Terence Biffi: Islanda
A cura di Maricla Pannocchia
Adesso Terence vive in Islanda con la moglie, ha un lavoro che gli piace, è felice e viaggia moltissimo. Un tempo non troppo lontano, però, Terence era un ragazzo obeso, reduce dalla fine di una storia d’amore, che credeva poco o nulla in sé stesso.
“Nel mio caso, i viaggi mi hanno letteralmente salvato la vita” racconta Terence, e di sicuro sa di cosa parla. Egli ha visitato diversi Paesi, vivendo in 3 di questi. Vietnam, Nuova Zelanda, Australia sono solo alcuni dei luoghi che Terence ha visitato e di cui ha poi scritto nei suoi 2 libri, “Travel Revolution” e “Lunga nuvola bianca” (quest’ultimo vincitore del primo premio al contest Amazon Storyteller 2022).
A chi si sente solo e perso come lui anni fa, Terence suggerisce di non dare ascolto agli altri ma di ascoltare la propria voce interiore perché “solo noi sappiamo chi siamo veramente”.
Ciao Terence, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao! Sono Terence, ho 32 anni e vengo da Ravenna. Ho passato gli ultimi 8 (quasi 9) anni della mia vita viaggiando e lavorando all’estero. Da 3 anni condivido questa vita con Deborah, mia moglie. Recentemente ci siamo trasferiti in Islanda dove lavoriamo in una serra.
Sei un viaggiatore incallito e adesso vivi in Islanda. Che cosa ti ha spinto a fare la valigia per la prima volta?
La prima volta sono partito perché ero profondamente insoddisfatto della mia vita. Era un periodo davvero tanto buio, avevo 24 anni e il cuore spezzato a causa della fine di una storia d’amore durata 6 anni. Inoltre ero obeso, pesavo 160 chili, e non avevo alcuna stima per me stesso. Grazie ai libri di Terzani mi sono innamorato del Vietnam e ho cominciato il mio percorso di guarigione e rinascita. Dopo un mese di viaggio zaino in spalla in Vietnam ho capito che non volevo essere più quel Terence. Ora, dopo aver visitato tanti Paesi, aver vissuto in tre di questi, aver perso 60 chili, aver scritto due libri e aver conosciuto il grande amore della mia vita, ringrazio tutto quel dolore perché se non lo avessi provato sarei una persona totalmente diversa. Per me si era chiusa una porta ma poi mi si è aperto il mondo intero. A un certo punto della mia vita mi è stato chiaro che lavorare in Italia (anche solo stagionalmente) non mi andava più bene, volevo guadagnare di più e vivere meglio. Così ho usufruito del Working Holiday Visa in Australia per un anno e in Nuova Zelanda per due anni e mezzo prima di venire in Islanda. Tutte queste esperienze sono state intervallate da lunghi viaggi.
EXTRA! ✎ Le nostre linee guida su come scrivere un buon curriculum di lavoro ✎
Quali Paesi hai visitato e quali ti sono rimasti più impressi?
Amo l’Asia e il Medio Oriente. Ci sono diversi Paesi che mi hanno colpito per diverse ragioni. Il primo è senza dubbio la Corea del Nord perché lì ho capito quanto spesso diamo per scontata la libertà e che la pazzia umana non ha limiti. Un Paese che mi ha sorpreso tantissimo e del quale ho solamente bei ricordi è l’Iraq, una terra ricchissima di storia e cultura. Il popolo iracheno è gentilissimo e molto ospitale. L’Iraq è un paese che cambia tantissimo sia come paesaggi sia come etnie, ogni regione è diversa così come le facce delle persone e le religioni in cui credono. Il mio grande amore, tuttavia, è l’Iran, un paese immenso e complesso. La cultura persiana mi affascina tantissimo e ho anche studiato il Farsi per capire meglio gli iraniani, un popolo di cui ho sempre nostalgia e che ha sempre dovuto subire la storia senza poterla mai scrivere.
Quali sono, secondo te, le caratteristiche da avere per vivere una vita in viaggio?
Innanzitutto, bisogna sapersi adattare, questo è fondamentale, e poi bisogna essere curiosi. Io viaggio perché voglio conoscere altre culture, ho una fame di sapere che non si sazia mai. Vivere una vita in viaggio è certamente bellissimo ma comporta anche delle rinunce. Per qualcuno potrebbe essere la vicinanza della famiglia e degli amici, per qualcun altro la mancanza di comfort e per altri ancora il fatto di non avere delle solide certezze. Noi abbiamo trovato il nostro equilibrio.
Come mai hai deciso di vivere proprio in Islanda?
Avendo già vissuto entrambi in Australia e Nuova Zelanda, cercavamo un posto che avesse una simile etica del lavoro, in cui gli stipendi fossero alti e con la possibilità di lavorare senza doversi preoccupare dei visti lavorativi. Inoltre, l’Islanda è una terra stupenda, dove la natura la fa da padrona e per me, che sono una persona riservata e poco amante della folla e del rumore, è un Paese meraviglioso.
Dove abiti precisamente e com’è la tua vita quotidiana?
Viviamo a Reykholt, un paesino a circa 100 km da Reykjavik. Lavoriamo dalle 7 fino alle 15, con un’ora di pausa, dal lunedì al venerdì. La serra produce principalmente pomodori, contiene all’interno anche un ristorante e offre visite guidate. Nel fine settimana ho tutto il tempo che voglio per dedicarmi alle mie passioni, tra le quali la cucina e la lettura. Quando arriverà la primavera ne approfitteremo per girarci l’Islanda.
