Prendere in gestione un faro in Italia

Regalare una nuova vita a 20 tesori del nostro Bel Paese trasformandoli in dimore per un turismo all’insegna della natura, della cultura e dell’ambiente. Location uniche per contribuire a rilanciare l’economia dei territori e generare lavoro grazie allo strumento dell’affitto di lungo periodo. Partirà a settembre il secondo bando di gara per la concessione fino a un massimo di cinquanta anni di 20 beni di proprietà dello Stato. Da nord a sud lungo tutta la penisola, fari, torri ed edifici costieri di pregio storico e culturale saranno oggetto della nuova gara promossa dall’Agenzia del Demanio e da Difesa Servizi.

Strutture ancora in funzione, come nel caso dei fari, recuperate al degrado e protagoniste di nuovi progetti che sarete voi a redigere e presentare. Le migliori proposte si aggiudicheranno la gestione di alcuni dei più incantevoli patrimoni italiani.

prendere in gestione un faro

Obiettivo del bando, infatti, è valorizzare questi suggestivi beni partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile che sappia conciliare le esigenze di recupero del patrimonio, tutela ambientale e sviluppo economico. I tesori costieri italiani potranno così essere riqualificati con un progetto capace di accogliere attività turistiche e ricettive sul modello della “lighthouse accomodation”, una formula turistico-ricettiva in sintonia con il paesaggio e in linea con l’identità territoriale del luogo e l’ecosistema ambientale. Oppure si potranno organizzare iniziative ed eventi di tipo culturale, sociale, sportivo. Il riuso di queste meraviglie del mare, oltre a incrementare il loro valore, potrà contribuire a promuovere l’eccellenza italiana nel mondo.

 A differenza del primo bando – lanciato proprio lo scorso anno e che ha visto l’aggiudicazione di nove degli undici fari messi in gara -, negli elenchi questa volta non ci saranno soltanto strutture del Sud. Si va da diversi edifici in Sicilia, Calabria e Campania, fino al faro di Punta Polveraia in Toscana e al faro Spignon di Venezia.

E il ritorno economico e la possibilità di sviluppo sono davvero notevoli. Basti pensare che con l’assegnazione dei primi nove fari del bando di gara 2015, lo Stato incasserà 340mila euro di canone annuo che si tradurranno in oltre 7 milioni di euro per tutto il periodo considerato. Sono inoltre previsti circa sei milioni di euro di investimenti per riqualificare le strutture, una ricaduta economica complessiva di circa 20 milioni e un conseguente risvolto occupazionale diretto di oltre 100 operatori.

Un esempio dunque di come sia possibile trasformare una fonte di costo in una fonte di reddito e, allo stesso tempo, anche in qualcosa di bello. In passato la spesa complessiva annua di gestione ordinaria di questi beni ammontava a 210mila euro; 400mila euro i costi per interventi straordinari di messa in sicurezza. Insomma un bel risparmio per le casse dello stato.

Fari e torri, 20 tesori italiani da trasformare in dimore turistiche

Per questo secondo bando di gara le strutture messe a disposizione sono addirittura raddoppiate. Negli ultimi mesi sono state completamente regolarizzate dal punto di vista documentale, catastale e urbanistico. Si tratta di luoghi raggiungibili solo via mare e dall’alto valore simbolico e storico. I dieci fari in gestione a Difesa Servizi sono: il faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR), il faro della Guardia a Ponza (LT), faro di Torre Preposti a Vieste (FG), faro di Punta Polveraia a Marciana nell’Isola d’Elba (LI), il faro nell’isolotto Formica Grande (GR), il faro di Punta Libeccio nell’Isola di Marettimo (TP), il faro di Punta Spadillo a Pantelleria (TP), faro di Capo Mulini ad Acireale (CT), faro di Capo Milazzo a Milazzo (ME) e faro di Capo Faro a S. Maria di Salina nell’Isola di Salina (ME).

Incluse nella lista anche 10 torri ed edifici costieri di pregio in gestione all’Agenzia del Demanio: Torre Angellara a Salerno, il Padiglione Punta del Pero a Siracusa, lo Stand Florio a Palermo, il Faro di Capo Zafferano a Santa Flavia (PA), il Faro di Riposto a Riposto (CT), la Torre Castelluccia Bosco Caggioni a Pulsano a Taranto, il Convento S. Domenico Maggiore Monteoliveto e la Torre d’Ayala a Taranto. Più a nord in Emilia Romagna troviamo il Faro del Po di Goro a Goro (FE) e il Faro Spignon sull’isola di Spignon a Venezia.

Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito dell’Agenzia del Demanio e quello di Difesa Servizi: www.agenziademanio.it e www.difesaservizi.it.

Di Enza Petruzziello