegno degli italiani che vivono all’estero, con una presenza importante in 33 paesi, con dodici congressi in ogni continente. Parigi, Buenos Aires, Rio, New York, Melbourne e altri. Fra tanti, un precedente congresso a Varadero Cuba nel 1998 con la presenza di Fidel Castro. La CIM conta circa 2000 associazioni italiane sparse per il mondo.

Tra le delegazioni storiche della CIM, quest’anno ha preso parte ai lavori congressuali anche l’Albania attraverso il suo delegato Carlo Pellicano, arbereshe di Frascineto e residente nel Paese delle Aquile da 13 anni. Pellicano, insegnante di lingua italiana per stranieri e specializzato nella formazione linguistica per le aziende italiane operanti all’estero, ha voluto presentare nell’occasione, l’attuale realtà italiana in Albania.

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Una storia antica quella che lega l’Italia e l’Albania dove il filo conduttore, lo sappiamo, è da sempre stato il fenomeno migratorio; la storia, quindi, è testimone di come i vari esodi abbiano nei secoli, come per gli italiani anche per gli albanesi, determinato le sorti di entrambi i paesi. Gli italiani stessi, non andando molto a ritroso nel tempo, hanno considerato, oltre le risoluzioni belliche, la vicina Albania un luogo di opportunità, cooperazione e investimento. Favoriti dall’esigua distanza tra le due coste dell’Adriatico, poche miglia nautiche separano Otranto da Punta Linguetta, Italia e Albania vivono tutt’oggi e in modo più consolidato, dinamiche socioculturali comuni, orientate allo sviluppo e al progresso in una visione europeistica di consolidamento dei principi di libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto, promozione della pace e della stabilità.

Gli ultimi dati pubblicati dall’Anagrafe Italiani residenti all’estero (AIRE) parlano di 1680 cittadini italiani che vivono e lavorano in Albania. Il 76,1% del totale dei cittadini italiani è emigrato in Albania, mentre l’11,5% è nato nel Paese delle Aquile; di questi, il 5,3 % ha acquisito anche la cittadinanza albanese e l’11% del totale è residente da più di dieci anni. Ma la comunità italiana in Albania merita di essere considerata oltre ai numeri ufficiali ma bensì dalla presenza attiva, dinamica e compartecipe alle dinamiche di sviluppo sociale e dei territori albanesi.

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Tra gli amici della CIM ALBANIA, Pellicano ha inoltre ricordato i docenti della Scuola Italiana a Tirana, prima scuola della Società Dante Alighieri nel mondo, esperti nel mondo dei servizi orientati alla cooperazione con le imprese per favorire i processi di internazionalizzazione e delocalizzazione in Albania nonché professionisti nel mondo della formazione aziendale e professionale i quali da anni vivono e lavorano in Albania, condividendo saperi, orientamento al lavoro e arricchendo il background professionale di molti giovani albanesi.

Tra i cittadini più illustri dell’Albania attuale e non solo rimane però la lingua italiana. Pur non essendo ancora disponibili censimenti sulla diffusione dell’italiano in Albania, gli studi campionari dei linguisti albanesi e italiani stimano che l’italiano sia compreso dal 60-70% della popolazione totale, e che il 40-50% degli albanesi sappia parlare italiano. Le cifre oscillano quindi tra 1 200 000 e 1 600 000 individui capaci di parlare la lingua italiana, concentrati specialmente nelle grandi città e su tutta la costa. La maggior parte di questi parlanti è possibile inserirla in quella categoria che viene definita, apprendenti spontanei; tuttavia, molti sono i giovani che studiano l’italiano e che si affidano per il loro progresso linguistico a centri qualificati, come la Società Dante Alighieri, con la sua prima scuola al mondo presente nella capitale Tirana, ma anche l’Istituto Italiano di Cultura dove ogni anno, centinaia di studenti certificano la loro lingua per accedere al permesso di soggiorno per motivi di studi ed iscriversi negli atenei italiani.

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Durante i lavori congressuali, Pellicano ha presenziato il tavolo tematico dedicato alla cultura, presentando diverse proposte di cooperazione culturale partendo proprio dall’esperienza albanese e alle dinamiche di sviluppo orientante all’inclusione sociale.

Importante l’appello al congresso dei più giovani, affinché la CIM e altre associazioni che operano all’estero possano fare in modo che la politica e le istituzioni riconoscano il valore delle eccellenze italiane e crei incentivi e opportunità per la promozione e il rientro.

CIM ALBANIA

carlopellicano@hotmail.it