Trasferirsi e trovare lavoro all’estero

L’innovativa start up ti segue passo per passo: dall’ottenimento di un nuovo lavoro al supporto legato al trasferimento

Di Enza Petruzziello

Vuoi trovare lavoro all’estero ma non sai da che parte incominciare? Niente paura, ad aiutarti e sostenerti ci pensa “Wexplore l’unico servizio di carriera che supporta la persona nel trovare il lavoro dei suoi sogni oltrefrontiera. Start up giovanissima, nata solo pochi mesi fa, con sede operativa a Milano, Wexplore si pone come uno strumento per creare quel ponte tra il “vorrei” e il “posso” nel mondo del lavoro. A capo di questa innovativa società c’è Alessia Di Iacovo, giovane 33enne che a un certo punto della sua vita decide di mettere a frutto la sua esperienza in ambito internazionale e fondare una piattaforma in grado di sostenere e supportare quanti vogliono trovare lavoro all’estero. Figlia d’arte, sua madre è Gabriella Lusvarghi la manager più influente nel panorama dell’outplacement e prima a portare in Italia il concetto di supporto alla ricollocazione professionale quando ancora il posto fisso era il sogno di tutti, Alessia ha saputo raccogliere l’eredità materna e creare un servizio unico proponendo un supporto strutturato a un diverso tipo di transizione: quella per cui non basta essere “turisti del business”, penetrare nuovi mercati e gestire operations internazionali senza una preparazione adeguata.

«Crediamo che percorsi di vita all’estero possano essere non solo una fuga, ma un’opportunità, da costruire e pianificare a volte anche con un sostegno mirato e professionale per trasformare il proprio sogno in realtà», spiega Alessia. Laureata in Psicologia delle organizzazioni con un MBA concluso l’anno scorso, matura le sue principali esperienze nella consulenza HR per primarie società di HR services, dove si è occupata di: supporto alla transizione professionale, politiche di mobilità internazionale e compensation, business development internazionale, definendo parternship con network globali come OI Global Partners e Itim International.

Qualche mese fa l’illuminazione: creare un servizio di carriera internazionale cucito su misura per le persone. Ed è così che nasce Wexplore formato da un team di quattro professionisti e una rete globale di consulenti: dall’Europa all’Asia fino all’America. Il portale, attraverso i cosiddetti “Professional Kit”, sostiene i candidati a esplorare e concretizzare opportunità lavorative all’estero, dall’ottenimento di un nuovo lavoro al supporto legato al trasferimento. Grazie a un network di professionisti, con Wexplore è possibile entrare in contatto con esperti di carriera in tutto il mondo e diventare così un profilo tra i più ambiti per i selezionatori. Perché, come si legge sull’innovativa piattaforma: “Ogni viaggio comincia da te! E se sai chi sei e dov’è il tuo terreno di caccia, allora l’unico tuo limite è l’orizzonte!”.

Alessia Di Iacovo

Alessia come e quando è nata l’idea di Wexplore?

«Gradualmente. Ho iniziato a lavorare nel 2008 in un momento difficile, eravamo nel pieno della crisi economica. Ben presto, però, mi sono resa conto di come le esigenze e il mercato del lavoro stessero cambiando. Dopo qualche anno sempre più persone esprimevano il desiderio di andare a lavorare all’estero ed è stato lì che ho incominciato a specializzarmi sul fronte dell’internazionalizzazione anche con i candidati, inserendo un’apertura verso l’estero in quello che era un progetto internazionale. Perché ciò che funziona in Italia non sempre funziona altrettanto bene all’estero. Iniziava a farsi avanti, dunque, il bisogno di un approccio diverso per ogni Paese. Alla fine del master ho messo insieme i diversi tasselli impostando Wexplore come project work finale del mio MBA. Mi sono resa conto che la cosa aveva senso e così è nata l’idea di costruire il portale».

Come si struttura Wexplore e quali sono i servizi che offrite?

«Wexplore ha una serie di particolarità che lo rendono unico nel panorama dei servizi di carriera. Innanzitutto si rivolge agli individui quindi alla persona che vuole fare questo tipo di scelta: il centro è la persona e il suo viaggio professionale. Una scelta che è un percorso di vita per se stesso e che riflette uno dei cambiamenti del mondo del lavoro al giorno d’oggi. Sono infatti sempre meno le persone che aspettano che sia l’azienda a creargli percorsi di carriera o a dire loro quando e come cessare il rapporto. Stiamo assistendo a una sorta di cambiamento culturale dove al centro c’è una scelta proattiva che consiste nel voler migliorare la propria situazione, e darci un’opportunità fuori dai confini che conosciamo, inclusi quelli geografici. L’opportunità di farlo attraverso Wexplore rende tutto più accessibile anche dal punto di vista di costi».

Un altro aspetto importante riguarda la modalità di azione impiegata da Wexplore nell’aiutare a trovare lavoro all’estero. In cosa consiste?