Come ti mantieni?
Questa è la domanda che mi rivolgono più spesso, la risposta è molto semplice: lavoro. Non sono un mantenuto, non sono ricco e non faccio l’influencer. Lavoro in Paesi nei quali gli stipendi sono buoni e prediligo i viaggi in Paesi nei quali il costo della vita è basso, inoltre vivo una vita semplice. Da quando abbiamo iniziato a lavorare in agricoltura per la prima volta in Nuova Zelanda non abbiamo più voluto cambiare settore. Quando viaggio cerco di spendere sempre meno di quanto ho guadagnato e così nel tempo ho accumulato un tesoretto che incremento di anno in anno e mi permette di far fronte a tutte le necessità.
Sei anche un appassionato e talentuoso scrittore. Ti va di parlarci del tuo libro “Travel revolution”?
“Travel revolution” è il primo libro che ho scritto e tratta del viaggio che ho intrapreso in solitaria, dopo aver lasciato l’Australia. È ambientato nei Balcani, in Asia centrale e in Nord Africa. È un diario di viaggio nel quale ho raccontato tutto ciò che ho vissuto in quell’anno. È un libro molto sincero e introspettivo e vi è scritto davvero di tutto (e per tutto intendo proprio tutto!). Come un genitore che non dovrebbe fare preferenze tra i suoi figli, lo stesso dovrei fare io, però tra i miei due libri provo un po’ più di affetto per il secondo: Lunga nuvola bianca. Quest’ultimo narra dell’avventura durata due anni e mezzo, che Deborah ed io abbiamo vissuto in Nuova Zelanda, dove ci siamo conosciuti. In quel Paese meraviglioso abbiamo svolto 13 lavori diversi, abbiamo conosciuto tantissime persone “bizzarre” e alla fine, dopo averne esplorato ogni angolo, ci siamo sposati. Recentemente con “Lunga nuvola bianca” ho vinto il premio letterario Amazon Storyteller 2022 e questo riconoscimento mi dà la forza per continuare su questo cammino.
Hai dichiarato spesso che “i viaggi mi hanno salvato la vita”. Cosa intendi dire?
Come ho già detto, in passato ho sofferto di obesità ed ero profondamente insoddisfatto, odiavo tutto e tutti, in particolar modo me stesso. Viaggiare mi ha permesso di poter vedere i miei problemi sotto un’altra prospettiva e ho potuto conoscere davvero me stesso mettendomi alla prova ogni giorno. Poi ho imparato anche a mangiare meglio e da diversi anni sono diventato vegetariano. Quando ero obeso avevo 24 anni ma ero pieno di acciacchi e i valori del sangue erano davvero tutti oltre i limiti. Nel mio caso aver cominciato a viaggiare, mi ha proprio salvato la vita. Ora sono la persona più felice al mondo e guardandomi indietro ho difficoltà nel riconoscere il mio passato e il vecchio me.
→ Ti potrebbe interessare: la Guida con idee e opportunità per inventarsi un lavoro ✍
Pensi di fermarti In Islanda in pianta stabile?
Al momento la nostra idea è di lavorare qua per 10 mesi, passarne poi 6 in viaggio e ritornare poiché ci troviamo davvero bene. Torniamo sempre in Italia per passare un po’ di tempo in famiglia ma non credo potrei tornare a lavorarci. Purtroppo, di questi tempi è davvero difficile immaginare di costruirsi un futuro nel nostro Paese e non mi va più di accontentarmi.
Come sei stato accolto dalla gente del posto?
La compagnia per cui lavoro ha uno staff internazionale e tra i pochi islandesi con cui mi sono relazionato ci sono i miei capi che sono persone riservate ma molto comprensive e gentili. Quello che per adesso mi ha colpito degli islandesi è che tutti parlano un inglese praticamente perfetto e nessuno giudica. La società islandese è molto equa e rispettosa.
Come valuteresti il rapporto costo/qualità della vita?
Gli stipendi sono molto alti ma è alto anche il costo della vita, nonostante ciò, mi è possibile risparmiare una bella cifra a fine mese. Fare vita mondana è costoso, lo è soprattutto mangiare fuori. Fare la spesa non costa molto di più rispetto al Nord Italia.
Che consigli daresti a chi sogna di trasferirsi in Islanda?
Per i lavori qualificati è necessario parlare l’islandese. Per lavori nel settore del turismo e della ristorazione basta l’inglese (ma è fondamentale) e soprattutto in estate è facile trovare lavoro. Noi abbiamo trovato lavoro semplicemente mandando e-mail con curricula ad aziende che ci interessavano trovate su Google Maps.
E quali, invece, a chi vorrebbe andare a “caccia” dell’Aurora boreale?
Ahimè ho notato l’atteggiamento di certi turisti che pretendono di vedere l’Aurora Boreale quando vengono in Islanda senza pensare che non si può comandare la natura. Da settembre fino a marzo, comunque, ci sono molte possibilità di vederla quando il cielo non è coperto dalle nubi. Ci sono applicazioni per il cellulare che mandano avvisi e fanno previsioni per questi fenomeni.
Infine, un suggerimento per chi si sente perso o bloccato, come te in passato…
Il consiglio che do più spesso è “non ascoltare gli altri”. Troppo spesso io non ho fatto ciò che volevo perché ascoltavo i consigli e le opinioni di troppe persone ma alla fine solo noi capiamo per davvero noi stessi. Da quando ho cominciato a fare quello che IO volevo fare, la mia vita è diventata meravigliosa.
Per seguire e contattare Terence:
Instagram: https://www.instagram.com/terencebiffi/