Ricetta del Pokè hawaiano

La nuova tendenza del gusto? Si chiama pokè e arriva dalle Hawaii (pokè hawaiano). E no, non ha nulla a che fare con quel poke di Facebook di cui non abbiamo ancora capito l’utilità.

Al di là degli scherzi, il pokè hawaiano pare proprio sia pronto a sostituire il sushi giapponese sulle tavole dei locali più alla moda, o perlomeno a diventarne un alternativa.

Una delle prime città in Italia ad essersi accorta di questo nuovo food trend che arriva dalla West Coast americana, è stata Milano, dove negli ultimi mesi hanno aperto tantissimi ristoranti di pokè.

Non mancano pokèrie o pokèshop a Roma, Torino e sulla riviera romagnola, Rimini in primis.

POKE hawaiano

Cos’è il pokè hawaiano?

Ma di che cosa si tratta e cosa significa pokè?

Il pokè hawaiano – la cui pronuncia è poh-kay – nasce come piatto povero della cucina delle Hawaii e significa letteralmente “tagliato a cubetti”.

È infatti un’insalata di cubetti di pesce crudo, macerati e conditi con ingredienti e salse di vario tipo solitamente a base di salsa di soia e olio di sesamo.

Parlare di nuova tendenza forse è ormai tardi (ma lo sappiamo in Italia le novità arrivano sempre dopo), dal momento che la sua diffusione è iniziata a partire dal 2012, soprattutto in California, dove è diventato una sorta di “fast food salutare”. Sfruttando la scia della sushi-mania ha conquistato subito le star hollywoodiane volando da New York a Londra fino a Milano, appunto.

Rispetto alla ricetta originale delle Hawaii, il pokè , che come dicevamo è un tipico piatto hawaiano, è stato rivisitato con alcuni elementi della cucina giapponese come riso e salsa di soia, ma anche con ingredienti di tendenza come avocado, mango, anacardi.

Servito in una ciotola, la bowl, il pokè piace oltre che per il suo sapore genuino soprattutto per le sue poche calorie che faranno felici quanti sono attenti alla loro forma fisica.

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Consentito in qualsiasi regime alimentare dietetico è, infatti, un piatto al contempo ben equilibrato grazie alle verdure presenti e alla scelta dei carboidrati meno sabotatori della linea. A differenza del sushi giapponese, inoltre, l’insalata hawaiana non prevede l’uso dello zucchero nella marinatura.

E, rispetto al sashimi permette di comporre un pasto più completo, assicurando tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno. Insomma il pokè può considerarsi un piatto unico, ideale per il pranzo o la cena.

Ma l’aspetto salutare non l’unica cosa a piacere del pokè hawaiano. Molto belli anche i suoi colori, che sono peraltro ricorrenti in molte ricette hawaiane. Con una pokè bowl ci si può davvero sbizzarrire con la fantasia. Ognuno può creare la sua ciotola come desidera.

Ad una base di riso, quinoa, cereali o insalata, si aggiungono le proteine (pesce crudo, pollo o tofu), verdure e frutta a piacere e le salse preferite.

Le combinazioni sono pressoché infinite. E si può facilmente preparare a casa, l’importante è scegliere ingredienti sani e freschissimi.

Se volete quindi cimentarvi e creare un menù hawaiano ecco i quattro i passaggi per realizzare la pokè bowl che più si desidera

Ecco come si prepara la pokè bowl hawaiana

Scelta della base: riso sushi, riso integrale, quinoa, misticanza

Scelta della proteina: salmone, tonno, gamberi al vapore, tofu

Scelta della marinatura: condimenti vari per condire il pesce, con combinazioni di salsa di soia, olio di sesamo, latte di cocco.

Scelta dei topping: edamame, cavolo viola, avocado, wakame, elementi crunchy e così via.


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