Vivere a Siviglia: la storia di Davide

Riceviamo in redazione da Davide e volentieri pubblichiamo

La mia famiglia mi ha abituato a viaggiare sin dalla tenera età ed è normale quindi sia diventata la mia passione principale insieme al mare: tuttavia, una volta iniziato a viaggiare indipendentemente, ho sempre avuto poca considerazione per la Spagna, senza un vero e proprio motivo….mai errore fu più grave!! Dopo aver vissuto a Madrid per imparare la lingua, rimanendo pressoché entusiasta di tutto, ero quindi felice di ripartire destinazione Siviglia per sostenere un tirocinio grazie al “Progetto Leonardo da Vinci”.

Sarei stato l’unico ragazzo in mezzo a 5 ragazze e, sinceramente, non che avessi particolari preoccupazioni, però arrossivo di fronte a questo fatto. La fortuna ha voluto che con 3 di loro legassi in modo particolare e, con persone così umanamente belle, non poteva essere diversamente.

Siviglia è una città artisticamente coinvolgente, di chiara impronta araba, che le conferisce un aspetto differente dal resto della Spagna: inoltre, il capoluogo andaluso, è ricchissimo di storia ed il suo clima perennemente di impronta estivo/primaverile lo rendono visitabile in qualsiasi periodo annuale. Comunque, chi abbia intenzione di mettersi in viaggio da Aprile a Ottobre, sappia lo considero un eroe!

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In un luogo con tali caratteristiche la risorsa principale non poteva che essere rappresentata dal turismo anche perché il resto dell’economia locale, come il Paese in generale, attraversa un periodo di crisi di non facile soluzione.

Il mio tirocinio si è svolto proprio in questo ambito ed il bilancio finale è largamente positivo. Ho avuto la possibilità di praticare spagnolo ed inglese, oltre all’italiano in casi estremi, e potermi confrontare con culture diverse, anche tra spagnoli stessi, mi ha dato modo di poter ampliare i miei orizzonti mentali. Inizialmente avevo normali mansioni da ufficio turistico, principalmente quella di informare i turisti, ma con il tempo ho preso confidenza con il ruolo di guida che mi ha regalato molte soddisfazioni. Certo, non sempre è piacevole lavorare durante il fine settimana, ma in questo micro mondo bisogna sacrificarsi.

Essere il “capo” in mezzo ad altri stranieri, per giunta in una città che non è la tua, talvolta mi ha reso orgoglioso; ho avuto maniera di apprendere molti aspetti del ruolo di guida, primo fra tutti non dilungarsi troppo con spiegazioni tecniche, piuttosto puntare su aspetti folkloristici e aneddoti. Occorre distinguere anche tra clienti latini/mediterranei e nordici: premesso che non si dovrebbe mai generalizzare, i primi sono solitamente più pazienti e più alla mano, mentre i secondi non trascurano nessun dettaglio e sarebbero capaci di muoversi anche sotto il Diluvio Universale!

Un’altra regola che ho appreso è quella di dotarsi di molta pazienza, talvolta in modo esagerato. Esistono i clienti generosi, che ti offrono un lauto pranzetto post tour, ma esistono anche quelli che non capisci come possano essersi messi in viaggio: alcuni sono perennemente annoiati dalle spiegazioni, altri formulano domande talmente imbarazzanti da mettere la testa sotto terra come gli struzzi. Per chiudere il cerchio, devo aggiungere che i clienti, purtroppo, con maggiori difficoltà in ambito linguistico sono italiani e francesi: d’altronde siamo cugini, no? Comunque lavorare in Spagna, per quel che ho visto, è splendido ed invidio moltissimo il tempo libero che ogni persona riesce a mettersi da parte durante l’arco della giornata. Certamente non sono stressati come noi. Molti mi tacceranno di esterofilo (anzi, spagnofilo), ma perfino nell’approccio si pongono diversamente: gentili, sorriso perennemente stampato sulle labbra e massima cortesia. Insomma, oltre ad adempiere al loro dovere mettono anche una gentilezza ormai sconosciuta nel Bel Paese.

Lasciamo ora da parte il tema lavorativo e tuffiamoci nella vita cittadina!

La città è popolata da moltissimi studenti Erasmus che la preferiscono ad altre località spagnole per il basso costo della vita e, soprattutto, per il divertimento! Gli andalusi hanno la fama di essere i “vagabondi della Spagna” e non perdono occasione per darsi alla festa! Come già scritto all’inizio del racconto, usufruire di un clima simile, con più di 3000 ore di sole annuali, sicuramente non invoglia le persone a chiudersi in casa. Questa è la patria del botellòn, del tirar tardi fino a colazione, del “disfrutar lo maxìmo de la vida y trabajar lo menos posible”, come mi confessò un collega.

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Ovviamente la maggior attrazione è rappresentata dal Flamenco, ma è prevalentemente la classica attrazione per turisti. La città offre una quantità industriale di piste ciclabili per spostarsi da una parte all’altra, anche se non sempre le si trovano in perfetto stato. Inizialmente sono rimasto negativamente sorpreso dal fatto che Siviglia, essendo una città Erasmus, non avesse un sistema di trasporti duraturo fino a tarda notte; purtroppo, in seguito alla crisi, sono stati tagliati molti posti al personale e l’organizzazione ne ha risentito.

I numerosi alberi di naranjas sparsi lungo le strade, le favolose passeggiate lungo il Guadalquivir, che all’imbrunire conferisce un tocco di magia, le carrozze a cavallo da periodo ottocentesco hanno reso la città, secondo le indagini, addirittura più romantica di Parigi! Occorre però prestare attenzione a seconda del proprio status coniugale in quanto gli andalusi, sia maschi che femmine, sono additati come i meno fedeli di Spagna!

Che dire, avrei molto altro da raccontare, ma rischierei di schematizzare un racconto che nel mio intento deve essere entusiasmante e non allegro come il lavoro di un ragioniere del catasto. Mi raccomando, prima di partire fate una bella scorpacciata di Castigliano così arriverete preparati a sorbirvi quel labirinto linguistico chiamato Andaluso!

¡Suerte!

Davide

davide85@tin.it