«Wexplore mette direttamente in contatto la persona con un referente locale, facendo una vera e propria internazionalizzazione del profilo. Non siamo noi dall’Italia che diamo indicazioni su come muoversi in Regno Unito, in Francia o altrove, ma usiamo la rete di contatti, il know-how e l’esperienza di consulenti che in quel Paese e in quel mercato operano da tantissimi anni. Professionisti in grado di dare tutte le indicazioni specifiche per far sì che la persona non vada alla cieca e non mandi centinaia di cv a vuoto, ma che al contrario abbia tutte le informazioni per andare in maniera mirata in quella realtà. Spesso infatti succede di andare su internet e cercare nei soliti siti di lavoro. Si risponde a un annuncio e si aspetta invano una risposta. Peccato che gli annunci pubblicati corrispondano solo al 20-40% delle posizioni effettivamente aperte in un determinato Paese».

In un contesto sempre più incerto e precario, sono numerosi i giovani ma anche adulti e famiglie che decidono di trovare lavoro all’estero. Qual è l’identikit del vostro cliente tipo?

«Uno degli aspetti più belli, che abbiamo avuto modo di constatare in questi mesi, è la trasversalità di coloro che si rivolgono a noi. Abbiamo incontrato tantissime persone con necessità diverse: dai ragazzi neolaureati per i quali essere cittadini europei è normale così come è naturale voler fare un’esperienza internazionale, a persone che invece la vivono come una necessità. E poi ci sono stati casi particolari che hanno smontato questi stereotipi. Famiglie che magari lo fanno per i figli per dare loro più opportunità in un altro Paese, altri che vogliono cambiare settore perché finalmente hanno trovato la spinta a lavorare nell’ambito a cui da sempre aspirano. E ancora, imprenditori e imprenditrici che dopo venti anni hanno lasciato tutto in mano ai loro figli, e ora vogliono cambiare rimettendosi in gioco altrove come dipendenti. Non è un passaggio banale se per venti anni non ti sei mai trovato nella situazione di cercare lavoro. Il tratto comune a tutti i nostri clienti è quello di sentire un’esigenza, un qualcosa che scatta a un certo momento nella loro vita, che li spinge a dire: “Ma io vorrei cambiare, vorrei fare qualcosa per me, per prendere in mano il mio percorso”. Spesso, tuttavia, non sanno qual è la strada migliore per arrivare a questa meta. Quando arrivano da noi, facciamo un primo colloquio conoscitivo per capire le loro esigenze. Dopo questo primo incontro troviamo insieme una modalità d’azione. Ciò che blocca molti è proprio il “non saper come fare” per realizzare il loro sogno. Quando trovano una risposta concreta allora tutti i pezzi del puzzle iniziano a incastrarsi perfettamente».

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Ecco, in tanti sono allettati ma anche spaventati all’idea di mollare tutto e partire. Come può un professionista muoversi al meglio nei diversi Paesi per superare gli ostacoli fisici, geografici, ma anche emotivi, per arrivare all’obiettivo? In che modo Wexplore li supporta?

«Ciò che proponiamo è una prima fase in cui si lavora sul profilo professionale di una persona ancor prima di cercare lavoro. In alcuni casi non è così chiaro che cosa si vuole e si può fare e dove: in paesi diversi dal nostro possono cambiare le caratteristiche di un ruolo così come le condizioni di lavoro. Partendo da qui, proponiamo un pacchetto base, il “Professional kit”, che prevede una prima parte di orientamento, un test culturale per dare delle indicazioni e migliorare l’efficacia dei propri comportamenti in un altro Paese. Poi si passa a un’analisi più specifica per verificare se ci sono mercati dove le sue competenze sono più richieste e spendibili e dove poter valorizzare il percorso di carriera di ciascuno. Succede spesso che qualcuno si innamori di un Paese, o di una persona di un determinato Paese, e allora decida di trasferirsi con un’idea però molto vaga dell’estero. Ciò che conviene fare, invece, è essere mirati e selezionare al massimo un paio di Paesi, altrimenti tutto rischia di diventare troppo faticoso e dispendioso in termini di energie e tempo. L’orientamento di Wexplore, dunque, si rivolge al mercato ma anche alla qualità della vita che la persona può aspettarsi di trovare. Un aspetto, questo, che fa parte della nostra unicità. Chi fa servizi di carriera di solito vede la persona come un professionista, soffermandosi solo sulla dimensione lavorativa. Noi, al contrario, vediamo un progetto di vita ed ecco perché seguiamo la persona a 360 gradi».

Quali sono i passaggi successivi?

«Dopo la fase di orientamento c’è la parte che chiamiamo di azione: la persona lavora sul suo profilo in chiave internazionale. Si prende dunque il lavoro fatto con noi nella prima parte e lo si sottopone al consulente di riferimento locale che rivede il CV, dà dei suggerimenti e suggersice come adattarlo rispetto al Paese in cui si vuole sviluppare il percorso. Un CV indirizzato a un’azienda dell’Inghilterra è infatti molto diverso da quello che si presenterà in Germania. A questo punto sono previste due sessioni online con il consulente. La prima per impostare la strategia d’azione condividendo le informazioni su aziende, società di selezione o contatti che è possibile attivare. La seconda serve come follow-up di monitoraggio e preparazione ai colloqui: si lascia il tempo per la semina e poi si raccolgono i frutti con un nuovo momento di confronto».

Parliamo di lavoro. In quali Paesi attualmente c’è più possibilità di trovare un’occupazione?

«Dipende molto dal profilo del candidato e dal mercato del lavoro locale, da quanto cioè i mercati esteri siano aperti ai lavoratori che provengono da fuori. In generale posso dire che ad oggi le nazioni dove ci sono più opportunità sono la Germania, il Belgio, l’Olanda e i Paesi Scandinavi. L’Inghilterra sta subendo l’incognita Brexit. Se prima era una delle mete più ambite, adesso c’è un po’ più di cautela. Come destinazione alternativa, laddove è possibile, cerchiamo di suggerisce l’Irlanda per diversi motivi: se si ha un buon inglese allora non c’è molta differenza con l’UK, inoltre rimane in Europa e quindi si evitano tutte le problematiche relative all’immigration. Infine grazie a una serie di incentivi fiscali introdotti anni fa, l’Irlanda è riuscita ad attrarre molte multinazionali e per chi opera nel mondo dei servizi o dell’IT rappresenta uno sbocco interessante».

E le figure professionali più richieste?

«In realtà, lavorando sulla persona, dobbiamo essere bravi a indirizzare i profili che si rivolgono a noi verso le mete per loro più adeguate e desiderate. Ovviamente questo comporta individuare fronti di sviluppo delle singole professionalità e possibili spunti di riqualificazione professionale. Detto ciò abbiamo seguito una varietà di profili e, se i più richiesti sono legati a IT, Sales e Finance, ci siamo occupati sia di professori che di ricercatori universitari, tecnici commerciali, ingegneri. La nostra mission ci impone di spaziare in ogni campo».

Una volta trovato lavoro all’estero quali sono gli step pratici da affrontare? Penso alla partenza, al trasferimento e a tutti ai documenti necessari.

«Innanzitutto ci assicuriamo che il primo step sia completato e che quindi ci sia un’offerta di lavoro in mano o un percorso tracciato, così da non partire all’avventura, ma di andare già con delle basi concrete. Una volta risolto il problema di “cosa faccio” diamo consulenze sia sulla parte di immigration, tutto ciò che riguarda i visti e i permessi di lavoro ad esempio per chi va fuori dall’Europa, sia sulla parte fiscale e previdenziale valutando i tipi di accordi esistenti tra l’Italia e il Paese prescelto per ciò che concerne i contributi e la doppia imposizione fiscale. Valutiamo dunque come viene tassato il reddito che si produce in un altro Paese e come si può evitare che venga tassato due volte. Wexplore, insomma, si prende cura di tutte le incombenze: dal richiedere permessi di soggiorno, trovare casa, o capire come funziona il sistema fiscale e previdenziale nel nuovo Paese. Il nostro obiettivo è che il nostro cliente si possa godere il viaggio mentre noi pensiamo a minimizzare le incombenze».

Che consigli ti senti di dare a chi sta cercando lavoro all’estero?

«Di considerare questo tipo di scelta come un’opportunità, non una fuga o una necessità. La mission di Wexplore è dare gli strumenti giusti alle persone in modo da crearsi questa opportunità e viverla come tale, risolvendo anche le questioni pratiche. Nel momento in cui c’è un obiettivo e una spinta, che attraverso un supporto trova il modo di diventare realtà, questa può essere davvero un’opportunità fantastica in grado di arricchire tantissimo e cambiare la vita. In alcuni casi subentra la paura del “dopo cosa faccio, rientro, resto lì per sempre?”. Noi funzioniamo in entrambe le vie, dall’Italia all’estero e dall’estero all’Italia, perchè per molte persone il nostro Paese rappresenta un ideale di vita e un’opportunità tanto da voler venire o tornare a lavorare qui».

Siete una start up innovativa, un bilancio dei primi mesi di attività e progetti per il futuro?

«Il bilancio è assolutamente positivo. Abbiamo iniziato da pochissimo ma già stiamo lavorando con una quarantina di clienti. C’è molta fame e voglia di trovare alternative che siano reali e concrete, che non rimangano ancorate al mondo dei sogni. Un desiderio di “voglio vivere così” che diventa “vivo veramente così”. Il nostro progetto per il futuro è continuare su questo fronte e lavorare ancora meglio. Dal prossimo anno vorremmo implementare delle pillole di e-learning che possono ad esempio interessare persone che vivono già questa esperienza perché sono partite prima. E poi creare dei servizi su misura per le aziende che devono essere pronte a ricevere quanti si spostano per lavoro e assicurarsi che sia un’esperienza di valore da entrambe le parti».

Per contattare Wexplore questo il sito:

www.wexplore.co/it/.

Questo invece l’indirizzo e-mail:

info@wexplore.co